LA GIORNATA
Putin: tregua porti a pace duratura. Trump MINACCIA ancora nuovi dazi
- Al via il riordino delle accise, benzina più economica e diesel più caro
- A gennaio riparte l’industria europea, la produzione aumenta dello 0,8%
- Ocse: nel quarto trimestre il Pil del G20 aumenta dello 0,9%
- Aspi: nel 2024 l’utile supera 1 miliardo di euro, investimenti a 2,6 miliardi
IN SINTESI
Per tutta la giornata di ieri i riflettori sono stati puntati su Mosca. Fino a quando dal presidente russo, Vladimir Putin, è arrivato un si’ di principio a una tregua con l’Ucraina ma solo a patto che l’accordo promosso dagli Stati Uniti porti a una “pace duratura” e “rimuova le cause alla radice della crisi”. Nella conferenza stampa congiunta con l’omologo bielorusso, Alexander Lukashenko, il capo del Cremlino elenca una lunga serie di questioni, anche di carattere tecnico-militare, che impediscono a Mosca di accettare subito il cessate il fuoco chiesto da Washington. La tattica della Russia e’ pero’ chiara ed è quella di guadagnare tempo in una fase dei combattimenti molto favorevole al suo esercito cosi’ da trattare con Kiev da una posizione di forza ancora maggiore. Putin intende condurre le prossime fasi del negoziato “sulla base della situazione sul campo” che “sta rapidamente cambiando a favore della Federazione Russa”. Se quindi il presidente russo si dice “d’accordo” con la volonta’ di pace del presidente Usa, Donald Trump, che ha ringraziato per la sua “attenzione” al “problema” ucraino, ha avvertito che ci sono tante “sfumature” da tenere in considerazione, in primo luogo il Kursk. In questa regione russa, ha spiegato Putin, le forze di Mosca avrebbero ormai circondato del tutto i soldati ucraini che la scorsa estate ne avevano occupato alcune porzioni per usarle come merce di scambio nel negoziato. Per il presidente USA, le parole di Putin sono “promettenti “. Intanto, Trump ha proseguito nella sua offensiva commerciale minacciando di imporre dazi del 200% su vini e champagne prodotti in Europa e accusa l’Ue di essere ‘una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo’. La misura è una ritorsione contro i dazi europei sul whisky prodotto negli Usa. Nel mirino del presidente americano Francia e Italia. ‘Gli Stati Uniti non hanno liberi scambi commerciali, hanno scambi stupidi. Il mondo intero ci deruba’, dice Trump. ‘Siamo decisi a replicare. Non cederemo mai alle minacce e proteggeremo sempre le nostre filiere’, avverte Parigi. L’Ue annuncia una risposta. Per l’Italia una minaccia da 4 miliardi di euro, negli Usa il 24% dell’export.
