LO SVILUPPO CHE CONTINUA FRA INCHIESTE, PAURE, PARALISI, NORME SALVA-MILANO ED EXTRACOSTI/ PUNTATA NUMERO 2

Tutta la rigenerazione urbana ancora viva di Milano, i progetti di eccellenza che vanno avanti e continuano a cambiare il volto della città

03 Dic 2024 di Giusy Iorlano

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Tutta la rigenerazione urbana ancora viva di Milano, i progetti di eccellenza che vanno avanti e continuano a cambiare il volto della città

Prosegue il viaggio di DiarioDiac attraverso i progetti di rigenerazione urbana in corso a Milano. Uno sviluppo che continua senza sosta nonostante diversi fermi ai box tra inchieste giudiziarie, polemiche politiche ed extracosti.

Dopo aver passato in rassegna i primi cinque progetti di eccellenza che stanno cambiando il volto della città all’ombra della Madonnina, ecco gli altri cinque cantieri, tutti già avviati, per la nuova città, sia pubblica che privata. Tutti di grandi firme dell’architettura.

Unione Zero: la rivoluzione del Nord di Milano

Uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana a Sesto San Giovanni, nelle aree delle ex acciaierie ex Falck, ha visto la posa ufficiale della prima pietra solo lo scorso 15 ottobre. E’ Unione Zero, il primo cantiere con capitali privati su un perimetro da 250mila metri quadrati, che con un investimento complessivo di 600 milioni di euro genererà un indotto sul territorio di circa 1 miliardo di euro, sarà un quartiere residenziale e commerciale all’avanguardia, capace di attrarre 800 nuovi nuclei familiari, con 700 posti letto per studenti.

I lavori appena partiti (con quasi due anni di ritardo causati dal riassetto societario di MilanoSesto, la società proprietaria delle vecchie acciaierie, che ha visto l’ingresso della cordata Coima-Redo) sono quelli per i primi tre edifici (su sei) che riguardano – in questa prima fase – spazi uffici e lo studentato. Impegni per 220 milioni. All’orizzonte si profila, comunque, un ridimensionamento del piano o la ricerca di nuove risorse che consentano di affrontare gli extracosti.

Dopo la città pubblica, con i cantieri in corso per la stazione a ponte di Renzo Piano e per la Città della Salute e della Ricerca, inizia ora anche la costruzione della nuova città privata sulle aree dismesse. Il progetto di rigenerazione, promosso da Hines in qualità di co-investitore e development manager, ha l’obiettivo, infatti, di ricucire l’area Ex Falck con il territorio del Comune di Sesto San Giovanni e della città di Milano e prevede oltre allo studentato progettato da Park Associati, anche un centro direzionale di Intesa Sanpaolo (che dovrebbe essere consegnato entro fine 2027) che si svilupperà su una superficie di 29mila metri quadrati, a cui si aggiungono 1.600 metri quadri di terrazze e giardini pensili. Qui lavoreranno oltre 4mila addetti dell’istituto di credito, che saranno collocati in una torre futurista di 17 piani, firmata dallo studio Citterio-Viel & Partners, che si occuperà anche della progettazione dell’hotel di circa 300 camere, altro edificio destinato a cambiare lo skyline di Sesto San Giovanni. E poi, ancora, residenze in edilizia convenzionata di Barreca & La Varra e realizzata da Redo Sgr; residenze libere di Scandurra Studio Architettura; una prima porzione del parco, pari a 13 ettari su 45 ettari complessivi, sviluppato da LAND.

Il prossimo step vedrà l’aggiudicazione delle opere pubbliche (soprattutto per la viabilità e la sosta del comparto), che sono andate a gara, e l’avvio dei cantieri per costruire gli edifici residenziali: in quest’ultimo caso sono ora in fase di chiusura le istruttorie tecniche.

Santa Giulia Nord: il nodo PalaItalia

Investimenti per oltre 3,5 miliardi di euro, 3.500 nuove abitazioni e un’estensione di 1,1 milioni di metri quadrati. Sono i numeri del progetto, sviluppato da Mario Cucinella Architects, che ridisegnerà il volto di Milano Santa Giulia, il quartiere in zona sud-est vicino a Rogoredo, il cui masterplan è stato presentato dall’investitore australiano Lendlease lo scorso aprile.

