La giornata
Von der Leyen da Xi: “ridurre attriti”. Con gli Usa si tratta a oltranza
- Brandizzo: chiuse le indagini, cade l’accusa più grave di omicidio volontario
- Finanza locale, Corte dei Conti: il Pnrr spinge le entrate in conto capitale per gli investimenti
- Al via la fusione da Saipem e Subsea7, nasce il colosso da 21 miliardi leader nell’energy services
- Aspi, nel primo semestre 1,2 miliardi di investimenti, +94 milioni. Prosegue il confronto sul Pef
- Italgas, nel primo semestre gli investimenti a quota 495 milioni, crescono ricavi e utili
IN SINTESI
Doppio fronte, orientale e occidentale, per l’Unione europea: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen è volata in Cina per l’atteso incontro con il leader Xi Jinping mentre, intanto, prosegue ad oltranza la trattativa con gli Usa per concretizzare l’accordo sui dazi. “In questi 50 anni la cooperazione è cresciuta in termini di profondità e di portata. E sia l’Europa che la Cina sono profondamente cambiate”, ha detto von der Leyen a Pechino per il summit per i ’50 anni di legami tra Europa e Cina’. Oggi l’Europa e il gigante asiatico “sono due delle tre maggiori potenze economiche e commerciali al mondo. E le nostre relazioni sono tra le più importanti e significative al mondo – ha affermato – I nostri scambi bilaterali di beni superano i due miliardi di euro al giorno. L’Europa ha sostenuto per decenni lo sviluppo economico della Cina e continua a farlo. Ma, con l’approfondirsi della nostra cooperazione, si sono anche accentuati gli squilibri”. E, ha rimarcato, “è essenziale riequilibrare le nostre relazioni bilaterali”. Perché, ha osservato, “per essere sostenibili le relazioni devono essere di vantaggio reciproco” e per questo “è fondamentale che la Cina e l’Europa riconoscano le rispettive preoccupazioni e propongano soluzioni concrete”. Sui temi del cambiamento climatico e della tutela dell’ambiente, la Ue ha invitato la Cina a proporre un piano ambizioso per un taglio delle emissioni entro il 2035 e ad aumentare contributi finanziari internazionali commisurati alle sue dimensioni e alla sua responsabilità globale. Von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, hanno ricordato nel confronto Xi che l’Ue punta a ridurre il suo impatto nelle emissioni globali dal 6% al 4% entro il 2030. I vertici europei hanno anche invitato la Cina ad aderire al Global Methane Pledge per un taglio del 30% nelle emissioni di metano entro il 2030 e rispetto ai livelli del 2020, e a contribuire al Quadro Kunming-Montreal sulla biodiversità. Entrambe le parti, si legge in un comunicato, hanno concordato di collaborare per la realizzazione di un trattato internazionale ambizioso ed equilibrato sull’inquinamento da plastica. Intanto, l”Ue vuole trovare una “soluzione negoziata” con gli Usa alla disputa sui dazi commerciali, ma finché non verrà raggiunta “tutti gli altri strumenti restano sul tavolo”, ha detto von der Leyen in conferenza stampa. “Dato che nel corso di tutte queste settimane – ha detto la presidente – il nostro obiettivo principale è stato raggiungere una soluzione negoziata, vogliamo una soluzione negoziata. Al momento abbiamo contatti e discussioni tecniche e politiche molto intense in corso, ma siamo molto chiari da settimane: anche se vogliamo una soluzione negoziata, tutti gli altri strumenti sono sul tavolo e rimarranno sul tavolo, finché non avremo un risultato soddisfacente”. Ieri i Paesi membri dell’Ue hanno adottato la lista di contromisure che con tariffe fino al 30% – in risposta alla misura annunciata dal presidente Donald Trump – andrebbe a colpire 93 miliardi di beni Usa importati. Il condizionale è d’obbligo perché l’elenco è sospeso fino al 7 agosto e partirebbe solo nel caso in cui dalla trattativa in corso con Washington dovesse uscire una fumata nera. “Sono in corso contatti quotidiani, sia a livello tecnico che a livello politico, con gli Stati Uniti. Crediamo che un accordo sia a portata di mano e stiamo lavorando con tutte le nostre forze per realizzarlo per i cittadini, le aziende, i consumatori dell’Ue”, afferma nel briefing con la stampa il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill. In tutte queste settimane e mesi, l’Unione ha mantenuto ferma la sua posizione: dialogo e preparazione. E ciò non cambia negli ultimi giorni di trattativa. “Stiamo procedendo su un doppio binario: negoziazioni e preparazione per l’eventualità che i negoziati non portino al risultato desiderato. Al momento, questa è la nostra massima priorità: negoziare, trovare una soluzione con gli Stati Uniti che eviti i peggiori potenziali problemi tariffari. Parallelamente, continuiamo a prepararci a tutti i possibili scenari nel caso in cui non si raggiunga un accordo con gli Usa”.
Brandizzo: chiuse le indagini, cade l’accusa più grave di omicidio volontario
Cade l’accusa più grave ipotizzata dall’inizio delle indagini dalla Procura di Ivrea per la strage di Brandizzo, provincia di Torino: quella di omicidio volontario con dolo eventuale. Sono gli 24 indagati, tra cui 3 società, Rfi, Sigifer e Clf, per la strage costata la vita a cinque operai dipendenti della Sigifer che nella notte tra il 30 e il 31 agosto mentre si trovavano al lavoro sui binari vennero travolti da un treno. La procura di Ivrea, titolare dell’inchiesta, ha notificato la chiusura indagini. L’ipotesi, a vario titolo, e’ di omicidio colposo. Quella notte sui binari morirono Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, la più giovane delle vittime, Giuseppe Saverio Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera. Tra le persone indagate figurano Antonio Massa, in qualità di dipendente e capo tecnico di Rfi e Andrea Girardin Gibin, capo squadra Sigifer, che secondo l’accusa, quella notte non avrebbero impedito che gli operai iniziassero i lavori all’interno dell’infrastruttura ferroviaria prima che fosse ottenuta l’interruzione della circolazione. Anche Gianpiero Strisciuglio all’epoca dei fatti ad di Rfi e Vera Fiorani, fino al giugno 2023 ad di Rfi figurano nell’elenco delle persone a cui la procura di Ivrea ha notificato la chiusura indagini. Entrambi sono chiamati in causa in qualità di datori di lavoro.
