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Salva Milano/Italia: il discrimine tra “nuova costruzione” e “ristrutturazione edilizia” dell’articolo 3, comma 1, lettera d) del TUE.

Il Ddl Salva Milano/Italia, approvato dalla Camera dei Deputati il 21 novembre e in attesa del voto in Senato, rappresenta un intervento normativo di grande rilevanza per il settore edilizio e urbanistico nazionale. Negli articoli precedenti abbiamo ricostruito la storia delle indagini ed inchieste della magistratura che è intervenuta adottando  una serie di ordinanze di sospensione dei lavori con innumerevoli sequestri dei cantieri in cui sono stati realizzati interventi di presunta natura abusiva: https://diariodiac.it/milano-capitale-delle-costruzioni-in-italia-storia-e-cronistoria-del-caso-milano/. Al fine di fornire un quadro normativo chiaro, che consenta di superare le ambiguità interpretative e di rilanciare lo sviluppo urbanistico della città, il governo ha deciso di introdurre una serie di disposizioni aventi il carattere di interpretazione autentica. Ne ho parlato in questo articolo: https://diariodiac.it/labirinti-9/. Per comprendere l’evoluzione normativa della tipologia ricostruttiva in Italia e del perché si è arrivati al Ddl “salva Milano/Italia”, abbiamo ripercorso la storia delle definizioni di “ristrutturazione edilizia conservativa e ricostruttiva” in Italia (Relazione Unitel 2021-2024 a cura del sottoscritto e dell’Avv. Roberto Ragone,  depositata in sede di audizioni all’8° commissione ambiente e territorio del Senato e della Camera sui Ddl rigenerazione urbana e TUE). https://diariodiac.it/il-salva-milano-e-salva-italia-evoluzione-normativa-del-concetto-di-ristrutturazione-edilizia-conservativa-e-ricostruttiva/.

L’articolo di questa settimana continua questo excursus storico concentrandosi sull’innovazione sostanziale introdotta con il Dl 76/2002, con la nuova definizione di ristrutturazione edilizia dell’art. 3 comma 1 lettera d) del TU dell’edilizia.

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