LEGGE DI BILANCIO

Salvini deve ridimensionare le pretese sul Ponte: 1,4 miliardi in più (e non 3,5). Un miliardo alla Torino-Lione. Confermati i 300 milioni aggiuntivi agli extracosti per il 2025, salta la tabella delle priorità Rfi (Terzo valico) per altri 1,1 miliardi

18 Dic 2024 di Giorgio Santilli

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Salvini deve ridimensionare le pretese sul Ponte: 1,4 miliardi in più (e non 3,5). Un miliardo alla Torino-Lione. Confermati i 300 milioni aggiuntivi agli extracosti per il 2025, salta la tabella delle priorità Rfi (Terzo valico) per altri 1,1 miliardi

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA RENDER RENDERING PROGETTO

Ritocchi significativi all’emendamento Molinari (Lega) alla legge di bilancio che ieri ha avuto il via libera dalla commissione Bilancio della Camera: è la norma che distribuisce i fondi per le infrastrutture, Ponte sullo Stretto primo fra tutti. E proprio per il ponte ci sono gli spostamenti di risorse più significativi. Nella prima versione dell’emendamento Molinari, scritto sotto dettatura del ministro delle Infratsrutture Salvini, al Ponte andavano 3,5 miliardi aggiuntivi. La cifra esce ridimensionata dalla riformulazione e dal voto della commissione: 1,4 miliardi ma sempre risorse aggiuntive sono. Salta la riserva di quasi 1,7 miliardi che Diario DIAC aveva calcolato e raccontato in questo articolo. La nuova versione attribuisce complessivamente al Ponte una dote che sfiora i 13 miliardi a fronte dei 13,5 previsti dal cronoprogramma del progetto. E proprio al cronoprogramma procedurale e finanziario fa riferimento la norma ora per spalmare negli anni la dote aggiuntiva di 3.882 milioni pescata dal Fondo sviluppo coesione attribuito al Mit. Nella prima versione questa quota del Fsc ammontava a 6.132 milioni e aveva suscitato pesantissime critiche dal mondo delle imprese critiche sul fatto che “tutte” le risorse alle infrastrutture fossero destinate al Ponte.

Il quadro dei finanziamenti resta articolato, con molte conferme e qualche spostanto rispetto alla prima versione (qui si può leggere l’articolo di Diario DIAC che forniva dettagliatamente i contenuti dell’emendamento). Si confermano anzitutto i 300 milioni aggiuntivi al Fondo generico per gli extracosti. A questi si potranno sommare risorse proprie delle stazioni appaltanti pescate – questa è una novità – dal piano annuale dei lavori. Novità sostanziali per l’altra quota a copertura degli extracosti, i 1.096 milioni destinati alle opere ferroviarie del Pnrr. Nella versione precedente c’era una tabella che già indicava a chi dovessero andare queste risorse e, al solito, la parte del leone la faceva il Terzo Valico, con 652 milioni. Ora la tabella è saltata e a decidere sarà Rfi in base alle esigenze. La sostanza, però, non dovrebbe cambiare di molto.

Resta il finanziamento al contratto di programma di Rfi ma viene stralciato e destinato esplicitamente un miliardo alla Torino-Lione. Restano anche i due miliardi abbondanti di finanziamenti aggiuntivi per il contratto di programma di Anas, ma solo dopo il 2027. Restano i 3.270 milioni per la Jonica, ma con il rinvio del completamento al 2037. Restano i 560 milioni per il Piano Casa Italia. Leggermente ridimensionati da 740 a 708 milioni i fondi al piano idrico Pniissi, così come i fondi per la diga di Campolattaro che passano 40 a 32 milioni.

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