La giornata

Germania, il governo INVESTE 110 miliardi nel 2025: +45%

  • Strage Viareggio, confermata condanna a 5 anni per Moretti
  • Lavoro, Inl: nel primo trimestre crescono le ispezioni +17%, +20% pratiche irregolari accertate
  • Grandi opere e Ponte sullo Stretto, incontro tra Salvini e Busia: piena collaborazione contro infiltrazioni malavitose
  • Eni firma un  accordo di esclusiva con GIP per la potenziale cessione del controllo congiunto in Eni CCUS Holding
  • Rigenerazione urbana; i Giovani Ance premiano gli spazi per la cultura progettati dagli studenti delle scuole medie

27 Mag 2025

Condividi:

Il governo federale tedesco intende stanziare circa 110 miliardi di euro per gli investimenti nel 2025, pari a un incremento di circa il 47% rispetto a un anno fa. E’ quanto ha annunciato oggi il ministro delle Finanze Lars Klingbeil che ha sottolineato come questo livello dovra’ essere mantenuto negli anni successivi. “Vogliamo vedere cambiamenti tangibili per le persone che lavorano sodo e che giustamente si aspettano che il nostro Paese funzioni meglio”, ha affermato il Vice Cancelliere secondo quanto riporta il Suddeutsche Zeitung. Il denaro verra’ speso gradualmente nell’arco di dodici anni e stimolera’ significativamente anche l’attivita’ di investimento delle aziende private. Fra gli obiettivi del piano pluriennale, vi e’ la modernizzazione di scuole, ferrovie, ospedali e reti energetiche. Inoltre verranno fatti investimenti per accelerare la transizione digitale con internet ad alta velocita’ e per la tutela dell’ambiente. Una parte del denaro dovrebbe essere spesa anche per la riduzione dei prezzi dell’energia.

Strage Viareggio, confermata condanna a 5 anni per Moretti

La Corte d’appello di Firenze ha confermato le pene per l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti (5 anni), per l’ex a.d. di Rfi Michele Mario Elia (4 anni 2 mesi e 20 giorni) e altri dieci imputati al processo d’appello per l’incidente ferroviario di Viareggio del giugno 2009 in cui hanno perso la vita 32 persone. A gennaio 2024 la Cassazione aveva accolto parzialmente il ricorso dei 12 imputati limitatamente all’entita’ della riduzione di pena inflitta per le circostanze attenuanti generiche rinviando per nuovo giudizio sul punto a un’altra sezione della Corte di appello di Firenze. Al termine della lettura della sentenza, i legali di Moretti, presente in aula, hanno preannunciato il ricorso in Cassazione.

Lavoro, Inl: nel primo trimestre crescono le ispezioni +17%, +20% pratiche irregolari accertate

Si conferma il rafforzamento dell’azione ispettiva in termini quantitativi e di efficacia dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. I risultati dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale nel primo trimestre 2025 segnano il +17% delle ispezioni e il +20% delle pratiche irregolari accertate nel confronto rispetto allo stesso periodo del 2024, con un calo generalizzato dei casi di lavoro nero rilevati.  Nel primo trimestre del 2025 sono state effettuate 35.744 ispezioni (38.263 se si contano anche verifiche amministrativo-contabili), in aumento del 17% rispetto alle 30.545 dello stesso periodo del 2024 (33.183 se si contano anche verifiche amministrativo-contabili). Questo incremento evidenzia l’impegno crescente nel presidio del territorio per il rispetto delle norme sul lavoro. Le pratiche già concluse con esito irregolare sono cresciute da 13.265 nel 2024 a 15.882 nel 2025, con un aumento del 20%, permesso anche dal miglioramento della capacità di intelligence nell’individuazione di obiettivi ispettivi. Particolarmente significativo è il miglioramento registrato nella vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro: la tutela dell’integrità fisica e della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono costantemente all’attenzione dell’Agenzia. Le ispezioni specifiche in questo ambito sono cresciute del 28%, passando da 10.439 a 13.367. L’attività ispettiva del solo personale dell’INL ha permesso il recupero di 42.711.527 euro in contributi e premi nei primi tre mesi del 2025, rispetto ai 38.102.436 euro del 2024, segnando un incremento del 12%. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro conferma così il proprio ruolo centrale nella tutela dei diritti dei lavoratori, proseguendo con determinazione nel rafforzamento della vigilanza e nella promozione di ambienti di lavoro sicuri e regolari. “I dati resi oggi dall’INL confermano che stiamo portando avanti la strategia condivisa fin dall’inizio del mandato del governo Meloni: maggiori controlli, utilizzo della tecnologia per renderli più efficaci e investimento forte sul lavoro sicuro. A breve terremo i tavoli tecnici con le parti sociali per creare un progetto condiviso e concreto che punti a migliorare ancora le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, rafforzando gli investimenti in prevenzione e formazione dei lavoratori e sostenendo le aziende che applicano sistemi di gestione e tutele virtuosi”, commenta il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 

