La giornata

Ue, STOP di tre mesi ai controdazi. Trump, ombra insider trading

  • Il Def arriva in Parlamento. Giorgetti: “sfide complesse, nel secondo trimestre possibile impatto dei dazi”
  • Acqua: presentato il primo stralcio del Pniissi, primi interventi per 1 miliardo di euro
  • Casa, Ribera: “istituita task force della Commissione Ue dedicata agli alloggi”
  • Riforma Corte dei Conti,  Cgil: “aumenteranno sprechi e corruzione. Governo torni indietro”
  • Istat: ancora in calo la produzione industriale a febbraio, -0,9% mensile e -2,7% annuo

10 Apr 2025

Condividi:

IN SINTESI

L’Unione europea sospende per 90 giorni le contromisure ai dazi americani su acciaio e alluminio, approvate ieri e che sarebbero scattate il 15 aprile prossimo. E’ la risposta arrivata da Bruxelles a meno di 24 ore dal dietrofront annunciato dal presidente Usa Donald Trump. “Abbiamo preso atto dell’annuncio del presidente Trump. Vogliamo dare una possibilità ai negoziati. Mentre completiamo l’adozione delle contromisure dell’Ue, che hanno ricevuto un forte sostegno da parte dei nostri Stati membri, le metteremo in attesa per 90 giorni”, ha scritto su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Ma ha subito avvertito: “se i negoziati non saranno soddisfacenti, scatteranno le nostre contromisure. Il lavoro di preparazione di ulteriori contromisure continua. Come ho già detto, tutte le opzioni rimangono sul tavolo”.  Al momento, comunque, come ha riferito un portavoce della Commissione Ue, non sono ancora in programma riunioni con le controparti Usa. “Il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto una telefonata con il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, un paio di sere fa, durante la quale hanno fatto il punto della situazione, ma è avvenuta prima dell’annuncio – sulla sospensione dei dazi – del presidente Trump”. Von der Leyen è stata impegnata in una serie di telefonate con al centro la questione della diversificazione del mercato, sentendo i premier di Nuova Zelanda e Canada. Con il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha concordato l’avvio dei negoziati per un accordo di libero scambio. Con von der Leyen è in contatto anche la premier Giorgia Meloni che prepara la visita a Washington del 17 aprile. Secondo quanto riferisce una fonte europea, a Bruxelles non c’è diffidenza verso Meloni, non si pensa che possa aprire trattative separate. Il pacchetto dei dazi è stato approvato 26 a 1, tutti consapevoli che è necessario essere uniti”.

Trump: “ci sarà un costo della transizione ma andrà tutto bene”. Sul presidente l’ombra dell’insider trading

Per i dazi “ci sarà un costo di transizione ma andrà tutto bene”. Lo ha detto il presidente Donald Trump nel corso di una riunione di gabinetto alla Casa Bianca. Parlando dei rapporti con la Cina, “mi piacerebbe ottenere un accordo”.  Ma, intanto, la Casa Bianca ha chiarito che le attuali tariffe sull’import cinese sono al 145%. I dazi reciproci sono al 125% e si aggiungono al 20% già in vigore. Per a borsa Usa è stata un’altra giornata di passione. Dopo l’impennata di mercoledì seguito all’annuncio di una pausa di 90 giorni, ieri Wall Street ha registrato un nuovo crollo. E su Trump si proietta anche l’ombra dell’insider trading  a causa del post diffuso prima di sospendere i dazi in cui affermava che era il momento di comprare. I democratici hanno attaccato chiedendo un’indagine: il presidente degli Stati Uniti è letteralmente nella più  grande manipolazione di mercato al mondo”.

 

Il Def arriva in Parlamento. Giorgetti: “sfide complesse, nel secondo trimestre possibile impatto dei dazi”

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, il Mef ha inviato alle Camere e alla Presidenza della Repubblica il Documento di finanza pubblica, così è stato ribattezzato il Def. Le audizioni sul Dfp  2025 inizieranno giovedì 17 aprile nella commissione Bilancio di Montecitorio, come ha stabilito  ieri la  conferenza dei capigruppo della Camera. L’esame del testo dovrà essere concluso in tempo utile perché il governo possa inviarlo – entro il 30 aprile – a Bruxelles. Il documento dimezza gli obiettivi di crescita per il 2025 a +0,6%  ma non contiene indicazioni né sull’impatto dei dazi né sulle spese per la difesa. Questioni che saranno al centro dell arrivano della due giorni informale dell’Ecofin al via domani a Varsavia. Il Def “illustra il notevole miglioramento della finanza pubblica nel 2024 e conferma in chiave prospettica gli obiettivi di spesa netta e di riduzione di deficit e debito enunciati nel Piano strutturale di bilancio”, scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella relazione al  Documento di Finanza Pubblica. “E’ innegabile che le prospettive economiche appaiano oggi piu’ incerte e complesse in confronto a sei mesi fa – annota – quando il Piano fu inviato al Parlamento. Dovremo rispondere alle nuove esigenze legate alla sicurezza e alla difesa e al mutamento della politica estera e commerciale della maggiore economia del mondo. Si tratta di sfide assai complesse, a cui il Governo rispondera’ salvaguardando la disciplina di bilancio, il sostegno alle famiglie e i servizi sociali”. Il Dfp dimezza gli obiettivi  di crescita del Pil nel 2025. “Anche a causa del minor trascinamento dai dati 2024, nel presente documento la crescita reale del 2025 viene rivista al ribasso di sei decimi di punto per quest’anno e di tre decimi di punto per quello successivo, rispettivamente allo 0,6 per cento e allo 0,8 per cento; vengono altresi’ analizzati scenari di rischio al ribasso”, sottolinea Giorgetti prospettando un possibile impatto a partire dal secondo trimestre dell’anno. “Gli indicatori ad alta frequenza relativi al primo trimestre di quest’anno prefigurano una ripresa della crescita del Pil e dell’occupazione. Tuttavia, a partire dal secondo trimestre, l’andamento dell’economia italiana potrebbe risentire degli annunci riguardanti i dazi imposti dagli Stati Uniti e dell’elevato grado di incertezza circa l’evoluzione delle politiche tariffarie a livello globale”. Di qui la necessità di “ adottare stime prudenziali per quanto riguarda l’andamento del Pil nei prossimi trimestri”.

