La giornata
Trump ACCETTA l’invito di Meloni in Italia. “L’accordo sui dazi si farà”
- La Bce taglia i tassi di un quarto di punto. Lagarde: “grande incertezza”
- Fed, Powell: “con i dazi rischio di aumento dell’inflazione”
- Ocse: nel quarto trimestre occupazione stabile al 70,2%, tra i Paesi del G7 Italia e Francia sotto la media
IN SINTESI
La premier Giorgia Meloni invita il Presidente Usa Donald Trump a Roma, in vista anche di un possibile incontro con la Ue, e l’invito viene accettato. È questo il risultato politico raggiunto da Meloni nella attesissima missione a Washington, prima leader europea a varcare la soglia della Casa Bianca, dopo l’inizio della guerra commerciale. “La ringrazio per aver accettato”, ha annunciato Meloni nello Studio Ovale, al termine dell’incontro. Grande accoglienza, molti i complimenti con i quali Trump ha omaggiato Meloni: “Lei è una persona eccezionale”, l’Italia è “il miglior alleato degli USA finché c’è Meloni”, ha detto il Presidente Usa. Meloni è “una donna fantastica che sta facendo un ottimo lavoro”. Parole che testimoniano la sintonia tra i due. Sintonia ideologica che si manifesta quando Meloni ha detto di condividere “ la battaglia sui migranti e contro l’ideologia woke”, ha detto Meloni che ha confermato l’impegno di arrivare al 2 per cento del Pil per le spese della difesa. “Renderemo l’Occidente grande”, ha detto Meloni. Sul tema dei dazi, Meloni si è detta sicura che “si possa trovare un compromesso” e anche per Trump l’accordo ci sarà “al 100%”. Ora, Trump “considererà se incontrare anche l’Europa” in occasione della sua visita a Roma, ha spiegato la premier. “Non posso siglare accordi per l’Ue ma sono qui per cercare di trovare il giusto punto di equilibrio a metà strada”, ha premesso Meloni prima di cominciare la colazione di lavoro. Dopo l’incontro a porte chiuse, Trump e Meloni hanno parlato ai giornalisti nello Studio Ovale. In realtà, a parlare ə stato soprattutto Trump tempestato dalle domande dei giornalisti su questioni anche interne (come la carenza di uova). Poi è arrivata una domanda sulla guerra in Ucraina. “Sapete come la penso, che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin”, ha risposto Meloni in italiano, una parte del discorso che però non viene tradotta dall’interprete presente. A spiegare al presidente Usa invece il resto del suo ragionamento sulle spese per la difesa è stata la stessa Meloni. Non si è parlato di percentuali precise per andare oltre, ma l’impegno c’è, “tutti devono fare di più” e la Ue ora sta vedendo come, attrezzando nuovi strumenti, ha ricordato Meloni.
La Bce taglia i tassi di un quarto di punto. Lagarde: “grande incertezza”
La Bce conferma le attese e taglia di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Una decisione all’unanimità assunta in una situazione di “grande incertezza”, ha detto la presidente Christine Lagarde. La decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. “Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare le attese dei nostri esperti; a marzo sono diminuite sia l’inflazione complessiva sia quella di fondo. Anche l’inflazione dei servizi ha segnato una marcata attenuazione negli ultimi mesi”, ha spiegato la Bce nel comunicato finale. “Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica delle retribuzioni si sta moderando e i profitti stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione di una crescita salariale tuttora elevata. L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro”.
La Bce rimane “determinata ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,25%, al 2,40% e al 2,65%, con effetto dal 23 aprile 2025. “Quello che dobbiamo fare ora e’ determinare una posizione di politica monetaria che sia appropriata per portarci a destinazione, che e’ il target di inflazione del 2% a medio termine – ha detto Lagarde -. Non commento sulla direzione di viaggio ma sulla destinazione che e’ il 2% e dobbiamo essere pronti e agili per reagire al continuo mutare degli eventi. Per questo dobbiamo ancora di piu’ dipendere dai dati e prendere decisioni di meeting in meeting”.