Uno dei “tasselli perimetrali” del nuovo quartiere milanese di Santa Giulia è il PalaItalia, l’arena da 16mila posti, progettata da David Chipperfield Architects e Arup per le gare di hockey su ghiaccio di Milano-Cortina 2026 (successivamente ospiterà anche concerti ed eventi di intrattenimento), dovrebbe vedere la fine dei lavori per dicembre 2025. Un’opera da 176 milioni di euro di costo iniziale, a cui si sono aggiunti tra i 70 e i 90 milioni di extracosti, questione questa centrale in questi mesi con il Comune che ha trasmesso la richiesta di finanziamenti aggiuntivi al governo. Il tutto mentre il progetto si trova al centro di un’accesa polemica. Il Coni ha, infatti, dichiarato che l’impianto non risponde ai requisiti tecnici necessari per eventi sportivi di alto livello, in particolare per l’hockey su ghiaccio, dunque sarebbe inadatta a ospitare le gare per cui era destinata.

Situato in prossimità della stazione FS dell’alta velocità di Rogoredo e del futuro Bosco della Musica, si sviluppa su circa 110 ettari (l’area oggetto del masterplan riguarda circa 65 ettari). Prevista anche una nuova metrotranvia, la 13, a collegare M4 Repetti alla stazione di Rogoredo M3 FS servendo tutto il quartiere. Una fermata è prevista nei pressi dell’arena ma sarà realizzata solo dopo l’evento olimpico. In corso anche il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia, a Scalo Greco-Breda con Innesto, e quello di “Lambrate Streaming” allo scalo di Lambrate.

Il Bosco della Musica del Conservatorio Giuseppe Verdi

A pochi passi dal quartier generale di Sky, dopo la costruzione di Spark One e Spark Two, è stato dato via al cantiere per il Campus del Conservatorio Giuseppe Verdi. Il progetto, dello studio torinese Settanta7, fondato da Daniele Rangone ed Elena Rionda, prevede quattro edifici, il più grande sarà su due piani e accoglierà aule didattiche, una sala concerti e degli studi di registrazione. Ci sarà anche un auditorium tecnologico da 400 posti, un edificio che accoglierà residenze e un altro per le aule didattiche nella Palazzina ex-Chimici, e, ovviamente, aree verdi aperte al passaggio pubblico.

In totale si tratta di una superficie di oltre 13 mila mq, concessa in diritto di superficie gratuito per 90 anni al Conservatorio, rigenerata grazie a un investimento di circa 47 milioni di euro iniziali.

Il nuovo ‘Piano dei Conti’ approvato dal Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Lombardia e l’Emilia-Romagna ha, però, aggiornato i costi previsti stimandoli in 61,6 milioni di euro, sensibilmente aumentati rispetto alla previsione iniziale del 2021. Meno di un mese fa è, dunque, arrivato con delibera della giunta regionale, l’ok ad un nuovo stanziamento di 26,6 milioni di euro cofinanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con 20 milioni di euro e dal Ministero dell’Università e della Ricerca con 15 milioni di euro. Fine lavori nel 2027.

La BEIC all’ex scalo Vittoria

Cantieri avviati anche nell’ex scalo di Porta Vittoria, dopo l’inaugurazione del Parco 8 marzo nel 2023, per la costruzione della Nuova Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC). Onsitestudio, insieme a un team di architetti e progettisti, ha vinto il concorso internazionale con una proposta che punta su efficienza energetica e acustica di un nuovo edificio che sarà composto da due strutture principali, affiancate fra loro e identiche, due “navate” trapezoidali, unite al piano terra. Rivestito in vetro e metallo, il design richiama ambienti industriali come serre e fabbriche, integrandosi perfettamente con l’area circostante.