Urbanistica, attesa per la decisione del GIP, mail di cittadini a sostegno dei pm
Finanza locale, Corte dei Conti: il Pnrr spinge le entrate in conto capitale per gli investimenti
Nel 2024, nonostante l’incertezza del contesto economico globale, la finanza locale ha proseguito un percorso di crescita. Si è registrata una ripresa delle riscossioni delle entrate tributarie, accompagnata da una riduzione dei trasferimenti statali. L’incremento significativo delle entrate in conto capitale, a sostegno degli investimenti, è in gran parte riconducibile all’attuazione del PNRR, che vede coinvolti in maniera rilevante gli enti locali, rafforzandone il ruolo strategico nel rilancio economico e sociale del Paese. Per il 2025 è atteso un ulteriore miglioramento dei conti pubblici, con una nuova riduzione del deficit e un rafforzamento dell’avanzo primario, nonostante un incremento della spesa per interessi. È quanto si legge nella Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2022-2024, approvata dalla Sezione autonomie della Corte dei conti con delibera n. 14/SEZAUT/2025/FRG, che esamina, tra l’altro, i rendiconti di 7.489 enti (di cui 7.392 Comuni), presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato. L’analisi dei flussi di cassa dei Comuni riferita al periodo 2021-2024, sottolinea la Corte, evidenzia un aumento del 14% delle riscossioni e dei pagamenti, oltre a una crescita della liquidità del 27,8%. Il maggior equilibrio della gestione e la minore dipendenza da misure di sostegno sono confermati dalla diminuzione della cassa vincolata e dal ridotto ricorso alle anticipazioni di tesoreria (-41,5%). Le entrate totali sono cresciute del 13,7%, in particolare quelle da tributi ed entrate extratributarie, ma il rialzo maggiore è stato registrato per le entrate e le spese in conto capitale (+55% e +70,1%), trainate dal PNRR, i cui progetti si concentrano prevalentemente nei settori dell’istruzione e delle infrastrutture sociali, che assorbono il 70% dei fondi. Nel 2023 il risultato di amministrazione dei Comuni raggiunge i 60 miliardi di euro (+4,6%), sostenuto anche da un aumento significativo del fondo cassa iniziale e dei residui attivi. Si riduce il disavanzo della parte disponibile, segno di una gestione più efficiente, ma gli spazi di spesa autonoma restano limitati. Risultano in disavanzo oltre 900 Comuni e persistono situazioni di criticità finanziaria che richiedono attenzione e interventi mirati per garantire sostenibilità nel tempo.
I debiti fuori bilancio registrano un leggero aumento, in controtendenza rispetto agli andamenti degli ultimi anni e conseguono principalmente a sentenze esecutive, risultando per lo più già coperti da adeguati stanziamenti. Il fenomeno assume un particolare rilievo nei Comuni in dissesto, i cui casi sono peraltro in aumento (34 nuove dichiarazioni nel 2024 su 227 procedure aperte a fine anno), concentrandosi soprattutto in Calabria, Campania e Sicilia, con una durata media tra 6 e 8 anni che non sempre conduce al risanamento effettivo. Le procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, che nel 2024 restano consistenti (260 al 31 dicembre), si sono spesso mostrate intempestive e inefficaci e frequentemente si trasformano in dissesto. Persiste dunque, osserva la magistratura contabile, l’esigenza di una rivisitazione del sistema normativo di riferimento.
Il patrimonio immobilizzato dei Comuni cresce di oltre il 4%. Le immobilizzazioni materiali restano la componente principale dell’attivo, ma si registra un incremento del 17% delle immobilizzazioni immateriali. In calo, invece, il debito, anche se gli oneri restano rilevanti per via dei bilanci rigidi e delle risorse correnti limitate. Il debito medio pro-capite è stabile (poco oltre i 1.360 euro), con i piccoli Comuni più esposti. Aumentano i debiti verso fornitori (+7,3%). Nel complesso, la situazione finanziaria di Province e Città Metropolitane registra segni di rafforzamento, nonostante le rigidità strutturali, in parte legate al persistere dell’incerta definizione del loro ruolo istituzionale. Nel 2023, grazie a misure di sostegno per viabilità, scuole e costi energetici, le entrate delle Province sono aumentate del 6,4%, sfiorando i 9 mld di euro. Ancora una volta le risorse PNRR sostengono la crescita delle spese in conto capitale (+34,9%), assorbite soprattutto dagli investimenti nei trasporti. In aumento anche le entrate e le spese di parte corrente, sia in termini di competenza che di cassa. Il patrimonio immobilizzato delle Province risulta stabile, rappresenta in media il 74% delle attività totali ed è composto quasi esclusivamente da cespiti materiali. Le variazioni maggiori riguardano le immobilizzazioni immateriali e finanziarie, legate a digitalizzazione e manutenzioni. L’indebitamento è in calo (-2,6% nel biennio), con i debiti di finanziamento che costituiscono la quota principale. Nel 2023 le 14 Città Metropolitane hanno mostrato un netto miglioramento della situazione finanziaria: le entrate correnti sono cresciute (+4,5%) e l’avanzo per spesa corrente è fortemente ridotto (-43%). Gli investimenti sono aumentati del 44% e il saldo in conto capitale è raddoppiato. Il risultato di competenza è salito a 1,09 miliardi (+4,8%), mentre l’equilibrio complessivo migliora del 23,3%. Cresce il patrimonio immobilizzato (+9%) e cala il debito (-10%), che resta concentrato nelle grandi aree urbane.
Al via la fusione da Saipem e Subsea7, nasce il colosso da 21 miliardi leader nell’energy services
Saipem e Subsea7 hanno firmato un accordo vincolante di fusione, in linea con i termini e le condizioni previste dal Memorandum di intesa firmato il 23 febbraio 2025. La fusione dara’ vita ad un leader globale nel settore energy services. La societa’ risultante dalla fusione tra Saipem e Subsea7 sara’ ridenominata Saipem7, e avra’ ricavi per circa 21 miliardi di euro, Ebitda di oltre 2 miliardi di euro, generera’ piu’ di 800 milioni di euro di Free Cash Flow e avra’ un portafoglio ordini aggregato di 43 miliardi di euro. L’elevata complementarita’ in termini di presenza geografica, competenze e capacita’, flotte navali e tecnologie apportera’ benefici al portafoglio di clienti globale di Saipem7. La diversificazione geografica di Saipem e Subsea7 si riflette nel portafoglio ordini combinato, in cui nessun paese singolarmente contribuisce per piu’ del 15 per cento del totale. Al perfezionamento della Proposed Combination, gli azionisti di Saipem e Subsea7 deterranno in misura paritetica il 50 per cento del capitale sociale di Saipem7. Gli azionisti di Subsea7 che parteciperanno alla fusione riceveranno 6,688 nuove azioni Saipem per ogni azione Subsea7 detenuta. Subsea7 distribuira’ un dividendo straordinario di 450 milioni di euro ai propri azionisti immediatamente prima del perfezionamento della Proposed Combination. Si prevede che le sinergie run-rate, pari a circa 300 milioni di euro su base annua, porteranno a una creazione di valore significativa per gli azionisti di Saipem7. Saipem7 continuera’ ad avere la sede legale in Italia e l’headquarter a Milano e le sue azioni saranno quotate sia sulla borsa di Milano sia su quella di Oslo. Siem Industries, azionista di riferimento di Subsea7, e Eni e Cdp Equity, azionisti di riferimento di Saipem, hanno indicato il loro impegno a votare a favore della Proposed Combination.