Fed, Powell: “con i dazi rischio di aumento dell’inflazione”
Al momento, la Federal Reserve e’ “ben posizionata da poter aspettare maggiore chiarezza”, prima di valutare azioni sulla politica monetaria e sui tassi. Lo ha detto il presidente Jerome Powell, riferendosi alle conseguenze dei dazi statunitensi. “L’economia e’ solida, nonostante l’aumento dell’incertezza e dei rischi al ribasso”, ha aggiunto. “E’ molto probabile che i dazi generino almeno un aumento temporaneo dell’inflazione. Gli effetti inflazionistici potrebbero anche essere piu’ persistenti”, ha detto, in un discorso all’Economic Club di Chicago, ricordando che la banca centrale ha “l’obbligo di mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine”. Powell ha poi riconosciuto che la Fed potrebbe ritrovarsi “nello scenario difficile in cui i target definiti dal nostro doppio mandato – massima occupazione e stabilita’ dei prezzi – siano in conflitto”.
Ocse: nel quarto trimestre occupazione stabile al 70,2%, tra i Paesi del G7 Italia e Francia sotto la media
I tassi di occupazione e di partecipazione alla forza lavoro dell’OCSE sono rimasti sostanzialmente stabili al 70,2% e al 73,9% nel quarto trimestre del 2024, vicino ai picchi registrati nel trimestre precedente. Entrambi gli indicatori hanno raggiunto o sono stati vicini ai loro massimi storici in 11 dei 38 paesi dell’OCSE, tra cui Germania, Giappone e Turchia. Nel 4° trimestre 2024 il tasso di occupazione ha superato la media OCSE del 70,2% in due terzi dei Paesi OCSE. Tra i Paesi del G7, i tassi di occupazione in Italia e in Francia sono rimasti al di sotto della media OCSE. La Turchia è rimasta il paese dell’OCSE con il tasso di occupazione più basso, pari al 55,2%. Per contro, i tassi di occupazione sono stati superiori all’80% in Svizzera, nei Paesi Bassi e in Islanda. I tassi di occupazione sono rimasti stabili in 14 Paesi dell’OCSE rispetto al trimestre precedente, mentre sono diminuiti in 15 e sono aumentati in 9. Nel quarto trimestre del 2024, i tassi di LFP per le persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni sono stati superiori alla media OCSE del 73,9% in quasi tre quarti dei Paesi dell’OCSE. Turchia, Messico, e l’Italia hanno registrato i tassi più bassi. Per l’intero 2024 il tasso di occupazione dell’OCSE è stato leggermente superiore a quello del 2023 (in aumento di 0,2 punti percentuali), riflettendo principalmente un aumento del tasso di partecipazione alla forza lavoro. Nell’area dell’euro il tasso di occupazione è aumentato di 0,4 punti percentuali, riflettendo sia il calo dei tassi di disoccupazione che l’aumento dei tassi di attività. I maggiori aumenti del tasso di occupazione su base annua sono stati registrati in Grecia (in aumento di 1,5 punti percentuali), Islanda (in aumento di 1,6 punti percentuali) e Costa Rica (in aumento di 2,4 punti percentuali), riflettendo principalmente, anche esclusivamente in Islanda, l’aumento dei tassi di partecipazione alla forza lavoro. In alcuni paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti, l’aumento della partecipazione alla forza lavoro è stato quasi interamente compensato da un aumento del tasso di disoccupazione, che ha comportato un cambiamento minimo o nullo del tasso di occupazione. Per contro, in Nuova Zelanda, Finlandia e Canada si è registrato un calo del tasso di occupazione di oltre 1,0 punti percentuali, che riflette l’aumento della disoccupazione.