“Sul fronte del commercio internazionale, l’Italia continuerà a impegnarsi a favore del libero scambio e di regole eque e condivise anche riguardo ad aiuti pubblici alle imprese e alla politica industriale”, sottolinea il titolare del Mef. “Negli ultimi decenni la specializzazione produttiva della nostra economia si è riconfigurata sotto l’effetto della concorrenza internazionale. Non è opportuno né realistico immaginare di invertire rotta – aggiunge – ma si dovrà invece rafforzare la competitività e la resilienza del sistema-Paese, migliorando le condizioni di contesto in cui le nostre imprese operano e aprendo nuove opportunità per le esportazioni e gli investimenti internazionali”. Inoltre, “guardando in avanti, a livello Ue assume potenzialmente una grande rilevanza l’annuncio della Commissione europea in tema di difesa, il cosiddetto piano Defence Readiness 2030. Quest’ultimo consta di diversi pilastri, tra cui la proposta di attivare la clausola di salvaguardia nazionale per poter scorporare la spesa in difesa nel periodo 2025-2028 dal calcolo dell’indicatore di spesa netta. A tale riguardo, il governo sta effettuando le opportune valutazioni nell’ambito della difesa comune europea e degli impegni presi a livello dell’Alleanza Atlantica. Ciò premesso, sono già stati ribaditi con forza il ruolo centrale della sostenibilità della finanza pubblica e la determinazione della necessità di salvaguardare le voci di spesa maggiormente orientate alla crescita e al benessere economico e sociale degli italiani”

 

Acqua: presentato il primo stralcio del Pniissi, primi inteverventi per 1 miliardo di euro

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha presieduto oggi in videoconferenza la riunione della Cabina di regia per la crisi idrica. Durante l’incontro, è stato presentato il primo stralcio della programmazione prevista dal Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico (PNIISSI), sentiti gli altri ministeri, che sarà successivamente trasmesso alla Conferenza Unificata. Questo primo pacchetto include 66 interventi distribuiti in 19 Regioni, per un finanziamento complessivo di oltre 954 milioni di euro.Nello specifico, si tratta di 10 interventi dedicati alla sola progettazione, con uno stanziamento di circa 36 milioni di euro, e 56 interventi che comprendono sia la progettazione che la realizzazione, per un importo di oltre 917 milioni di euro. Il PNIISSI, adottato con DPCM del 17 ottobre 2024 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 2024, rappresenta uno strumento strategico di pianificazione, programmazione ed esecuzione degli interventi necessari per mitigare gli effetti della siccità. L’obiettivo primario è potenziare e adeguare le infrastrutture idriche, incrementando la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e riducendo le perdite di risorsa idrica. Il Piano ha ammesso a finanziamento 418 proposte per un valore di circa 12 miliardi di euro, integrando inoltre 565 interventi già programmati e finanziati dal MIT per un importo di circa 5 miliardi di euro. Nel corso della riunione è intervenuto anche il Commissario Straordinario Nazionale, Nicola Dell’Acqua, per relazionare sulle attività. “Il ministro Salvini – riferisce il Mit –  sta seguendo con particolare attenzione questo dossier, per quanto di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, focalizzandosi sulla realizzazione di interventi strategici sia per la tutela della risorsa idrica e la riduzione della dispersione che per la sicurezza delle infrastrutture e dei territori. Si tratta di risposte concrete ai territori con interventi per circa 1 miliardo di euro”.

 

Casa, Ribera: “istituita task force della Commissione Ue dedicata agli alloggi”

“Il Piano per gli alloggi accessibili fornirà un orientamento e sostegno per le riforme e la cooperazione. E’ stata istituita una Task Force dedicata per gli alloggi per coordinare gli sforzi nella Commissione”. Lo ha detto Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea con delega alla Transizione pulita, audita dalla commissione Occupazione (Empl) del Parlamento Ue.

Clean Industrial Deal, Ribera: “è possibile tagliare le emissioni e aumentare il Pil”

In riferimento al Clean Industrial Deal, “è ovvio che intendo lavorare con le imprese e con gli imprenditori. Abbiamo capito che è possibile abbassare le emissioni e allo stesso tempo aumentare il Pil, e questo lo abbiamo dimostrato. Questo è l’unico modo per contare su imprese sostenibili, e le imprese lo sanno. Sono le imprese a chiedere un quadro normativo adeguato”. Lo ha detto Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea con delega alla Transizione pulita, audita dalla commissione Occupazione (Empl) del Parlamento Ue.

L’agrivoltaico elevato vale 11,8 miliardi di euro e 19.000 occupati al 2030

Al 2030 saranno 7,75 i GW di agrivoltaico avanzato ed elevato installati in Italia. Numeri che valgono 11,8 miliardi di euro di benefici per il sistema Italia con addetti stabili aggiuntivi pari a 19.000 unità. È quanto emerso dallo studio presentato durante il convegno “Agrivoltaico sostenibile: verso il valore condiviso” svolto nell’ambito dell’evento annuale dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS). Il convegno, che si è tenuto ieri nell’Aula Magna del Centro Congressi Federico II, ha accolto riflessioni trasversali facendo dialogare il mondo della cultura con quello del paesaggio, dell’agronomia e della tecnologia alla ricerca di nuovi orientamenti per un futuro desiderabile dei sistemi agrivoltaici. Bruno Discepolo, Assessore al Governo del Territorio e all’Urbanistica della Regione Campania, eYettuando i saluti istituzionali ha esplicitato le due questioni fondamentali che la Regione sta aYrontando in relazione all’agrivoltaico: regolativa e tecnologica. In tale direzione, ha spiegato Discepolo, “stiamo redigendo il nuovo piano paesaggistico e lavorando alla legge regionale sulle aree idonee”.

Successivamente, a partire dal keynote speech di Raul Pantaleo, co-founder di TAM Associati, sull’esperienza del fotovoltaico come strumento di democrazia e bellezza in Paesi politicamente fragili, e seguendo un filo che collega economia, tecnologia, società e bellezza, le relazioni hanno messo in luce i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce dell’agrivoltaico. Alessandro Marangoni, CEO di Althesys Strategic Consultants, ha presentato alcune anticipazioni dello studio “L’agrivoltaico crea valore condiviso con il territorio”. Dalla ricerca, ha spiegato Marangoni, è emerso che “L’agrivoltaico può portare molteplici benefici: investimenti energetici e agricoli, benefici ambientali significativi in termini di riduzioni e risparmio idrico, recupero di coltivazioni e prodotti che altrimenti rischiavano di andare perduti, oltre che produzione elettrica”. L’analisi che sta venendo condotta per conto di AIAS si concentra sull’agrivoltaico elevato in Italia.