Al via il riordino delle accise, benzina più economica e diesel più caro
Disco verde al riordino delle accise che renderà il diesel più caro e la benzina più economica. Un “riallineamento” che il governo aveva anticipato nel Piano strutturale di bilancio a settembre, e che ha ora approvato in via definitiva nel quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale. Il via libera è arrivato dal Consiglio che si è svolto ieri pomeriggio, che ha approvato anche altri provvedimenti fiscali: dalla proroga dell’adesione al concordato preventivo biennale, che slitta dal 31 luglio al 30 settembre escludendo chi adotta il regime forfettario, al testo unico in materia di riscossione e, in prima lettura, un correttivo che introduce diverse misure di semplificazione in materia di adempimenti e versamenti. “Con questi provvedimenti il governo conferma il proprio impegno nel percorso di ammodernamento del nostro sistema fiscale perseguendo gli obiettivi di certezza del diritto e di competitività della nostra Nazione. Rendiamo il nostro sistema più equo, moderno ed efficiente, per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese”, ha detto Leo. La riforma delle accise, spiega Leo, “introduce importanti meccanismi di semplificazione per gli operatori, a garanzia dell’erario. Un intervento che migliora l’efficienza del sistema tributario, riducendo oneri burocratici e rafforzando la fiducia tra Stato e contribuenti”. Le accise del gasolio e della benzina oggi sono pari rispettivamente a circa 62 e 73 centesimi al litro. Con il riallineamento, il diesel dovrebbe aumentare di 1-2 centesimi mentre la benzina vedrebbe un calo della stessa misura. Per il Codacons, l’aumento di 1 centesimo equivale ad una maggiore spesa da 0,61 euro su un pieno da 50 litri. In ogni caso sarà un decreto interministeriale (Ambiente, Economia, Trasporti e Agricoltura) a fissare le nuove aliquote, che saranno riordinate comunque nell’arco di cinque anni. Le maggiori risorse incassate dallo Stato saranno destinate al trasporto pubblico locale, come già annunciato dal governo e indicato anche nei pareri di Camera e Senato. Tra l’altro, l’intervento sulle accise rientra anche tra gli impegni del Pnrr. Nello stesso decreto si disciplina anche la parte fiscale per la produzione del vino dealcolato, “consentendo alle imprese italiane di investire ed operare in nuovi mercati”, ha detto il viceministro.
A gennaio riparte l’industria europea, la produzione aumenta dello 0,8%
Arrivano segnali positivi per l’industria europea. Secondo le prime stime diffuse ieri da Eurostat, la produzione a gennaio ha registrato un incremento congiunturale dello 0,8% nell’area euro e dello 0,3% nella Ue. Si inverte così la rotta il calo dello 0,4% nell’eurozona e dello 0,2% nella Ue. Rispetto a gennaio 2024, la produzione è rimasta stabile nell’area euro e ha registrato una flessione dello 0,2% nella Ue. Tra i Paesi i cui dati sono disponibili, gli aumenti più alti si sono avuti in Lituania (+4,6%), Portogallo (+3,7%) e Austria (+3,5%). I più ampi cali sono stati invece rilevati a Malta (-12,9%), Danimarca (-10,6%) e Slovacchia (-7,3%). Ma i numeri più attesi sono quelli arrivati dalla Germania, dove la produzione industriale ha fatto segnare uno scatto del 2,3% su base mensile mentre su base annua si è registrato un calo dell’1,8%. Tra le altre principali economie europee, per l’industria francese continua la scia negativa cominciata a settembre 2024: gennaio segna, infatti, una nuova flessione dello 0,6% mensile e dell’1,5% annuo; la Spagna prosegue nel suo andamento altalenante e, dopo il dato positivo di dicembre, gennaio torna in terreno negativo con -1% sia congiunturale che tendenziale. Per l’Italia, i dati arrivano, oggi 14 marzo, dall’Istat. Nel dettaglio, a gennaio, la produzione industriale è aumentata dell’1,6% per i beni intermedi, dello 0,5% per i beni strumentali; è diminuita dell’1,2% per l’energia, dello 0,2% per i beni di consumo durevoli, del 3,1% per i beni di consumo non durevoli. Nella Ue è aumentata dell’1,5% per i beni intermedi, dello 0,1% per i beni strumentali; è diminuita del 2,0% per l’energia, dello 0,3% per i beni di consumo durevoli, del 4,1% per i beni di consumo non durevoli. Rispetto a gennaio 2024, la produzione industriale nell’area euro è diminuita dello 0,8% per i beni intermedi, dell’1,6% per l’energia, del 2,7% per i beni strumentali; è aumentata dello 0,9% per i beni di consumo durevoli, del 6,7% per i beni di consumo non durevoli. Nella Ue è diminuita dello 0,3% per i beni intermedi, del 2,1% per l’energia, del 2,8% per i beni strumentali; è aumentata dell’1,3% per i beni di consumo durevoli, del 5,5% per i beni di consumo non durevoli.