Terna: a marzo in consumi elettrici in calo dello 0,9%
A marzo il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,5 miliardi di kWh, valore in diminuzione dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel dettaglio, rispetto a marzo 2024, lo scorso mese ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi, 21, e una temperatura media mensile inferiore di circa 1°C, ma comunque superiore rispetto alla media mensile decennale. La variazione destagionalizzata e corretta dall’effetto temperatura è pari a -1,5%. E’ quanto emerge dalle rilevazioni diffuse da Terna. A livello territoriale, la variazione tendenziale di marzo è stata ovunque negativa: -0,7% al Nord, -0,5% al Centro e -1,7% al Sud e Isole. Nei primi tre mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale è in debole flessione (-0,7%, dato che risente del confronto con un anno bisestile) rispetto al corrispondente periodo del 2024 (+0,1% il valore rettificato). L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, è in flessione del 2,9% rispetto a marzo 2024 (-3,7% la variazione rettificata). In crescita i comparti alimentare, cemento calce e gesso e meccanica; in flessione chimica, metalli non ferrosi, ceramiche e vetrarie, mezzi di trasporto e siderurgia. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura risulta in flessione rispetto a febbraio 2025 (-1,5%). Il primo trimestre 2025 risulta sostanzialmente stabile rispetto all’ultimo trimestre 2024. Segno positivo invece per la variazione congiunturale dell’indice IMCEI di marzo che ha fatto registrare un +1,3%. Anche il primo trimestre 2025 risulta in crescita del 2,4% rispetto all’ultimo trimestre 2024. L’indice IMSER elaborato da Terna sui dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, ha fatto registrare a gennaio 2025 una variazione negativa dell’1,4% rispetto a gennaio 2024. Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di marzo 2025 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’84,6% dalla produzione nazionale e per la quota restante (15,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è stato pari a 3,9 TWh, -25,9% rispetto al valore registrato a marzo 2024 (5,24 TWh). In particolare, la riduzione dell’import è essenzialmente imputabile a minori flussi dalla frontiera svizzera. In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 22 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 39% della domanda elettrica (era il 42,3% a marzo 2024). In aumento la fonte fotovoltaica (+23,8%) e termica (+18,6%). In diminuzione la fonte idrica (-33,6%), geotermica (-2,4%) ed eolica (-7,2%). Per quest’ultima si tratta del terzo mese consecutivo di flessione. A marzo la nuova capacità rinnovabile è in aumento di 777 MW, +52% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Di questi, 352 MW per impianti collegati in Alta Tensione, 263 MW in Media Tensione e 161 MW in Bassa Tensione. Nei primi tre mesi del 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 1.596 MW, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-13%). Al 31 marzo 2025 si registrano in Italia 13.682 MWh di capacità di accumulo, che corrispondono a 5.913 MW di potenza nominale, per circa 775.000 sistemi di accumulo.
Saipem firma il rinnovo dell’accordo quadro con Aramco, esteso fino a fine 2027
Saipem ha firmato il rinnovo dell’accordo quadro con Saudi Aramco. Il Long Term Agreement è ora esteso fino alla fine del 2027. Con il rinnovo dell’LTA, Saipem viene riconfermata nella lista esclusiva dei contractor selezionati da Saudi Aramco che possono accedere alle gare per l’aggiudicazione di ordini di lavoro denominati CRPO (Contract Release Purchase Order). Tali contratti possono riguardare sia la realizzazione di nuovi progetti di investimento sia eventuali progetti volti a mantenere il livello di produzione dei giacimenti offshore dell’Arabia Saudita. Qualora Saipem si aggiudicasse eventuali contratti per attività nel Regno Saudita, sempre nell’ambito dell’LTA, queste saranno sempre eseguite da un consorzio formato da Snamprogetti Saudi Arabia (società controllata di Saipem SpA) e STAR (Saipem Taqa Al-Rushaid Fabricators Co.), con l’obiettivo di massimizzare le attività locali facendo leva sul cantiere di fabbricazione istituito in Arabia Saudita nel 2008. Saipem e Saudi Aramco vantano una collaborazione di lunga data nell’ambito di progetti onshore, offshore e di perforazione. Il rinnovo dell’LTA conferma la fiducia nei servizi di elevata qualità, nella tecnologia avanzata e nelle competenze di Saipem e ribadisce il ruolo chiave e la presenza consolidata della società nel settore oil and gas offshore del Regno dell’Arabia Saudita.
