La giornata

La crescita RALLENTA e l’Upb taglia le stime: +0,7% nel 2024

  • Bankitalia: a gennaio torna a salire l’indice euro-coin
  • Ocse: a dicembre inflazione stabile al 4,7%, nel 2024 scende al 5,2%
  • Ponte sullo Stretto: riunione al MIt per portare al più presto l’opera al Cipess
  • Terra dei fuochi, Pichetto: “costante attenzione del governo per la bonifica”
  • A Bruxelles sindacati in piazza per la difesa dell’industria.  Cgil: serve piano europeo per proteggere il lavoro

05 Feb 2025

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L’evoluzione del contesto economico globale, con gli effetti avversi dei dazi che si prospettano, e della congiuntura nazionale portano a una revisione al ribasso delle proiezioni sull’economia italiana. Secondo l’aggiornamento contenuto nella nota congiunturale diffusa dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il ritmo di crescita dell’economia italiana risulta lievemente inferiori alle previsioni formulate a ottobre. Nel 2024, il Pil è aumentato dello 0,5 per cento sulla base dei conti trimestrali; poiché nella contabilità annuale (che verrà diffusa il 3 marzo) non si considerano gli effetti di calendario la variazione dovrebbe essere superiore, per un paio di decimi di punto percentuale, quindi +0,7%. Le previsioni di ottobre stimavano un +0,8%. Il mercato del lavoro resta un fattore di traino dell’economia, soprattutto con l’occupazione femminile, ma comincia a risentire del rallentamento produttivo; i salari stanno gradualmente recuperando la netta perdita di potere d’acquisto avvenuta nel 2022-23 e il reddito dei lavoratori aumenta, sebbene una quota rilevante venga risparmiata. L’accumulazione di capitale nel 2024 ha registrato tre flessioni congiunturali trimestrali consecutive, ma il livello degli investimenti è ancora elevato. I contraccolpi dell’esaurimento degli incentivi per edilizia residenziale sembrano in parte bilanciati dal sostegno dei cantieri legati ai progetti del PNRR. Anche se le condizioni per investire appaiono sfavorevoli, le imprese vedono un’espansione degli investimenti nel 2025. L’indicatore sulle difficoltà di accesso al credito dell’UPB, che negli scorsi trimestri ha mostrato una progressiva diminuzione delle tensioni rispetto ai picchi registrati nel 2023, è ancora migliorato in autunno. Per quanto riguarda la variazione del deflatore del PIL (rilevante per la finanza pubblica in quanto concorre a determinare i valori nominali), si prevede una sostanziale stabilizzazione nell’orizzonte di previsione appena sopra al due per cento, pressoché in linea con le attese degli altri istituti. Nell’interpretare i confronti è importante considerare l’eterogeneità delle variabili esogene internazionali, in particolare di quelle energetiche alla luce della fiammata registrata a inizio anno, nonché delle stime sulla finanza pubblica e il trattamento statistico della variabile prevista (grezza o corretta per il calendario).

Bankitalia: a gennaio torna a salire l’indice euro-coin

A gennaio, l’indice euro-coin è lievemente cresciuto rispetto al mese precedente (a 0,39 da 0,33 in dicembre).Sul modesto miglioramento dell’indicatore hanno inciso gli andamenti nell’insieme positivi dei
climi di fiducia delle imprese e dei corsi azionari in gennaio. E’ quanto rileva la Banca d’Italia. L’indice fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro, esprimendo tale indicazione in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo). È pubblicato mensilmente dalla Banca d’Italia e dal CEPR.

Ocse: a dicembre inflazione stabile al 4,7%, nel 2024 scende al 5,2%

L’inflazione tendenziale nell’area dell’OCSE è stabile a dicembre al 4,7% rispetto a novembre. Nel 2024 l’inflazione tendenziale si è attesta al 5,2%: 1,6 punto percentuale in meno rispetto al 2023 e 4 punti in meno rispetto al pico del 2022. Lo rende noto l’organizzazione internazionale con sede a Parigi. A dicembre nei paesi del G7 l’inflazione tendenziale è salita per il terzo mese consecutivo attestandosi al 2,8% dal 2,6% di novembre. Nell’area dell’euro l’inflazione a dicembre è salita al 2,4% dal 2,2% di novembre. Nei paesi del G20 l’inflazione è scesa al 5,1% a dicembre dal 5,7% di novembre.

