città in scena/6
Quartiere Libertà, modello per la rigenerazione urbana di Bari
Investimento complessivo di 70 milioni. Partito come sommatoria di interventi slegati fra loro, è diventato un programma che ha definito alcune priorità per legare i diversi lavori: anzitutto si è posta la strategia di introdurre nel quartiere funzioni metropolitane, come la nuova sede provinciale del Cnr all’interno della ex Manifattura Tabacchi, per rafforzare le relazioni con gli altri quartieri e la provincia. Strutture di prossimità e riqualificazione/ampliamento degli spazi pubblici a destinazione della cittadinanza.
“Rigenerare Libertà” è il programma di interventi materiali e immateriali per il quartiere Libertà di Bari, con un investimento totale di circa 70 milioni di euro finanziato con risorse europee, nazionali e comunali che ha consentito al comune un salto nella definizione di un modello di intervento e di una strategia per la rigenerazione urbana. Partito nel 2014, all’inizio del mandato di Antonio Decaro, con progetti slegati l’uno dall’altro, “Rigenerare Libertà” ha consentito al sindaco e alla sua squadra di sviluppare un programma complesso che ha legato tra loro gli interventi attraverso idee, obiettivi, strategie condivise.
“L’idea più rilevante introdotta nel masterplan di Libertà, quella che più ha contribuito a dare una struttura organica al programma e una nuova vocazione al quartiere – dice l’architetto Alessandro Cariello, componente del gabinetto del sindaco per il settore dell’urbanistica e della rigenerazione urbana – è che il quartiere debba avere al proprio interno oggetti e funzioni di rango urbano e anche metropolitano, come, per esempio, la sede provinciale del Cnr, localizzata all’interno della ex Manifattura Tabacchi. In questo modo abbiamo rafforzato le relazioni con gli altri quartieri della città, con i territori della provincia e della regione. Contemporaneamente, sono stati definiti una decina di interventi di agopuntura, su una settantina complessivi nell’intera città, con l’obiettivo di rafforzare le strutture di prossimità del quartiere, quelle utili per dare servizi agli abitanti a una distanza massima di 15 minuti. In prevalenza sono stati riqualificati edifici che avevano perso la loro funzione pubblica e sono diventati contenitori di servizi per gli abitanti”.
Libertà è un quartiere centrale, a 7-8 minuti dalla Stazione Fs, ma afflitto da fenomeni tipici delle periferie geografiche, criminalità, abbandono scolastico, degrado edilizio, povertà diffusa. Anche i dati sugli insediamenti e la popolazione evidenziano criticità cui si è cercato di dare una risposta: 43mila abitanti su una superficie di 89 ettari, con la densità di popolazione più alta di Bari, 482 abitanti per ettaro, il 61% della superficie edificata, gli spazi pubblici all’aperto pari al 3,65% della superficie totale, con 0,75 mq di spazio pubblico a disposizione di ogni abitante. “L’altro obiettivo strategico – dice Cariello – è stato proprio quello di aumentare e riqualificare la dotazione di spazi pubblici all’interno dei quali le comunità del quartiere si incontrano e consolidano le proprie relazioni sociali: piazze, strade e soprattutto giardini e parchi, ma anche centri culturali per giovani e studenti, biblioteche di prossimità, asili nido ricavati anche in scuole che avevano perso la loro funzione non avendo più la popolazione scolastica di un tempo”.

Fra i progetti più importanti ci sono quelli di riqualificazione di Piazza Redentore, Piazza Disfida di Barletta, Piazza De Nicola, che hanno contribuito a innalzare la qualità dei luoghi. Il progetto più ambizioso è però quello della Manifattura Tabacchi. “È il secondo edificio di Bari per dimensione dopo lo stadio – dice Cariello – una maglia orizzontale che occupa quattro isolati. Ospitava la produzione e il confezionamento delle sigarette, ha funzionato fino all’inizio degli anni 80, prima che la produzione fosse delocalizzata nella zona industriale di Bari. All’interno della ex Manifattura si è insediato un mix di funzioni metropolitane, appunto: oltre alla nuova sede del CNR, il grande mercato ortofrutticolo e la sede di un job center avanzato, Porta futuro, per il matching fra domanda e offerta di lavoro”. Sempre in chiave di vocazione metropolitana e regionale c’è il progetto dello studentato ex Nautico, che è fra i progetti ancora da completare.
La vocazione metropolitana di una zona urbana dipende sempre molto anche dal suo grado di accessibilità, quindi soprattutto dal livello delle infrastrutture per la mobilità. Libertà ha un elevato grado di accessibilità, essendo molto vicino al nodo infrastrutturale della Stazione centrale dove convergono una serie di linee regionali metropolitane del ferro. Il progetto principale dentro il quartiere è la pedonalizzazione della via principale, via Manzoni, con un progetto in corso.
“Insieme a questo programma di interventi materiali – dice Cariello – abbiamo sviluppato una serie di interventi immateriali che hanno promosso l’apertura di nuovi servizi di prossimità di tipo commerciale e sociale. Abbiamo dato una spinta per sviluppare iniziative di terzo settore e di privato sociale, per esempio nell’ambito dei servizi sanitari. Altro intervento no profit il sostegno ad alcuni interventi di consolidamento delle reti sociali di quartiere attraverso la promozione di programmi culturali dal basso che hanno investito numerosi soggetti all’interno del quartiere, aggregatisi proprio per costruire questi programmi condivisi di prossimità prodotta. Abbiamo anche favorito interventi di supporto allo sviluppo economico della microeconomia nel quartiere”.
Non ci sono interventi privati o di partenariato in questo programma che ha un driver interamente pubblico. “L’intervento – dice Cariello – ha tuttavia portato a interventi privati di micro-rigenerazione del tessuto edilizio, soprattutto sulle componenti più obsolete del patrimonio costruito. Questi interventi sono stati molto collegati alla presenza degli incentivi fiscali e ad altre agevolazioni previste da leggi regionali per l’ampliamento volumetrico. Dovremo vedere se questo rinnovamento, parziale ma che tuttavia sta contribuendo a cambiare l’aspetto edilizio del quartiere, continuerà anche con la riduzione degli incentivi”.