Ponte sullo Stretto, Morelli: “la diffida da Bonelli al Cipess è solo propaganda del no”
“Diffidare il Cipess dall’approvare il ponte sullo Stretto di Messina è un atto che ha il solo scopo di sostenere la propaganda del ‘no’ a tutto”. Lo dice in una nota il Sottosegretario di Stato, con delega al Cipess, Alessandro Morelli. “Il Cipess – spiega il senatore – è il massimo organo di governo che svolge l’attività di indirizzo e programmazione approvando provvedimenti strategici per il rilancio della crescita. Quando il progetto del Ponte a breve avrà completato il suo iter, nel pieno rispetto del quadro normativo nazionale ed europeo, il Cipess lo esaminerà nei suoi aspetti tecnici e finanziari ai fini della prevista approvazione.
“Noi crediamo, al contrario dei ‘no a tutto’, che sia necessario accelerare la realizzazione degli investimenti pubblici come volano della crescita economica e la creazione di opportunità di lavoro, in particolare nel Sud Italia. La realizzazione del Ponte va esattamente in questa realizzazione”, conclude Morelli.
La Francia riduce gli obiettivi di produzione dell’idrogeno a basso carbone
Il governo francese ha abbassato gli obiettivi di produzione di idrogeno a basso carbone, puntando a 4,5 gigawattora installati per il 2030 e 8 gigawattora per il 2035. È quanto si legge in un comunicato diffuso dall’esecutivo. I precedenti obiettivi puntavano ad arrivare rispettivamente a 6,5 e a 10 gigawattora. La strategia nazionale prevede una revisione “degli obiettivi di installazione di elettrolisi” in Francia “a causa dello scarto prevedibile tra il mercato e il tempo di sviluppo tecnologico ancora necessario”, si legge nella nota.
Eni lancia il “Volontariato d’impresa”: insieme al terzo settore al servizio delle comunità locali
Eni lancia il programma “Volontariato d’impresa”, rivolto alle persone dell’azienda e delle società controllate con sede in Italia. L’iniziativa si inserisce nel solco dei principi espressi nella mission e nel Codice Etico che pongono al centro le persone di Eni e le comunità locali, e mira a promuovere e valorizzare la partecipazione attiva e volontaria dei dipendenti alla vita della comunità durante l’orario di lavoro. Eni garantirà ai partecipanti un permesso retribuito ad hoc, per un massimo di due giornate per anno solare (gennaio-dicembre). Ciascun dipendente potrà scegliere l’associazione con cui collaborare, selezionandola da un elenco di organizzazioni con cui Eni ha sottoscritto accordi, oppure individuando un Ente del Terzo Settore (“ETS”) presente sul territorio italiano e iscritto al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), le cui attività siano svolte in coerenza con i valori e i principi espressi nel Codice Etico, la mission e la strategia di sostenibilità dell’azienda. Oltre a favorire la condivisone fra colleghi, il team building e lo sviluppo delle soft skills, il programma offrirà alle persone la possibilità di contribuire, con il proprio tempo e le proprie competenze, al benessere delle comunità in cui vivono, in linea con il modello di business integrato di Eni, che promuove lo sviluppo sostenibile e la creazione di partnership di lungo termine per generare valore condiviso duraturo. A oggi sono già attivi accordi con dieci partner: AICCA Onlus, Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), CEFA Onlus, Comitato Maria Letizia Verga, COOPI, Fondazione Albero della Vita, Fondazione ANT Italia Onlus, Fondazione Banco Alimentare Onlus, Fondazione Francesca Rava, Terre des Hommes. Le attività previste, su tutto il territorio nazionale, spaziano dal supporto a raccolte fondi, all’impacchettamento e distribuzione di alimenti, passando per iniziative educative, animazione di centri estivi, piccoli interventi di manutenzione e attività come art e teddy therapy per pazienti oncologici pediatrici.