Il perfezionamento della Proposed Combination e’ previsto nella seconda meta’ del 2026. Il management di Saipem e di Subsea7 confermano il forte razionale strategico nella creazione di un leader globale nel settore energy services considerando, in particolare, le crescenti dimensioni dei progetti dei clienti. Le parti ritengono che la Proposed Combination aumentera’ il valore per tutti gli azionisti e gli stakeholder, sia nel mercato attuale sia nel lungo termine. Eni, Cdp Equity e Siem Industries supportano appieno la Proposed Combination e hanno firmato un Patto Parasociale confermando l’impegno a votare a favore dell’operazione. Secondo tale accordo, al fine di garantire una struttura di leadership e governance equilibrata, l’Amministratore delegato di Saipem7 sara’ designato da Eni e Cdp Equity, mentre il presidente del Consiglio di Amministrazione di Saipem7 sara’ designato da Siem Industries. E’ attualmente previsto che, al perfezionamento della Proposed Combination, Kristian Siem sara’ nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Saipem7 e Alessandro Puliti sara’ nominato Amministratore Delegato di Saipem7. Inoltre, Alessandro Puliti e John Evans saranno nominati rispettivamente presidente e Amministratore delegato della societa’ che gestira’ il business Offshore Engineering & Construction di Saipem7. Tale societa’, che sara’ denominata Subsea7, operera’ con il marchio “Subsea7, a Saipem7 Company”, e comprendera’ tutte le attivita’ di Subsea7 e le attivita’ Asset Based Services di Saipem (incluse le attivita’ Offshore Wind). Lo statuto di Saipem7 prevedera’ anche l’adozione del meccanismo del voto maggiorato (due voti per azione), che sara’ disponibile, su richiesta, a tutti gli azionisti di Saipem7.
Aspi, nel primo semestre 1,2 miliardi di investimenti, +94 milioni. Prosegue il confronto sul Pef
Priorità agli investimenti. Il primo semestre dell’anno, ha visto questa voce crescere a 1,2 miliardi di euro in aumento di 94 milioni di euro rispetto al primo semestre 2024: è quanto emerge dalla relazione finanziaria di Autostrade per l’Italia redatta su base volontaria e approvata ieri dal cda, presieduto da Antonino Turicchi. E’ un dato, sottolinea il gruppo, che conferma la capacità e l’impegno nel piano di ammodernamento e potenziamento della rete. L’assemblea dei soci, dando priorità al contesto degli investimenti, ha deliberato di posticipare il pagamento della seconda tranche del dividendo a valere sugli utili dell’esercizio 2024. I conti del primo semestre del 2025 mostrano un traffico del gruppo in crescita dell’1,5% rispetto al primo semestre del 2024. I ricavi operativi sono risultati pari a 2,164 miliardi di euro, in aumento di 63 milioni di euro; l’ebitda e’ stato pari a 1,277 miliardi di euro, in diminuzione di 78 milioni di euro rispetto al primo semestre 2024 che pero’ includeva un effetto positivo di circa 100 milioni di euro per la variazione dei tassi utilizzati per l’attualizzazione dei fondi. L’utile del periodo di pertinenza del gruppo e’ stato pari a 515 milioni di euro con un decremento di 26 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2025 e’ pari a 10,737 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 9,918 miliardi di euro al 31 dicembre 2024 per l’incremento delle passivita’ finanziarie. Tornando agli investimenti, sono proseguiti nel primo semestre 2025 i lavori di ammodernamento della rete con la conclusione di diversi interventi su ponti e viadotti, gallerie, barriere di sicurezza e barriere antirumore, per un importo complessivo pari a circa 650 milioni di euro. Per quanto concerne il piano di potenziamento della rete nel primo semestre 2025 si segnalano in particolare: il completamento dello Svincolo di Dalmine sulla A4 Milano – Brescia (già parzialmente aperto al traffico a dicembre 2024); la prosecuzione dei lavori del tunnel subportuale di Genova e dei lavori di riqualifica della A1 tra Barberino e Firenze Nord, oltre alle opere sul territorio e sulla viabilità ordinaria connesse alla terza corsia della A14 tra Rimini e Porto S. Elpidio (già ultimato ed aperto al traffico). Proseguono inoltre le attività propedeutiche agli interventi di ampliamento a terze/quarte corsie nel tratto della A14 tra Bologna e Ravenna, sulla A1 tra Milano Sud e Lodi e sulla A11 nel tratto tra Firenze e Pistoia. Quanto all’evoluzione prevedibile della gerstione, Aspi, continuando nella direzione improntata su tecnologia, innovazione e sostenibilità, prosegue nella trasformazione della rete autostradale in un’infrastruttura sempre più sicura e all’avanguardia.
Per l’anno 2025 è prevista la prosecuzione dei piani di investimenti e manutenzione con circa 2,5 miliardi di euro, a livello di Gruppo, per potenziare i nodi critici e le tratte più congestionate della rete e ammodernare le infrastrutture esistenti con l’obiettivo di prolungarne la vita utile e renderle
più sicure e resilienti. Alla luce della performance del traffico consuntivato nei primi sei mesi dell’anno, seppur in un contesto macroeconomico incerto, si stima che il traffico sulla rete di Autostrade per l’Italia possa crescere nell’anno 2025 intorno all’1,5%.
Premesso che gli interventi ed i conseguenti impegni di spesa previsti nel 2025 sono stati sviluppati nel presupposto di una approvazione entro l’anno in corso del nuovo Piano Economico Finanziario, Aspi conferma la prosecuzione, anche nel secondo semestre, del confronto con il concedente, con una tempistica per l’approvazione del Pef relativo al periodo regolatorio 2025-2029 ancora non definita. Attualmente, riferisce Aspi, sono in corso con il concedente diversi tavoli operativi volti alla definizione degli elementi chiave del Pef, tra cui il piano di investimenti e manutenzioni, e il livello tariffario che consenta di riequilibrare tale piano. Il confronto si sta svolgendo anche alla luce delle osservazioni formulate dalla Commissione Tecnica del Mit che ha analizzato il piano investimenti presentato da Aspi. La società, sulla base di approfondimenti effettuati, anche avvalendosi di analisi redatte da esperti indipendenti, conferma la validità delle soluzioni tecniche ed operative alla base dei piani di investimenti. Allo stato, non è possibile effettuare una stima degli impatti derivanti da tale confronto nonché di una sua tempistica di completamento.