Nello scenario delineato dall’indagine sono 7,75 i gigawatt di agrivoltaico avanzato PNRR ed elevato che saranno operativi nel nostro Paese al 2030. Nel dettaglio il dato è composto da: 1,55 GW di impianti assegnati al bando PNRR, 600 MW di installazioni stimate al 2024 (≃ 10% elevato), 650 MW stimati derivanti dalla riapertura del bando PNRR, 60 MW di agrivoltaico elevato approvato post Linee Guida MASE e 5,5 GW di progetti di agrivoltaico elevato con richiesta di autorizzazione. Una stima che si inserisce in richieste complessive di autorizzazione per progetti dichiarati agrivoltaici per 53 GW a fronte di un divario da colmare rispetto al target PNIEC al 2030 di 42 GW. I benefici economici per il sistema Italia sono stimati in 11,8 miliardi di euro e comprendono il valore aggiunto generato in ogni settore (≃6,6 miliardi €), l’eYetto leva sull’indotto nel resto dell’economia del Paese (≃2,9 miliardi €) e i benefici ambientali (≃2,3 miliardi €). Gli addetti stabili (occupati per 10 anni) aggiuntivi per il sistema economico sono stimabili in ≃19.000 unità. Le ricadute per il settore agricolo risultano nettamente positive: 1,7 miliardi di euro attualizzati e 4,6 miliardi cumulati in 35 anni (da 2025 al 2058). Inoltre, l’LCOE “netto” dell’agrivoltaico elevato, considerando quindi le esternalità positive apportate dai sistemi, si attesterebbe nel range 48,3-57,2 €/MWh a confronto di un LCOE fotovoltaico nella fascia 52,8-65 €/MWh. Nell’ottica di valorizzare i progetti che rispettano canoni di sostenibilità ambientale, sociale ed Economica AIAS ha recentemente annunciato la nascita della Certificazione agrivoltaico sostenibile (AS) in collaborazione con RINA.

Rinnovabili, l’Ue prevede capacità installata record nel 2025 ma gli stakeholder lanciano l’allarme

Quest’anno i paesi dell’Unione Europea installeranno una quantità record di capacità di energia rinnovabile, anche se alcuni stakeholder di settore hanno avvertito che i tagli governativi potrebbero ostacolare la crescita. Secondo le proiezioni della Commissione condivise con Reuters, si prevede che i paesi dell’UE aggiungeranno 89 gigawatt di nuova capacità di energia rinnovabile nel 2025, 70 GW di energia solare e 19 GW di energia eolica.

Si tratterebbe di un record per l’installazione annuale sia di energia eolica che solare. L’UE ha installato 65,5 GW di nuova capacità solare nel 2024 e 12,9 GW di capacità eolica. Per consentire all’Unione Europea di raggiungere i propri obiettivi climatici e di sostituire parte del consumo di gas, è necessaria una rapida diffusione delle energie rinnovabili e l’obiettivo dell’Unione di eliminare gradualmente le importazioni di gas russo entro il 2027.

Tuttavia, le aziende del settore delle rinnovabili si trovano ad affrontare difficoltà, tra cui ritardi di anni nel ricevere i permessi. L’associazione di categoria SolarPower Europe ha dichiarato che potrebbe rivedere al ribasso le sue proiezioni per il 2025, dopo che a febbraio la Francia ha illustrato i piani per ridurre il sostegno alla tariffa incentivante per i pannelli solari sui tetti.

La crescita degli impianti solari in Europa è crollata al 4% lo scorso anno, dopo un balzo di oltre il 50% registrato l’anno precedente. L’UE deve installare circa 70 GW di nuova capacità solare ogni anno per raggiungere i suoi obiettivi verdi per il 2030.

Anche Orsted, uno dei principali sviluppatori di energia eolica, ha lanciato l’allarme: il settore in Europa sta lottando contro costi più elevati e interruzioni della catena di approvvigionamento.

A febbraio, il gruppo industriale WindEurope aveva dichiarato di aspettarsi per quest’anno aggiunte per 17,4 GW di nuova capacità eolica, con un incremento del 35% rispetto alle nuove installazioni dell’anno scorso.

 

Riforma Corte dei Conti,  Cgil: “aumenteranno sprechi e corruzione. Governo torni indietro”

“Con l’approvazione ieri alla Camera della proposta di legge di riforma della Corte dei Conti e del danno erariale, si svuota di poteri la magistratura contabile e si fornisce un vero e proprio salvacondotto a funzionari e amministratori per un uso improprio di risorse pubbliche, a partire dall’affidamento degli appalti ad amici degli amici. Dopo aver di fatto abolito il reato di ‘abuso di ufficio’ oggi il Governo chiude il cerchio a danno di lavoratori, imprese e cittadini, aprendo anche un ulteriore fronte con l’Europa viste la provenienza delle risorse del Pnrr o dei Fondi di Coesione. Il Governo fa il forte con i deboli, come dimostra il Decreto Sicurezza, rendendo illegali cortei e proteste, ma si guarda bene dal contrastare consorterie criminali, corruttori sistematici e grandi interessi economici, depotenziando l’ indipendenza ed efficacia della magistratura. Tornino indietro subito, aprendo un confronto serrato con le principali forze sociali e soprattutto coinvolgendo gli stessi magistrati contabili che da tempo avanzano controproposte precise e puntuali”. Così denunciano, in una nota, Lara Ghiglione segretaria confederale Cgil e Alessandro Genovesi, responsabile appalti della Cgil Nazionale. Per i due dirigenti sindacali: “Con il meccanismo del silenzio assenso sul controllo preventivo di fatto si renderà la stessa Corte dei Conti corresponsabile di eventuali malversazioni con uno scudo per tutti gli atti e comportamenti illeciti non verificati entro quei termini. Inoltre, con l’introduzione di un tetto dell’ammontare del risarcimento dovuto, che non potrà andare oltre il 30% del danno economico provocato o comunque oltre le due annualità di retribuzione, si sta di fatto rendendo conveniente violare la legge anche da un punto di vista economico, come hanno ricordato gli stessi magistrati contabili per cui l’introduzione di tetti irrisori alla risarcibilità del danno erariale innescherà processi di deresponsabilizzazione di chi gestisce risorse pubbliche, ricoprendo ruoli di rilievo ed esercitando rilevanti poteri pubblici per il bene della collettività”.

“In un momento in cui ogni euro pubblico è prezioso per garantire quegli interventi su politiche infrastrutturali, industriali, sociali in grado di rilanciare l’economia, l’occupazione e il benessere del Paese, la scelta del Governo – aggiungono Ghiglione e Genovesi – è quella di favorire spechi, corruzione, possibili voti di scambio, rendendo ancora più condizionabili i tanti dirigenti pubblici e alterando per di più la stessa libera concorrenza tra le imprese”.

“Ricordiamo, infatti, che oggi oltre l’80% degli appalti pubblici, Pnrr compreso, per un valore complessivo di circa 250 miliardi di euro, viene oggi assegnato senza gara, ma con affidamenti diretti o a inviti selezionati. Sarebbe stato e sarebbe buon senso aumentare le forme di controllo e di responsabilità, mutuare le buone pratiche di verifica anche in corso di pre-assegnazione o agire su standard di conformità e linee guida omogenee, come si fa in altri Paesi, rafforzando la stessa magistratura contabile, anche da un punto di vista tecnologico e di risorse umane, non fare l’esatto opposto. Per questo – concludono Ghiglione e Genovesi – facciamo appello a tutte le forze politiche in Senato perché la legge non venga approvata e si apra un confronto volto a salvaguardare gli interessi generali della collettività, contro ogni rischio di spreco, corruzione, ulteriori possibili infiltrazioni criminali”.

