Sanità, due grandi opere in arrivo nel Lazio: il nuovo Policlinico Umberto I e l’Ospedale Tiburtino

Corre l’iter dei due progetti entrambi inseriti nel piano regionale per il rinnovamento dell’edilizia sanitaria, che prevede oltre 2,4 miliardi di euro di investimenti nel Lazio.

14 Ott 2025 di Giusy Iorlano

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Sanità, due grandi opere in arrivo nel Lazio: il nuovo Policlinico Umberto I e l’Ospedale Tiburtino

Due ospedali, due progetti distinti ma legati da un obiettivo comune: offrire una sanità pubblica più moderna, accessibile ed efficiente. Sono il nuovo Policlinico Umberto I e il nuovo Ospedale Tiburtino di Roma, entrambi inseriti nel piano regionale per il rinnovamento dell’edilizia sanitaria, che prevede oltre 2,4 miliardi di euro di investimenti nel Lazio.

Umberto I: rivoluzione in viale dell’Università

Il Policlinico Umberto I, uno dei più grandi ospedali universitari d’Italia, è pronto a cambiare volto. Dopo anni di ipotesi e rinvii, il progetto di ricostruzione ha finalmente preso una direzione più chiara. La novità è che la nuova sede non sorgerà più a Pietralata, vicino al Pertini, come ipotizzato in passato, ma resterà in zona viale dell’Università, vicino alla sede attuale. Per la precisione tra fra viale del Policlinico, viale dell’Università, viale Regina Margherita e via Giovanni Maria Lancisi

La Regione Lazio, in accordo con l’Università La Sapienza, punta a realizzare una struttura moderna da 1.170 posti letto (quanti quelli attuali), in parte nuova e in parte integrata con l’attuale edificio storico, che sarà riconvertito per ospitare aule, laboratori e residenze universitarie. L’investimento stimato è di circa 1 miliardo di euro.

Il bando per la progettazione dovrebbe essere pubblicato entro il 2026. Tuttavia, restano nodi importanti da sciogliere: la definizione dell’area di intervento, gli accordi con il Demanio e il completamento degli studi di fattibilità. Tempi lunghi, dunque, ma l’obiettivo dichiarato è avviare i lavori entro il 2027.

La proprietà del policlinico Umberto I è, infatti dell’Agenzia del Demanio con la quale la regione Lazio sta cercando una soluzione che dovrà necessariamente passare attraverso una norma per fare questo passaggio di proprietà. Ma prima ci sono alcuni nodi da sciogliere. Ci sono, infatti, alcuni abusi “che si sono stratificati nel tempo e siccome il passaggio di proprietà deve avvenire con atto notarile stiamo affrontando la questione”, ha chiarito il presidente della Regione, Francesco Rocca, che pochi giorni fa in Commissione Sanità ha fatto il punto sul progetto. I tempi sono stretti. Tutto dovrà avvenire entro la legge di stabilità.

Il nuovo progetto

Un progetto di massima è già stato presentato dall’università Sapienza, facoltà di Architettura: addio all’ospedale sul modello ottocentesco dei padiglioni orizzontali in favore di un complesso verticale e sostanzialmente monoblocco. Ciò che rimarrà dopo la ristrutturazione (almeno 8 strutture) diventerà un grande studentato. Da tenere presente il fatto che tutti questi edifici sono vincolati dalle Belle Arti quindi gli interventi di restauro e riqualificazione dovranno essere coordinati con la Soprintendenza. Fra questi ci sono edifici di assoluto pregio estetico come l’attuale sede della direzione generale fianco al pronto soccorso, con il grande scalone e il porticato, la prima e la seconda clinica medica.

Il campus universitario

Accanto alla realizzazione della nuova struttura ospedaliera, l’Università La Sapienza ha previsto anche una serie di edifici dedicati alla didattica e alla vita studentesca, con l’ambizione di trasformare l’intera area in un vero e proprio campus.

Sono almeno sei gli edifici che, nelle prime ipotesi progettuali, saranno destinati a ospitare aule, sale studio, biblioteche, spazi per computer e ambienti collaborativi. L’idea è quella di creare un polo universitario moderno, funzionale e integrato con i servizi del Policlinico.

Per rendere l’area più vivibile anche al di fuori dell’orario accademico, è prevista la realizzazione di almeno due punti ristoro, che potrebbero essere bar o una mensa universitaria. Una scelta che si collega alla presenza, già oggi, di una mensa operativa all’interno del Policlinico, completa di cucine e strutture di servizio.

Non solo: nell’edificio prefabbricato che attualmente ospita la farmacia centrale, il progetto prevede la nascita di una palestra e un’area fitness aperta agli studenti, contribuendo a rendere il complesso più accogliente e multifunzionale.

A completare la visione universitaria del progetto, ci sarà anche una foresteria per i docenti in visita, ricavata nei due edifici attualmente occupati dalla Seconda Clinica Chirurgica e dalla Clinica di Neurochirurgia. Saranno spazi dedicati all’ospitalità dei professori provenienti da altre università e centri di ricerca.

«Il progetto presentato dall’università ci ha pienamente convinto – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in Commissione Sanità – ci permetterà di avviare una vera e propria opera di rigenerazione urbana, recuperando edifici esistenti e creando nuove residenze universitarie».