Italgas, nel primo semestre gli investimenti a quota 495 milioni, crescono ricavi e utili
Primo semestre in crescita per Italgas con gli indicatori economico-finanziari e operativi che riflettono il consolidamento del Gruppo 2i Rete Gas avvenuto lo scorso 1° aprile 2025. Un’acquisizione che ha reso il gruppo il primo operatore europeo della distribuzione del gas e ha, cambiato il volto di un settore
storicamente frammentato e sostanzialmente immobile. Nel semestre inoltre, Italgas ha lanciato e completato con successo l’aumento di capitale da 1,02 miliardi di euro, tramite l’emissione di 202.938.478 nuove azioni. Il gruppo ha registrato ricavi totali adjusted per 1.126,7 milioni di euro, in aumento del 29,2%, e un ebitda adjusted cresciuto del 27,8%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo 857,5 milioni di euro. L’ebit adjusted pari a 558 milioni di euro è in crescita del 38,9% rispetto al 1° semestre 2024. Senza il contributo di 2i Rete Gas, l’ebitda adjusted sarebbe cresciuto del 3,2% e l’ebit adjusted del 12,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto attribuibile al Gruppo adjusted: 316,6 milioni di euro (+31,1%) Il flusso di cassa da attività operativa si è attestato a 739 milioni di euro, in crescita di 209,5 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2024, permettendo di coprire gli investimenti del periodo e gran parte dei dividendi pagati nel secondo trimestre. Gli investimenti tecnici dei primi sei mesi del 2025 hanno raggiunto 495,1 milioni di euro, con la realizzazione di circa 430 chilometri di reti di distribuzione del gas. Sono proseguite, inoltre, le attività di trasformazione digitale e sono iniziate le attività propedeutiche al processo di upgrade tecnologico/digitale delle reti di 2i Rete Gas, per allinearle a quelle del gruppo. Nel settore idrico, l’attività si è concentrata da una parte sull’applicazione delle tecnologie digitali – con l’obiettivo di incrementare l’efficienza operativa e ridurre le perdite di rete – e dall’altra sulla realizzazione, con Siciliacque, di una serie di interventi di risanamento della rete di sovrambito finalizzati ad accogliere i nuovi quantitativi di acqua prodotti attraverso i tre nuovi dissalatori, realizzati da Siciliacque in qualità di soggetto attuatore, destinati a compensare parte del deficit idrico della Sicilia, che andranno a regime nelle prossime settimane. Nel settore dell’efficienza energetica procedono le attività per aumentare la base dei clienti attraverso offerte basate sull’innovazione tecnologica per l’industria, i grandi condomìni e la pubblica amministrazione. I risultati in crescita del primo semestre 2025 confermano la validità delle soluzioni proposte utili a garantire efficienza e risparmio energetico alla base clienti di Geoside. “Abbiamo dato vita al primo operatore europeo della distribuzione del gas con più di 4.000 Comuni e quasi 13 milioni di clienti serviti, oltre 155 mila chilometri di reti e una forza lavoro di
circa 6.500 dipendenti. L’integrazione di 2i Rete Gas, completata in soli 90 giorni, è il risultato della nostra capacità di affrontare attività molto complesse, con un’organizzazione ad hoc articolata su numerosi gruppi di lavoro: l’integrazione dei sistemi informatici e la riorganizzazione territoriale della Società sono la principale evidenza di un incredibile sforzo effettuato in un tempo molto ridotto”, ha commentato l’amministratore delegato Paolo Gallo. Intanto, ha annunciato presentando i risultati agli analisti, “ci aspettiamo di ricevere le offerte vincolanti entro l’inizio di settembre’ per i 600 mila contatori (Pdr) che Italgas deve cedere per avere il via libera dell’Antitrust alla fusione con 2i Rete Gas. “Ci sono molte aziende in data room’, ha aggiunto.
Acea, gli investimenti nel primo semestre salgono a 668 milioni, più 17,7%, i ricavi a 1,461 miliardi
Acea archivia il primo semestre ricavi consolidati, influenzati dalla crescita tariffaria dei business Acqua Italia, Reti e Illuminazione Pubblica, in crescita a 1.461,7 milioni di euro (1.403,9 milioni al 30 giugno 2024). I ricavi relativi alle aree regolate rappresentano circa l’88% del totale e registrano nel periodo
un aumento di circa il 5%. Le voci reddituali mostrano un ebitda consolidato che passa da 655,2 milioni del 30 giugno 2024 a 731,4 milioni di euro
al 30 giugno scorso, con una crescita di 76,2 milioni pari all’11,6%. L’utile netto consolidato è pari a 226,6 milioni, in aumento del 32% rispetto al primo semestre del 2024. Gli investimenti lordi realizzati dal gruppo nei primi sei mesi del 2025 sono pari a 668 milioni rispetto ai 567,5 milioni dell’anno precedente (+17,7%) focalizzati soprattutto nei business regolati che rappresentano l’87% dei capex totali (96% escludendo Acea Energia). Gli investimenti al netto dei contributi sono pari a circa 573 milioni (478 milioni nel primo semestre 2024). Gli investimenti lordi per aree di business sono così ripartiti: Acqua Italia 381,2 milioni (314 milioni al netto dei contributi), Reti e Illuminazione Pubblica 179,5 milioni (152 milioni al netto dei contributi), Ambiente 17,3 milioni, Produzione 11,6 milioni di Euro, altri business (Acqua Estero, Engineering & Infrastructure Projects), Corporate e ACEA Energia 78,4 milioni. In un contesto globale incerto, a causa delle tensioni geopolitiche in Est Europa e Medio Oriente e delle politiche commerciali statunitensi, i risultati del primo semestre 2025 del Gruppo Acea confermano un importante trend di crescita, evidenziando un aumento sia in termini di margine operativo lordo sia di utile netto. Prosegue l’attenzione alla gestione dei costi e degli investimenti anche attraverso l’implementazione di efficaci procedure di acquisto. Il gruppo continuerà la sua strategia di focalizzazione per lo sviluppo di infrastrutture sostenibili in contesti regolati, con l’obiettivo di mantenere una solida struttura finanziaria e continuare a
generare un impatto positivo sulle performance operative ed economiche. In questo ambito, il cda di Acea ha approvato l’offerta ricevuta il 4 giugno scorso da Eni Plenitude per l’acquisto del 100% del capitale sociale di Acea Energia (che include, tra l’altro, la partecipazione del 50% del capitale sociale di Umbria Energy), fatta eccezione per le linee di business energy efficiency, mobilità elettrica, economia circolare ed energy management. L’operazione, coerente con la strategia di ACEA delineata dal Piano Industriale 2024-2028, rafforzerà il posizionamento del Gruppo come operatore infrastrutturale offrendo l’opportunità di
reinvestire i proventi della cessione per l’ulteriore sviluppo nell’ambito dei business a forte connotazione infrastrutturale, con particolare riferimento al potenziamento degli investimenti per la messa in sicurezza della rete di distribuzione elettrica di Roma. “I risultati del semestre, solidi e in crescita, confermano l’efficacia della strategia industriale intrapresa che vede il Gruppo sempre più focalizzato sui business infrastrutturali regolati. Inoltre, le capacità gestionali e operative ci permettono di attuare il piano degli investimenti in tutti i nostri settori di business e raggiungere gli obiettivi di performance che ci siamo dati – ha dichiarato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea. – L’innovazione e le nuove tecnologie saranno sempre più integrate nelle attività quotidiane e nella realizzazione delle grandi opere in cui siamo impegnati”. Sul termovalorizzatore di Roma “ci aspettiamo di iniziare lavori a brevissimo”, ha detto Palermo, nel corso della conference call con gli analisti. “In corso – ha poi aggiunto il cfo Pierfrancesco Ragni, rispondendo alla domanda di un analista – c’e’ un processo autorizzativo per l’ingresso in cantiere. Il progetto sara’ finanziato in project financing, non sara’ consolidato nei numeri di Acea”.