Ocse: nel quarto trimestre il Pil del G20 aumenta dello 0,9%
Il prodotto interno lordo nell’area del G20 è aumentato dello 0,9% nel quarto trimestre del 2024, incremento simile a quello del trimestre precedente, secondo le stime provvisorie. I tassi di crescita trimestrali del Pil del G20 sono rimasti relativamente stabili negli ultimi due anni, oscillando tra lo 0,6 e l’1,0%, tuttavia, il quadro è stato eterogeneo tra i Paesi del G20.Nel quarto trimestre la crescita è infatti rimbalzata notevolmente in Turchia (da -0,1% a 1,7%) e in Sudafrica (da -0,1% a 0,6%). La crescita è aumentata in Cina (dall’1,3% all’1,6%), in India (dall’1,4% all’1,6%), in Australia (dallo 0,3% allo 0,6%), in Giappone (dallo 0,4% allo 0,6%), in Canada (dallo 0,5% allo 0,6%), in Italia e nel Regno Unito (dallo 0,0% allo 0,1% in entrambi i Paesi). La crescita è rimasta stabile in Indonesia (1,2%) e in Corea (0,1%). Per contro, i restanti Paesi del G20 hanno registrato una contrazione o un rallentamento della crescita nel quarto trimestre rispetto al terzo. Il Pil è diminuito in Messico (0,6%), Germania (0,2%) e Francia (0,1%). La crescita è rallentata negli Stati Uniti (dallo 0,8% allo 0,6%), in Arabia Saudita (dallo 0,9% allo 0,5%) e in Brasile (dallo 0,7% allo 0,2%).Le prime stime annuali ricavate dai dati trimestrali indicano che la crescita del PIL del G20 è leggermente rallentata al 3,2% nel 2024, rispetto al 3,4% del 2023. Tra i 17 Paesi del G20 per i quali sono disponibili dati, la Germania è stata l’unica a registrare un calo nel 2024, con una contrazione del PIL dello 0,2%, dopo una contrazione dello 0,3% nel 2023. Nel frattempo, nove Paesi hanno registrato una crescita più lenta rispetto al 2023. L’India ha registrato la crescita annuale più alta nel 2024 (6,7%), seguita da Cina e Indonesia (5,0% in entrambi i Paesi), mentre Giappone (0,1%), Sudafrica (0,6%) e Italia (0,7%) hanno registrato i tassi di crescita più bassi.
Aspi: nel 2024 l’utile supera 1 miliardo di euro, investimenti a 2,6 miliardi
Gli utili di Autostrade per l’Italia superano quota 1 miliardo. Il gruppo chiude l’esercizio 2024 con un risultato netto positivo pari a 1.065 milioni di euro in aumento di 83 milioni di euro su base omogenea, ricavi operativi pari a 4.387 milioni di euro (+1% rispetto al 2023),l’ Ebitda è pari a 2.601 milioni di euro. È quanto emerge dai dati di bilancio approvati dal consiglio di amministrazione di Aspi che ha deliberato di destinare un dividendo complessivo per l’esercizio 2024 pari a circa 790 milioni. Il 17 aprile saranno corrisposti 648 milioni di euro: 568 milioni di euro, pari al 60% dell’utile della gestione caratteristica della Società, e 80 milioni, pari ai proventi derivanti dalle operazioni straordinarie e dai dividendi delle Società del Gruppo. I restanti 142 milioni saranno distribuiti dopo l’ok alla semestrale 2025.
