INTESA NELLA MAGGIORANZA SUI FONDI

Rigenerazione urbana, la legge al Senato va avanti: 2,5 mld in nove anni. Dl Infrastrutture, tornano le opere Pnc definanziate

L’emendamento, che sarà depositato oggi a Palazzo Madama dal relatore Roberto Rosso (Forza Italia) sulla base di un’intesa di maggioranza, d’accordo anche Salvini, prevede fondi per 100 milioni nel 2026 e 300 milioni l’anno fino al 2034. “Noi andiamo avanti”, dice il capogruppo di Forza Italia Gasparri. Resta da definire il confine fra il Ddl a Palazzo Madama e la norma che scriverà il Mit nella legge delega per la riforma del TU edilizia. Clamorosa marcia indietro della maggioranza sulle opere del Piano nazionale complementare al Pnrr definanziate da Fitto e Giorgetti perché non ancora appaltate nel marzo 2024: tra i duecento emendamenti segnalati alla Camera sul decreto legge 73, tre identici di FdI, FI e Lega puntano a recuperare una parte di quegli investimenti strategici “al fine di garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti”.

18 Giu 2025 di Giorgio Santilli

Condividi:
Rigenerazione urbana, la legge al Senato va avanti: 2,5 mld in nove anni. Dl Infrastrutture, tornano le opere Pnc definanziate

Roberto Rosso, Forza Italia, relatore della legge sulla rigenerazione urbana al Senato

Roberto Rosso,
Forza Italia, relatore della legge sulla rigenerazione urbana al Senato

Dopo la forte accelerazione impressa dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Piano casa e legge delega per la riforma del Testo unico dell’edilizia (si veda qui l’articolo di Diario DIAC), la maggioranza cerca nuovi equilibri sui molti provvedimenti che riguardano il settore. Il tema più esplosivo riguarda la legge sulla rigenerazione urbana all’esame dell’ottava commissione del Senato, ma il relatore del provvedimento, Roberto Rosso (Forza Italia), smentisce l’interpretazione secondo cui la norma sulla rigenerazione urbana contenuta nella legge delega di Salvini rallenterebbe o addirittura svuoterebbe la legge al Senato. Al contrario, Rosso annuncia a Diario DIAC che ha firmato  ieri e depositerà oggi l’emendamento che prevede il finanziamento del Fondo sulla rigenerazione urbana con una dote di 2,5 miliardi di euro: 100 milioni nell’anno di avvio della legge (2026) e 300 milioni l’anno dal 2027 al 2034. Il testo è frutto di un’intesa di maggioranza cui ha partecipato anche Salvini. Ora manca il parere del Mef, ma lo scoglio principale che aveva paralizzato la legge per quattro mesi – la resistenza della Lega alla costituzione del Fondo e all’individuazione delle risorse che lo finanziano – sembra superato.

Forza Italia minimizza l’intervento della legge delega di Salvini sul tema. “Si limiterà a individuare le condizioni normative al contorno per favorire gli interventi previsti dalla legge in discussione al Senato”, dice Rosso. E anche il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, non arretra di un millimetro: “Noi andiamo avanti cone la legge”.

La maggioranza scalpita sul Pnc

Per una questione che sembra appianarsi al Senato – vedremo se i prossimi giorni confermeranno questo clima positivo – un’altra ne esplode alla Camera, dove la maggioranza, con una marcia indietro che ha del clamoroso, ha chiesto di recuperare una quota consistente delle opere comprese nel Piano nazionale complementare al Pnrr che furono definanziate per iniziativa dell’allora ministro Fitto e del ministro dell’Economia Giorgetti. Il decreto legge 19/2024 in termini quanto mai drastici disponeva che venissero cancellate dal Pnc le opere non ancora appaltate alla data di entrata in vigore, nel marzo 2024.

La maggioranza non ha mai gradito l’atteggiamento molto severo di Fitto e molte furono le contestazioni per lo stralcio delle opere comunali dal Pnrr e per il definanziamento delle opere Pnc. Ora la maggioranza torna alla carica con tre emendamenti identici, presentati da Fratelli d’Italia (Zucconi), Forza Italia (Squeri, Cortelazzo) e Lega (primo firmatario Furgiuele), per chiedere il rifinanziamento delle opere che rispettino alcune condizioni: siano già stato oggetto di valutazione e abbiano ottenuto il permesso alla costruzione o all’esercizio, siano cantierabili entro sei mesi dalla data di concessione del contributo del Mit, contribuiscano al superamento dei divari infrastrutturali, di servizio e occupazionale. I soggetti proponenti presentano al Mit istanza di riammissione entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. La finalità della norma è forse l’aspetto più paradossale: “garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale complementare agli investimenti del Pnrr (Pnc)”. Un piano smanetallato che ora la maggioranza reclama sia ripristinato per la gran parte, almeno nella sua parte strategica.

Argomenti

Accedi