Accordo tra Sparkle e Algerie Telecom per lo svilujppo di un nuovo cavo sottomarino tra Italia e Algeria
Sparkle, primo operatore di servizi internazionali in Italia e fra i primi nel mondo, e Algérie Télécom, il principale operatore di telecomunicazioni in Algeria che offre un’ampia gamma di servizi di telefonia fissa, Internet e soluzioni per le imprese, hanno firmato un protocollo d’intesa (MoU) per lo sviluppo di un nuovo cavo sottomarino che collegherà l’Italia e l’Algeria. L’accordo è stato annunciato durante la sesta edizione del Forum Imprenditoriale Italia-Algeria tenutosi mercoledì a Roma, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Giorgia Meloni e del Presidente della Repubblica Democratica Popolare d’Algeria Abdelmadjid Tebboune. Nell’ambito del MoU, Sparkle realizzerà con Algérie Télécom un cavo sottomarino che collegherà l’Italia e l’Algeria e fornirà servizi a valore aggiunto relativi alla sicurezza informatica e al cloud computing, supporto tecnico per lo sviluppo di data center, formazione su tematiche tecniche e un punto di presenza in Europa interamente dedicato ad Algérie Télécom, il tutto con l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale del Paese, in linea con il Piano Mattei per l’Africa promosso dall’Italia. Il nuovo cavo sottomarino dedicato fornirà una rotta ad alta capacità verso l’Europa, con prestazioni migliori, latenza ridotta e piena ridondanza rispetto alle infrastrutture esistenti. In questo modo, il progetto risponderà anche alla crescente domanda di servizi Internet e contenuti digitali, offrendo un’esperienza di connettività eccezionale sia per i consumatori, sia per le imprese. “Questo accordo rappresenta un passo significativo nel rafforzamento dei legami digitali tra l’Europa e il Nord Africa”, ha dichiarato Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle. “Siamo orgogliosi di contribuire al futuro digitale dell’Algeria attraverso la realizzazione di infrastrutture moderne e soluzioni innovative e sicure per una connettività internazionale veloce e resiliente”. “La partnership strategica con Sparkle conferma la relazione storica tra le nostre due aziende e riflette l’impegno comune per l’innovazione e l’eccellenza”, ha affermato Adel Bentoumi, amministratore delegato di Algérie Télécom. “Riteniamo che questo progetto giocherà un ruolo chiave nella diversificazione delle nostre rotte internazionali e nel soddisfare le crescenti esigenze dei nostri clienti in tutta l’Algeria”.
Nocivelli si aggiudica in Rti la gara per la “Città della Salute e della Scienza” di Novara, la sua quota 400 milioni
A.B.P. Nocivelli, EsCo Company leader del settore nelle operazioni di partenariato pubblico privato per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere, quotata nel segmento Euronext Growth Milan, si è aggiudicata la gara per la realizzazione e la gestione della “Città della Salute e della Scienza” di Novara al raggruppamento temporaneo di imprese composto dal Consorzio Stabile SIS . e dalla stessa A.B.P. Nocivelli. Il contratto di ppp avrà una durata di 30 anni, di cui 5 anni di lavori per la realizzazione delle opere edilizie e impiantistiche e i successivi 25 anni di gestione dei servizi a corredo dell’opera. Il valore complessivo dei ricavi attesi per l’intera durata della concessione (30 anni) è di 1,2 miliardi di euro, comprensivi di oneri finanziari e opere e servizi di competenza sia del Consorzio Stabile S.c.p.A. che di Nocivelli ABP. La quota spettante a Nocivelli ABP è di circa 400 milioni di euro, costituiti da circa 200 milioni per la realizzazione delle opere, nei primi cinque anni, e altri circa 200 milioni nei successivi 25 anni per i servizi di facility management. L’investimento per la realizzazione delle opere ha un valore di 520 milioni e prevede la costruzione del nuovo polo ospedaliero di Novara, che conterà più di 700 posti
letto, 325.000 metri quadri di superficie, un’area universitaria di primaria importanza, con aule di didattica e centro congressi. Diventerà uno dei cinque hub sanitari della Regione, insieme al Parco della Salute di Torino, la cui gara è stata aggiudicata da Nocivelli e dal Consorzio SIS lo scorso ottobre 2024.
Si tratta di un’operazione di rilevanza strategica per Nocivelli ABP, destinata a incidere in modo significativo sul portafoglio ordini della società, che passerà dagli 1,5 miliardi di euro stimati alla semestrale del 31 dicembre 2024 a ben 1,9 miliardi di Euro.
Piano carceri. Antigone: “Dal governo ricette che aggraveranno la crisi del sistema penitenziario”
“Il piano carceri approvato in Consiglio dei Ministri, come fatto tante altre volte in passato, si affida alla via edilizia per risolvere i problemi delle carceri. A fronte di un sovraffollamento che oggi vede quasi 16.000 persone detenute in più dei posti disponibili si presenta un piano del valore di oltre 700 milioni di euro che produrrà, se fosse portato a termine, meno di 10.000 posti nel 2027.
Se si considera che poi, solo negli ultimi 3 anni, il numero di persone detenute è aumentato di 5.000 unità, anche mantenendo un analogo tasso di crescita, nel 2027 potremmo essere comunque in difetto di circa 10.000 posti detentivi. Ulteriori 5.000 posti potrebbero essere recuperati, stando al governo, vendendo alcune carceri storiche e costruendo nuove strutture. Un discorso già più volte accennato e sempre giustamente accantonato rispetto a carceri come Regina Coeli a Roma e San Vittore a Milano, solo per citarne due. Si scrive valorizzazione. Si legge speculazione.
Molti dei nuovi posti poi saranno in container, strutture totalmente inadeguate ad ospitare persone detenute anche per lunghi periodi. Generalmente queste vengono utilizzate per affrontare emergenze e non come soluzioni definitive, come invece sembra ovvio nel piano carceri del governo. Piano carceri che, peraltro, non fornisce alcuna informazione sul personale che sarà necessario a gestire le nuove strutture, quando già oggi si registra un drammatico sotto-organico in tutti i ruoli: direttori, educatori, poliziotti, medici, psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali, personale amministrativo.