Ponte sullo Stretto: riunione al MIt per portare al più presto l’opera al Cipess

Si è svolta ieri pomeriggio al Mit  una riunione, alla presenza del ministro Matteo Salvini, ‘con i rappresentanti di tutti i ministeri coinvolti nelle fasi finali della procedura per la definitiva approvazione del Ponte sullo Stretto: Interno, Difesa, Salute, Ambiente, Protezione civile e Politiche del Mare’. ‘L’obiettivo – ha riferito il Mit – è fare il punto della situazione, alla presenza tra gli altri dell’ad Societa’ Stretto di Messina spa Pietro Ciucci, per portare al più presto l’opera all’approvazione del Cipess. Salvini ha ringraziato i presenti, esprimendo ‘grande soddisfazione’ per il clima collaborativo e concreto’.

Terra dei fuochi, Pichetto: “costante attenzione del governo per la bonifica”

“E’ costante l’attenzione del Governo e delle autorita’ locali sulla nota e triste vicenda della ‘Terra dei Fuochi'”. A riferirlo è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo nell’Aula della Camera, per il question time, a un’interrogazione Avs. “Già nei mesi scorsi – ha ricordato – il prefetto di Napoli ha avviato un primo confronto tra le amministrazioni interessate sul tema specifico delle bonifiche, con l’ipotesi di arricchire il quadro degli strumenti attualmente a disposizione del modello elaborato a livello nazionale dalla task force del Commissario Straordinario Vadala’, riconosciuto come una best practice in materia. Per quanto di competenza del Mase, sulla base di quanto previsto dal decreto legge 136 del 2013, sono state portate avanti, anche attraverso un apposito gruppo di lavoro, le indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all’agricoltura, al fine di accertare l’eventuale esistenza di contaminanti causati da sversamenti e smaltimenti abusivi. In tal modo sono state individuate le aree che non possono essere destinate alla produzione agroalimentare ma esclusivamente a colture diverse in considerazione delle capacità fitodepurative”. “Stiamo costantemente monitorando le azioni di bonifica attuate dalla Regione sulla base dei vari accordi e convenzioni”, ha proseguito Pichetto. In merito al contenzioso con Corte europea dei diritti dell’uomo, Pichetto ha precisato: “L’Avvocatura, nel corso del 2024, ha espresso parere favorevole all’avvio di un’azione risarcitoria del danno ambientale. Il valore monetario del danno ambientale, complessivamente stimato in circa 33 milioni di euro, rappresenta pertanto la quantificazione delle misure ambientali complementari che dovranno essere realizzate, a spese dei responsabili, anche presso altri siti”. E, ha concluso: “Il Prefetto di Napoli ha tempestivamente convocato gia’ lo scorso primo febbraio una riunione di approfondimento delle misure da assumere in ordine alla citata pronuncia della Corte, a tutela del diritto alla salute, in modo tale da dare continuità alle misure di risanamento del territorio, oltre a quelle di prevenzione e controllo”.

A Bruxelles sindacati in piazza per la difesa dell’industria.  Cgil: serve piano industriale europeo per proteggere il lavoro

“La manifestazione di oggi a Bruxelles è l’ennesimo grido di allarme che il mondo del lavoro industriale lancia tanto alle Istituzioni europee che a quelle nazionali: basta austerità e deregolamentazione del mercato del lavoro, basta con gli accordi commerciali iniqui e con la concorrenza sleale e sì ad un vero e proprio piano industriale europeo che, attraverso una moratoria sui licenziamenti e un nuovo ruolo pubblico sia in grado di proteggere il lavoro in Europa e in Italia”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo dalla manifestazione che si è svolta ieri davanti agli uffici della Commissione Europea a Bruxelles, promossa da IndustriALL, la Federazione Europea dei sindacati dell’industria. Per il dirigente sindacale “l’Europa, e ancor più il nostro Paese, hanno bisogno di un programma di investimenti pubblici che sia in grado di rilanciare le attività industriali e manufatturiere e che sappia dispiegare un piano di interventi a supporto della produzione, a cominciare dai grandi asset a partecipazione pubblica”. La Cgil chiede poi che “finisca questo penoso scaricabarile con cui, come nel caso del nostro Governo e del Ministro Urso, si continua a rimandare ad altre responsabilità sovranazionali la soluzione di una delle più gravi crisi della produzione del dopoguerra: c’è bisogno di coerenza, determinazione e soprattutto di un nuovo protagonismo pubblico”.