Istat: ancora in calo la produzione industriale a febbraio, -0,9% mensile e -2,7% annuo

Produzione industriale sempre in picchiata. Lo scorso mese di febbraio ha segnato il 25mo calo consecutivo su base annua, confermando la lunga fase di flessione. Secondo quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dall’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,9% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il livello della produzione diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti.  L’indice destagionalizzato aumenta su base mensile solo per l’energia (+4,0%); mentre si osservano flessioni per i beni strumentali (-3,3%), i beni intermedi (-2,0%) e i beni di consumo (-1,9%).  Al netto degli effetti di calendario, a febbraio 2025 l’indice generale diminuisce in termini tendenziali del 2,7% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 21 di febbraio 2024). Si registra una crescita esclusivamente per l’energia (+7,6%); al contrario, diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali (- 9,8%), i beni intermedi (-4,6%) e i beni di consumo (-2,0%). I soli settori di attività economica che presentano incrementi tendenziali sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+19,4%), l’industria del legno, della carta e stampa (+3,4%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+1,6%). Nei rimanenti comparti, le flessioni più ampie si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,9%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%). “La produzione industriale è ormai in caduta libera: 25 mesi ininterrotti di calo, con una perdita che sfiora su base annua il 5%, fotografano una crisi profonda delle nostre attività manifatturiere, con picchi del 14,1% nella fabbricazione di mezzi di trasporto e del 9,7 in quella dei macchinari, del 12,9% nel tessile, del 12% nel settore coke e prodotti petroliferi raffinati e del 7,5% nella metallurgia. Un vero e proprio disastro del quale sono unici responsabili il Governo e il Ministro Urso, incapaci, dopo ben due anni e mezzo di guida del Paese, di dispiegare una benché minima idea credibile di politica industriale per il Paese”, attacca il  segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.  “Un’incapacità – prosegue il dirigente sindacale – che è già costata troppo alla manifattura italiana, oltre 40 miliardi di mancati ricavi da gennaio 2024 ad oggi secondo Prometeia – Intesa San Paolo: un dato non lontano dal valore complessivo dell’export verso gli Usa (66 mld di euro) e che sostanzialmente coincide con il surplus commerciale (43 mld di euro). La Presidente Meloni e il Ministro Urso hanno collezionato disastri – ribadisce- mettendo in crisi uno dei tessuti industriali più forti al mondo, desertificando intere filiere produttive e scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori costi e povertà, con un’esplosione senza precedenti degli ammortizzatori sociali nei settori industriali, +47,5% nel 2024 rispetto al 2023, e con la riduzione delle ore complessivamente lavorate, -0,7%. È tempo di trarne le debite conseguenze”.

Lavoro: 460mila entrate previste dalle imprese ad aprile (+3% rispetto a 12 mesi fa), nelle costruzioni la più alta percentuale di mismatch

Sono 460mila le entrate programmate dalle imprese ad aprile e 1,5 milioni per il trimestre aprile-giugno, con un incremento della domanda di lavoro di oltre 13mila unità rispetto ad aprile 2024 (+3,0%) e di circa 29mila unità sul corrispondente trimestre (+1,9%). Stabili le previsioni delle imprese dell’industria (+0,3% sul mese e +0,2% sul trimestre), grazie al contributo delle imprese delle costruzioni (+4,6% nel mese e +3,3% nel trimestre), che compensano l’incertezza del manifatturiero (-2,0% sul mese e -1,5% sul trimestre). Positive invece le aspettative delle imprese dei servizi (+4,0% nel mese e +2,5% nel trimestre), per via delle dinamiche che si registrano nei settori dei servizi alle persone (+13,0% nel mese e +6,4% nel trimestre) e dei servizi operativi (+11,0% nel mese e +8,8% nel trimestre). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di aprile.
L’industria nel suo complesso programma 122mila entrate nel mese e circa 395mila nel trimestre. Ad aprile, il manifatturiero è alla ricerca di 77mila lavoratori che salgono a 247mila nel trimestre. Ad offrire le maggiori opportunità lavorative sono la meccatronica (19mila contratti da attivare nel mese e circa 57mila nel trimestre), la metallurgia (14mila nel mese e 45mila nel trimestre), l’agroalimentare (13mila nel mese e 43mila nel trimestre). Il comparto delle costruzioni programma per il mese 45mila entrate che salgono a 148mila nel trimestre. Bene anche i servizi che, dal canto loro, sono alla ricerca di 338mila lavoratori nel mese e di 1,1 milioni entro giugno. È la filiera turistica con 112mila lavoratori ricercati nel mese e 397mila nel trimestre a offrire le maggiori opportunità di lavoro. Molteplici anche le richieste del comparto del commercio (64mila contratti nel mese e 217mila entro giugno) e dei servizi alle persone (51mila nel mese e 184mila nel trimestre).

Stabile al 47,8% il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, con oltre 219mila profili professionali di difficile reperimento soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte (31,3%, in aumento di 0,9 p.p. rispetto a un anno fa). A risentire maggiormente del mismatch sono le costruzioni (62,1% dei profili ricercati dalle impese è di difficile reperimento), meccatronica (59,5%), metallurgia (59,4%) e legno-mobile (57,4%). Tra i profili di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni segnala per le professioni intellettuali gli ingegneri (58,4%) e gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (51,7%). Tra i tecnici si registrano elevati livelli di mismatch per i tecnici in campo ingegneristico (68,6%), i tecnici della gestione dei processi produttivi (65,4%) e i tecnici della salute (64,7%). Per gli operai specializzati il Borsino segnala i fabbri ferrai costruttori di utensili (70,5%), gli operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (69,1%) e i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori (68,5%), quali figure professionali di difficile reperimento. Anche ad aprile, il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato (272mila pari al 59,3% delle entrate programmate), seguiti dai contratti a tempo indeterminato (88mila pari al 19,2). La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a immigrati si attesta al 19,0% delle entrate complessive. Dichiarano che ricorreranno maggiormente a manodopera straniera le imprese dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (34,2%), costruzioni (25,5%) e dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (25,1%). Le imprese sono anche alla ricerca di circa 136mila giovani “under 30” che rappresentano il 30%
degli ingressi programmati per aprile. Le maggiori opportunità di impiego per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (il 49,0% delle assunzioni programmate sarà coperto da giovani), dai servizi informatici e delle telecomunicazioni (42,4%), dai servizi dei media e della comunicazione (40,6%), commercio (40,3%) e dalle industrie della carta (36,9%). La stagionalità del settore turistico favorisce una più elevata crescita delle assunzioni per il Sud e Isole (+14mila nel mese e +38mila nel trimestre) seguite dal Centro (+4mila nel mese e +13mila nel trimestre).