Stando al ministro della Giustizia Nordio altre migliaia di posti (fino a 10.000) potrebbero essere recuperati con la detenzione differenziata per persone tossicodipendenti o alcoldipendenti. Si crea così un binario di esecuzione penale che andrà capito con molta attenzione come funzionerà, evitando ogni forma di privatizzazione della libertà personale. E comunque non sono previsti automatismi. Purtroppo nessuna novità sembra essere stata introdotta rispetto alle telefonate, per cui continuiamo ad auspicare una modifica regolamentare che preveda una telefonata quotidiana, anziché gli attuali dieci minuti a settimana.
Insomma, il piano carceri conferma l’impressione della vigilia: il governo è interessato agli istituti di pena solo in termini edilizi e di custodia di corpi, senza alcuna visione moderna e umana della pena. Le ricette edilizie presentate rischiano di aggravare la crisi del sistema penitenziario”. Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Auto elettriche, l’Italia accelera in autostrada: cresce la rete di ricarica lungo la viabilità nazionale
La rete di ricarica italiana per le auto elettriche cresce ancora e sulle autostrade quasi la metà delle aree di servizio è dotata di colonnine. È quanto emerge dal monitoraggio trimestrale delle infrastrutture di Motus-E, secondo cui al 30 giugno 2025 risultano 67.561 punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola, in aumento di 10.569 unità nei 12 mesi e di 1.569 unità solo nel secondo trimestre dell’anno.Per quanto riguarda il sistema autostradale, più in dettaglio, i punti di ricarica si attestano a quota 1.159 (49 sono in fase di attivazione), di cui l’85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Si tratta di una crescita significativa rispetto ai 963 punti attivi a giugno 2024 e ai 657 di giugno 2023. Ne consegue che oggi il 45% delle aree di servizio sulla grande viabilità è dotato di infrastrutture per la ricarica ed entro 3 km dalle uscite autostradali sono installati ulteriori 2.527 punti (di cui il 59% è di tipo veloce in corrente continua e il 41% ha una potenza superiore a 150 kW). “Grazie all’impegno degli operatori, l’infrastruttura di ricarica italiana continua a espandersi e, in particolare, la situazione in autostrada è notevolmente migliorata, permettendo oggi di viaggiare in elettrico in modo sempre più sereno lungo le principali arterie del Paese”, commenta Fabio Pressi, Presidente di Motus-E. “Ciò non toglie – prosegue Pressi – che ci sia ancora un importante lavoro da fare per migliorare la capillarità, soprattutto nel Mezzogiorno, e sulla grande viabilità è fondamentale che vengano lanciate quanto prima le gare per l’assegnazione dei servizi di ricarica sulle tratte rimaste indietro nel processo di infrastrutturazione”.
“Di fronte a una sfida strategica per la competitività del sistema Paese – conclude Pressi – serve l’impegno di tutti, a partire da una visione condivisa dello stato dell’arte. In quest’ottica auspichiamo che la Piattaforma Unica Nazionale (PUN), promossa dal MASE e realizzata da GSE e RSE con il contributo di Motus-E, venga pienamente valorizzata e posta al centro dell’atteso aggiornamento del Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli Elettrici (PNIRE), che dovrebbe rappresentare il punto di riferimento normativo unificato per il settore”.
Il PNIRE, per essere realmente efficace, dovrebbe inoltre dialogare in modo coerente con il PNIEC – il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – che fissa obiettivi ambiziosi per lo sviluppo della mobilità elettrica. Un ulteriore segnale positivo riguarda la riduzione dei punti installati ma non ancora connessi alla rete elettrica da parte dei distributori locali: questa quota è scesa al 14,5%, rispetto al 17,9% dello scorso anno. Un miglioramento che testimonia un passo avanti nella giusta direzione, ma rimane urgente semplificare gli iter autorizzativi e rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, per accelerare ulteriormente il processo di elettrificazione. Venendo alle classifiche, la Lombardia si riafferma al primo posto tra le Regioni con più punti di ricarica installati (13.763 punti di ricarica, +2.861 negli ultimi 12 mesi), seguita da Lazio (7.142 punti, +1.501 nei 12 mesi), Piemonte (6.561 punti, +786 nei 12 mesi), Veneto (6.176 punti, +668 nei 12 mesi) ed Emilia-Romagna (5.282, +562 nei 12 mesi). Tra le Province, Roma si attesta nuovamente al primo posto per punti di ricarica installati (5.644 punti, +1.193 nei 12 mesi), seguita da Milano (4.604 punti, +986 nei 12 mesi), Napoli (3.092 punti, +253 nei 12 mesi), Torino (2.963 punti, +322 nei 12 mesi) e Brescia (1.892 punti, +211 nei 12 mesi).
Bei-Eni: finanziamento da 500 milioni di euro per la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria
La Banca europea per gli investimenti (BEI) e Eni hanno firmato un contratto di finanziamento da 500 milioni di euro a 15 anni per sostenere la conversione della raffineria Eni di Livorno, situata in Toscana, in bioraffineria. L’accordo è stato sottoscritto oggi presso la sede Eni a San Donato Milanese dalla Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti, e dall’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi. Il progetto di Eni prevede la costruzione nel sito della raffineria di Livorno di nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati, incluso un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche e un impianto Ecofining™ da 500mila tonnellate/anno. Grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining, Enilive, società di Eni per la mobilità sostenibile, produce l’HVO (olio vegetale idrogenato), un biocarburante da materie prime rinnovabili1, come ad esempio gli oli da cottura e residui dell’industria agroalimentare, che può essere sin da ora utilizzato in purezza dalle motorizzazioni validate e viene distribuito attraverso le infrastrutture già esistenti.
Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, ha dichiarato: “Il finanziamento della BEI rappresenta una leva fondamentale per realizzare un progetto ad alto valore ambientale, tecnologico e strategico, contribuendo a promuovere la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Si tratta di un esempio concreto di come l’innovazione industriale possa accelerare il percorso verso la neutralità climatica, generando al contempo valore sostenibile per i territori.”.
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha dichiarato: “L’accordo con la BEI conferma la concretezza e la qualità dell’impegno di Eni nella transizione verso un’energia sempre più decarbonizzata e sottolinea la validità del nostro approccio volto a investire e utilizzare tutte le iniziative e tecnologie disponibili ed efficaci nell’abbattimento delle emissioni. Un approccio virtuoso che ci porta oggi a lavorare alla terza conversione di una raffineria in bioraffineria in Italia, dopo Venezia e Gela.” Tra le caratteristiche distintive del progetto, oltre all’adozione di tecnologie avanzate, vi è la possibilità futura di modificare il layout dell’impianto per avere la flessibilità di produrre anche SAF (Sustainable Aviation Fuel), un carburante sostenibile per l’aviazione che rappresenta una delle principali direttrici di decarbonizzazione del trasporto aereo. Questo elemento conferisce flessibilità all’investimento e ne rafforza la coerenza con le priorità ambientali dell’Unione europea, ampliandone l’impatto potenziale. L’operazione si inserisce nel contesto della transizione energetica a livello nazionale ed europeo, contribuendo in modo significativo alla decarbonizzazione del settore dei trasporti e alla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, sostiene il raggiungimento degli obiettivi nazionali per la produzione di biocarburanti in purezza, che secondo la normativa vigente prevedono un incremento progressivo dell’utilizzo, da 300.000 tonnellate annue nel 2023 fino a un milione di tonnellate entro il 2030.