“Tutti gli Stati, l’Italia in primis, – ribadisce il segretario confederale della Cgil – concorrano all’adozione di un ‘piano industriale Europeo’ sostenuto e alimentato da un fondo sovrano, intervengano immediatamente sul costo dell’energia e sul riordino del sistema, introducano un nuovo ammortizzatore sociale per la transizione, riducano l’orario di lavoro anche come strumento di governo dei processi, e sostengano imprese innovative e di qualità legate alle transizioni implementando in maniera importante la ricerca di base e quella applicata all’innovazione”.

Anbi: al Sud servono opere e manutenzione non dissalatori

“Quanto sta accadendo in Sicilia, dove convivono drammaticamente siccità ed alluvioni, ripropone un tema annoso, frutto di decenni di colpevoli non-scelte bipartisan: quanto costa all’Isola la mancata economia delle manutenzioni?”. A chiederlo è Francesco Vincenzi, presidente di ANBI, che prosegue: “Il Sud è stato destinatario di lungimiranti interventi, realizzati attraverso la Cassa del Mezzogiorno che, pur criticabile per altri aspetti, finanziò la realizzazione di invasi per combattere il rischio siccità in quei territori. A tali investimenti, però, non è seguita negli anni la necessaria cura, così da arrivare all’eclatante caso della diga Trinità, nel Trapanese, di cui è stato ordinato il parziale svuotamento, con lo sversamento a mare di milioni di metri cubi d’acqua, a causa del rischio di cedimenti strutturali. Negli stessi anni non si è provveduto neppure alla realizzazione dei necessari schemi idrici per trasportare l’acqua nei territori come dimostra il caso del Molise sovrabbondante d’acqua e della confinante Capitanata di Puglia in emergenza idrica, anche per l’uso potabile”. “Di fronte alla crisi climatica – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di ANBI – se da un lato occorre avviare urgentemente il Piano Invasi, da tempo proposto con Coldiretti per aumentare la resilienza idrica dei territori come ora sollecitato anche dalla Commissione Europea, dall’altro bisogna procedere con l’efficientamento della rete idraulica, che nell’Italia Meridionale prevedeva, secondo il Piano redatto da ANBI, l’investimento di circa 1 miliardo e 900 milioni di euro per 222 interventi, la pulizia di 45 invasi ed il completamento di altri 10; ne deriverebbero circa 9.500 posti di lavoro, dando risposta infrastrutturale ad un’emergenza, che non può certo essere risolta con il posizionamento di alcuni dissalatori, esempio di un Paese pronto a trovare le risorse in emergenza, ma incapace ad investire in prevenzione.”

Fincantieri: maxi ordine per la costruzione di 4 navi da crociera, valore di mercato a 9 miliardi

Fincantieri ha annunciato oggi che la Lettera di Intenti firmata con Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. (NCLH) e annunciata l’8 aprile 2024, si è trasformata in un ordine per la costruzione di 4 nuove navi da crociera, destinate al brand Norwegian Cruise Line (NCL). Il valore della commessa, soggetta a finanziamento e ad altri termini e condizioni tipici di questo tipo di contratti, è stato definito come molto importante. Come spiega il gruppo navalmeccanico, si definisce molto importante un accordo del valore superiore a 2 miliardi. Secondo stime di mercato, il valore della commessa sarebbe di 9 miliardi di euro.

