Il preconsuntivo del 2024
FederlegnoArredo: abbiamo navigato nella TEMPESTA ma la filiera tiene, il fatturato perde il 3,1%, l’export il 2,3%. Salone del Mobile grande opportunità
La filiera del legno arredo ha tenuto pur avendo navigato nel 2024 in “acque molto tempestose”. Ma ora ci sono pesanti incognite con la guerra commerciale ingaggiata da Trump. Dazi che per il settore avrebbero pesanti conseguenze visto che per il settore l’America è l’unico dei principali mercati che ha registrato un segno positivo. Un altro rischio poi è che la stretta negli Usa spinga la Cina a cercare nuovi mercati e in particolare l’Europa. Sono variabili che metteranno a dura prova il settore. In questo quadro, il Salone del Mobile di Milano, presentato ieri, rimane una grande opportunità strategica.
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E’ stata una navigazione in acque molto tempestose. Ma la filiera del legno arredo ha retto l’urto chiudendo il 2024 con un fatturato alla produzione pari a 51,6 miliardi di euro, con una flessione del 3,1% rispetto ai 53,2 miliardi del 2023, e un calo dell’export, che rappresenta il 38% del fatturato totale, del 2,3%, con un valore pari a 19,4 miliardi di euro. Il saldo commerciale della filiera sfiora gli 8 miliardi di euro (era di 8,4 miliardi nel 2023). FederlegnoArredo traccia un primo bilancio con i preconsuntivi elaborati dal suo centro studi e illustrati ieri in occasione della conferenza stampa di presentazione della 63ma edizione del Salone del Mobile di Milano in programma dall’8 al 13 aprile prossimi. I risultati del 2024, come spiega Federlegno, si pongono in continuità con la normalizzazione avviatasi nel 2023, dopo due anni di grandi crescita.
“Una flessione del 3,1% è da ritenersi comunque contenuta dato il contesto economico e geopolitico attuale e rispetto a quanto potevamo aspettarci”, ha commentato il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin. “Il dato sulla produzione industriale del ’24 si discosta di poco da quello del 2019 a conferma della tenuta nei numeri, e della predisposizione sempre più elevata del pubblico nel riconoscere il valore dei prodotti del nostro design, da sempre sinonimo di qualità, innovazione e stile”. Ma ora si staglia la grande incognita dei dazi che, sì, potrebbero colpire il settore e il Made in Italy in maniera importante, e impone una “navigazione a vista”, come ha sottolineato Feltrin, “Quello che è successo negli ultimi due giorni ci fa capire che forse il dazio è un po’ sbandierato per fare paura, per mettersi al tavolo con una forza contrattuale di un certo tipo. Da parte nostra – sottolinea comunque Feltrin – un dazio del 10% verso l’America sarebbe sicuramente un danno importante, perché l’America è l’unico mercato dei primi 10 che ha fatto un segno più l’anno scorso, nel 2024. La preoccupazione indiretta è quella invece che la chiusura dell’America al prodotto cinese, provochi da parte dei cinesi la ricerca di mercati alternativi e quindi possano sbarcare in Europa senza regole adeguate. Quindi qui l’appello è all’Europa, che stia molto su con la guardia, perché se lascia entrare il produttore cinese, per il nostro settore ma anche per altri, sicuramente porterà problematiche non indifferenti”.