Grandi opere e Ponte sullo Stretto, incontro tra Salvini e Busia: piena collaborazione contro infiltrazioni malavitose

Incontro tra il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini e il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia. Al centro del confronto, molto concreto e costruttivo, la situazione delle grandi opere e la comune determinazione a combattere ogni infiltrazione criminale. In particolare, è stato affrontato il tema del Ponte sullo Stretto in attesa del via libera ai lavori. È emersa piena collaborazione, con la volontà di coinvolgere Anac in ogni passaggio, per garantire massima trasparenza delle procedure e dei cantieri, anche attraverso la loro piena digitalizzazione, la verifica su tutte le imprese coinvolte anche nei subappalti e la sicurezza dei lavoratori, unitamente al rafforzamento dei controlli in vista degli espropri. Lo fa sapere il Mit.

Eni firma un  accordo di esclusiva con GIP per la potenziale cessione del controllo congiunto in Eni CCUS Holding

Eni ha firmato un accordo per entrare in un periodo di trattativa esclusiva con Global Infrastructure Partners (“GIP”), investitore globale leader nel settore delle infrastrutture che fa parte di BlackRock, con l’obiettivo di finalizzare il processo di due diligence e la redazione della documentazione relativa alla cessione di una partecipazione di controllo congiunto pari al 49,99% in Eni CCUS Holding, leader nel settore della CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage) tra gli operatori europei, che include e opera i progetti di Hynet e Bacton in UK, L10 in Olanda e che ha anche il diritto di acquisire, nel prossimo futuro, il progetto di Ravenna, nel quadro di una maturazione del quadro normativo e di mercato. Nel medio-lungo termine, inoltre, la Società potrà includere altri potenziali progetti nell’ambito della realizzazione di un’ampia piattaforma di iniziative CCUS. In base all’ accordo definitivo in corso di negoziazione, oltre all’acquisizione iniziale del 49,99% di partecipazione GIP prevede di contribuire al sostegno degli investimenti nei progetti legati alla CCUS. L’accordo è il risultato di un accurato processo di selezione che ha coinvolto diversi attori internazionali di primo piano, i quali hanno manifestato un forte interesse per la società, confermando ulteriormente l’elevata attrattività del suo modello di business e delle sue prospettive di crescita. Questo passo rappresenta un ulteriore esempio dello sviluppo della strategia del modello satellitare di Eni, volta ad attrarre capitale strategico da nuovi partner di rilievo a condizioni attrattive, confermando il valore che Eni sta creando nelle sue nuove attività legate alla transizione energetica e per finanziarne la crescita ulteriore. La CCS è un processo tecnologico maturo e sicuro ed è una delle leve fondamentali per la transizione energetica, essendo la soluzione di decarbonizzazione più efficiente e più efficace per supportare le industrie hard-to-abate nella riduzione delle proprie emissioni.