La Commissione Ue presenta un modello per i fornitori di modelli di intelligenza artificiale di uso generale per riassumere i dati utilizzati per addestrare il loro modello
La Commissione ha pubblicato un modello per aiutare i fornitori di IA a scopo generale (GPAI) a riassumere i contenuti utilizzati per addestrare il loro modello. Questo modello rappresenta un modo semplice, uniforme ed efficace per i fornitori di GPAI di aumentare la trasparenza in linea con la legge sull’IA, rendendo disponibile al pubblico tale sintesi.
Henna Virkkunen , Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: ” Il modello adottato oggi dalla Commissione rappresenta un altro passo importante verso un’IA affidabile e trasparente. Fornendo un documento di facile utilizzo, supportiamo i fornitori di modelli di IA generici nel conformarsi alla legge sull’IA. In questo modo possiamo rafforzare la fiducia nell’IA e sfruttarne appieno il potenziale a vantaggio dell’economia e della società”.
I modelli di IA generici vengono addestrati con grandi quantità di dati, ma sono disponibili solo informazioni limitate sulla loro origine. La sintesi pubblica fornirà una panoramica completa dei dati utilizzati per addestrare un modello, elencherà le principali raccolte di dati e spiegherà le altre fonti utilizzate. Questo modello aiuterà inoltre le parti con interessi legittimi, come i titolari di diritti d’autore, a esercitare i propri diritti ai sensi del diritto dell’Unione.
Il modello fa parte di un’iniziativa più ampia legata alle norme UE per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale che entreranno in vigore il 2 agosto 2025. Integra le linee guida sull’ambito di applicazione delle norme per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale , pubblicate il 18 luglio, e il Codice di buone pratiche per l’intelligenza artificiale di uso generale pubblicato il 10 luglio.
Clima, target 2040: relatore Pfe propone respingimento
Il gruppo dei Patrioti per l’Europa “respinge fermamente la proposta della Commissione europea di un nuovo obiettivo climatico giuridicamente vincolante per il 2040”. È quanto si legge in un comunicato stampa pubblicato a nome del relatore della proposta al Parlamento europeo, Ondrej Knotek. “Con la guerra, l’incertezza economica e pressione migratoria, l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% non è un piano realistico – è un esperimento ideologico che minaccia l’industria europea, i posti di lavoro e il benessere”, si legge nel testo.
Secondo l’europarlamentare “la recente strategia climatica dell’Ue attraverso il Green Deal, la legge sul clima e il Fit for 55 ha già causato perdite di posti di lavoro, fallimenti e delocalizzazioni di industrie, in particolare nei settori ad alta intensità energetica”. “Nessun’altra grande economia ha adottato obiettivi comparabili per il 2040, e l’Ue rischia di indebolire la propria economia mentre altri avanzano in termini di competitività”, sostiene il ceco. “L’Europa deve dare priorità alla sicurezza, all’accessibilità energetica e alla resilienza dell’economia: un’economia forte con un’industria solida è fondamentale per finanziare la difesa, affrontare la migrazione e preservare i servizi pubblici: l’Ue non può permettersi di spendere massicciamente per le misure climatiche tagliando altre aree vitali”, afferma ancora. “L’agenda verde non è riuscita a garantire la superiorità tecnologica: al contrario, ha portato a un aumento dei costi energetici, a una diminuzione dei posti di lavoro e a una maggiore dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi”. si legge. I Patrioti difendono “la politica climatica” solo se è “al servizio delle persone” e “non dell’ideologia”.
Case green, ambientalisti: “il Governo ancora una volta va contro le ragioni dell’ambiente”
“In Italia salta il recepimento della direttiva ‘Case green’. Il Governo Meloni sceglie ancora una volta di andare contro le ragioni dell’ambiente e dell’innovazione varando in CDM un provvedimento che non contiene il recepimento della direttiva europea EPBD sull’efficienza energetica degli edifici. Una scelta preoccupante che rischia di generare ulteriori ritardi e che di certo non fa bene alla transizione energetica edilizia, all’ambiente, alla lotta alla crisi climatica e ai cittadini che chiedono di vivere meglio e spendere meno in bolletta”. Così Arse, Coordinamento FREE, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente, WWF commentano la notizia. “Di questo passo – prosegue la nota – il nostro Paese rischia di perdere una partita importante in termini di efficientamento del patrimonio edilizio e di obiettivi climatici da raggiungere, ma anche di opportunità legate alla creazione di nuovi posti di lavoro e di sostegno alle imprese del settore. La mancata inclusione della direttiva EPBD nella legge di delegazione europea mette seriamente a rischio il rispetto della scadenza del primo piano attuativo prevista per dicembre 2025 e della versione finale entro maggio 2026. Un ritardo che potrebbe portare all’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Un fatto ancora più grave che, alla luce delle precedenti dichiarazioni di vari esponenti del Governo che intendono tornare in Europa per chiedere modifiche dell’intera direttiva, rischia di lasciare le famiglie dipendenti dal gas fossile, responsabile dell’alto costo energetico.
Per questo al Governo Meloni chiediamo un maggiore senso di responsabilità ricordando che la direttiva “Case Green” è un provvedimento fortemente voluto dall’Unione Europea proprio per ridurre le emissioni di gas serra nel settore edilizio e migliorare l’efficienza energetica degli edifici, facendo in modo che i cittadini possano ridurre le spese energetiche e quindi le bollette, oltre a contrastare in maniera strutturale la povertà energetica. L’Italia su questo dovrebbe dare il buon esempio accelerando la decarbonizzazione del settore edilizio e definendo al più preso un piano nazionale di riqualificazione edilizia che metta al centro la riqualificazione energetica, la ristrutturazione e la rigenerazione urbana per migliorare la classe energetica degli edifici come chiede l’Europa e su cui non sono ammessi più ritardi”. Peraltro, anche in Italia, a seguito dell’ordinanza della Cassazione nel caso Greenpeace e ReCommon, è finalmente possibile chiedere giustizia climatica e portare le aziende inquinanti in tribunale per risponderne. Secondo alcune stime, in Italia si dovrà intervenire complessivamente su oltre 9,7 milioni di edifici oggi in classe E, F o G. Parliamo di oltre il 75% del patrimonio edilizio residenziale, che consentirebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 14 milioni di tonnellate. Inoltre, le associazioni ricordano che la direttiva prevede per gli edifici residenziali una riduzione dei consumi, rispetto al 2020, di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. E che il 55% di questa riduzione deve avvenire coinvolgendo il 44% degli edifici nelle peggiori classi energetiche”.
