La giornata

Confindustria: economia LENTA, tassi giù ma industria in crisi

  • Orsini: “per la crescita la via sono investimenti e ricerca e sviluppo”
  • Energia: il 16 dicembre apre il primo bando per impianti biogas e biomassa
  • Ucimu: la produzione di macchine utensili in calo dell’11,4% nel 2024
  • Firmata l’intesa preliminare per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, aumenti medi di 200 euro
  • Webuild: nasce in Puglia uno dei più grandi impianti robotizzati al mondo per i conci per le gallerie Av Napoli-Bari

11 Dic 2024

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E’ elevata l’incertezza sul PIL italiano nel 4° trimestre, dopo lo stop nel 3°: da un lato, la fiducia è bassa, l’industria in crisi, l’export debole, l’Eurozona fiacca; dall’altro, al rialzo: il trend di crescita del turismo e dei servizi, il proseguimento del calo dei tassi, l’inflazione ridotta, l’attuazione del PNNR. I fattori congiunturali spingono al rialzo, ma frenano alcuni ostacoli strutturali. E’ il quadro che tratteggia Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria di dicembre. Un quadro che pone l’interrogativo: stagnazione o ripartenza? Ma per viale dell’Astronomia una cosa è certa: non basta il taglio dei tassi.  Dopo i tagli dei tassi ufficiali nei mesi scorsi,  la BCE oggi (3,25%) e la prossima settimana la FED (4,75%), sono attese dai mercati a ulteriori tagli. In Europa, il tasso sovrano in Francia è in salita a riflesso dell’instabilità politica e del debito in crescita e lo spread sul Bund tedesco (+0,75 a dicembre da +0,65 a settembre) è salito oltre quello in Spagna (+0,64 da +0,76) che si restringe come anche in Italia (+1,02 da +1,27) e Grecia (+1,26 da +1,50). Intanto, a novembre l’inflazione in Italia è risalita a +1,4% annuo, più vicina alla misura core (+1,9%), dato che i prezzi dell’energia si riducono meno (-5,5%). Traiettorie simili nell’Eurozona, ma su valori sopra la soglia BCE: totale al +2,3%, poco sotto la core (+2,7%), calo degli energetici quasi finito (-1,9%). Questo è dovuto al prezzo del gas in Europa, che a novembre è salito a 44 euro/mwh (+2,7% annuo) e a dicembre si affaccia sui 47 euro, trascinando al rialzo anche i prezzi dell’elettricità; il prezzo del petrolio, invece, a 74 dollari a novembre, è ancora in calo in termini annui (-10,4%).

Sul fronte dei servizi, il driver  resta il turismo di stranieri in Italia, che continua l’espansione (+6,9% annuo la spesa a settembre). Discordanti però le indicazioni per il 4°: in ottobre RTT (CSC-TeamSystem) indica un aumento del fatturato dei servizi, ma a novembre il PMI è scivolato in zona di contrazione (49,2 da 52,4) e la fiducia delle imprese è stata erosa a ottobre-novembre. In crisi è l’industria. In ottobre la produzione è rimasta invariata, ma continua a registrare un forte calo tendenziale (-3,6%), profondo per auto (-34,5%), articoli in pelle (-17,2%), raffinati petroliferi (-15,8%). In termini di fatturato, RTT ha indicato in ottobre un rimbalzo positivo. A novembre, inoltre, la fiducia delle imprese ha interrotto il suo calo, ma il PMI manifatturiero è sceso ancora di più (44,5 da 46,9). A novembre, continua a scendere la fiducia delle imprese (IESI a 93,1, da 95,5 a settembre) e la domanda, misurata dagli ordini di beni, è rimasta bassa pur recuperando dal minimo di ottobre (-22 il saldo). Ciò anticipa investimenti deboli anche nel 4° trimestre (-1,2% nel 3°). I consumi delle famiglie nel 3° trimestre sono aumentati molto sopra le attese (+1,4%), grazie a vari fattori positivi: redditi in crescita, inflazione ridotta, credito meno caro. Viceversa, sono deboli le indicazioni sul 4°: la fiducia delle famiglie è scesa a ottobre-novembre (96,6, di 1,2 punti sotto la media del 3°); in ottobre, le immatricolazioni di auto sono calate per il sesto mese (-0,8%) e le vendite al dettaglio hanno subito una forte correzione al ribasso (-0,8%) dopo il balzo di settembre. L’export italiano di beni, dopo tre cali trimestrali consecutivi (-0,2% in volume nel 3°), resta debole nel 4°. Le vendite extra-UE sono diminuite in ottobre (-3,5% in valore), per la frenata del mercato USA e la caduta dell’export verso la Cina (-21,3% annuo nei primi dieci mesi). Ancora molto incerte le prospettive, secondo gli ordini manifatturieri esteri in ottobre-novembre: pesano la debolezza della domanda europea e le annunciate nuove misure protezionistiche USA. Indicazioni negative per il commercio mondiale dal PMI ordini esteri, in zona di contrazione negli ultimi sei mesi.