Rigenerazione urbana; i Giovani Ance premiano gli spazi per la cultura progettati dagli studenti delle scuole medie

“Uno spettacolo di rigenerazione”: questo il tema della decima edizione del concorso Macroscuola, promosso dai Giovani imprenditori edili Ance, che si è concluso oggi con la cerimonia di premiazione dei migliori progetti presentati dagli studenti delle scuole medie di tutta Italia. Presso l’Auditorium Ance i 15 istituti finalisti hanno mostrato e raccontato le loro proposte alla presidente dei Giovani Ance, Angelica Krystle Donati, al vicepresidente, Pierfrancesco Tieni, promotori del progetto Macroscuola, e alla giuria d’eccezione formata da Milly Carlucci, conduttrice televisiva, attrice e autrice, Emilia Martinelli, regista, autrice e insegnante di teatro, e Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi, sport e turismo di Roma Capitale. Il concorso ha coinvolto complessivamente 2600 studenti di 130 scuole medie di tutta Italia che si sono cimentati nell’elaborazione di interventi di riqualificazione di aree abbandonate o degradate a cui dare una seconda possibilità, trasformandole in spazi e strutture per spettacoli e eventi culturali, fruibili dai cittadini di tutte le età. Materiali ecosostenibili, percorsi tattili, stanze sensoriali, panchine smart: il tratto comune dei progetti è stata l’attenzione all’innovazione, al risparmio energetico, all’accessibilità e alla sicurezza.

Ad aggiudicarsi il primo premio l’Istituto comprensivo Macchi di Minervino (Lecce) per il progetto The living stage, l’anfiteatro autosufficiente, che ha vinto anche il social contest sui canali dei Giovani Ance, seguito dalla scuola Papanice-Alfieri di Crotone (progetto U-Green Kroton Park). Al terzo posto l’istituto comprensivo di Castelnuovo Vomano (Teramo) con il progetto Regeneration. “Macroscuola è nata dieci anni fa e edizione dopo edizione sono cresciuti la qualità e il livello dei progetti dei ragazzi – ha dichiarato la presidente Angelica Krystle Donati – che quest’anno ci hanno stupito con la forza della loro creatività ma anche con una grande concretezza, che speriamo possa essere d’ispirazione per le amministrazioni locali. Noi li supporteremo e spingeremo a trasformare i loro sogni in realtà”.

 

Materie prime critiche: pubblicato l’Avviso per progetti di ricerca e sviluppo a valere sul Pnrr

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il nuovo Avviso per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo relativi alla progettazione ecocompatibile e alle attività di estrazione mineraria urbana.  L’iniziativa rientra nella seconda Linea di intervento dell’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinato all’approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche, con dotazione finanziaria complessiva pari a 24 milioni di euro e gestito dal Dipartimento Sviluppo Sostenibile (DISS) e dalla direzione generale Economia Circolare e Bonifiche (ECB) del Ministero. Dalle 12.00 del prossimo 5 giugno e fino alla stessa ora del 4 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione, operanti sull’intero territorio nazionale, potranno presentare domanda di accesso al contributo, anche in forma congiunta con altri soggetti, tra cui organismi di ricerca. I progetti ammissibili, con spese comprese tra 1 e 2 milioni di euro, dovranno rientrare negli ambiti di ricerca relativi a: tecnologie e metodi per il recupero, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti contenenti materie prime critiche e strategiche; -integrazione della progettazione ecocompatibile nella produzione e nei processi di consumo; ottimizzazione della raccolta e selezione dei rifiuti urbani per garantire un’offerta costante e di qualità di materie prime critiche da estrazione urbana. “Con un investimento di 24 milioni di euro, sosteniamo progetti innovativi che valorizzano le nostre città come miniere urbane, recuperando materie prime critiche e strategiche dai rifiuti”, dichiara la viceministra dell’Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava. “Questa misura – sottolinea Gava – promuove tecnologie avanzate per il riciclo, la progettazione ecocompatibile e l’ottimizzazione della raccolta differenziata, accelerando la decarbonizzazione e rafforzando l’autonomia e l’indipendenza del nostro Paese”.

Terna: si dimette consigliere di amministrazione Mele

 Terna rende noto che, ieri, il Consigliere di Amministrazione di TERNA S.p.A. Francesco Renato Mele ha rassegnato le proprie dimissioni, con efficacia dalla data di nomina del suo sostituto, per sopravvenuti impegni professionali.  Mele, consigliere non esecutivo e non indipendente, eletto dall’Assemblea 9 maggio 2023 nell’ambito della lista di maggioranza presentata da CDP RETI, è componente del Comitato Controllo e Rischi. La Società precisa che, per quanto a sua conoscenza, alla data odierna il Consigliere non detiene azioni di Terna. La Società ringrazia Francesco Renato Mele per il prezioso contributo professionale e umano sinora apportato nel corso del mandato. Non sono previste indennità o altri benefici spettanti a seguito della cessazione dalla carica. Successivamente il Consiglio di Amministrazione di Terna assumerà le determinazioni del caso.

