IL CORRETTIVO APPALTI
Busìa: troppo poco sulla concorrenza, ripristinare il rating d’impresa
Intervenendo al convegno organizzato da Luiss, Legacoop e Consorzio Integra sul “dopo Pnrr”, il presidente dell’Anac ha dato la sua prima valutazione pubblica sul correttivo approvato in primo esame dal governo: sulla concorrenza “non si è fatto abbastanza” e si sarebbe almeno dovuto mettere nel codice quanto affermò la circolare Salvini sulle gare sotto soglia, mentre sulla soppressione dell’articolo 109 Busìa declina ogni responsabilità: “Andrebbe ripristinato, abbiamo appena diramato un documento di consultazione”.
Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, ha dato ieri la sua prima valutazione del correttivo al codice appalti varato dal governo, intervenendo al convegno organizzato da Luiss, Legacoop e Consorzio Integra “Oltre il Pnrr: programmazione, correttivi e continuità” (di cui diremo sul giornale di domani). Busìa ha espresso due severe critiche ai temi della concorrenza e alla soppressione dell’articolo 109 sul rating di impresa.
La concorrenza è da tempo un cavallo di battaglia che vede alleati l’Autorità e il mondo delle imprese. Dopo un periodo di silenzio, ieri Busìa è tornato all’attacco. “Nel momento in cui le risorse saranno più scarse e gli appalti saranno meno – ha detto – gli operatori privati chiederanno immediatamente di avere trasparenza e concorrenza. Spero – ha continuato – che il correttivo serva a supplire quel meno di concorrenza che c’è stato in questi anni in virtù del fatto che si doveva correre e fare in fretta. E spero che alcune norme del codice che hanno sacrificato la concorrenza in nome della rapidità vengano riviste. Faccio l’esempio dei servizi e delle forniture sotto i 140mila euro dove faticosamente si era riusciti a ottenere una circolare che diceva ‘volendo si possono chiedere anche due preventivi’ ma nel correttivo non c’è nemmeno la trasposizione della circolare. Per non parlare degli affidamenti di lavori fino a cinque milioni con la procedura negoziata a inviti ma senza neanche l’obbligo di un avviso o ancora le regole sull’in house che hanno perso la verifica preventiva per motivare questa scelta fatta dalle amministrazioni”.
L’altro punto su cui Busìa ha duramente criticato il correttivo è la soppressione dell’articolo 109 sul rating di impresa. Precisazione quanto mai utile perché da più parti si era sostenuto che l’Anac fosse favorevole alla soppressione di questa norma a causa della difficoltà di individuare criteri e sistemi adeguati per la valutazione dell’operato di imprese e professionisti. Ieri la smentita secca. “Abbiamo investito molto sulla qualificazione delle stazioni appaltanti – ha detto Busìa – ma bisogna investire anche, come eredità del Pnrr, sulla qualificazione degli operatori economici. Certamente è un’operazione molto complessa, non facile, perché oggi esiste il sistema basato sulle Soa ma bisogna puntare invece a una valutazione dell’operato dell’impresa e dei professionisti, a un sistema che era previsto dall’articolo 109 e che ora è stato soppresso dal correttivo. Penso sia troppo. Noi abbiamo appena pubblicato un documento di consultazione pubblica per capire quali requisiti siano adatta per premiare le imprese che investono sulla loro capacità di operare e per questo risultano più affidabili, occorre misurare questa capacità dell’impresa di rispettare i tempi. Se non adotteremo questo sistema che incentiva le imprese ainvestire, non riusciremo a far crescere le piccole e medie imprese e non riusciremo a rafforzare il tessuto imprenditoriale”.