EMENDAMENTi Di MAGGIORANZA
Salva-Milano, regolarizzazioni senza verifiche sui carichi urbanistici
La prossima settimana si voteranno gli emendamenti presentati e la commissione ottava della Camera punta ad approvare il testo. Dall’emendamento presentato dagli stessi presentatori della proposta di legge, i capigruppo delle forze di maggioranza, appare evidente che l’intenzione è di allargare e semplificare le regolarizzazioni degli interventi fatti, in corso e programmati eliminando “la verifica di adeguatezza delle dotazioni territoriali e dei parametri urbanistici” e alcune limitazioni nei centri storici e nelle zone omogenee A.
IN SINTESI
L’emendamento che racconta molto di quello che accadrà la prossima settimana sul salva-Milano in ottava commissione della Camera porta il numero 1.55 e le stesse firme dei firmatari della proposta di legge in discussione, vale a dire i capigruppo delle quattro forze politiche della maggioranza, Mattia (FdI), Zinzi (Lega), Cortelazzo (FI) e Semenzato (Nm). L’emendamento – riferito al comma 4 dell’articolo 1 che è il cuore del provvedimento con la classificazione come ristrutturazione edilizia e quindi regolarizzazione degli interventi di demolizione e ricostruzione totale o parziale realizzati o assentiti dal giugno 2013 fino al momento in cui entreranno in vigore le norme riformate sulla ristrutturazione edilizia (almeno fra sei mesi) – rende più semplice da una parte ed estende ulteriormente dall’altra le regolarizzazioni. Come?
Tre sono le strade che la maggioranza prova a percorrere per ottenere questo risultato.
Organismi edilizi in completa discontinuità con quelli originari
La prima include nelle regolarizzazione non solo gli interventi che “portino alla realizzazione, all’interno del medesimo lotto di intervento, di organismi edilizi che presentino sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche anche integralmente differenti da quelle originarie”, ma anche organismi edilizi che – su quegli stessi aspetti – risultino “in completa discontinuità con quelli originari”.
Via la verifica sui carichi urbanistici
La seconda strada è quella che elimina dal testo le parole che ribadivano (“ferma restando”) – nell’ambito della regolarizzazione/riconoscimento della classificazione come ristrutturazione edilizia – “la verifica di adeguatezza delle dotazioni territoriali e dei parametri urbanistici nei casi previsti dalla legislazione regionale e degli strumenti urbanistici comunali”.
Centri storici e zone omogenee A
La terza strada sembra rendere possibile un allargamento spaziale della possibilità di regolarizzare gli interventi classificandoli come ristrutturazione edilizia. Nel testo originario della proposta veniva ribadito (un altro “resta fermo”) che la classificazione come ristrutturazione edilizia non è possibile nei centri storici e nelle zone omogenee A per gli interventi di demolizione e ricostruzione che portino a un cambiamento di sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente o ad aumenti di volumetrie. Questo riferimento che avrebbe escluso categoricamente le regolarizzazioni nei centri storici e aree assimilate ora è saltato. Uno spiraglio per portare le regolarizzazioni nei centri storici anche se la norma che lo esclude – l’articolo 3, comma 1, lettera d, sesto periodo, del testo unico sull’edilizia approvato con Dpr 380/2001 – resta pienamente in vigore.
L’appuntamento con le votazioni del salva-Milano è la prossima settimana. Lì capiremo se la maggioranza abbia intenzione o meno di andare avanti su questa strada.