il viceministro alla Giustizia
Sisto: a dicembre il nuovo testo di riforma della sicurezza sul lavoro, dobbiamo fare di più
Il viceministro alla Giustizia Sisto ha riferito in un convegno al Cnel che la commissione insediata nei mesi scorsi presenterà entro il 10 dicembre un testo della riforma della disciplina in materia di sicurezza sul lavoro. “Dobbiamo migliorare, proviamo a scrivere una pagina diversa”, ha detto. Di impegno sulla formazione hanno parlato la presidente di Ance Brancaccio e il segretario generale della Fillea Di Franco
IN SINTESI
Tempi stretti per il nuovo testo che riforma e rivede la legislazione in materia di sicurezza sul lavoro: “entro il 10 dicembre avremo un testo pronto che invieremo al Cnel”. E’ l’annuncio arrivato dal viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nel suo intervento alla presentazione del libro “Lineamenti di diritto penale dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro” del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli e del professore Alberto Berardi. Un appuntamento che si è svolto all’indomani della nuova strage sul lavoro che ha visto la morte di tre giovani in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad Ercolano, in provincia di Napoli e aperto da un minuto di silenzio chiesto dal presidente del Cnel, Renato Brunetta. “È con profonda tristezza che sono costretto a iniziare questo pomeriggio di confronto sulla sicurezza sul lavoro chiedendo un minuto di silenzio per i tre giovani – due gemelle di 26 anni e un giovane di 18, padre di una bimba di 4 mesi – che ieri hanno trovato la morte nell’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi di artificio, aperta in una casa alla periferia di Ercolano. Lavoro nero, in una fabbrica ‘nera’ dove la materia prima da maneggiare era la polvere nera. Senza alcun contratto, senza formazione, tre giovani vite spazzate via da un’esplosione che richiama noi tutti a una riflessione profonda”.
Al testo, come ha spiegato Sisto, ha lavorato la ristretta Commissione, insediata nei mesi scorsi al ministero della Giustizia. “E’ evidente che quello che c’è non basta. Di norme ce ne sono, tecniche e giuridiche, ma stiamo cercando di capire cosa non va e stiamo cercando di migliorare. Proviamo a scrivere una pagina diversa, non abbiamo altra scelta”, ha spiegato. “Le stragi continue di lavoratori ci chiamano a intervenire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, perché non possiamo rimanere spettatori inerti. Dobbiamo innanzitutto recuperare la necessaria partecipazione dell’impresa. Dobbiamo cercare nelle imprese dei compagni di squadra e provare a rendere conveniente la prevenzione degli incidenti. La sicurezza non può essere un costo ma deve diventare un vantaggio. L’impresa deve trarre beneficio dall’applicazione diligente della normativa. Le parole magiche sono due: prevenzione e organizzazione. E quindi trasparenza verso l’esterno e modelli organizzativi gestionali interni ben ideati, con l’obiettivo di arrivare a un sistema penale che si preoccupi più di salvare le vite che di colpire i colpevoli. Le vite umane con la sanzione non hanno un buon rapporto, perché la sanzione arriva quando ormai è troppo tardi”.
Ad assicurare il costante impegno delle imprese per migliorare la sicurezza sul lavoro, è stata la presidente di Ance, Federica Brancaccio. “Il contratto collettivo nazionale del settore edilizia ha istituito un sistema di premialità per le imprese che investono sulla formazione dei lavoratori in materia di prevenzione e sicurezza. Gli incentivi alle imprese virtuose rappresentano un plus per produrre strategie di prevenzione degli infortuni sul lavoro in un settore, quale quello dell’edilizia, che è il più esposto agli infortuni e agli incidenti. La cosiddetta patente a crediti è un buon punto di partenza ma se manca un sistema organico valido per tutte le aziende in materia di formazione e sicurezza nei luoghi di lavoro, non andremo mai da nessuna parte”. Ma da Brancaccio è arrivato un forte monito contro il rischio di “smantellamento” della bilateralità che “sono un valore assoluto da mantenere e da difendere, che mutualizzano tutta una serie di istituti in materia di controlli, sicurezza e legalità. Un pilastro che non deve essere smantellato. Ci sono temi come quelli della formazione che possono far gola”.
“Le parti sociali che sottoscrivono il contratto collettivo del settore dell’edilizia hanno prodotto negli anni relazioni industriali solide. Il vero problema del nostro settore è la formazione. Nel comparto dell’edilizia in più occasioni ci sono enti bilaterali che offrono a pagamento certificati formativi falsi che rappresentano un rischio enorme per i lavoratori”, ha denunciato il segretario generale della Fillea Cgil Antonio di Franco. “Il coinvolgimento del CNEL può essere decisivo per rafforzare maggiormente il ruolo delle parti sociali coinvolte nella stesura del CCNL”.
I dati di Eurostat: nel 2022 3.286 infortuni mortali sul lavoro
Dall’Italia all’Europa. Ieri Eurostat ha diffuso i dati del 2022 sugli infortuni sul lavoro. Dalle rilevazioni emerge che nella Ue si sono verificati quasi 2,97 milioni di infortuni non mortali sul lavoro, in aumento del 3 % rispetto ai 2,88 milioni del 2021 (+ 87 139 ulteriori infortuni non mortali). Tale aumento è probabilmente dovuto alla ripresa economica nel 2022 che ha fatto seguito al rallentamento generale connesso alla pandemia di COVID-19. Nel 2022 sono stati mortali 3.286 infortuni sul lavoro pari allo 0,1 % di tutti gli infortuni. Si tratta di 61 decessi in meno rispetto al 2021 e 122 in meno rispetto al 2013.
Maria Cristina Carlini