Accordo con Assonat

Sace sostiene il piano di RILANCIO della portualità turistica

“Port in Italy” è il primo piano nazionale per la portualità turistica italiana, importante asset dell’economia del mare. A lanciarlo è Assonat, l’associazione delle imprese del settore, con Sace. Più strutture, più competitività e più proiezione internazionale: sono queste le tre direttrici sulle quali poggia il piano. Ma serve un nuovo quadro normativo con un nuovo disegno di legge che superi leggi non più adeguate. Il ministro Musumeci calcola che al Sud mancano 50 mila posti barca e assicura l’impegno del Governo ad accelerare sullo sviluppo del comparto.

18 Giu 2025 di Maria Cristina Carlini

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La portualità turistica italiana cerca la rotta del rilancio. Con oltre 800 porti turistici, approdi e punti di ormeggio e 162 mila posti barca lungo 7.700 chilometri di costi e 15 regioni costiere, questo asset dell’economia del mare può essere volano di crescita con  importanti opportunità di investimento. Servono però più strutture, più competitività e anche una proiezione internazionale: è proprio su queste tre direttrici che poggia Port in Italy, il nuovo piano strategico presentato da Assonat, l’associazione delle imprese che si occupano della costruzione o della gestione degli approdi turistici e delle attività connesse. A supportarlo è scesa in campo Sace che ha collaborato alla predisposizione del piano e che mette a disposizione delle imprese una serie di servizi, a cominciare dalle garanzie e liquidità. Un importante abbrivio quello che arriva dal gruppo assicurativo finanziario partecipato dal Mef per dare un impulso a quello che è un comparto vitale per l’economia blu, che vale 180 miliardi di euro e coinvolge 230 mila imprese. Il primo piano nazionale della portualità turistica è stato presentato ieri presso la sede della Sace. Si tratta di un inedito: è la prima volta che il settore è al centro di un progetto di ampia portata che partendo da un’analisi di scenario e di valutazione dell’adeguatezza di posti e delle strutture indica il percorso da seguire.

C’è una priorità urgente che Il piano di Assonat: quella di avere un preciso quadro normativo. Di qui la richiesta a governo e istituzioni di realizzare al più presto un disegno di legge sulla portualità turistica. Tra le proposte del piano c’è la stesura di un Masterplan nazionale dei porti turistici italiani, suddiviso per regione, per censire e riqualificare le infrastrutture esistenti. Il Masterplan prevede la definizione di parametri comuni per la pianificazione e la riqualificazione dei porti italiani in base alla dimensione e tipologia delle unità da diporto, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, all’efficienza logistica e all’integrazione con il tessuto urbano circostante. In considerazione della particolare rilevanza che i porti turistici hanno assunto nel sistema turistico
nazionale e della funzione propulsiva che rivestono nella promozione dell’economia costiera, il piano punta sull’introduzione di specifiche misure incentivanti per promuovere la riqualificazione, la ristrutturazione e l’eventuale ampliamento dei porti turistici esistenti.

E’ in questo contesto che si concretizza la partnership tra Sace e Assonat. L’accordo di collaborazione presentato ieri nasce per supportare gli obiettivi del Piano, facilitando l’accesso alle soluzioni assicurativo finanziarie di SACE e lavorando congiuntamente a iniziative quali incontri di business matching e tavoli operativi dedicati. Si chiama Grow la formula con cui opera Sace. G significa Garanzie e liquidità con strumenti per migliorare l’accesso al credito e ottenere liquidità, sostenendo gli investimenti e i progetti delle imprese in innovazione, infrastrutture, digitalizzazione ed export. R sta per Rischi: protezione dai rischi tradizionali ed emergenti, attraverso coperture assicurative per il credito, per i rischi politici e per i rischi catastrofali. O  vuol dire Opportunità, cioè la facilitazione di connessioni strategiche e organizzazione di incontri di business matching con buyer esteri per rafforzare il posizionamento delle imprese italiane nelle catene globali di fornitura. Infine, W cioè  Worldwide con il supporto alla crescita delle imprese italiane in Italia e nel mondo attraverso una presenza diffusa sul territorio con 11 uffici in Italia per seguire e accompagnare le imprese con un servizio di prossimità sempre più potenziato e 13 uffici nel mondo localizzati nelle aree a maggior potenziale per il Made in Italy.

Port in Italy incassa l’appoggio del governo con il ministro per la Protezione Civile e Politiche del Mare, Nello Musumeci, pronto ad avviare un confronto con l’associazione.  “Uno degli obiettivi principali del Cipom è mettere ordine nel settore del turismo da diporto, che oggi è ancora regolato da una legge pensata per un contesto che non esiste più. Quella norma non facilita la crescita e ostacola gli investimenti, perché i tempi dell’imprenditore e dell’investitore non coincidono mai con quelli della burocrazia”, ha assicurato. “Abbiamo posto all’ordine del giorno due temi centrali: il dragaggio e il diportismo. È impressionante pensare che dall’estero ci chiedano spazio sulle nostre coste e noi non possiamo rispondere. Nel Mediterraneo si gioca una competizione durissima: chi resta indietro, perde. Non possiamo permetterci di essere lenti e disorganizzati solo perché abbiamo paesaggi meravigliosi. Questo comparto merita una strategia vera, strumenti efficaci e soprattutto tempi certi”, ha aggiunto. C’è un numero, secondo Musumeci, riassume la necessità di agire senza indugi: “al Sud mancano 50 mila posti barca e non riusciamo a dare risposte”. Colpa della burocrazia: “L’Italia è il Paese delle conferenze dei servizi: si sa quando iniziano ma non quando finiscono. La burocrazia statale è in buona parte superflua e non possiamo rimanerne ostaggio”.

“Sono orgoglioso di presentare il nostro Piano, il primo mai dedicato a livello nazionale al sistema della portualità turistica italiana risultato di un lungo percorso che testimonia l’impegno di Assonat- Confcommercio di costruire ascoltando e includendo, per sostenere la crescita del sistema Paese. Questo piano strategico ci ha rivelato l’urgente necessità di avere un Disegno di Legge sulla Portualità Turistica Italiana e su questo stiamo lavorando incessantemente da diversi mesi insieme anche al Presidente Acampora e al suo staff e ora siamo già pronti”, ha dichiarato il presidente di Assonat, Luciano Serra all’apertura dei lavori di fronte a una platea di rappresentanti della filera. “In questo percorso – avviato con il Blue Forum di Gaeta e le consultazioni all’interno di Port in Italy e culminato nel Piano del Mare e negli Stati Generali della Portualità Turistica Italiana – è stato fondamentale l’incontro con Sace che ha mostrato a noi imprenditori una realtà pubblica dinamica, unica, competente, efficiente insieme ad una concreta volontà di facilitare e supportare il necessario accesso al credito per sostenere e rendere possibili i nostri legittimi e indispensabili investimenti”. Ad assicurare il supporto di Sace al nuovo piano è stata Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace. “I porti sono snodi vitali per la crescita economica e per lo sviluppo delle filiere e del territorio e investire nella portualità turistica più efficiente e competitiva significa scommettere su un’Italia più forte e attrattiva agli occhi del mondo. Siamo orgogliosi di essere al fianco di Assonat per il primo Piano strategico dedicato alla portualità turistica e pronti a fare la nostra parte con l’effetto GROW di Sace, la nostra offerta di soluzioni e servizi che in modo integrato e sinergico supportano la crescita delle imprese e delle filiere”.

 

 

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