I dati dell'Istat di ottobre
Industria, la produzione al 21° CALO annuo. Tiene su base mensile
Il mese di ottobre segna un altro record negativo per l’industria italiana che registra una nuova flessione annua. Un calo che interessa tutti i principali settori di attività. In questo quadro, positiva è la tenuta su base mensile con una variazione nulla rispetto a settembre. I primi dieci mesi dell’anno registrano un arretramento del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Da Confindustria arriva poi un rapporto che conferma un’altra criticità per le imprese: il mismatch tra domanda e offerta di figure professionali. Due aziende su tre hanno sempre più difficoltà a reperirle
IN SINTESI
Prosegue la serie nera per l’industria italiana con la produzione che segna il ventunesimo calo consecutivo su base annua. Un altro record negativo che fa sembrare (quasi) una notizia buona il dato di tenuta a livello congiunturale. I dati che arrivano dall’Istat relativi al mese di ottobre confermano la lunga fase di difficoltà in cui versa la manifattura nazionale. Su base tendenziale, “prosegue la lunghissima fase di contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario. La flessione è diffusa a tutti i principali settori di attività ed è più marcata per i beni intermedi e i beni strumentali”, sottolinea l’istituto di statistica.
Nel dettaglio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale rimane invariato rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile presenta aumenti congiunturali nei comparti dell’energia (+1,7%) e dei beni di consumo (+1,5%); variazioni negative registrano invece, i beni strumentali (-0,2%) e i beni intermedi (-1,0%).
Al netto degli effetti di calendario, a ottobre l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,6% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 22 di ottobre 2023). Il calo interessa tutti i principali comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo e l’energia (-0,8% per entrambi i settori), mentre risulta più rilevante per i beni intermedi (-5,2%) e per i beni strumentali (-4,4%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più elevati sono le industrie alimentari, bevande, tabacco (+3,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,6%) e le altre industrie manifatturiere (+1,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-16,4%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,9%) e nell’attività estrattiva (-12,4%). A settembre, rileva sempre l’Istat, la produzione dei soli autoveicoli cala del 40% rispetto all’anno precedente. Con il dato di ottobre, si può ora avere anche una maggiore visibilità sull’andamento complessivo dell’anno. Nei primi 10 mesi del 2024, la produzione industriale registra un calo del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Quello di ottobre è, dunque, come si è detto il ventunesimo calo consecutivo su base annua. Ma i segnali di affanno e difficoltà si manifestano anche prima. E’ a settembre 2022 che comincia la serie negativa, interrotta con l’unico, isolato valore positivo di gennaio 2023 (con un aumento del 2,6%). Ma dopo, da febbraio 2023, riparte la discesa. La contrazione di ottobre risulta leggermente più contenuta della flessione di settembre (-3,9%, il più ampio calo del 2024) ma rimane, comunque, tra i valori più alti dell’anno. Su base congiunturale, l’andamento si mostra, invece, più altalenante. Gli unici due dati con il segno più solo quelli di maggio e giugno (entrambi +0,5%). Tre mesi – febbraio, agosto e ora ottobre – presentano una variazione nulla.
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