Il traffico sulla rete ha segnato un volume record, con oltre 51 miliardi di chilometri percorsi nel 2024 (+1,9% rispetto al 2023), a conferma della strategicità per il Paese del trasporto su gomma. Gli altri dati finanziari registrano un indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2024 pari a 9.918 milioni di euro. Il Cash Flow Operativo (FFO) generato nel 2024, pari a 1.740 milioni di euro (+1% rispetto al 2023) e riserve di liquidità, che hanno raggiunto 5,4 miliardi di euro a fine 2024, assicurano il supporto agli impegni di investimento in programma. Includendo i nuovi finanziamenti perfezionati nei primi mesi del 2025, le risorse finanziarie sustainability-linked raggiungono circa 8,1 miliardi di euro, “a conferma – è scritto – del legame fra sostenibilità e strategia finanziaria”. Nel 2025 – spiega la società – è prevista la prosecuzione dei piani di investimenti e manutenzione con circa 2,5 miliardi di euro, a livello di Gruppo, per potenziare i nodi critici e le tratte più congestionate della rete e ammodernare le infrastrutture esistenti con l’obiettivo di prolungarne la vita utile e renderle più sicure e resilienti. “Per sostenere la mobilità del Paese – prosegue la nota – sarà fondamentale continuare il dialogo con il Concedente in vista dell’approvazione del Piano Economico Finanziario (PEF) di Autostrade per l’Italia per il quinquennio regolatorio 2025-2029, incorporando adeguati meccanismi di riequilibrio della concessione che consentano la realizzazione degli obblighi concessori assicurando il necessario mantenimento di una struttura finanziaria solida. In considerazione delle discussioni in atto con il MIT e della conclusione dell’iter attivato dall’ART con delibera 62/2024 è ipotizzabile un’approvazione da parte del Concedente del Piano Economico Finanziario di Autostrade per l’Italia nel secondo semestre dell’anno in corso”.
Enel: nel 2024 ricavi -17,4% a 78,9 miliardi, investimenti a 10,8 miliardi
Pnrr, Ciriani: “Il Governo non intende emendare il piano sulle reti ultraveloci”
“Il Governo non intende emendare l’impostazione dei piani Pnrr sulle reti ultraveloci che, in particolare riferimento al Piano Italia a 1 giga vedono la fibra ottica come la tecnologia di riferimento”. Lo ha detto, nell’aula del Senato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo a un’interrogazione a prima firma del dem Francesco Boccia. L’interrogazione chiedeva se il Governo fosse “intenzionato a dare attuazione alla proposta di Elon Musk, finalizzata a ridefinire alcuni capitoli del Pnrr e ad assegnare a Starlink il compito di andare a coprire le cosiddette aree grigie del Paese, dove la copertura a banda larga o tramite fibra ottica è parziale o limitata”. “Il Governo ha ereditato un grave ritardo dei precedenti Esecutivi rispetto ai piani Pnrr, ma stavano già approfondendo tutti gli sforzi possibili per recuperare terreno. Già nel 2024 si è registrato una netta accelerazione nel dispiegamento dei piani pubblici per la connettività finanziati dal Pnrre il Governo prosegue nel suo impegno per conseguire i target al 2026”, ha aggiunto Ciriani.
“Visti i ritagli degli operatori, il Governo sta esplorando opzioni che possono contribuire a garantire connettività nell’immediato. Con riferimento alle aree più remote, il Governo sta valutando con Starlink e altre operatori l’ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti. Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane del Nord, del Centro e del Sud per sperimentare la fornitura di un servizio space-based rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, come già riportato nella nota di Palazzo Chigi pubblicata lo scorso 6 gennaio, si ribadisce che non sono stati firmati contratti, né sono stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio”.