 

Rinnovabili, nel 2024 continua la crescita: +16% in totale, 5 GW di nuovi impianti   solo nel fotovoltaico. Ma serve uno “scatto” di +40% all’anno

Dopo il rimbalzo del 2022 e il record di installazioni del 2023, il settore delle energie rinnovabili si assesta su volumi elevati, registrando un aumento complessivo del 16% rispetto all’anno precedente: per la seconda volta consecutiva nfatti, nel solo fotovoltaico le nuove installazioni superano i 5 GW, stabilendo un inedito “livello di regime” e portando la potenza totale annuale a 6.027 MW (+15%). Anche l’eolico segna un’inversione di tendenza, con 612 MW (+26%) di nuova potenza dopo la contrazione del 2023, pur rimanendo marginale nel mix italiano, sia per volumi installati che per diffusione geografica, contrariamente a Germania, Spagna e Francia. Tuttavia, l’Italia è ancora lontana da una traiettoria di crescita compatibile con l’obiettivo al 2030 di raddoppiare la capacità totale installata (dai 50 GW attuali a 107 GW), ottenibile solo aggiungendo ogni anno il 40% in più rispetto ai volumi attuali. Sono alcune delle evidenze emerse dal Renewable Energy Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi in un confronto con le numerose aziende partner. Lo studio analizza anche in dettaglio la situazione geografica: il Nord mantiene il primato di installazioni e di capacità fotovoltaica, ma mostra un generale rallentamento rispetto al 2023, in particolare nelle regioni più industrializzate; il Lazio si distingue per un balzo in avanti di quasi 1.000 MW e anche il Sud e le Isole registrano una solida crescita, seppur su una base di partenza inferiore. L’eolico invece mantiene una netta concentrazione al Sud e nelle Isole, mentre il Nord si caratterizza per un sostanziale immobilismo.

“Il problema non è più tanto tecnologico o economico, quanto autorizzativo e infrastrutturale – commenta Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy e responsabile dell’Osservatorio sulle rinnovabili -: a fine 2024 risultavano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma tempi lunghi e colli di bottiglia sulla rete stanno rallentando l’effettiva messa a terra dei progetti. Il mercato però si sta ridefinendo: il numero di impianti installati è in calo mentre la taglia media è in crescita, segno di una sempre maggiore focalizzazione su progetti di scala industriale o commerciale. Gli impianti con potenza superiore a 1 MW hanno contribuito per oltre il 43% alla nuova potenza fotovoltaica, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, riflettendo un contesto normativo e finanziario che favorisce la realizzazione di impianti di taglia medio-grande”.

“In questo quadro, le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica, ma il contesto politico e regolatorio appare oggi più fluido e meno coeso – conferma Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy -. A livello europeo, il dibattito sul Clean Industrial Deal punta anche su tecnologie non-FER, mentre in Italia è tornata centrale la discussione sul nucleare, segno che lo spazio politico delle rinnovabili non è più scontato. In più, sul piano normativo l’assenza del decreto FER X definitivo alimenta incertezza sugli orizzonti post-2025. Serve quindi una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare e armonizzare le procedure autorizzative, accompagnare gli operatori con strumenti chiari, stabili e proporzionati, coordinare efficacemente le azioni tra Stato, Regioni e operatori di rete. Solo così sarà possibile trasformare l’interesse del mercato in nuova capacità installata e avvicinarsi agli obiettivi di transizione e sicurezza energetica”.