Orsini: “per la crescita la via sono investimenti e ricerca e sviluppo”

 «Sull’Ires premiale sembra che si stia costruendo un percorso in tal senso, che significa anche premiare chi paga le tasse. Speriamo che i nostri desiderata, con l’aliquota abbassata al 19%, siano mantenuti». E’ l’auspicio espresso dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo all’assemblea di Confindustria Avellino. «La via sono gli investimenti e la ricerca e sviluppo e per fare investimenti serve sostenere le imprese», ha aggiunto Orsini, sottolineando che con la proposta di Confindustria al Governo per inserire l’Ires premiale in manovra, «si premia chi mantiene gli utili nell’impresa, investe e si capitalizza, e così siamo pronti a ripartire prima degli altri come dopo il Covid». 

Energia: il 16 dicembre apre il primo bando per impianti biogas e biomassa

Il prossimo 16 dicembre aprirà il primo bando per gli impianti biogas e biomassa. Con la pubblicazione del decreto sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che approva le regole operative, si da’ dunque il via libera all’attuazione del Dm Fer2 che supporta gli impianti alimentati da biogas e biomasse, solari termodinamici, geotermoelettrici, eolici off-shore, fotovoltaici floating sia off-shore che su acque interne e gli impianti alimentati da energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina, che presentino caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull’ambiente e sul territorio. Come previsto, spiega la nota, dal provvedimento e dalle regole operative, il calendario delle procedure successive sara’ approvato dal Ministero, su proposta Gse entro il 31 marzo 2025.

Ucimu: la produzione di macchine utensili in calo dell’11,4% nel 2024

Si chiude con un calo consistente di quasi tutti gli indicatori economici il 2024 dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione. E il 2025 non sara’ brillante ma e’ attesa comunque una timida inversione di tendenza. E’ quanto emerge dai dati del Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, parte di Confindustria. Secondo il report nel 2024, la produzione si e’ attestata a 6,745 miliardi di euro, segnando un calo dell’11,4% rispetto all’anno precedente. Il calo e’ stato determinato dalla forte contrazione delle consegne dei costruttori sul mercato interno il cui valore si e’ fermato a 2,255 miliardi, il 33,5% in meno del 2023, zavorrate dalla bassa propensione agli investimenti da parte degli utilizzatori italiani. La misura di questa debolezza si esprime con il dato del consumo domestico crollato del 34,8% a 3,795 miliardi. Questo trend ha avuto impatto anche sull’andamento dell’import che si e’ ridotto del 36,5% a 1,54 miliardi. Differente la performance dei costruttori italiani sul mercato estero, come dimostra il dato di export cresciuto, del 6,3% rispetto al 2023, a 4,49 miliardi, valore record mai raggiunto in precedenza. Il dato di export/produzione e’ salito a 66,6%. Per il 2025, i risultati attesi prevedono un ritorno al campo positivo ma con incrementi decisamente moderati. In particolare, secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi Ucimu, nel 2025, la produzione tornera’ a crescere, attestandosi a 6,94 miliardi (+2,9% rispetto al 2024).

Intesa preliminare per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri

Fumata bianca per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri. E’ stata raggiunta tra i sindacati di categoria di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti , Ugl e Faisa Cisal e le associazioni datoriali Agens, Asstra e Anav l’intesa preliminare propedeutica alla sottoscrizione del nuovo contratto per il comparto del Tpl. Al termine di un confronto serrato di negoziazion,  iniziato al Mit l’8 novembre scorso, è stato trovato un accordo che inciderà su oltre 110.000 operatori del settore. A breve sarà convocato un tavolo per la firma definitiva al Mit. La pre-intesa per il rinnovo del ccnl triennale 2024 – 2026 , spiega la Filt Cgil, prevede a regime un aumento complessivo nel parametro medio di 200 euro in due tranche a marzo 2025 e agosto 2026. La corresponsione dell’una tantum per gli arretrati di 500 euro a febbraio 2025.
Previsto un trattamento integrativo pari a 40 euro mensili in caso di definizione di accordi aziendali legati al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro oppure, in assenza di accordo, di 20 euro mensili, convertibili in 2 giornate di permesso retributivo. Tutto questo equivale a circa al 13% di aumento medio del trattamento economico complessivo (tec). Sono rinviate in una fase di confronto successivo l’adeguamento della normativa contrattuale su relazioni industriali e mercato del lavoro.
“L’imponente mobilitazione degli autoferrotranvieri dello scorso 8 novembre ha creato le condizioni, dopo un confronto serrato, per sottoscrivere un verbale di intesa preliminare per il rinnovo del contratto nazionale del trasporto pubblico locale”, afferma la Filt Cgil, esprimendo “soddisfazione per la possibilità di rinnovare nel settore del tpl, a differenza degli anni passati, un ccnl nel primo anno di scadenza”. “Dopo tre azioni di sciopero, l’intervento di mediazione del Ministero dei Trasporti e ore di confronto, abbiamo raggiunto con le parti datoriali una prima intesa per il rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori, mettendo al centro i temi fondamentali del recupero salariale e del bilanciamento dei tempi vita-lavoro. Si tratta di un primo passo per un contratto che riguarda oltre 100 mila addetti e che negli ultimi 20 anni ha perso 3 rinnovi contrattuali”, commenta il segretario generale della Uiltrasporti, Marco Verzari. “Grande soddisfazione” è stata espressa anche dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Marco Verzari.