Oggi sciopero degli addetti delle consegne per conto di Amazon
E’ confermato lo sciopero per l’intera giornata di oggi, venerdì 18 aprile, di tutti i driver della filiera ultimo miglio di Amazon. A riferirlo unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti sulla protesta indetta “per il rinnovo del contratto nazionale di secondo livello”. La conferma è arrivato dopo l’interruzione delle trattative. “Con grande senso di responsabilità – spiegano le organizzazioni sindacali – abbiamo partecipato all’incontro, convocato su richiesta di Assoespressi, per verificare la possibilità di trovare un’intesa che realizzasse le legittime richieste del personale rappresentato ma, purtroppo, la stessa associazione datoriale ha ribadito alcune sue posizioni, relativamente ad elementi fondamentali per una possibile intesa”. “Chiediamo con forza – spiegano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – un incremento sostanziale del valore della trasferta, con un importante risultato relativamente al salario, con incrementi anno per anno. Necessario inoltre che si realizzi una strutturale riduzione dell’orario di lavoro, con conseguente abbattimento dei carichi e delle consegne, che può avvenire non saturando la flessibilità. Rivendichiamo anche un intervento fondamentale in tema di sicurezza, attraverso la previsione di interruzione o chiusura dei servizi in caso di allerta meteo rossa, a tutela dell’incolumità dei driver e serve un passo avanti sulla qualità dell’occupazione, richiedendo percorsi condivisi di stabilizzazione dei contratti di lavoro precari”.“Qualora Assoespressi continuasse a essere sorda alle nostre richieste – dichiarano infine le organizzazioni sindacali – intendiamo chiedere ad Amazon di riconsiderare le modalità operative della gestione dell’ultimo miglio”.
Ey: le aziende familiari crescono nonostante le complessità geopolitiche, Italia quarta nel mondo
L’Italia si conferma al quarto posto su scala globale e al terzo in Europa tra i Paesi con più aziende familiari incluse nel Global 500 Family Business Index, secondo l’analisi condotta da EY in collaborazione con la Saint Gallen University. L’Indice, che classifica con cadenza biennale le 500 maggiori aziende familiari a livello globale sulla base dei ricavi, evidenzia una crescita significativa dei ricavi combinati delle realtà italiane (+12% rispetto al 2023). I dati evidenziano una crescita nel numero delle aziende familiari presenti nell’Indice, con l’ingresso di 4 nuove società, a fronte dell’uscita di 2 realtà incluse nella precedente analisi. Nel 2025 l’Indice include 22 aziende italiane, pari al 4,4% del totale a livello globale, con un incremento rispetto alle 20 del 2023. I ricavi combinati delle aziende italiane sono passati dai 160 miliardi di dollari del 2023 ai 179 miliardi di dollari del 2025, registrando una crescita del 12%. Tuttavia, i ricavi medi delle aziende italiane, pari a 8,1 miliardi di dollari nell’Indice 2025, risultano significativamente inferiori rispetto alla media europea (16,1 miliardi di dollari) e globale (17,6 miliardi di dollari). Il 36% delle aziende incluse nel Global 500 Family Business Index ha una storia di oltre 100 anni, a testimonianza della longevità che caratterizza il tessuto imprenditoriale italiano. Guardando alla distribuzione territoriale, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di aziende familiari incluse nell’Indice, con otto società. In termini di ricavi, Piemonte e Lombardia contribuiscono al 58% del totale nazionale. Limitata, invece, la contribuzione delle aziende del centro-sud: solo il 27% delle aziende italiane incluse nell’Indice appartiene all’area del centro-sud con una contribuzione sui ricavi combinati italiani del 23%, a testimonianza di un tessuto economico-industriale che in tale area geografica presenta ancora significativi margini di crescita. I macrosettori più significativi che contraddistinguono le nostre aziende sono 11, tra questi in particolare si evidenzia il Consumer Products (circa 23% delle società), l’Advanced Manufacturing (14% delle società) e il Retail Products (14% delle società). Dall’Indice emerge che il 31,8% delle aziende italiane sono quotate in borsa, un dato inferiore alla media europea (38,4%) e globale (51,8%), a testimonianza di una propensione ancora limitata all’apertura del capitale delle aziende italiane alla Borsa. La presenza delle famiglie fondatrici nella compagine azionaria e nel top management resta forte. Guardando al CdA e al management delle aziende italiane, per circa il 45% delle società un componente della famiglia ricopre la posizione di CEO, a testimonianza della centralità delle famiglie nello sviluppo di queste realtà. L’Italia si colloca all’ottavo posto per numero di operazioni sell-side, con un totale di 21 operazioni che hanno avuto ad oggetto l’acquisizione di società target del nostro territorio prevalentemente da parte di operatori non italiani. Il dato è indicativo della presenza di realtà che attraggono l’interesse di investitori esteri.