Bombardieri (Uil) :”contrari all’utilizzo di 11 miliardi del Fondo Coesione ad altri fini, sull’uso dei 14 miliardi del Pnrr servono garanzie su occupazione”

Il piano da 25 miliardi di sostegno alle imprese, annunciato dal Governo, “merita un’attenta valutazione. In particolare, riteniamo potenzialmente utile la quota di 14 miliardi derivanti dalla revisione del Pnrr, ma solo a condizione che le imprese beneficiarie si impegnino a non licenziare e a mantenere gli attuali livelli occupazionali. Senza condizionalità precise, esiste il rischio concreto che le risorse pubbliche finiscano per essere assorbite da soggetti che non restituiscono nulla alla collettività, e che a rimetterci sia ancora una volta l’Italia che lavora duramente”. Lo scrive il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, in una lettera inviata alla premier, Giorgia Meloni. “Non ci trova invece d’accordo, ed esprimiamo forte preoccupazione, l’ipotesi di destinare gli 11 miliardi delle politiche di coesione europee ad altri fini. Togliere fondi vitali alle aree più fragili, in particolare al Mezzogiorno – già colpito dalla riduzione della “decontribuzione Sud” – significa aumentare le diseguaglianze anche generazionali e di genere, complicare la ricerca di un lavoro per tante persone e condannare intere regioni a un progressivo impoverimento abdicando ai principi della coesione stessa”, avverte Bombardieri. “Non possiamo condividere, in linea di principio, neppure l’ipotesi di utilizzo delle risorse del Fondo europeo per il clima, destinate a tutelare i lavoratori colpiti dalla transizione ecologica. Ricordiamo che, ai sensi dell’articolo 5 del Regolamento 2023/955, tali fondi devono essere oggetto di confronto con sindacati e parti sociali. Il Governo, entro il 30 giugno, è tenuto a presentare un piano alla Commissione Europea, e la UIL è pronta a partecipare responsabilmente a questo percorso”, scrive ancora il leader della Uil, che rinnova l’invito a Meloni a convocare con urgenza le parti sociali approfittando della momentanea tregua internazionale.

Polo Logistica Fs, partono i collegamenti per trasportare con modalità ‘tutto treno’ le nuove metro di Roma

Mercitalia Rail, società del Polo Logistica del Gruppo FS, ha avviato i collegamenti per il trasporto in modalità “tutto treno” dei nuovi mezzi destinati alla Metro di Roma. Il primo convoglio è arrivato a destinazione nella Capitale. I treni sono prodotti da Hitachi Rail nello stabilimento di Reggio Calabria e verranno utilizzati da ATAC per le linee B della Capitale. I mezzi dal capoluogo calabro raggiungono direttamente su ferro il deposito ATAC di Magliana Nord grazie all’utilizzo dell’infrastruttura nazionale di RFI fino a Roma Ostiense, da dove si immette sulla linea Roma-Lido gestita da ASTRAL. Questa modalità permette di evitare l’utilizzo dei camion per il trasporto di ultimo miglio, eliminando la circolazione di 138 mezzi pesanti per le strade della Capitale e permettendo di non dover scomporre e ricomporre la metropolitana. “Siamo orgogliosi di rinnovare la collaborazione con un player così importante come Hitachi Rail per il trasporto delle sue Metropolitane nelle principali città italiane” ha dichiarato Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics. “Grazie alla grande sinergia con tutti gli attori coinvolti, siamo riusciti a mettere in campo una modalità di trasporto door-to-door interamente su ferro che abbatte le emissioni ed evita la circolazione dei tir nei tratti urbani della capitale. Una gestione efficiente, innovativa e sostenibile per ridurre l’impatto ambientale e sociale sui romani e sui tanti turisti che visiteranno la Capitale in questo anno giubilare”. La commessa prevede oltre 20 viaggi dal capoluogo calabrese per trasferire altrettanti treni, con un risparmio di CO2 di 215 tonnellate rispetto al trasporto su camion. Ogni convoglio trasportato è composto da 6 casse e due carri scudo, ha una lunghezza di circa 134 metri e un peso di circa 210 tonnellate. I servizi fanno parte di una gara aggiudicata da Hitachi Rail a Mercitalia Rail nei mesi scorsi che consolida la sua leadership nel settore dei trasporti ferroviari eccezionali e speciali.

 

Incidenti sul lavoro: un operaio muore sulla Tangenziale Bologna. Feneal: “è un’escalation che non sembra avere fine”

Ancora morti sul lavoro.  Un operaio di 60 anni è deceduto dopo essere stato investito da un furgone ieri mattina sulla tangenziale di Bologna. Altri due lavoratori sono rimasti feriti. “Sono già 5 gli incidenti mortali verificatisi sulla rete autostradale quest’anno”, sottolinea la FenealUil Nazionale. “Siamo addolorati dalla notizia dell’ennesima vittima sul lavoro e siamo vicini ai familiari degli operai coinvolti. Un’escalation che sembra non avere mai fine ed una problematica, quella della sicurezza nei cantieri autostradali, che non può essere risolta solo dalle concessionarie ma che necessita di un intervento immediato da parte dei Ministeri competenti per individuare soluzioni efficaci ad arginare questa strage. Proprio per questi motivi – prosegue la nota – e per esprimere tutta la nostra indignazione, insieme con i sindacati dei trasporti, chiederemo unitariamente nelle prossime ore un incontro urgente al Ministro dei Trasporti e al Ministro degli Interni. Perché occorre intervenire con misure strutturali, coinvolgendo, ad esempio, anche le forze di polizia stradale nei cantieri e consentendo alle concessionarie di intervenire nei confronti dell’utenza facendo rispettare le limitazioni previste in presenza di cantieri. Il governo deve fare di tutto per garantire la sicurezza e l’incolumità di questi lavoratori che ricordiamolo – conclude la nota – sono lì per garantire anche la nostra sicurezza sulle strade ma non di certo a costo della propria vita.”

Dogane: Adm e Gdf firmano una dichiarazione d’intenti con la Tunisia

Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, hanno sottoscritto una dichiarazione di intenti con Mohammed Hedi Safer, direttore delle Dogane tunisine. Con la sottoscrizione di questo documento, avvenuta alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, si formalizza il programma di attività bilaterali tra l’Agenzia e la Guardia di Finanza, da un lato, e l’Amministrazione doganale della Tunisia, dall’altro. La collaborazione doganale si articola in diverse attività operative, volte a condividere competenze tecniche e best practices e a pianificare visite studio – una delle quali organizzata presso la Scuola di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza – per la formazione dei funzionari doganali tunisini, sulle procedure per l’accertamento delle violazioni doganali e sulle metodologie applicate dai laboratori chimici dell’Adm.
La dichiarazione d’intenti è il risultato di un impegno condiviso e segna un momento significativo nel percorso di cooperazione tra le Autorità doganali del nostro Paese e quelle tunisine. Con la Tunisia, infatti, l’Italia ha sviluppato consolidati rapporti economici nel quadro di un partenariato a 360 gradi, sempre più solido e orientato al futuro. Il nostro Paese è presente sul territorio tunisino con oltre 900 imprese e, in questo contesto, le Amministrazioni doganali svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare fluidità e sicurezza nei traffici commerciali, nel garantire la legalità e contrastare le frodi, favorendo, quindi, il commercio legittimo, la stabilità e lo sviluppo economico di entrambi i Paesi. In tale contesto, si sta realizzando il cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa del Governo, un ampio e articolato piano di cooperazione economico-finanziaria, che coinvolge i settori pubblici e privati allo scopo di attrarre investimenti preziosi nel continente africano.

