ASSEMBLEA ANNUALE PROXIGAS

Gas, le imprese: solo 1,76mln di abitazioni efficienti per reddito

In base ai dati Ehpa (European Heat Pump Association), nella prima metà del 2024 le vendite di pompe di calore elettriche in Europa hanno registrato una riduzione del 47% (solo 765.000 unità nei 13 Paesi più grandi). I target di penetrazione previsti dai target UE appaiono lontani, dice Proxigas. Servono pompe di calore a gas rinnovabili. Anche nei trasporti, la linea dell’associazione è chiara: occorre considerare tutte le opzioni di decarbonizzazione possibili.

11 Dic 2024 di Mauro Giansante

Condividi:

Un ventaglio di opzioni percontinuare e accelerare la decarbonizzazione. Anche con i gas. Il messaggio emerso ieri dall’assemblea annuale di Proxigas, l’associazione confindustriale che riunisce le imprese del settore, è chiaro: il gas continuerà ad essere richiesto in tutto il mondo. Rimarrà, infatti, un mercato globale e conteso, la cui domanda mondiale continuerà a crescere, in particolare in Asia (nel 2024 +2,1%). Dal canto suo l’Europa è, e continuerà a essere, un importatore netto: nel 2023 ha importato 300 mld/mc di gas rispetto ad un consumo di 330 mld/mc. L’offerta, invece, ad oggi non sembra possa aumentare in misura adeguata e lo scenario per il 2040 è quello di un deficit importante. Per questo servono e serviranno nuovi investimenti e contratti a lungo termine per contrastare le instabilità prezzuali e geopolitiche già in corso dalla fine del 2021.

Oltre ai gas però, purtroppo, continuano a essere protagoniste anche le altre fonti fossili più inquinanti, cioè petrolio e carbone. Dice Proxigas: i consumi globali di oil and coal sono ancora in forte crescita per far fronte alla domanda di energia, vanificando gli sforzi compiuti dall’Europa per la riduzione delle emissioni.

Transizione ancora lenta, in primis su edifici e trasporti

La transizione, ad oggi, è ancora un percorso con forti lacune. Secondo alcune rielaborazioni di Proxigas illustrate ieri, anche rispettando gli impegni attuali fissati per il 2030, l’aumento della temperatura si attesterebbe a 2,6-2,8°C, ben lontana dai target degli accordi di Parigi. Inoltre, il Green Deal non ha avuto una proiezione extra-Ue: dal 1990 al 2023 le emissioni globali sono aumentate del 64%. L’Ue, però, è bene ricordare che è la più virtuosa tra le economie avanzate.

Eppure, in termini di emissioni, il 2023 ha registrato una riduzione di emissioni nette di gas ad effetto serra in Ue del 7,5% rispetto al 2022 (che però è meno del 5 per mille delle emissioni globali). Tuttavia, all’interno dell’Europa stessa vi sono eterogeneità, con l’Italia che si colloca al di sotto della media Ue.

Quanto agli edifici e ai trasporti, come si accennava, c’è una domanda attesa mancante che rallenta la transizione. Secondo dati Ehpa (European Heat Pump Association), nella prima metà del 2024 le vendite di pompe di calore elettriche in Europa hanno registrato una riduzione del 47% (solo 765.000 unità nei 13 Paesi più grandi). I target di penetrazione previsti dai target Ue appaiono lontani.

A questi ritmi, insomma, il ritardo sui target europei saranno di almeno cinque anni. Inoltre, secondo lo studio Proxigas-Bip Consulting, le nuove caldaie rappresentano la soluzione più competitiva e quindi accessibile a livello economico per il cittadino. Per quanto riguarda le abitazioni in classe F e G, su 16,6 mln, solo 5,9 milioni possono installare la pompa di calore; se si considera il reddito delle famiglie, le abitazioni diventano solo 1,76 milioni. Infine, se sono alimentate a gas rinnovabili, tali caldaie riducono significativamente le emissioni, sostiene Proxigas.

Venendo ai trasporti, responsabili al 75% delle emissioni in Italia, anche qui per l’associazione occorre considerare tutte le opzioni di decarbonizzazione possibili per traguardare gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Infine, l’industria: secondo Proxigas, il meccanismo Ets sembra aver esaurito i suoi effetti nel favorire processi di transizione energetica e oggi viene percepito come una ‘tassa’ ambientale. I consumi industriali gas dei settori produttivi hanno registrato negli ultimi anni una contrazione in Europa dovuta principalmente alla crisi economica; oltre il 50% del calo dei consumi di elettricità in Ue è legato al calo della domanda industriale. E ancora: l’andamento della domanda elettrica industriale non rileva significativi fenomeni di switch gas/elettrico.

Le proposte di Proxigas: valorizzare le infrastrutture gas esistenti

Rimettere l’energia al centro delle politiche europee (non solo la sostenibilità), garantire la sostenibilità economica della transizione ecologica, cogliere tutte le opportunità per far diventare la transizione un’occasione di crescita, valorizzare tutte le tecnologie funzionali alla decarbonizzazione. Sono queste le quattro direzioni indicate da Proxigas per il futuro prossimo degli investimenti e le politiche energetiche italiane ed europee.

Per la prima traiettoria, serve garantire la sicurezza delle forniture investire nella produzione domestica e nella diversificazione delle rotte di approvvigionamento e delle infrastrutture gas, anche favorendo contratti di acquisto di gas a lungo termine. E ancora: ripensare la diplomazia energetica promuovendo modelli di cooperazione reciprocamente vantaggiosi , valorizzare la resilienza infrastrutturale per garantire flessibilità e sicurezza al sistema.