Anche sotto il profilo degli incentivi, il quadro è molto diverso a seconda dei segmenti. Nel residenziale la fine del Superbonus ha lasciato un vuoto evidente: gli strumenti attualmente disponibili, come il Decreto CACER, risultano più complessi, meno generosi e meno capaci di attivare investimenti su larga scala. Il passaggio da incentivi automatici a meccanismi con elevata burocrazia ha dunque ridotto l’appeal del fotovoltaico domestico, nonostante la domanda resti viva in alcune aree. Il segmento commerciale-industriale, invece, si mantiene in continuità con il passato. Lo Scambio sul Posto (in vigore fino a settembre 2025) e il Ritiro Dedicato permettono di valorizzare l’energia in modo diretto e il FER X transitorio offre accesso a tariffe incentivanti fino a 1 MW. Tuttavia, la nuova offerta di strumenti, tra cui l’Energy Release, resta in fase sperimentale e non è ancora chiaro se sarà in grado di stimolare investimenti su larga scala. Al contrario, per gli impianti di grandi dimensioni l’interesse del mercato si è chiaramente riattivato: la fine del FER 1 ha coinciso con il ritorno alla saturazione delle aste, grazie a tariffe più competitive (~75 €/MWh). Il nuovo meccanismo FER X, nella sua versione transitoria, ha già previsto contingenti significativi (10 GW per il fotovoltaico e 4 GW per l’eolico) e una metodologia più dinamica per definire il prezzo. Nel medio periodo, però, si avverta la mancanza della versione a regime del FER X, attesa per il 2026.

Sotto il profilo economico, la redditività degli impianti dipende ancora da pochi fattori chiave: producibilità, investimenti negli asset fisici e taglia dell’impianto. Per il fotovoltaico su scala industriale, l’LCOE (levelized cost of energy) nei siti migliori può attestarsi su 55-65 €/MWh, mentre impianti piccoli e in zone poco favorevoli superano i 90 €/MWh. Per l’eolico onshore (su terraferma), si oscilla tra 70 e 95 €/MWh.“Gli scenari di investimento che abbiamo analizzato nel rapporto – conclude Chiaroni – confermano il ruolo centrale degli incentivi: con il decreto FER X il tasso interno di rendimento (IRR) per il fotovoltaico può spaziare tra 3,8% e 12,8%, mentre per l’eolico onshore si colloca tra -0,2% e 8%. Valori che diventano interessanti, ma solo se accompagnati da buone condizioni tecniche e operative: senza incentivo tutto questo non è sufficiente, e contratti a lungo termine come i PPA, pur attenuando la volatilità, producono rendimenti più modesti, raramente superiori al 6% per il fotovoltaico e al 4% per l’eolico. Un’adeguata leva finanziaria può migliorare la sostenibilità economica dei progetti, ma resta un’opzione praticabile solo su impianti ben strutturati”. La crescente diffusione di fonti rinnovabili, pur essenziale per la decarbonizzazione, introduce variabilità nella produzione, mettendo a rischio la stabilità del sistema infrastrutturale italiano, in particolare la Rete di Trasmissione Nazionale (RTN), già provata dall’aumento della domanda di energia. In questo contesto, i sistemi di accumulo energetico svolgono un ruolo cruciale nel garantire flessibilità e supportare l’integrazione delle rinnovabili. Il Piano di Sviluppo 2025-2034 di Terna, con investimenti significativi, punta a modernizzare la rete, ottimizzare l’uso delle infrastrutture esistenti e facilitare l’accelerazione delle FER.

 

Olt: allocati slot di capacità fino al 2042

Si sono concluse le aste per l’allocazione della capacità pluriennale con manifestazione di interesse di OLT Offshore LNG Toscana. Durante le aste, che si sono svolte dal 21 al 23 maggio 2025, sono stati assegnati 160 slot suddivisi in prodotti quindicennali (8 slot all’anno dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2041/2042) e decennali (4 slot all’anno dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2036/2037).La capacità di rigassificazione è stata offerta in slot da 165.000 metri cubi liquidi. I soggetti aggiudicatari di capacità possono richiedere, entro il 9 giugno 2025, l’eventuale estensione dell’allocazione agli Anni Termici successivi, allo stesso prezzo di aggiudicazione e per lo stesso numero di slot aggiudicati nel prodotto. In esito a tale processo, il 10 giugno sarà pubblicata la capacità ancora disponibile per le prossime aste annuali e pluriennali senza manifestazione di interesse che si terranno dal 3 al 10 luglio 2025. In tali aste la capacità sarà offerta in singoli Anni Termici.

 

 

 

Maria Cristina Carlini

Argomenti

Argomenti

Accedi