Plenitude e Aspi firmano un Power Purchase Agreement per 10 anni

Plenitude ha firmato con Autostrade per l’Italia un Power Purchase Agreement della durata di 10 anni per la vendita dell’intera produzione di un impianto eolico di proprietà di Plenitude situato nel Comune di Banzi (Basilicata). L’impianto ha una capacità pari a 16 MW e una produzione di energia elettrica stimata in circa 390 GWh sull’intero periodo. L’accordo prevede anche l’acquisto, da parte di Autostrade per l’Italia, delle garanzie di origine relative all’intera produzione dell’impianto, contribuendo così alla decarbonizzazione dei consumi di Autostrade per l’Italia. “Siamo felici di annunciare la sottoscrizione di un Power Purchase Agreement con Autostrade per l’Italia. Questo accordo non solo conferma il ruolo di Plenitude come partner di riferimento per la stipula di Corporate PPA di lungo termine, ma rafforza anche il nostro impegno nell’accompagnare primarie aziende italiane nel loro percorso verso la transizione energetica”, ha dichiarato Alessandro Della Zoppa, Head of Renewables di Plenitude. Plenitude è una Società controllata da Eni che integra la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la vendita di energia e soluzioni energetiche a famiglie e imprese e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda ha l’obiettivo di raggiungere 10 GW di capacità rinnovabile installata al 2028 e oltre 15 GW al 2030.

Nasce la jv Fincantieri Ingenium, con Accenture accelera la digitalizzazione nelle crociere, difesa e infrastrutture portuali

Fincantieri  e Accenture firmano un accordo per la costituzione in joint-venture di Fincantieri Ingenium. La nuova società – partecipata al 70% da Fincantieri NexTech, controllata del Gruppo Fincantieri, e al 30% da Accenture – nasce dal Protocollo d’Intesa siglato nel luglio 2024 e combina la competenza tecnologica di Fincantieri in ambito navale con le avanzate competenze digitali di Accenture. Il progetto è soggetto alle consuete condizioni sospensive legate agli aspetti regolatori. Fincantieri Ingenium nasce per accelerare la trasformazione digitale nei settori crocieristico, della difesa e delle infrastrutture portuali e riveste un ruolo chiave nell’implementazione della strategia prevista dal piano industriale del Gruppo Fincantieri. L’obiettivo è quello di potenziare l’offerta di servizi e sistemi digitali basati sulle più moderne tecnologie – tra cui l’Intelligenza Artificiale – ottimizzando l’intera filiera attraverso l’utilizzo dei dati e la trasformazione dei processi. Fincantieri Ingenium permetterà di combinare la vasta esperienza di Accenture in ambito piattaforme digitali, intelligenza artificiale, connettività e IoT, cybersecurity e service design con la competenza tecnologica specifica di Fincantieri in ambito navale e della difesa. Attraverso questa combinazione, la joint-venture permetterà lo sviluppo di nuove capacità tecnologiche e competenze nonché di attrarre e formare nuovi talenti. Tra le prime iniziative strategiche della nuova società c’è lo sviluppo di Navis Sapiens, l’ecosistema digitale pensato per le navi di nuova generazione e per l’upgrade della flotta esistente. Il progetto si articola su tre dimensioni: lo sviluppo di un portafoglio di servizi applicativi per ottimizzare l’efficienza operativa e la gestione del ciclo di vita delle navi e delle infrastrutture di terra; la creazione di una piattaforma digitale in grado di abilitare l’utilizzo degli applicativi ed abilitare funzionalità avanzate basate sull’intelligenza artificiale, garantendo sicurezza informatica e, infine, un marketplace per creare una piattaforma di scambio di soluzioni, anche di terze parti, con l’obiettivo di offrire servizi ad alto valore aggiunto e abilitare nuovi modelli di business per l’intero ecosistema marittimo. La prima nave equipaggiata con Navis Sapiens entrerà in servizio entro la fine del 2025. In maniera sinergica rispetto a Navis Sapiens, si prevede inoltre il potenziamento della connettività e dello scambio di dati in tempo reale tra le navi e l’ecosistema terrestre – inclusi porti e cantieri – attraverso una soluzione di interoperabilità mare-terra mirata ad aumentare l’efficienza inter-funzionale dei processi. Questo progetto permetterà, tra l’altro, di rafforzare la competitività dei porti italiani, migliorando l’efficienza lungo l’intera catena del valore, sia marittima che terrestre, e le performance delle operazioni portuali. Tutte le iniziative verranno promosse con la sostenibilità come pilastro fondamentale. I sistemi sviluppati mirano infatti a ridurre l’impatto ambientale attraverso l’ottimizzazione energetica guidata dai dati che permetterà anche il supporto agli armatori nella riduzione dei consumi. Le iniziative avviate e quelle che saranno lanciate in futuro genereranno valore significativo per Fincantieri, per l’ecosistema marittimo nazionale e per il Paese, ed avranno un impatto positivo su scala mondiale.

“Con Fincantieri Ingenium si rafforza la nostra posizione di leadership nell’innovazione tecnologica applicata alla cantieristica e all’industria navalmeccanica. Questa joint venture rappresenta un passo strategico per accelerare la digitalizzazione del settore, facendo leva sull’intelligenza artificiale e sulle tecnologie più avanzate. Grazie alla sinergia con Accenture, svilupperemo soluzioni all’avanguardia che renderanno le nostre navi e infrastrutture sempre più connesse, efficienti e sostenibili, consolidando il ruolo di Fincantieri come leader globale nel settore”, dichiara l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero.  “Siamo entusiasti di questa joint venture con Fincantieri, che rappresenta un importante passo avanti nell’innovazione del settore marittimo e un esempio concreto di collaborazione tra due realtà impegnate a trasformare il mercato e creare nuovo valore. Con Fincantieri Ingenium, uniamo le rispettive eccellenze per plasmare nuove modalità operative che trasformeranno le operazioni marittime facendo leva sulle tecnologie di frontiera”, commenta Teodoro Lio, ad di Accenture Italia.

 

Idrogeno in rete in piena sicurezza, è Bureau Veritas il primo a certificarlo

Idrogeno come energia del futuro, ma come trasportarlo in condizioni di sicurezza? La risposta a questo quesito dal quale dipendono le reali possibilità di sviluppo delle energie e dei combustibili alternativi, arriva da Bureau Veritas Italia che per primo ha rilasciato un certificato di approvazione di tipo; si tratta di un importante riconoscimento della conformità del prodotto agli standard di sicurezza e affidabilità richiesti per l’utilizzo nelle infrastrutture di trasporto dell’idrogeno. E in questo trasporto il giunto dielettrico svolge un ruolo cruciale nell’isolamento elettrico delle pipeline, proteggendolo da correnti vaganti che potrebbero causare corrosione e garantendo l’integrità del sistema. L’emissione di questo certificato da parte di Bureau Veritas Italia rappresenta un passo significativo nello sviluppo di soluzioni tecnologiche sicure e affidabili per una filiera energetica emergente e ciò contribuirà a promuovere l’adozione di questo vettore energetico supportando gli sforzi di transizione verso fonti più sostenibili e quindi in direzione di una effettiva decarbonizzazione.