Campi Flegrei, opposizioni: “Musumeci riferisca in Aula, risorse ancora bloccate”
“Chiediamo ancora una volta che il ministro Musumeci venga in aula a riferire sulla situazione dei Campi Flegrei. Stanotte c’è stata una scossa gravissima, ci sono stati crolli dentro alcuni appartamenti. La gente ha paura. Musumeci l’8 marzo ha ricordato al Governo che sono ancora bloccate le risorse di 20 milioni per il 2024 e di 15 milioni per il 2025 già deliberate dal Governo e destinate ai lavori per gli immobili privati resi inagibili dalla scossa di terremoto del maggio scorso. Sempre Musumeci ha detto che ‘siamo abitati ad attese burocratiche oramai fisiologiche, ma se il Governo interviene in una condizione di rischio come quella dei Campi Flegrei, il buon senso dovrebbe suggerire la conseguente urgenza’. E allora chiediamo al Governo: fate presto”. Lo ha detto, in apertura dei lavori nell’aula della Camera, il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli. Alla richiesta che il ministro della Protezione civile riferisca in aula si sono associati anche Pd, M5s e Azione. “Chiediamo che il ministro Musumeci venga qui. Non dovrebbero essere solo le opposizioni a chiederlo, ma tutto il Parlamento”, ha detto il dem Sarracino. “Musumeci deve spiegarci un po’ di cose, a lui stiamo chiedendo di accelerare le misure, i controlli sull’edificato privato e di accelerare lo stanziamento di risorse previste dai due decreti sui Campi Flegrei che quest’aula ha votato”, ha aggiunto il deputato del M5s, Antonio Caso. “Sono state stanziate risorse pubbliche che non sono arrivate a destinazione e questo dovrebbe preoccupare tutti noi”, ha dichiarato il deputato di Azione, Ettore Rosato: “È utile che il ministro venga in quest’aula a rispondere delle mancanze che, dal punto di vista amministrativo, ci sono state e continuano ad esserci e che vanno risolte”, ha aggiunto Rosato.
Lavoro, Istat: nel 2024 tasso di occupazione su al 62,2%, la disoccupazione giù: 6,5%
Nella media del 2024, l’aumento del numero di occupati, pari a 352 mila unita’ (+1,5% su anno), si associa alla riduzione del numero di disoccupati (-283 mila, -14,6%) e alla crescita di quello degli inattivi di 15-64 anni (+56 mila, +0,5%). Il tasso di occupazione 15-64 anni sale al 62,2% (+0,7 punti percentuali in un anno), quello di disoccupazione scende al 6,5% (-1,1 punti) e quello di inattivita’ (15-64 anni) si attesta al 33,4% (+0,1 punti). Lo rileva Istat. L’input di lavoro nelle imprese cresce: le posizioni dipendenti aumentano del 2,3% e il monte ore lavorate del 2,8% (al netto degli effetti di calendario); diminuiscono lievemente il ricorso alla cig (-0,4 ore ogni mille lavorate) e al lavoro straordinario (-0,2%). Cresce in misura sostenuta il costo del lavoro (+3,4%), a seguito dei miglioramenti stabiliti nei rinnovi contrattuali registrati nell’anno.
‘Crescono i posti di lavoro stabili e cresce l’occupazione al Sud. I dati pubblicati oggi dall’Istat smentiscono le narrazioni fantasiose e dimostrano che le politiche del Governo Meloni hanno affrontato con successo le due principali criticità del mondo del lavoro: la precarietà e il Mezzogiorno. I dati del 2024 sono solo un punto di partenza per fare sempre meglio”, commenta il ministro del Lavoro Marina Calderone. “L’occupazione di qualità e il lavoro al Sud, in particolar modo quella femminile, sono le nostre priorità e stiamo lavorando per dare sempre più strumenti in tale direzione a lavoratori e imprese. Vogliamo che questa tendenza positiva continui anche nel futuro: abbiamo raggiunto il record di occupati, abbiamo un tasso di disoccupazione nella media europea, ma possiamo e dobbiamo fare sempre di più”‘, conclude.
