GLI EMENDAMENTI ALLE NTA

Roma, gli ordini professionali fanno a pezzi le norme attuative del Prg

Il documento con gli emendamenti degli Ordini degli Architetti, degli Ingegneri, dei Geometri e dei Geometri Laureati, dei Periti Industriali rileva “gravi criticità” nella delibera approvata dall’Assemblea capitolina l’11 dicembre scorso e accusa l’amministrazione di aver disatteso gli impegni assunti. Panci (Architetti): “Le proposte vogliono favorire meccanismi di crescita per una città al passo con le altre capitali”. Cerri (Ingegneri): “Bisogna sburocratizzare i processi, ridurre al massimo la possibilità di interpretazione, agevolare i cambi d’uso”.

16 Apr 2025 di Giorgio Santilli

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Il testo delle norme tecniche attuative del Prg di Roma presenta “gravi criticità, più volte evidenziate in sedi ufficiali — tra cui la Commissione Urbanistica — e nonostante il mancato recepimento dei numerosi contributi presentati dal 2022 a oggi, gli Ordini e i Collegi professionali, nel rispetto delle proprie competenze tecniche e con rinnovato spirito collaborativo, presentano una osservazione complessiva all’intero articolato”.

Pesano come pietre – e appaiono in qualche modo ultimative – le parole con cui quattro Ordini professionali di Roma (Architetti, Ingegneri, Geometri e Periti industriali) hanno sintetizzato un articolato lavoro di emendamenti presentato all’amministrazione capitolina per chiedere la modifica della delibera approvata dall’Assemblea capitolina l’11 dicembre 2024. Il tema ripreso anche ieri all’evento “Norme tecniche di attuazione, visioni e prospettive”, organizzato dagli stessi Ordini.

L’obiettivo è sempre lo stesso: “garantire, in vista di una eventuale approvazione definitiva, un testo coordinato, che eviti, come accade nell’attuale versione, evidenti contraddizioni tra articoli diversi e talvolta all’interno dello stesso comma”.

Le dichiarazioni dei 4 presidenti

In questi giorni – e ancora all’evento di ieri – assistiamo a un vero pressing dei presidenti dei quattro Ordini.

«Il lavoro congiunto con Ordini e collegi, che si confrontano quotidianamente con le problematiche della città – spiega il Presidente dell’Ordine degli Architetti, Alessandro Panci – intende supportare l’amministrazione capitolina per meglio definire gli aspetti normativi che incideranno direttamente sulla vita dei cittadini e sull’attività dei professionisti. La proposta presentata dimostra una comunità di intenti che vuole favorire meccanismi di crescita per una città al passo con le altre capitali».

Entra nel merito delle criticità il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Massimo Cerri: «Le NTA – dice – devono essere un’occasione importante di confronto. Bisogna sburocratizzare i processi, ridurre al massimo la possibilità di interpretazione, agevolare i cambi d’uso. E solo lo scambio di informazione con i professionisti tecnici può agevolare la fluidità del nostro lavoro».

«Gli Ordini e collegi professionali coinvolti – dice il presidente del Collegio provinciale dei Geometri e Geometri laureati di Roma, Antonio Scaglione – hanno condotto un’analisi approfondita delle Norme Tecniche di Attuazione del Prg, al fine di fornire un contributo tecnico qualificato e mirato. L’obiettivo comune è quello di definire un quadro legislativo coerente, snello e flessibile, in grado di rispondere efficacemente ai bisogni e alle esigenze del territorio».

Infine, il presidente dell’Ordine dei Periti industriali, Giovanni De Baggis: «Riteniamo fondamentale che le scelte normative – dice – siano frutto di un dialogo strutturato e continuo tra le istituzioni e tutte le categorie professionali coinvolte. I periti industriali, con le loro competenze trasversali in materia di edilizia, efficienza energetica, sicurezza, progettazione e direzione lavori, rappresentano una risorsa indispensabile per l’attuazione efficace delle politiche urbanistiche e per garantire qualità, innovazione e sostenibilità negli interventi edilizi».

Gli emendamenti presentati

Torniamo al documento di dettaglio con gli emendamenti, presentato in Campidoglio. Vengono richiamate le tre finalità dell’amministrazione, indicate nella delibera e condivise con gli Ordini: semplificazione del quadro normativo, al fine di evitare interpretazioni soggettive e contenziosi giudiziari; adeguamento alla legislazione sovraordinata, ormai profondamente modificata, come per esempio il Dpr 380/2001, o la legge regionale sulla rigenerazione urbana e o il Regolamento edilizio-tipo); maggiore flessibilità dello strumento, per facilitarne l’applicazione. Rispetto a questi principi e impegni, gli Ordini rilevano tuttavia che “risultano disattesi nel testo adottato, con conseguenti e ulteriori ripercussioni sull’attività professionale, sulla qualità delle trasformazioni urbane, sulla certezza del diritto e sui tempi procedurali”.

Fra le criticità che vengono evidenziate dal documento, si sgenalano:

  1. mancata introduzione, nell’articolo 4 relativo alle grandezze edilizie, dei parametri previsti dal Regolamento Edilizio Tipo;
  2. mancato aggiornamento dell’articolo 9, riguardante le categorie di intervento edilizio, al DPR 380/2001, con conseguente permanenza di incertezze interpretative e introduzione di definizioni soggettive, soprattutto per quanto riguarda gli interventi nella città storica e nella città consolidata;
  3. introduzione di procedure non allineate alla normativa vigente in materia di acquisizione dei pareri, in particolare quelli della Soprintendenza, della Sovrintendenza Capitolina e del Comitato per la qualità urbana ed edilizia (Coque).

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