Una trasformazione che, secondo le previsioni, potrebbe fare della Sapienza uno dei più grandi campus universitari d’Europa, rafforzando il legame tra formazione, ricerca e sanità pubblica in un’unica area integrata.

L’edificio centrale

Il grande edificio centrale sarà articolato in tre corpi verticali collegati tra loro. Alcune strutture rimarranno separate: è il caso dei reparti pediatrici, che troveranno spazio in edifici già esistenti, così come i day hospital (sia quello ordinario che quello oncologico), i laboratori, gli uffici amministrativi e il palazzo destinato all’attività in intramoenia.

La nuova costruzione sorgerà sull’area attualmente occupata da diverse cliniche: quella di otorinolaringoiatria, di urologia, infettivologia e l’ex lavanderia, oltre ai palazzi all’angolo tra viale dell’Università e viale Regina Margherita. Questi edifici saranno demoliti per fare posto a un nuovo complesso di sette piani complessivi, organizzati in tre blocchi verticali uniti da spazi comuni e collegamenti interni.

Le fondamenta ospiteranno due grandi livelli interrati: il piano -2 sarà un parcheggio da 20mila metri quadrati, mentre il -1 ospiterà un’ampia area dedicata alla diagnostica, estesa su circa 15mila metri quadrati.

Al momento sono al vaglio due ipotesi per l’organizzazione dei cinque piani fuori terra. Nella prima versione, il pronto soccorso e il blocco parto sarebbero ospitati al piano terra del blocco d’angolo tra viale dell’Università e viale Regina Margherita, su un’area di circa 10mila metri quadrati. Al primo piano sarebbe collocato il blocco operatorio, mentre il secondo ospiterebbe le terapie intensive (5mila mq). Al terzo troverebbe posto la stroke unit – l’unità specializzata nella gestione dell’ictus – anch’essa estesa su 5mila mq. Infine, il quarto e quinto piano sarebbero riservati ai reparti di degenza.

Il secondo corpo dell’edificio, quello centrale lungo viale dell’Università, ospiterebbe quasi esclusivamente reparti di degenza: al piano terra l’accoglienza e, ai piani superiori, quattro livelli destinati ai pazienti.

Il terzo blocco, il più vicino a viale del Policlinico, vedrebbe invece una distribuzione mista: piano terra con servizi al pubblico e ambulatori, quattro piani superiori per la degenza. I tre corpi sarebbero collegati da percorsi verticali e spazi verdi, con giardini pensili e cortili interni.

La seconda ipotesi prevede una diversa disposizione del pronto soccorso, che verrebbe spostato nel primo edificio verso viale del Policlinico e articolato su due livelli. In questa versione, la rianimazione si troverebbe al terzo piano e la stroke unit al quarto. Le sale operatorie verrebbero collocate al piano terra del blocco d’angolo (viale Regina Margherita), mentre la terapia intensiva salirebbe al primo piano dello stesso edificio

 

Il Tiburtino: progetto pronto, si parte a breve

Diversa la situazione per il nuovo Ospedale Tiburtino, che nascerà nell’area est della Capitale, al servizio di Tivoli e dei comuni limitrofi. Qui il progetto è più avanzato: è già pronto, e l’iter per la pubblicazione del bando d’appalto dovrebbe concludersi entro fine anno.

Entro il 31 dicembre, infatti, tutto il pacchetto di documenti dovrebbe essere trasmesso all’Inail, pronta a far partire la gara d’appalto. L’ultimo tassello tecnico – la valutazione di impatto ambientale – è atteso per metà novembre. Poi, il progetto potrà finalmente prendere forma.

“Per metà novembre avremo la risposta dai nostri uffici e potremo inviare tutto all’Inail”, ha spiegato Rocca, lasciando intendere che la parte più complessa, quella dei permessi e dei pareri, è ormai superata. Un passaggio che segna una svolta per uno dei cantieri più attesi dell’area metropolitana romana.

Il nuovo presidio ospedaliero avrà 392 posti letto, rispetto ai circa 260 attuali dell’ospedale San Giovanni Evangelista, colpito lo scorso anno da un grave incendio. L’investimento è di circa 379 milioni di euro. La struttura sarà costruita ex novo, con tecnologie all’avanguardia e criteri di sostenibilità ambientale.

Anche in questo caso, però, non mancano ostacoli: dalla valutazione di impatto ambientale al rischio idrogeologico di alcune aree individuate. Ma la Regione è determinata a rispettare i tempi, puntando all’apertura del cantiere nel 2026.

Due sfide, una visione

I due progetti rappresentano una sfida importante per il sistema sanitario regionale. Se da un lato segnano una svolta attesa da anni, dall’altro evidenziano le difficoltà strutturali nel rinnovare il patrimonio ospedaliero: vincoli burocratici, resistenze locali e lungaggini amministrative.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha parlato di “una svolta epocale per la sanità laziale”, promettendo tempi certi e risorse garantite. Quanto alla situazione generale della sanità in regione i numeri di questi ultimi due anni parlano di: 116 cantieri del Pnrr  avviati dei 124 previsti per le Case di Comunità e 32 su 35 per gli ospedali di comunità. “Siamo nei tempi previsti dal programma”.  La sfida ora è tradurre queste promesse in realtà.

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