Pa, Zangrillo: “rapporto Aran smentisce l’ostracismo di alcuni sindacati”
“C’è una falsa narrazione che i numeri ancora una volta smentiscono”. A dichiararlo è Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, commenta il rapporto sulle retribuzioni presentato oggi dall’Aran, ed elaborato sulla base dei dati ISTAT e della Ragioneria Generale dello Stato. Continua il ministro: “Dal rapporto emergono dati che fotografano la realtà e smentiscono tesi che alcuni sindacati continuano a sostenere. Il primo elemento rilevante riguarda l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie stanziate da questo Governo per il rinnovo dei contratti dal 2022 e in prospettiva fino al 2027: 21 miliardi di euro. Mai prima d’ora erano state allocate così tante risorse e con tale anticipo rispetto alla scadenza dei contratti stessi”. Inoltre, “i numeri del rapporto dimostrano che alcuni comparti hanno registrato, considerando anche le risorse aggiuntive, incrementi molto vicini all’inflazione reale. Anzi, se si considera anche il triennio 2016-2018, due comparti – sanità e funzioni centrali – mostrano incrementi retributivi coerenti con il quadro dell’inflazione e con quello finanziario del nostro bilancio, smentendo le dichiarazioni di CGIL e UIL, che hanno giustificato la mancata firma del contratto delle funzioni centrali e lo stallo di quello del comparto sanità con motivazioni che i dati non supportano. Il rapporto evidenzia inoltre il ritardo accumulato dal comparto delle funzioni locali, che non ha beneficiato di risorse aggiuntive. Sebbene questa situazione derivi da scelte pregresse, sarà necessario valutare interventi specifici, come il potenziamento del trattamento accessorio, per riequilibrare la dinamica retributiva. Tutto ciò conferma un atteggiamento di ostracismo ingiustificato da parte di CGIL e UIL nei confronti di questa tornata contrattuale. Un atteggiamento che non si era verificato nel 2018, quando le stesse organizzazioni sindacali firmarono contratti con un incremento del 3,48%, a fronte di un’inflazione cumulata nei precedenti anni pari al 9,2%. Un atteggiamento che risulta, almeno, incoerente”.
Webuild supera i target di piano, ricavi 2024 +20% a 12 miliardi
Il Gruppo Webuild chiude il 2024 con risultati record, superando i target previsti per l’anno.
Crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi di euro in aumento del +20% sul 2023 e rispetto ad una guidance che li prevedeva superiori a 11 miliardi. L’EBITDA ammonta a 967 milioni (+18% e guidance >900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. La struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (rispetto ad una guidance >400 milioni). La leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore. Sulla scia di questi risultati, del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo, Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano “Roadmap al 2025 – The Future is Now”, che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi maggiori di 12,5 miliardi, in crescita rispetto al precedente target di €0,5-11 miliardi, EBITDA maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di 990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
I traguardi raggiunti rappresentano l’esito di un percorso iniziato nel 2012, guidato da una strategia chiara e coerente, sottolinea il gruppo. Il rafforzamento del modello di business – grazie all’eccellenza ingegneristica, unita alle migliori pratiche in salute e sicurezza, alla centralizzazione dei processi chiave e a una rigorosa gestione del rischio –ha permesso di creare una piattaforma solida e innovativa su cui fare leva per lo sviluppo futuro del Gruppo, capitalizzando sui trend di un mercato di dimensioni straordinarie. Il mercato delle infrastrutture si sta, infatti, affermando sempre più come motore per la crescita economica e la sostenibilità globale, con un forte aumento della domanda di investimenti in infrastrutture a bassa emissione di carbonio per i trasporti, la sicurezza energetica, e per la gestione di risorse critiche, come l’acqua. In questo contesto dinamico, Webuild ha saputo cogliere le opportunità creando un solido track record e confermandosi partner di fiducia dei propri clienti. Prosegue infatti, il solido trend di acquisizione di nuovi ordini con un totale di €13 miliardi nel 2024. Questo risultato ha permesso di raggiungere oltre il 100% dell’obiettivo di ordini previsto per il triennio 2023-2025. Più del 95% dei nuovi progetti acquisiti nel 2024 derivano da geografie a basso rischio. Il portafoglio ordini construction si attesta a livelli record per la media di settore, a €54 miliardi, di cui circa il 90% relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.