Acqua: per 9 soggetti attuatori di progetti Pnrr sono troppo complesse le procedure di monitoraggio e rendicontazione
Quasi tutti (87%) i soggetti che hanno realizzato progetti PNRR e che li stanno rendendo concreti nel settore idrico in Italia lamentano procedure troppo complesse nella fase di monitoraggio e rendicontazione. Il Centro Studi Enti Locali ha interrogato, nell’ambito di una ricerca commissionata da BFWE (BolognaFiere Water&Energy) in occasione dell’ultima edizione di Accadueo, circa 50 “soggetti attuatori” che devono rendere concreti i progetti finanziati dal PNRR, e per il 33% di essi non risulta semplice anche reperire informazioni e comunicare con le amministrazioni centrali. La 18ª edizione di Accadueo, in agenda dal 7 al 9 ottobre 2025, sarà l’occasione per approfondire anche molti dei temi chiave legati al PNRR, ma non solo: il Centro Studi Enti Locali e BFWE hanno rinnovato la partnership che prevede la presentazione di una nuova ricerca sui modelli gestionali che si sono rivelati più efficienti nell’ambito della gestione delle risorse idriche.Più del 40% di soggetti che hanno progettato e stanno realizzando opere nel comparto idrico finanziate attraverso PNRR, le ritengono necessarie e di primaria importanza. È quindi strategico per il Paese, come si evince dalla ricerca del Centro Studi Enti Locali realizzata per Accadueo, superare la complessità delle procedure per completare le opere e ottenere i finanziamenti necessari: senza questi ultimi solo il 15% del campione, avrebbe realizzato in autonomia le opere. “I fondi del PNRR rappresentano una leva importantissima per il settore idrico – afferma Paolo Angelini, Amministratore Delegato di BolognaFiere Water&Energy – tanto che oltre 6 opere su 10, secondo l’analisi del Centro Studi Enti Locali, sarebbero state realizzate nei prossimi 3 anni e il 57% erano già state pensate prima della disponibilità dei fondi. La possibilità di confronto che Accadueo offre a tutti gli operatori della filiera – oltre 100 aziende già confermate – sarà fondamentale per creare futuri bandi sempre più chiari ed efficienti”. “Nel corso degli anni i soggetti attuatori dei progetti PNRR hanno denunciato più volte la scarsa flessibilità delle modalità rendicontazione delle opere. Per questo motivo – afferma Nicola Tonveronachi, Amministratore Delegato di Centro Studi Enti Locali – la nostra attività di ricerca ha l’obiettivo di individuare quali siano i modelli di gestione più virtuosi nell’ambito della gestione delle risorse idriche e come quelli più in difficoltà si stanno muovendo per rispondere alle criticità riscontrate. Solo per fare alcuni esempi, nella primavera del 2023 mancavano ancora all’appello i Manuali operativi per l’inserimento dei dati di diversi Ministeri, sono stati segnalati frequenti e numerose criticità nella fase di autenticazione dei funzionari responsabili e il sistema è stato spesso aggiornato/modificato per rimediare ai vari errori che emergevano nel tempo ma questo ha spesso disorientato gli operatori. Infine, un grande tema che ha messo in difficoltà gli enti, soprattutto di minori dimensioni, sono stati i ritardi nei pagamenti ai soggetti attuatori fin dalle anticipazioni iniziali. Tema, quest’ultimo, che è stato parzialmente ma non interamente risolto dagli interventi normativi realizzati”.