Con una stazza lorda di circa 226.000 tonnellate, le nuove unità saranno le più grandi mai realizzate per NCL. Le navi saranno costruite presso lo stabilimento di Monfalcone con la prima unità in consegna nel 2030 e le altre a seguire nel 2032, 2034 e 2036. Con oltre 5.100 posti letto, le navi potranno ospitare oltre 8.300 persone, personale incluso. Progettate secondo i più elevati standard di comfort e tecnologia, queste navi offriranno un’esperienza di bordo all’avanguardia e integreranno soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale, riducendo l’impatto ecologico e migliorando l’efficienza energetica. Fincantieri ha già realizzato due navi per il brand NCL, “Norwegian Prima” e “Norwegian Viva”, mentre “Norwegian Aqua”, prima unità della classe Prima Plus, sarà consegnata nei prossimi mesi. A queste si aggiungono altre tre unità in diverse fasi di progettazione e costruzione.

Fae Technology sottoscrive accordo vincolnte per l’acquisizione dell’intero capitale di Mas Elettronica

FAE Technology, Gruppo industriale italiano quotato sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana che opera nel settore dell’elettronica (il “Gruppo”), ha sottoscritto ieri un accordo vincolante per l’acquisizione dell’intero capitale di MAS Elettronica. Con sede a Rubano (Padova), MAS Elettronica è una società tecnologica fondata nel 2008 che opera nel settore dell’elettronica, specializzata nello sviluppo di soluzioni embedded proprietarie e di architetture ARM (Advanced RISC Machine) per il mercato industriale. L’azienda offre servizi di hardware, software e firmware design destinati a settori come il medicale, l’intelligenza artificiale, la sicurezza e l’automotive, distinguendosi per la capacità di fornire soluzioni customizzate e di accompagnare i clienti lungo tutte le fasi di sviluppo dei prodotti. L’operazione, che sarà perfezionata entro il 10 maggio 2025, consentirà a FAE Technology di potenziare il set di competenze ingegneristiche a livello di Gruppo e di ampliare la propria offerta di prodotti innovativi basata su soluzioni proprietarie. Allo stesso tempo, permetterà al Gruppo di rafforzare la propria posizione di riferimento nel settore italiano dell’elettronica, generando nuove prospettive di sviluppo nei mercati di riferimento e incrementando il valore aggiunto offerto ai propri clienti e partner industriali.

Consorzio Nazionale Servizi: il portafoglio lavori ammonta a 1,62 miliardi, previsione di crescita nel 2025

Ammonta a 1,629 miliardi di euro il valore del portafoglio lavori del Consorzio Nazionale Servizi (CNS) al 31 dicembre 2024. Un dato che dovrebbe portare ad una crescita del fatturato 2025, previsto a 452 milioni di euro (+8,9% rispetto al 2023, ultimo bilancio approvato, e in crescita rispetto alle stime del preconsuntivo 2024). Sono i dati contenuti nella relazione di budget che Italo Corsale, presidente del Consiglio di Gestione di CNS, ha presentato nel corso dell’assemblea dei soci, alla quale è intervenuto il presidente nazionale di Legacoop, Simone Gamberini. Obiettivo del Consorzio, uno dei principali player nel facility management, è raggiungere i 500 milioni di euro di fatturato nel corso dell’attuale mandato. Il settore di maggior peso sul portafoglio lavori è quello della gestione dei Centri Unificati di Prenotazione, un comparto sul quale il Consorzio sta puntando nell’ambito della propria strategia di accelerazione sulla digitalizzazione dei servizi. Il 21% del portafoglio lavori di CNS è costituito da appalti per la gestione dei Cup. Seguono, in ordine di grandezza: ristorazione (17%), ecologia (14%), pulizia (12%). Nel corso dell’assemblea sono stati illustrati i progetti per lo sviluppo del Consorzio, che mettono al centro la creazione di nuove opportunità di mercato per i soci: piattaforme digitali per la gestione di servizi complessi che i soci potranno utilizzare autonomamente, sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale in grado di favorire le decisioni aziendali, creazione di partenariati pubblico-privati per la rigenerazione urbana e l’housing sociale, lo sviluppo di servizi avanzati per la sanità come le UFA (Unità Farmaci Antiblastici).

 

Maria Cristina Carlini

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