Tra le 10 opere completate e consegnate nel 2024, spiccano interventi strategici per la mobilità sostenibile in Italia e all’estero: la linea 4 della Metropolitana di Milano, la stazione San Pasquale della Linea 6 di Napoli, la linea 3 della Metropolitana di Riyadh e la prima linea metropolitana di Salonicco. L’espansione del Gruppo ha favorito la crescita occupazionale, con oltre 13 mila nuove assunzioni nel 2024, di cui circa il 50% sotto i 35 anni. Negli ultimi quattro anni, sono state assunte in media 13.600 persone.
Polo logistica Fs: sinergia ferro-gomma per trasporto di prefabbricati in calcestruzzo
Una nuova collaborazione per rendere la logistica più efficiente e a basso impatto ambientale: Polo Logistica FS, Baraclit e Murano S.p.A. annunciano l’avvio di un innovativo modello di trasporto intermodale di prefabbricati in calcestruzzo che ottimizza i flussi logistici e riduce le emissioni di CO₂, riducendo gli spostamenti su gomma. L’iniziativa è stata anticipata oggi durante il convegno “Il ruolo della logistica nella transizione energetica e nella crescita economica”, organizzato da ALIS (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) nell’ambito della fiera LetExpo di Verona. Grazie al Polo Logistica, i manufatti in calcestruzzo prodotti da Baraclit nel suo stabilimento di Bibbiena (AR), vengono caricati sul treno direttamente in fabbrica mediante Trasporto Ferroviario Toscano – TFT e, con un treno Mercitalia Rail, raggiungono il terminal di Marcianise (CE), dove Mercitalia Shunting & Terminal li carica su camion per il trasporto in cantiere. Un modello di logistica integrata che valorizza la sinergia tra le aziende del Polo Logistica, fornendo soluzioni efficienti e sostenibili per creare valore per i partner.
“Questa sinergia fa parte del percorso evolutivo del nostro Piano Strategico, che prevede una serie di azioni mirate a favorire la massima collaborazione tra i diversi segmenti del trasporto in un’ottica di sistema sull’intera supply chain con il treno come vettore principale sulle lunghe distanze”, ha dichiarato Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics. “Un approccio che parte prima di tutto dell’innovazione culturale che sta vivendo il Polo Logistica del Gruppo FS: il cliente e la sua domanda al centro dei processi operativi, le partnership e le sinergie quali must del piano, la sostenibilità ambientale, economica e sociale come faro per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi che ci siamo prefissati per proporci sempre più come Freight Forwarder a supporto del sistema industriale europeo”.
L’adozione di questo modello di trasporto consente di eliminare circa 280 camion dalla rete stradale, evitando l’emissione di circa 195 tonnellate di CO₂ rispetto al trasporto esclusivamente su gomma, secondo le stime del Polo Logistica FS. L’iniziativa si inserisce in un momento simbolico per Murano S.p.A., azienda leader italiana nel settore della frutta secca con il marchio Fatina, che celebra 80 anni di attività con la costruzione di un nuovo stabilimento all’avanguardia. Questa struttura, caratterizzata da dimensioni, tecnologia e innovazione uniche in Europa, è stata affidata a Baraclit, azienda toscana di riferimento nel settore dei prefabbricati ad alto contenuto tecnologico ed estetico. Questa partnership rappresenta un nuovo passo avanti nel percorso di intermodalità promosso dal Polo Logistica, in continuità con il progetto ferro-mare-gomma realizzato lo scorso anno insieme a Baraclit e Gruppo Grendi. Un’ulteriore milestone verso una logistica sempre più sostenibile, efficiente e in linea con gli obiettivi ESG delle aziende partner.
Legacoop, il 19 marzo confronto coop-istituzioni europee
“Cooperative: forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”. Mercoledì 19 marzo, a Bruxelles, Legacoop promuove un confronto con le istituzioni europee sul ruolo delle cooperative per la competitività, l’innovazione, la sostenibilità in Europa Parteciperanno, tra gli altri, Raffaele Fitto, Pina Picierno, Michele De Pascale, Simone Gamberini. “Cooperative: forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”. È questo il tema del convegno organizzato da Legacoop a Bruxelles mercoledì 19 marzo, dalle ore 14.00 alle ore 18.15 presso gli uffici della rappresentanza della Regione Emilia Romagna, in Rue du Montoyer, 21.