Gastech, dal 9 al 12 settembre a Fiera Milano l’evento globale dell’energia. Eni co-host
In un contesto di rapide trasformazioni geopolitiche e tecnologiche contrassegnato dall’aumento della domanda globale di energia, dal 9 al 12 settembre presso Fiera Milano (Rho) si terrà Gastech 2025, il più importante appuntamento globale per il gas naturale, GNL, idrogeno, tecnologie per il clima e AI, che si preannuncia particolarmente interessante grazie al contributo dei protagonisti globali del settore energetico. Tra questi, Eni figura tra i co-host ufficiali dell’edizione 2025, un riconoscimento del ruolo strategico dell’Italia nel panorama energetico internazionale e un segnale forte dell’impegno del Paese nella transizione energetica. Tra gli speaker strategici spiccano il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, l’amministratore delegato di Snam Agostino Scornajenchi, il chief operating officer Global Natural Resources e direttore generale di Eni Guido Brusco, il presidente e amministratore delegato di Baker Hughes Lorenzo Simonelli, la co-fondatrice e ceo di Zhero Alessandra Pasini, l’ ex -ministro dell’Economia e delle Finanze, Vice Chairman di Morgan Stanley Domenico Siniscalco, l’esperto di geopolitica dell’energia Paolo Scaroni, l’amministratore delegato e direttore generale di Rina Carlo Luzzatto, il direttore generale di ENEA Giorgio Graditi, ilcCapo della Rappresentanza per il Nord Italia della Commissione Europea Claudia Colla, il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Fatih Birol,, l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi. A loro si affiancheranno rappresentanti governativi di Ungheria, Cipro, Egitto, Libia, Nigeria, Libano, Iraq e Mauritania che parteciperanno a panel di alto livello. La “Conferenza Strategica” di Gastech, con oltre 160 sessioni, sarà il contesto in cui ceo,
ministri di governo e investitori internazionali affronteranno le grandi questioni del presente e tracceranno insieme il futuro dell’energia. Tra i momenti salienti, la sessione “Guidare attraverso le sfide reali della trasformazione del settore energetico: intelligenza artificiale, investimenti e futuro del gas e del GNL” dove Wael Sawan, ceo di Shell, si concentrerà su come affrontare le sfide della decarbonizzazione mantenendo resilienza e competitività. Nella sessione “Attivare tecnologie dirompenti e partnership strategiche per riallineare i modelli di business a una nuova era dell’energia”, Patrick Pouyanné ceo di TotalEnergies e Richard Holtum, ceo di Trafigura discuteranno invece di innovazioni e collaborazioni chiave per valorizzare il gas naturale, il GNL, l’IA, l’idrogeno e la cattura del carbonio. Più di un semplice appuntamento di settore, Gastech è un catalizzatore per lo sviluppo collaborativo, che unisce politica, tecnologia e finanza per accelerare una trasformazione dei sistemi energetici giusta e inclusiva. Riunendo i decisori più influenti al mondo e gli innovatori più audaci, Gastech 2025 farà emergere idee, partnership e soluzioni che definiranno il futuro della crescita e della leadership energetica globale.
Lavoro, Cgil: contro il sommerso solo incontri di facciata
“Dopo oltre due anni dalla costituzione del Comitato nazionale per il contrasto al lavoro sommerso, previsto dal Pnrr, sono stati convocati, dal Ministero del Lavoro, i quattro sottogruppi che devono occuparsi di dati sul lavoro sommerso, misure per l’economia regolare, campagne di informazione, misure per il lavoro regolare in agricoltura. Un ritardo inaccettabile che evidenzia l’assenza di volontà politica nel fare della lotta al sommerso una vera priorità nazionale”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli. “Gli incontri, che si sono svolti nelle due giornate del 22 e 23 luglio, oltre ad essere stati convocati troppo tardi, sono stati dei confronti di facciata. Negli interventi di enti e istituzioni, chiamati a riferire delle attività compiute, abbiamo rilevato – prosegue Gabrielli – approssimazione e mancanza assoluta di contenuti concreti. Tutto ciò dimostra che la condivisione è un fastidio ed è scarsa la considerazione per la gravità del fenomeno, un fenomeno enorme che riguarda 3 milioni di persone e molti dei settori produttivi del nostro Paese”. Per Gabrielli: “Questa modalità tradisce lo spirito del confronto e rivela l’obiettivo reale della convocazione: poter dimostrare formalmente alla Commissione europea il coinvolgimento del partenariato, senza alcuna reale intenzione di ascoltare e valorizzare il contributo delle parti”. “La Ministra Calderone nel question time di ieri – aggiunge la segretaria confederale – ha annunciato la massima intransigenza nei confronti di chi utilizza forme improprie di lavoro e sfrutta i lavoratori, ma purtroppo alle parole non seguono i fatti e il tenore degli incontri dei sottogruppi del Comitato nazionale per il contrasto al lavoro sommerso ne sono la prova”. ”Basti pensare – evidenzia Gabrielli – che di 37 progetti, volti a risolvere il grave problema degli insediamenti abusivi in cui sono costretti a vivere migliaia di lavoratori in agricoltura, ne saranno finanziati solo 12, per un ammontare di circa 26 milioni rispetto ai 200 complessivi previsti dal Pnrr, lasciando fuori realtà come i ghetti di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, i più grandi d’Italia e d’Europa. Con l’intensa mobilitazione della Flai Cgil e del sindacato confederale, si è arrivati allo sblocco dei finanziamenti per 12 progetti, ma è inaccettabile pensare di perdere quasi il 90% delle risorse previste dal Pnrr e lasciare irrisolta una vergogna come quella dei ghetti”.
Fs, tornano i treni turistici e parte il Sicilia Express
Dopo il grande successo riscosso a Natale e a Pasqua, il Sicilia Express – un treno evento realizzato grazie alla collaborazione tra FS Treni Turistici Italiani e l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana –, torna sui binari per offrire un altro modo di viaggiare durante il consueto esodo estivo. Come avvenuto in precedenza il viaggio prevederà animazione a bordo e performance enogastronomiche che intendono valorizzare la cultura siciliana e i suoi prodotti agroalimentari. Chi sceglierà di viaggiare con il Sicilia Express potrà scegliere tra servizio cuccette o posti a sedere in comodi scompartimenti a un prezzo di 29,90€ per la tratta che da Torino giunge a Palermo o Siracusa. Il Sicilia Express partirà il 30 luglio da Torino Porta Nuova alle ore 12.30 ed effettuerà fermate di sola salita a: Milano Porta Garibaldi, Parma, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Ostiense e Salerno. Una volta superato lo stretto il treno fermerà a Messina Centrale, le due sezioni proseguiranno una per Siracusa, con fermate a Taormina, Giarre Riposto, Acireale, Catania Centrale, Lentini, Augusta e Siracusa, mentre la sezione diretta a Palermo fermerà a Milazzo Capo d’Orlando, S. Stefano di Camastra, Cefalù, Termini Imerese e Bagheria.
Maria Cristina Carlini