Per la seconda, occorre: guardare a mercati energetici liquidi, efficienti e integrati a livello Ue (rimuovendo eventuali “ostacoli” transfrontalieri); valorizzare le infrastrutture gas (esistenti) di trasporto e distribuzione per ottimizzare complessivamente il sistema (molecole-elettroni); far competere le tecnologie per decarbonizzare al minor prezzo possibile. E ancora: rivedere la Tassonomia Europea per comprendere tutti gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi (anche il termoelettrico con la CCS); rivedere gli standard europei di certificazione deIl’idrogeno rinnovabile per consentirne lo sviluppo ad un costo sostenibile.

La terza strada prevede di: consolidare obiettivi raggiungibili sui diversi orizzonti temporali; valorizzare i diversi percorsi con cui gli Stati membri possono decarbonizzare considerando le loro peculiarità e i loro punti di forza, rispettando i diversi contesti sociali; valorizzare le prospettive dell’Italia come hub energetico del Mediterraneo

Infine, occorrerà: favorire la produzione e l’utilizzo di gas rinnovabili e idrogeno, valorizzandoli in funzione del contributo offerto alla riduzione delle emissioni, anche ai fini del sistema Ets; valorizzare gli sforzi per ridurre le emissioni fuggitive di metano; definire un quadro normativo e schemi di investimento in ambito europeo per promuovere la cattura, trasporto e stoccaggio di CO2 (Ccs) e la produzione di idrogeno blu; valorizzare la generazione elettrica a gas per garantire flessibilità al sistema; promuovere una revisione del pacchetto «Fit for 55» al fine di sostenere il biometano nel settore residenziale (ad esempio, nell’attuazione della Direttiva Case Green) e nei trasporti.

Stoccaggi italiani pieni al 90% un fattore di stabilità ma meno gnl in Europa

“L’incertezza dello scenario geopolitico che dovremo affrontare anche nel prossimo futuro resta una costante nel quadro energetico – ha spiegato Cristian Signoretto, Presidente di Proxigas –. Anche le misure che la futura amministrazione americana adotterà, dalle politiche sui dazi, al regime sanzionatorio, alla produzione di gas, al permitting del Gnl, potrebbero modificare il quadro economico ed energetico complessivo con ricadute anche a livello europeo ed italiano. Ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente, si aggiungono purtroppo quotidianamente nuove instabilità. Questa escalation alimenta anche la volatilità dei prezzi delle materie prime, incluso il gas. I mercati del gas naturale restano, infatti, ancora molto esposti agli shock geopolitici. La stabilizzazione di questa volatilità si avrà quando offerta e domanda di gas riusciranno realmente a bilanciarsi con la messa in produzione di nuove riserve gas e GNL nel corso dei prossimi anni.”, ha aggiunto il Presidente di Proxigas. Sul Gnl, deviato più verso l’Asia, quest’anno l’Europa avrà 10 miliardi di riserve in meno, ha detto Signoretto.

Per questa stagione “grazie agli stoccaggi italiani, ancora pieni quasi al 90% – contro una media europea all’82% – non si prevedono motivi di particolare preoccupazione. È tuttavia lecito aspettarsi che l’inverno terminerà con un livello di giacenza residua in stoccaggio minore rispetto agli ultimi due anni che sono stati caratterizzati da due inverni particolarmente miti”, che potrebbe creare criticità nella re-iniezione in stoccaggio durante la prossima estate. “Mentre prima gli stoccaggi servivano solo a bilanciare la variabilità dei consumi gas legati all’andamento termico dell’inverno, oggi devono anche bilanciare la variabilità nella produzione di energia elettrica delle fonti rinnovabili. Ma questo bilanciamento, a causa della nostra maggior dipendenza dal Gnl, viene realizzato non più solo a livello nazionale o europeo, ma a livello globale. È quindi evidente che le infrastrutture da sole non bastano, serve ancorare in Europa nuovi contratti di approvvigionamento di lungo termine e stimolare lo sviluppo delle riserve di gas domestiche per fare in modo che i prezzi del gas si mantengano stabili e competitivi”, ha concluso Signoretto.

L’accesso alle risorse energetiche rappresenterà sempre più una questione di sicurezza strategica e di competitività economica. Per il Dg di Proxigas, Marta Bucci, l’Europa, che nei prossimi anni continuerà a dover importare una grande quantità di gas, deve garantirsi un’offerta adeguata a fronte di una competizione globale. “È ormai chiaro a tutti che la nuova priorità per le politiche europee sia preservare la competitività del sistema produttivo, in difficoltà nella competizione con Stati Uniti e Cina. In quest’ottica, la transizione energetica deve trasformarsi in un’opportunità di crescita. Di conseguenza, è necessario sviluppare le filiere industriali e includere tutti i consumatori. Per realizzare questo obiettivo occorre consentire agli Stati membri di valorizzare i propri punti di forza e di rispettare le peculiarità dei propri contesti. Il sistema gas italiano, in particolare, rappresenta un’eccellenza e deve essere valorizzato. Bisogna individuare quindi il percorso di decarbonizzazione dei consumi più efficace a livello nazionale, guardando ai costi per imprese e cittadini. Soffermandosi sul settore residenziale, ad esempio, emerge come nel nostro Paese l’elettrificazione dei consumi presenti ostacoli tecnici ed architettonici significativi. Per questa ragione, sarà necessario valorizzare e sostenere le prospettive di decarbonizzazione del gas, vettore che oggi soddisfa i fabbisogni di riscaldamento del 70% delle famiglie italiane e rappresenta ancora la soluzione economicamente più vantaggiosa per i consumatori”, ha affermato ancora Bucci.

 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi