Il nuovo impianto di Imola
Il gruppo Hera RIGENERA la fibra di carbonio con Fib3R e accelera sugli investimenti da 2 miliardi in economia circolare
Hera, attraverso la controllata HeraAmbiente, ha inaugurato il nuovo impianto di Imola per la rigenerazione della fibra di carbonio, primo nel suo genere in Italia e in Europa. Qui entrano gli scarti a fine vita ed esce fibra pronta per essere riutilizzata in un ciclo potenzialmente infinito in settori che vanno dall’aerospazio all’automotiva ma anche dal tessile all’edilizia. Hera accelera così verso l’economia circolare alla quale il nuovo piano industriale 2024-2028 destina 2 miliardi di euro dei 5,1 miliardi complessivi
La Motor Valley diventa sempre più Circular Valley. A Imola, proprio nel cuore del distretto dell’automotive ma dove da decenni vengono anche sviluppate iniziative di recupero di materia con soluzioni circolari, nasce Fib3R la nuova realtà del gruppo Hera, il primo impianto nel suo genere non solo in Italia ma anche in Europa su scala industriale per la rigenerazione dei compositi in fibra di carbonio. Nel suo nome Fib3R racchiude tutta la sua mission: le tre erre significano, infatti, “recover, reduce, reuse”. E il sito – vicino all’Autodromo internazionale “Enzo e Dino Ferrari”- inaugurato ieri dalla multiutility bolognese, è il segno tangibile dell’accelerazione impressa agli investimenti in economia circolare, che il nuovo piano industriale del gruppo fissa a 2 miliardi di euro – con un incremento di 300 milioni rispetto al precedente business plan – sui 5,1 miliardi complessivi.
Fib3r racconta una doppia storia di rigenerazione: quella dell’impianto realizzato in un’area dismessa – senza quindi ulteriore consumo di suolo- e quella di un materiale, la fibra di carbonio, a cui viene data nuova vita. Nell’impianto entrano scarti a fine vita ed esce fibra di carbonio rigenerata, leggera e resistente come quella vergine, pronta per essere riutilizzata in un ciclo potenzialmente infinito in vari settori strategici del Made in Italy: automotive, aerospaziale, nautica ma anche edilizia, arredo, tessile e moda, eolico. La previsione è di un aumento della domanda di fibra di carbonio e, per questo, il gruppo Hera ha voluto anticipare un mega trend con un investimento che sfiora complessivamente i 9 milioni, con un contributo di 2 milioni di euro nell’ambito del NextGenerationEu per la tecnologia innovativa e la rilevanza strategica dei materiali trattati. Ad oggi nell’impianto si prevede una produzione di 160 tonnellate di fibra di carbonio riciclatoa ogni anno, con un risparmio energetico del 75% rispetto alla fibra vergine.
“Siamo dei pionieri”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Hera, Orazio Iacono, nel corso dell’inaugurazione. “Nel suo genere – ha spiegato – FIB3R è il primo impianto in Europa per il riciclo della fibra di carbonio, con l’obiettivo di promuovere filiere corte e circolari, in linea con la nostra strategia di rendere i nostri territori più competitivi e resilienti. FIB3R rappresenta, inoltre, un esempio concreto di come il Gruppo Hera sia in grado di combinare innovazione tecnologica e sostenibilità sfruttando la cross fertilization tra le competenze all’avanguardia delle varie filiere del Gruppo. Il recupero della fibra di carbonio non solo consente di ridurre l’impatto ambientale di questi scarti, ma crea anche nuove opportunità di mercato in settori strategici dell’industria”. Ma c’è anche un altro punto che Iacono ha tenuto a sottolineare: “investire in infrastrutture circolari di questo tipo significa aumentare la resilienza delle filiere produttive, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche e, al contempo, creare valore attraverso modelli di business sostenibili. Con oltre 100 impianti all’avanguardia e 5 nuove strutture in corso di realizzazione, abbiamo consolidato nel tempo la più grande e moderna piattaforma impiantistica del Paese per il trattamento e recupero di materia, rafforzando il nostro ruolo di operatore di riferimento nel settore e di motore dell’economia circolare in Italia. Il nostro Piano industriale conferma questa strategia con investimenti per 2 miliardi di euro nel periodo 2024-2028 destinati alla rigenerazione delle risorse, un impegno che punta a generare valore per tutti i nostri stakeholder”.