Per Giorgia Ferraris, Industry & Mobility Director di Bureau Veritas Italia che in occasione dell’OMC tenutosi il 9 aprile, ha consegnato il certificato a Cataldo Ruppi, ceo di Alfa Engineering, “questa certificazione è un tassello fondamentale per sviluppare in sicurezza le reti idrogeno. Bureau Veritas è in prima linea nella assurance dei prodotti e delle nuove tecnologie a supporto dell’energy transition. Il valore aggiunto di Bureau Veritas risiede nelle competenze che derivano dall’esperienza nel mondo Oil&Gas, dalla profonda conoscenza normativa e dalle conoscenze specifiche dei materiali metallici e non e delle saldature specifiche per l’idrogeno”. “Il percorso che ci ha portato a questo importante passo in avanti non è stato semplice – dichiara Ruppi –  “al contrario, l’obiettivo è stato raggiunto solo dopo numerosi confronti tecnici e test di laboratorio. Lo scorso 29 novembre abbiamo fatto il punto sull’idrogeno durante una giornata studio che ha coinvolto molti player nazionali ed internazionali. In quell’occasione, Simone Mausoli di Bureau Veritas anticipava con orgoglio che questo traguardo sarebbe stato prossimo: oggi lo stiamo coronando con molta soddisfazione di Alfa Engineering e Bureau Veritas. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione, che si traduce oggi nella consegna di questa certificazione di prodotto: un goal della qualità Made in Italy”.

Nucleare, Pichetto e Urso: “bene approvazione nuovo Ipcei, l’Italia al centro di progetti strategici europei sulle tecnologie nucleari innovative”

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, accolgono con grande soddisfazione la comunicazione della Commissione Europea relativa all’approvazione di un nuovo Ipcei (Important Project of Common European Interest) dedicato alle tecnologie nucleari innovative. L’approvazione dell’Ipcei nucleare, che entrerà subitonella fase di design dei progetti, rappresenta un riconoscimento del valore strategico del nucleare a livello europeo. L’Italia ha fornito il proprio pieno sostegno all’iniziativa, sottoscrivendo la endorsement letter sul nucleare, insieme ad altri 12 Paesi europei, a conferma della vitalità di una filiera industriale nazionale che, insieme alla ricerca e all’accademia, è rimasta attiva e competitiva negli ultimi quarant’anni, nonostante l’assenza di produzione di energia da fonte nucleare sul territorio nazionale. Questo importante risultato è frutto di un intenso lavoro di collaborazione tra il Mase e il Mimit, con il determinante supporto dalla Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (Pnns), istituita presso il Mase, che ha pubblicato lo scorso 4 aprile i risultati di un anno di intenso lavoro collaborativo tra i più importanti stakeholder nazionale sul nucleare. I due ministeri evidenziano che, per la prima volta dall’istituzione degli Ipcei, all’Italia è stato riconosciuto il ruolo di penholder (coordinatore) a livello europeo, in particolare per le tecnologie di fusione nucleare. Il nostro Paese ha però dato un contributo ugualmente determinante a livello europeo nell’ambito delle tecnologie di fissione nucleare e delle applicazioni mediche delle tecnologie nucleari. La fase di design dei progetti apre ora un percorso che richiederà un ulteriore e significativo impegno da parte dei ministeri coinvolti, in stretta sinergia con l’intero sistema industriale, accademico e della ricerca italiano. Nel momento in cui il Parlamento si appresta a confrontarsi sulla legge delega in materia di energia nucleare sostenibile, questo Ipcei rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere una filiera nazionale che opera da decenni ai più alti livelli europei e internazionali, sia nel campo della fissione nucleare che della fusione.

Il ‘Nautilus’ di Ispra tra le montagne sommerse del Mediterraneo: il robot esplora gli abissi fino a 2.000 metri

Come il leggendario Nautilus di Jules Verne, capace di spingersi nelle profondità ignote dell’oceano, Ispra ha condotto un’esplorazione senza precedenti tra le montagne sommerse del Mediterraneo. Grazie a un sofisticato ROV (Remotely Operated Vehicle) Work Class, un vero e proprio ‘veicolo robotico’ in grado di tuffarsi e operare fino a 2.000 metri di profondità, i ricercatori hanno mappato ecosistemi mai studiati prima, rivelando scenari straordinari e nuove specie nelle foreste di coralli e spugne che popolano gli abissi. “La possibilità di osservare direttamente questi ecosistemi con telecamere ad alta definizione cambia completamente la nostra prospettiva sulla vita nelle profondità marine. L’emozione di scoprire habitat, intatti, è paragonabile a quella dei primi esploratori: pensiamo di sapere cosa attenderci ma ogni immersione ci riserva, al contrario, sorprese inaspettate” spiegano i ricercatori Ispra.
Si è dunque conclusa con successo la prima campagna oceanografica, parte del progetto Pnrr Marine Ecosystem Restoration (Mer) – Intervento A14 Seamounts, dedicata alla mappatura su larga scala di 79 montagne sottomarine situate oltre le 12 miglia dalla costa italiana a una profondità compresa tra 150 e 2000 metri. A bordo di una nave oceanografica, il team di Ispra, solcando il Canale di Sicilia, ha documentato undici tra banchi (cioè strati di materiale vario) e montagne sottomarine, tra cui Alfil-Linosa III, Avventura-Pantelleria-Talbot, Bannock, Bouri, Euridice, Madrepore, Pantelleria Centrale, Pinne e Urania, Cimotoe ed Empedocle per la maggior parte mai esplorati e studiati prima, raccogliendo dati cruciali per la conservazione della biodiversità e la valutazione dei rischi geologici.

 

Confermate le 5 stelle all’aeroporto di Fiumicino, sale all’ottavo posto nella World’s To 10 Airports

L’Aeroporto di Fiumicino ha ricevuto nuovamente le 5 Stelle Skytrax, il massimo riconoscimento nel settore aeroportuale a livello mondiale, conferito già nel dicembre 2022 dall’omonima organizzazione indipendente di rating del trasporto aereo. Per la prima volta, inoltre, lo scalo romano, gestito da Aeroporti di Roma, parte del Gruppo Mundys, è entrato nella Top Ten dei Migliori Aeroporti del Mondo, direttamente all’ottavo posto, scalando quattro posizionirispetto all’anno precedente e consolidando il suo ruolo di hub di riferimento nell’intero bacino mediterraneo. L’annuncio dei riconoscimenti assegnati al Leonardo da Vinci è avvenuto ieri nel corso dell’evento “Passenger Terminal Expo 2025” a Madrid, cui hanno preso parte per Aeroporti di Roma, tra gli altri: il Chief Aviation Officer Ivan Bassato, la Chief Commercial Officer Marilena Blasi ed il Senior Vice President for Transformation &Technology Emanuele Calà. Gli elevati standard e la qualità dei servizi aeroportuali, l’efficienza operativa e il comfort offerto ai viaggiatori sono stati gli elementi che, a seguito di un approfondito audit a cura di Skytrax tenutosi tra il 19-21 marzo scorsi, hanno permesso a Fiumicino di confermarsi tra i 12 hub in tutto il mondo a vantare le 5 Stelle, al fianco di scali internazionali come Singapore, Doha, e Tokyo.

Nel corso della valutazione, sono stati attentamente esaminati 800 indicatori di performance in oltre 30 diversi ambiti, dall’ammodernamento infrastrutturale alla digitalizzazione dell’esperienza di viaggio dei passeggeri, dal miglioramento dei controlli di sicurezza fino al potenziamento dell’offerta commerciale. “La conferma delle 5 Stelle Skytrax e il nuovo riconoscimento all’aeroporto di Fiumicino, salito all’8ª posizione a livello globale, dimostrano ancora una volta il nostro costante impegno per garantire la qualità e l’eccellenza dei servizi, puntando sull’innovazione e sulla sostenibilità, ai nostri passeggeri”, ha dichiarato Marco Troncone, ceo di Aeroporti di Roma “Il nostro obiettivo è ora quello di sviluppare ulteriormente il Leonardo Da Vinci, rafforzando il ruolo di Roma nel panorama del trasporto aereo a livello mondiale, oltre che in una logica di tutela e consolidamento della competitività internazionale dell’Italia”. Per Edward Plaisted ceo di Skytrax: “l’aeroporto di Roma Fiumicino, che ha compiuto progressi evidenti negli ultimi anni, ha ampiamente meritato questo premio. A partire dagli standard della sua infrastruttura all’affidabilità dell’esperienza di viaggio che offre, lo scalo continua a stupire i viaggiatori e a rafforzare la sua posizione di leader nella propria regione. Siamo quindi lieti di poter conferire il più alto punteggio aeroportuale a 5 Stelle in riconoscimento di questo successo”.

 

Enac: “cargo aereo traino per gli scambi commerciali, serve un adeguato sviluppo infrastrutturale”

Il cargo aereo svolge un ruolo centrale quale “elemento di traino per gli scambi commerciali e per la crescita economica. Lo sviluppo del settore a livello globale deve essere affiancato, tuttavia, da misure orientate all’adeguamento infrastrutturale, all’intermodalità e alla sostenibilità, come evidenziato anche nel PNA elaborato da Enac, in fase di finalizzazione governativa”. A sottolinearlo è stato il Il direttore centrale Enac Programmazione Economica e Sviluppo Infrastrutture Claudio Eminente è intervenuto al panel “Adequate infrastructure, an essential for air cargo services”, alla sessione inaugurale del 1° Global Air Cargo Summit ICAO “Advancing the Sustainable Growth of Air Cargo”, organizzato ad Adalia, in Turchia, con il supporto del DGCA Sivil Havacilik GM. Presente anche il presidente, Pierluigi Di Palma, che ha incontrato una delegazione del DGCA Sivil Havacilik GM, guidata dal Direttore Generale Kemal Yüksek. Un proficuo confronto bilaterale che ha portato alla revisione del draft finale del Memorandum of Understanding tra le due Autorità, raggiungendo un’intesa che potrà concretizzarsi prima della stagione estiva e che favorirà i collegamenti aerei tra i due Paesi.

Assorup al Congresso Nazionale Cisl Funzione Pubblica: Ricciardi, “senza Responsabili unici si ferma lo Stato!”

Dopo la sigla del protocollo d’intesa tra le due organizzazioni, la Cisl Funzione Pubblica ha ospitato Assorup nel corso del suo Congresso Nazionale per sancire l’accordo che porterà il Sindacato ad impegnarsi sui diritti dei Rup, in quanto lavoratori, e l’Associazione a supportare la professionalizzazione dei dipendenti pubblici coinvolti nell’attività contrattuale.
Nel suo intervento il Presidente Daniele Ricciardi, dopo i ringraziamenti al Segretario Fp Maurizio Petruccioli ed al Segretario Confederale Daniela Fumarola ha dichiarato che “è finito il tempo di guardare ai dipendenti pubblici come i “fannulloni” della Pa e di additare i Rup tra i “corrotti”. L’esperienza di Assorup sta dimostrando che ci sono responsabili unici che, anche il sabato e la domenica, pensano a come gestire un adempimento complesso o risolvere un problema per realizzare servizi e infrastrutture d’interesse per la collettività. I Rup devono assumere la consapevolezza di essere il motore dell’Italia. Senza Rup si ferma lo Stato: da una piccola fornitura di dispositivi medici, ad un servizio di ristorazione collettiva per i nostri figli nelle scuole, fino alle manutenzioni delle strade o la realizzazione di grandi infrastrutture. Ecco perché è fondamentale crescere nel senso di responsabilità e pretendere formazione ed incentivi”.
Il Presidente di Assorup ha proseguito ribadendo “l’importanza dell’accordo con la Cisl per far sì che in ogni luogo di lavoro sia garantito il benessere dei lavoratori, sia in termini di strumenti adeguati per ottenere  il risultato nei contratti, sia per premiare con gli incentivi coloro che dimostrano di raggiungere il traguardo della regolare esecuzione. Assorup sarà il luogo della formazione delle competenze per gli iscritti al Sindacato e per il personale delle amministrazioni che vorranno affidarsi all’esperienza dei docenti già pronti per lanciare i corsi di formazione utile per la qualificazione delle stazioni appaltanti che partiranno ad inizio maggio. Cisl sarà l’avamposto per assicurare che nessun Rup venga nominato senza i requisiti previsti dalla legge e che sia data attuazione all’art. 45 sugli incentivi premiali e di specializzazione”.
“Occorre un patto sociale ed economico. È necessario che il mercato, che aspira al fatturato del settore (circa 488 miliardi di euro nel 2024), si apra al dialogo con i lavoratori delle Stazioni appaltanti riconoscendo la centralità del ruolo del Rup. Se è vero che lo Stato si ferma senza l’impegno dei Rup, allora è necessario che anche il Governo e le istituzioni tutte sostengano questa figura finanziando la formazione con un piano straordinario e certificando il possesso delle competenze con l’introduzione della “patente” del Rup. Ieri è stata annunciata la revisione del Def con una riduzione del 0,6 della crescita a causa dei dazi Usa. Solo il mercato interno, la domanda in forniture, servizi e lavori può sostenere l’economia in tempi così difficili. Bisogna spendere, saper spendere bene, nell’interesse dei lavoratori del settore, pubblici dipendenti ed operai”.

Maria Cristina Carlini

Argomenti

Argomenti

Accedi