Webuild, in Puglia uno dei maggiori impianti robotizzati al mondo per conci

Una nuova iniziativa industriale del Gruppo Webuild atterra nel Mezzogiorno, frutto dell’innovazione tecnologica e dell’eccellenza italiana nel settore delle infrastrutture. Al confine tra Campania e Puglia, nel comune di Bovino il Gruppo ha inaugurato uno degli stabilimenti automatizzati più grandi al mondo per la produzione dei ‘conci’ destinati al rivestimento delle gallerie dell’alta velocità Napoli-Bari. I conci sono i prefabbricati necessari per la realizzazione dei tunnel che vengono poi assemblati in loco per formare un anello continuo che garantisce stabilità strutturale alle gallerie. Grazie ai processi di produzione altamente automatizzati, questi elementi offrono una soluzione efficace per accrescere velocità ed efficienza dei lavori, assicurando un elevato livello di sicurezza per i lavoratori.

Il nuovo impianto di Bovino, battezzato Roboplant 2, rappresenta una evoluzione di Roboplant 1, la prima fabbrica automatizzata per la produzione dei conci inaugurata da Webuild in Sicilia, a Belpasso, Catania, solo un anno fa, e che ha già prodotto circa 25.000 conci per i cantieri ferroviari del Gruppo nell’isola. A Belpasso, è operativa anche Etnaplant, una seconda fabbrica che supporta Roboplant 1, a gestione sia manuale che automatizzata e, tra il 2025 e il 2026, diventerà operativo Roboplant 3 a Dittaino, in provincia di Enna. Queste tre fabbriche siciliane forniranno conci alle gallerie della direttrice ad alta capacità Palermo-Catania-Messina. Nel complesso, si prevede che i quattro stabilimenti contribuiranno in totale alla creazione di circa 450 posti di lavoro, prevalentemente locali, tra assunzioni già realizzate e previste, consolidando l’impegno di Webuild per modernizzare le infrastrutture del Sud Italia. Con 19 progetti in corso che prevedono la costruzione di oltre 300 chilometri di nuove linee ferroviarie ad alta velocità ed alta capacità, il Gruppo impiega già oggi 7.500 persone, tra diretti e di terzi, con una filiera di 4.300 società partner da inizio lavori.

L’impianto di Bovino rappresenta un balzo in avanti nella tecnologia per la produzione di conci prefabbricati. Applica un elevato livello di automazione e utilizza robotica e Intelligenza Artificiale per raggiungere i massimi target di sicurezza e produttività green. Ogni 7 minuti verranno prodotti due conci, portando la capacità produttiva complessiva dell’impianto a 48 anelli al giorno. Questo permetterà di fornire oltre 1 milione di metri cubi di conci per le sei talpe meccaniche (Tunnel Boring Machine o TBM) previste per lo scavo dei tunnel Hirpinia e Orsara sulla linea Napoli-Bari. Lo stabilimento di Bovino, organizzato su due linee gemelle automatizzate e indipendenti tra loro, permetterà di lavorare in condizioni di massima sicurezza, velocizzando la fornitura ai cantieri dei conci prefabbricati, con un previsto aumento della produttività complessiva del 30% e una riduzione dell’impatto ambientale legato anche al mancato trasporto dei conci su lunghe distanze.

Questo, unito all’efficienza energetica dell’impianto, eviterà l’emissione di circa 140 tonnellate di CO2 all’anno. Con queste fabbriche, Webuild consolida ulteriormente la sua leadership su scala globale nello scavo in sotterraneo. Il Gruppo vanta ad oggi un parco TBM tra i più grandi al mondo, con circa 60 talpe tra quelle in funzione, in montaggio, ordinate e da ordinare per i progetti in corso. Di queste, circa 40 TBM sono previste per i progetti in corso in Italia, di cui 30 al Sud. In parallelo, al Sud Webuild prosegue anche le attività di formazione e impiego con il suo programma “Cantiere Lavoro Italia” che prevede l’assunzione di 10 mila persone in Italia entro il 2026, di cui l’80% nel Sud.