Analizzando i vari comparti della filiera, per il macrosistema arredamento, i dati dell’export flettono meno rispetto al mercato nazionale: secondo i preconsuntivi, il settore chiude infatti il 2024 con circa 27,5 miliardi di euro di fatturato, pari a un -2,5% sul 2023 quando aveva toccato i 28,2 miliardi di euro. Una flessione dovuta in minor parte all’andamento dell’export (-2,1%) con un valore di 14,3 miliardi sui 14,7 del 2023, ma soprattutto alle minori vendite sul mercato italiano (-2,8%) che arriva a 13,1 miliardi di euro, contro i 13,5 del 2023. Il saldo commerciale si attesta sui 9,2 miliardi di euro, contro i 9,6 del 2023. Se il 2023 si era chiuso con una contrazione del -4% delle esportazioni, nel 2024 questa flessione risulta di intensità inferiore (-2,1%) determinata soprattutto – come evidenzia l’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024 – dalla contrazione verso la Francia, (-3,6%) che si conferma comunque il primo mercato per il nostro design con un valore di 1,96 miliardi di euro. Pesanti le perdite di export verso la Cina (-17,9%) che vale 313,5 milioni di euro. L’Italia si conferma comunque primo fornitore per il mercato cinese. La Germania, terzo mercato, (-3,6%) vale 1,1 miliardi di euro. Risultano stazionari gli Stati Uniti, secondo mercato di riferimento, che registrano un +2% e toccano un valore di 1,4 miliardi di euro), ma che già a fine anno potrebbero chiudere in negativo. A contenere la contrazione del macrosistema arredamento sono soprattutto le maggiori esportazioni verso Emirati Arabi Uniti (+21,6% per 317,6 milioni di euro), che registrano un trend positivo per il quarto anno consecutivo, e l’Arabia Saudita (+22,8%), al tredicesimo posto, che vale 193,5 milioni di euro.
Il macrosistema legno – escluso commercio legno pari a 3,6 miliardi di euro – che nel 2023 aveva registrato una flessione a doppia cifra, nel 2024 subisce ancora una diminuzione del fatturato (-5,6%), seppur più contenuta, attestandosi a 20,5 miliardi di euro. Contrazione determinata in larga parte dal mercato nazionale (-6,5%) che contribuisce per oltre il 75% al fatturato totale, toccando i 15,6 miliardi di euro. L’export (24% del totale) si attesta a poco meno di 5 miliardi di euro, con una flessione del 2,6% sul 2023. Dall’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024, in particolare si segnala la Germania (-11,4% a 588 milioni di euro) e il Regno Unito (-11,3% a 452 milioni di euro): Stati Uniti in crescita (+9,6% a 366 milioni di euro) ma a fine anno potrebbe peggiorare, mentre la Francia risulta pressoché stabile (-1,8% a 657 milioni di euro), ma con ragionevoli possibilità che la chiusura d’anno potrebbe essere peggiore. L’andamento negativo ha interessato tutti i sistemi seppur con variazioni differenti tra di loro.
Tra le prime cinque destinazioni della filiera legno arredo sono sempre gli USA a performare meglio, almeno in base all’analisi dei flussi commerciali del periodo gennaio-ottobre 2024, con un +3,5% per un valore di quasi 1,8 miliardi di euro. Già a fine anno la situazione potrebbe tornare a essere negativa o nella migliore delle ipotesi stabilizzarsi. In flessione Francia, primo paese nella top ten, che registra un -3,2% e vale 2,6 miliardi di euro, mentre la Germania con -6,4% e il Regno Unito con -7,9% fotografano la complessità del momento. La Spagna scende in sesta posizione, con un trend stazionario e valori simili a quelli della Svizzera che occupa la quinta posizione. Crescono ancora gli Emirati Arabi Uniti con un +21,7% (67 milioni di euro in più rispetto al 2023) che si collocano al decimo posto, con un valore pari a 376 milioni di euro; l’Arabia Saudita si piazza al quattordicesimo posto con una crescita del 25,9% (47,4 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo 2023) per un valore di 230 milioni di euro”.
“Ma non bisogna farsi illusioni”, ha avvertito Feltrin per il quale vanno ora individuati velocemente mercati di sbocco alternativi e vanno programmati investimenti strategici anche in termini di sostenibilità, formazione per la transizione digitale e forme alternative di approvvigionamento energetico, i cui costi sono tornati ad avere un impatto molto forte sui bilanci delle imprese. Difficile, dunque, fare previsioni “ma una cosa è certa: nonostante questa situazione le aziende hanno rafforzato la loro fiducia nel Salone del Mobile 2025 quale opportunità strategica: esporre nei padiglioni di Rho Fiera è la più potente chiave di accesso per il business del settore. Oggi più che mai, c’è bisogno di Salone del Mobile”, ha concluso il presidente di FederlegnoArredo.