L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CNGEGL

Una riforma attesa, ci porta nel futuro delle professioni tecniche: ora modernizzazione e riconoscimento del nostro ruolo strategico per lo sviluppo del Paese

08 Set 2025 di Paolo Biscaro

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Una riforma attesa, ci porta nel futuro delle professioni tecniche: ora modernizzazione e riconoscimento del nostro ruolo strategico per lo sviluppo del Paese

Paolo Biscaro, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

Paolo Biscaro, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

Il disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali rappresenta un momento di svolta storico per l’intero comparto delle professioni regolamentate. Dopo oltre un decennio dall’ultima riforma organica del 2011-2012, il legislatore si appresta finalmente ad affrontare le sfide della modernizzazione, dell’armonizzazione e del riconoscimento del ruolo strategico che le professioni tecniche svolgono per lo sviluppo del Paese. Come Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, accogliamo con particolare favore questa iniziativa legislativa, che tocca tre aspetti fondamentali per il futuro della nostra categoria e dell’intero sistema ordinistico.

Il riconoscimento delle competenze professionali

Il primo elemento di grande rilievo è rappresentato dal principio di valorizzazione e definizione delle competenze professionali. L’articolo 2, lettera c), del disegno di legge stabilisce finalmente un criterio chiaro e razionale: le competenze devono essere attribuite in coerenza con il percorso formativo di accesso alla professione, dal titolo di studio al tirocinio, fino alle materie d’esame per l’abilitazione. Per i geometri, questo principio assume un valore particolare. La nostra professione ha sempre dovuto confrontarsi con sovrapposizioni e incertezze normative che hanno spesso creato confusione nel mercato e presso la committenza. La riforma promette di fare chiarezza, perimetrando le attività sulla base delle norme vigenti e prestando particolare attenzione alle competenze condivise tra più professioni attraverso un’attività di coordinamento tra i diversi ordini.
Questo approccio garantirà ai cittadini e alle imprese la certezza di rivolgersi al professionista più qualificato per ogni specifica esigenza, valorizzando al contempo le peculiarità formative e operative che caratterizzano ciascuna professione. Il principio che “tutto ciò che la legge non indica come attribuito alla competenza di una o più professioni è libero” apre inoltre nuovi spazi di operatività in un mercato in continua evoluzione.

La semplificazione degli assetti ordinistici

Il secondo aspetto di grande interesse riguarda la modernizzazione e semplificazione degli assetti ordinistici. La riforma introduce innovazioni significative nella gestione democratica degli ordini, nei procedimenti disciplinari e nell'organizzazione complessiva del sistema. Particolarmente apprezzabile è la previsione di un sistema elettorale più moderno, che contempla l’utilizzo di piattaforme informatiche e garantisce la parità di genere nei regolamenti. La digitalizzazione dei processi, già avviata durante il periodo pandemico, trova così una sistemazione organica che consentirà una maggiore partecipazione democratica degli iscritti. Altrettanto importante è la riforma del sistema disciplinare. L’attribuzione diretta ai Consigli degli Ordini della nomina dei componenti dei Consigli di disciplina, con semplice comunicazione al Presidente del Tribunale, eliminerà le lungaggini procedurali che hanno spesso compromesso l’efficacia della giustizia domestica. L’introduzione di strumenti telematici per velocizzare i procedimenti rappresenta inoltre un passo decisivo verso una giustizia più rapida ed efficiente.
La chiarificazione della natura giuridica degli ordini come enti pubblici non economici dotati di autonomia, soggetti alle sole disposizioni che espressamente li riguardano, costituisce un importante riconoscimento
delle specificità organizzative del nostro comparto. Un aspetto che riteniamo fondamentale preservare in questo processo di riforma è il mantenimento della vigilanza ministeriale presso il Ministero della Giustizia. Questa attribuzione rappresenta, infatti, un elemento di garanzia per la collettività, assicurando che gli Ordini possano continuare a svolgere efficacemente la loro funzione di controllo sulla correttezza e competenza professionale dei propri iscritti. La vigilanza del Ministero della Giustizia consolida il ruolo degli Ordini come garanti della qualità dei servizi resi alla società civile, mantenendo quella terzietà istituzionale che rappresenta un valore aggiunto per l’intero sistema professionale.

L’equo compenso come diritto fondamentale

Il terzo pilastro della riforma riguarda il rafforzamento delle tutele in materia di equo compenso. L’articolo 2, lettera r), prevede la determinazione di parametri specifici per ogni ordine professionale, stabiliti con decreto ministeriale su proposta del Consiglio nazionale competente. Per i geometri, che operano in settori strategici come l’edilizia, l’urbanistica, la topografia e la gestione del territorio, il riconoscimento dell’equo compenso non è solo una questione di giustizia economica, ma una condizione essenziale per garantire la qualità delle prestazioni professionali. Compensi inadeguati compromettono inevitabilmente la qualità del servizio, con ricadute negative sull’intera collettività.
La riforma riconosce finalmente che il lavoro intellettuale ha un valore che deve essere proporzionato alla quantità, qualità e complessità delle prestazioni erogate. Questo principio, esteso a tutte le professioni che ancora ne sono prive, rappresenta un passo fondamentale verso il pieno riconoscimento della dignità del lavoro professionale.

Verso una professione sempre più moderna

La riforma affronta, infine, temi di grande attualità come l’aggiornamento dei codici deontologici per l’era digitale, la disciplina dell’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, la formazione continua obbligatoria sui nuovi strumenti digitali. Queste previsioni dimostrano la volontà del legislatore di accompagnare le professioni nella transizione tecnologica, mantenendo al centro la dimensione umana e la responsabilità professionale. In ultimo ma non per ultimo, il testo non comporta oneri per la finanza pubblica, ma offre un alto rendimento sociale. Gli ordini e i collegi, enti pubblici non economici, continueranno a sostenersi autonomamente. La riforma, dunque, è a costo zero per lo Stato, ma produce valore: più tutele per i cittadini, maggiore riconoscimento per i professionisti, un sistema più chiaro e affidabile per tutti.

Allo stesso tempo è bene sottolineare un dato politico e culturale: questo risultato è stato reso possibile grazie alla sinergia tra categorie diverse, che hanno trovato un coordinamento univoco. Non era affatto scontato. Troppo spesso gli ordini professionali si sono mossi in ordine sparso, indebolendo la voce comune. Qui, invece, ha prevalso la consapevolezza che solo un fronte compatto potesse incidere realmente sull’agenda legislativa.

Ora la vera sfida inizia: l’attuazione

I 24 mesi che il Governo ha a disposizione per i decreti legislativi sono pochi, ma sufficienti per trasformare questi principi in norme davvero efficaci. Come Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, seguiremo da vicino tutto l’iter e saremo pronti a collaborare attivamente nella fase di implementazione, continuando a vigilare con spirito costruttivo. L’obiettivo è unico e univoco: questa riforma non deve restare sulla carta, ma diventare uno strumento concreto di crescita e giustizia professionale.

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