Fibercop: Elisabetta Romano lascia, a guidare Rete e Operation arriva Paggi

Elisabetta Romano, capo della Rete e delle operations di Fibercop dallo scorso 1 luglio, lascia la societa’. Al suo posto arriva Stefano Paggi. Romano,  ha una lunga carriera di successo nel mondo delle telecomunicazioni in Italia ed all’estero, e’ stata ad di Sparkle ed in precedenza Chief network, operations & wholesale officer di Tim con la responsabilita’ di assicurare l’innovazione tecnologica e l’evoluzione delle reti e dell’information technology a livello di gruppo.

Ha iniziato la sua carriera in Alcatel, spostandosi in seguito in Ericsson con ruoli a Stoccolma e nella Silicon Valley.FiberCop, dice la nota, ringrazia Elisabetta Romano per il significativo contributo apportato al progetto di “separation” della rete da Tim e per aver assicurato la continuita’ delle operazioni di rete in tutti gli ambiti del business, incluso il progetto Pnrr.

Gruppo Hera: i riflettori di HerAcademy sugli impatti delle sfide demografiche

La sfida demografica sta influenzando in maniera significativa l’economia globale, con impatti sia a livello macroeconomico in termini di equilibri geo-politici, tassi di natalità e fenomeni migratori, sia a livello aziendale in termini di cambiamenti nel mercato del lavoro. Quale è il costo degli squilibri demografici? Quale è l’impatto sul mercato del lavoro in Italia? Come affronteremo la sfida della società della longevità? Cosa sono chiamate a fare le nuove generazioni? E quale sarà in ruolo delle donne? Come cambierà la leadership? Queste sono solo alcune delle domande su cui ci si è confrontati insieme ad esperti, docenti e manager ospiti di HerAcademy, la corporate university del Gruppo Hera, nel workshop di ieri presso la sede bolognese della multiutility sul tema “Demografia e lavoro: nuove prospettive di sviluppo”.

“Il calo demografico e l’incremento della longevità lavorativa generano significative  implicazioni per la società, per l’economia e, naturalmente, per le nostre aziende – ha affermato Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera –  Oggi in azienda lavorano contemporaneamente 4 generazioni dai baby boomer alla genZ, erano 2 solo 20 anni fa. Tutte le generazioni hanno un tratto comune nella ricerca dello scopo del proprio lavoro: il purpose aziendale diventa, quindi, un forte elemento di ingaggio e di attrazione. La formazione assume modelli innovativi, partendo dalla nostra corporate university  e diffondendosi in azienda anche grazie a community interne ed accademy professionali. Il welfare supera la connotazione di integrazione al reddito e diventa un modo per favorire l’armonia fra la vita lavorativa e quella privata ad esempio contribuendo alla prevenzione medica, fornendo supporto per la scelta della previdenza complementare, o erogando contributi pedagogici o psicologici per i genitori. Investiamo tutti gli anni oltre 30 milioni di euro in formazione e welfare per le nostre 10 mila persone con programmi in continua evoluzione.  Gli elevati livelli di soddisfazione ed un turnover verso il mercato inferiore alla metà del turnover del settore, ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta.”

“Nelle economie mature, caratterizzate da stagnazione demografica e fuga di talenti, la crescita è fortemente correlata alla capacità industriale di investire in ricerca e innovazione tecnologica e di captare flussi migratori con competenze di valore aggiunto per arricchire il tessuto socio-economico e culturale, come sta accadendo negli Stati Uniti. – ha dichiarato Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – In questo contesto, è necessario che le aziende sviluppino una visione strategica a lungo termine che affascini anche le nuove generazioni. Sono, quindi, necessari almeno due elementi: capitale umano e capitale finanziario. Come Gruppo Hera, operatore nazionale con almeno un servizio fornito a oltre 7,5 milioni di cittadini e un forte radicamento territoriale, intendiamo essere parte attiva di questa transizione demografica: abbiamo previsto a piano industriale circa 5 miliardi di investimenti in infrastrutture green all’avanguardia per rendere le comunità più resilienti, più vivibili e più attrattive per le famiglie e in particolare per i giovani. Perché un futuro con più giovani significa innovazione, spinta ai consumi, imprenditorialità e competitività. Per rispondere a questa sfida enorme, come multiutility possiamo agire in due modi: o giocando d’attacco, favorendo flussi di giovani attraverso lo sviluppo di nuovi progetti di lungo periodo, o in difesa, investendo in automazione e tecnologie per fronteggiare la scarsità di forza lavoro e risparmiare così le ore lavorate”.

M.C.C.

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