Il progetto, finanziato con 101,574 milioni di euro tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), si sviluppa su un’area di 30 mila mq  con spazi distribuiti su sei piani fuori terra e due interrati. Tra le caratteristiche principali, un deposito robotizzato al centro dell’edificio, in grado di gestire 2,5 milioni di volumi, garantendo la massima protezione contro incendi e polveri, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. La Promenade, uno spazio luminoso e accogliente che attraversa l’edificio, condurrà i visitatori verso la biblioteca vera e propria. Qui, oltre a sale di lettura e consultazione, ci sarà spazio per esposizioni, una caffetteria e aree commerciali.

Un’area sarà interamente dedicata ai bambini, con l’Imaginarium, mentre un auditorium con 300 posti ospiterà conferenze, concerti e altri eventi culturali. Inaugurazione prevista per il 2026.

Goccia alla Bovisa: il più grande bosco spontaneo di Milano

Il Masterplan Bovisa-Goccia a firma dell’archistar Renzo Piano prevede la trasformazione della Goccia in un grande parco scientifico-tecnologico. Il nuovo maxi progetto si estenderà su un’area di 32 ettari, di cui 23,4 di proprietà comunale e 9,1 del Politecnico.

Il primo passo del più ampio intervento di rigenerazione urbana dell’area Bovisa-Goccia-Villapizzone è la riconversione dei due gasometri che, un tempo, consentivano ai milanesi di avere luce e acqua calda. I due vecchi scheletri verranno trasformati in strutture complementari: da una parte lo “Smart city innovation hub” con laboratori dedicati all’innovazione e all’hi-tech, dall’altra la “Fabbrica dello sport”, con una piscina, un campo multi sport e un’area fitness.

Elemento centrale è poi un polmone di 40mila mq con 10mila alberi in aggiunta a quelli esistenti con l’idea di creare “un grande bosco urbano” nel quale poter passeggiare e trascorrere il tempo libero.

A questo si aggiungono: residenze universitarie; tre edifici per aule; una sala ipogea; un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia ormai terminato.

Una volta ultimato il campus Bovisa-Goccia-Villapizzone, tra gli edifici industriali ora abbandonati sorgeranno 20 nuovi edifici di quattro piani, alti 16 metri, (il piano terra di tutte le palazzine sarà trasparente e aperto alla città) con un tetto fotovoltaico che richiama la storia dell’area e fa filtrare la luce. L’obiettivo è creare un campus a emissioni zero. Oltre a studenti e ricercatori del Politecnico troveranno casa anche le Scuole Civiche, per la prima volta riunite e con gli interventi in programma nelle stazioni di Bovisa e Villapizzone si cercherà di ricucire il territorio, da Mind allo Scalo Farini.

Il campus potrà contare, poi, su un laboratorio per l’Intelligenza Artificiale, un auditorium da mille posti e, come un puzzle, si comporrà di altri pezzi non più di competenza del Politecnico ma delle istituzioni alleate: ad esempio, ci sarà l’ammodernamento delle stazioni ferroviarie con soluzioni a ponte, a cura di RFI e Ferrovie Nord. Nel progetto anche un pratone verde da 10mila persone sul quale organizzare la cerimonia di consegna delle lauree. Largo spazio sarà dato, infine, a pannelli solari ed energie pulite.

L’intero intervento vale 400 milioni di euro. Il Ministero  delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha messo sul piatto poco più di un mese fa 45 milioni di euro, la Regione Lombardia contribuirà con 55 milioni di euro, le aziende private con 40 milioni di euro. A questi contributi bisogna aggiungere i soldi ottenuti dal Politecnico dai bandi ai quali ha partecipato e quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Le bonifiche e i primi grandi interventi sono già stati avviati nelle varie parti del grande spazio urbano. Ma il progetto del campus Goccia ha subito uno stop tra burocrazia, ricorsi al Tar, calcoli da rivedere, piani non approvati ed extra costi. Dopo che la prima gara, inoltre, è andata deserta tutto il progetto si è spostato più avanti nel tempo, con un cronoprogramma diviso in due fasi ravvicinate: la prima con scadenza nel 2026, la seconda nel 2028.

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