L’evento ha l’obiettivo di approfondire, in un confronto con i rappresentanti delle istituzioni europee, temi critici relativi alla competitività, l’innovazione, la sostenibilità, ed il ruolo centrale delle cooperative nel futuro del settore industriale e dell’agroalimentare in Europa. All’incontro, parteciperanno il Vicepresidente Esecutivo della Commissione UE e Commissario Europeo per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme, Raffaele Fitto, la Vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, il Presidente di Legacoop Nazionale, Simone Gamberini. Saranno inoltre presenti numerosi Europarlamentari e componenti di alcune DG della Commissione Europea, insieme con rappresentanti di network europei cooperativi e di settore, di think tank europei e di imprese cooperative aderenti a Legacoop.
Gava (viceministro Mase): 232 milioni ai Comuni per efficienza energetica negli edifici
Il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, ha inviato una lettera a tutti i Comuni italiani, per il tramite dell’Anci, per informarli dell’avvio del programma “C.S.E. 2025 – Comuni per la sostenibilità e l’efficienza energetica”, che mette a disposizione 232 milioni di euro per interventi di efficienza energetica negli edifici pubblici. “Si tratta di una misura che nasce all’esito di un importante e personale lavoro che ho portato avanti con determinazione – dichiara il viceministro Gava – per garantire ai Comuni risorse concrete per la transizione energetica. Ho voluto informare direttamente tutte le amministrazioni locali, affinché nessun ente resti escluso da questa opportunità”.
A partire dall’8 aprile – si spiega nella nota ministeriale –, i Comuni potranno negoziare con gli operatori economici presenti sul Mercato elettronico della Pubblica amministrazione (Mepa), mentre dal 15 aprile sarà possibile compilare le istanze di concessione del finanziamento, in vista dell’apertura dello sportello per la presentazione delle domande fissata per il 5 maggio.
Il finanziamento – prosegue la nota – coprirà l’intero importo dei costi ammissibili per interventi quali impianti fotovoltaici e solari termici, pompe di calore, sistemi di relamping, infissi ad alta efficienza e soluzioni ibride. “Questa misura – conclude Gava – rappresenta un passo concreto per accompagnare i Comuni verso un modello di sviluppo sostenibile, riducendo i consumi energetici e generando benefici economici e ambientali per i territori e i cittadini”.
Energia, Stangalino (Edison): 18.000 MW di solare e 4.000 MW di eolico autorizzati
“Ad oggi la transizione sta accelerando, ma va cavalcata con accortezza. Ci sono state delle oscillazioni: negli anni scorsi c’è stato un blocco delle autorizzazioni, mentre negli ultimi 2 anni se ne sono sbloccate moltissime. Oggi abbiamo 18.000 MW di fotovoltaico e 4.000 MW di eolico autorizzati, quindi bisognerà mettere a terra questi investimenti”. Lo ha dichiarato Marco Stangalino, Executive vicepresident Power Asset di Edison, intervenendo all’evento “Fonti alternative & Green Transition” di RCS Academy.
“Noi – ha aggiunto Stangalino – come Edison stiamo investendo 500 milioni di euro e abbiamo 400 MW di cantieri aperti. Di recente sono arrivati oltre 1.000 MW di decreti VIA abbiamo previsto 1,5 miliardi di investimenti nei prossimi 18-24 mesi. Bisogna fare sistema, avere delle filiere e avere la capacità che tutti remino nella stessa direzione. Ci sono alcune tecnologie che vanno in aiuto di altre, come i sistemi di accumulo, e anche le reti elettriche sono fondamentali”.
M.C.C.