Come ha raccontato Andrea Ramonda, amministratore delegato della controllata di Hera, HeraAmbiente che ha messo a punto l’impianto, il progetto è nato dalla sollecitazione giunta direttamente dalle imprese “alle prese con il problema di rigenerazione degli scarti”. Herambiente, primo operatore nazionale nel recupero e trattamento dei rifiuti, che da tempo aveva iniziato a sperimentare il processo di recupero delle fibre di carbonio, ha unito le forze con il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna e con il partner tecnologico CurtiCostruzioni Meccaniche, azienda del ravennate leader nella produzione di macchine automatiche per applicazioni industriali, che ha reso disponibile la sua conoscenza e il suo impianto pilota per la modellizzazione della soluzione studiata. Dopo tre anni di sperimentazione, il Gruppo Hera ha sviluppato industrialmente il progetto e realizzato appunto l’impianto FIB3R, per riciclare materiali compositi e contribuire a colmare il gap tra la domanda e l’offerta di fibra vergine, riducendo l’impatto ambientale.
L’inaugurazione del sito ha offerto l’occasione per una visita della linea di produzione di Fib3R. La rinascita della fibra di carbonio avviene all’interno di un tunnel di 60 metri dove viene realizzato un innovativo processo avanzato di pirogassificazione: nella prima fase, quella della pirolisi, viene liberata dalla resina la fibra di carbonio, più resistente al calore, e nella seconda fase avviene la gassificazione che garantisce una fibra rigenerata di altissima qualità, purissima e lucente, e interamente sostenibile nel rispetto dell’ambiente. La resina decomposta in forma gassosa viene infatti riutilizzata per generare parte dell’energia necessaria al processo, massimizzando il recupero energetico. Le polveri rimaste nelle fibre vengono aspirate e inviate al sistema di abbattimento. Il risultato, dopo il trattamento, è la migliore fibra di carbonio ad alta purezza, con tutte le caratteristiche meccaniche intatte e pronta per essere ritessuta e impregnata per tutti gli usi tipici della fibra vergine.
Il riciclo è potenzialmente infinito e il risparmio energetico è molto alto rispetto alla produzione di fibra vergine, altamente energivora per le alte temperature utilizzate. Inoltre, produrre fibra di carbonio vergine significa impiegare materie prime fossili e aumentare i conferimenti in discarica, visto che gli scarti della lavorazione delle fibre sono destinati quasi esclusivamente allo smaltimento. L’analisi del ciclo di vita dimostra poi che la domanda energetica per la produzione di fibre riciclate è inferiore del 75% ed evita il 74% delle emissioni di gas serra, riducendo significativamente i conferimenti in discarica. Non solo: l’unicità di FIB3R sta anche nella totale tracciabilità del materiale trattato. Gli scarti in fibra di carbonio, infatti, entrano nell’impianto all’interno di contenitori dotati di QR code, che riporta la loro carta di identità: caratteristiche tecniche, peso, provenienza. Una volta compiuto il processo, lo stesso materiale tracciato torna al proprietario sotto forma di fibra di carbonio rigenerata, e il cerchio si chiude assicurando la massima sostenibilità, trasparenza e qualità.
Ma su questo percorso circolare Fib3R ha bisogno di compagni di viaggio. Il ciclo chiuso che costituisce la cifra dell’innovativo impianto di Imola ha bisogno, per essere efficace, di rapporti di partnership tra il Gruppo Hera e le aziende della complessa filiera del carbonio, materiale sempre più presente nei comparti produttivi hi-tech e, di conseguenza, nei cicli di gestione degli scarti. Il Gruppo Leonardo ha già fatto propria la sfida di applicare l’economia circolare ai propri processi produttivi e, nel caso specifico, ha avviato attraverso la Divisione Aerostrutture la sinergia industriale con il Gruppo Hera supportando all’interno dell’impianto di Imola un progetto di recupero delle fibre di carbonio di rinforzo dei compositi a matrice polimerica utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Dunque, grazie agli asset di Herambiente e al know-how sviluppato nei laboratori del Gruppo Leonardo, il prezioso materiale verrà riciclato con positive ricadute in termini di sostenibilità e circolarità. In particolare, la Divisione Aerostrutture di Leonardo conferirà a Herambiente parte delle fibre di scarto derivanti dalla costruzione delle componenti di alcuni fra gli aeromobili civili più noti nel settore dell’aviazione commerciale, come per esempio lo stabilizzatore dei turboelica ATR, la fusoliera e lo stabilizzatore orizzontale del Boeing 787, i piani di coda dell’Airbus A220.