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Procedure Via più snelle, velocizzato anche l’ok PAESAGGISTICO. Rafforzate le strutture

La viceministra dell’Ambiente Gava: “Con il rafforzamento delle strutture del ministero dell’Ambiente velocizzeremo l’esame delle istanze ferme da tempo”. Nel testo approvato dal governo, anticipato ieri da Diario Diac, il parere paesaggistico rientra in quello di VIA. Confermata l’esclusione dei progetti per gli impianti offshore tra quelli prioritari. Aero: “Questa lacuna normativa rischia di compromettere il ruolo che il nostro settore può rappresentare per il Paese e di rallentare la nascita di una filiera nazionale legata allo sviluppo di decine di progetti di rinnovabili dal mare”.

11 Ott 2024 di Mauro Giansante

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Procedure Via più snelle, velocizzato anche l’ok PAESAGGISTICO. Rafforzate le strutture

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge Ambiente in materia di tutela ambientale del Paese, razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, promozione dell’economia circolare, attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico. Il testo interviene sul Tu del 2006 su tanti ambiti, provando anzitutto a risolvere una delle problematiche più storiche dell’Italia in materia di approvazione dei progetti per la realizzazione degli impianti energetici a fonte rinnovabile. “Si rinnovano le modalità di lavoro della commissione tecnica per le valutazioni ambientali”, ha confermato esultante la viceministra Vannia Gava dopo il Cdm. Annunciando poi che “sarà un decreto ministeriale, al quale stiamo già lavorando, a definire le priorità per le autorizzazioni: investimenti Pnrr, energie per la decarbonizzazione e potenziamento degli impianti esistenti”. E confermando anche gli altri punti fondanti del primo articolo del decreto, come abbiamo scritto ieri su questo giornale anticipando il testo: ci saranno “novità sul fronte della autorizzazione paesaggistica, che sarà compresa nel provvedimento di Via. Si rafforzano le strutture del ministero dell’Ambiente per velocizzare l’esame delle istanze ferme da tempo”.

Come cambiano le procedure Via, niente priorità ai progetti offshore

A fronte della grande mole di istanze da sottoporre alle Commissioni di valutazione ambientale Via-Vas e Pnrr-Pniec, il provvedimento – spiega il Mase in una nota – interviene prevedendo una priorità nell’ordine di trattazione delle istanze, da definirsi con un successivo decreto ministeriale: una ‘corsia veloce’ è attribuita in particolare a progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi Pniec, l’attuazione di investimenti Pnrr e la valorizzazione dell’esistente. I progetti strategici cui dare priorità sono: idrogeno verde, eolico e solare (anche agrivoltaico) onshore con un minimo di potenza nominale di 70 Mw e 50 Mw.

Niente offshore, tanto che Aero – Associazione delle energie rinnovabili offshore presieduta da Fulvio Mamone Capria – ha lamentato che “questa lacuna normativa non soltanto rischia di compromettere il ruolo che il nostro settore può rappresentare per il Paese, ma soprattutto di rallentare la nascita di quella grande industria e filiera nazionale legata allo sviluppo di decine di progetti di rinnovabili dal mare. Quella che secondo noi è sicuramente una svista, ben sapendo quanto il Mase è impegnato positivamente nel nostro settore, contrasta con il prossimo decreto fortemente voluto dal Mase per la definizione dei porti da dedicare agli hub infrastrutturali per l’eolico offshore, nonché con il regolamento delle aste dedicate del Fer2 che hanno previsto di destinare oltre 3,8 Gw a questo settore da assegnare entro il 2028. Porremo all’attenzione di tutti i Gruppi politici parlamentari questa criticità affinché si possa garantire le necessarie certezze ai tanti investitori che nel nostro Paese stanno impegnando centinaia di milioni di euro per questi straordinari e innovativi progetti”. Per rendere ancor più chiaro il messaggio, Mamone Capria ha ricordato che i soci dell’associazione hanno presentato oltre 40Gw di progetti Fer dal mare e che “con richieste di connessione a Terna di oltre 80 Gw, Via rilasciate per oltre 1 Gw e procedimenti in corso per oltre 14 Gw è impensabile che non ci si renda conto del potenziale delle rinnovabili dal mare. La sola realizzazione del 10% nei prossimi anni delle attuali richieste di connessione, consentirebbe all’Italia produrre energia pulita pari a quasi il 7% del fabbisogno nazionale, con una riduzione di emissioni di Co2 senza precedenti”. Attualmente, l’Italia è al 36,8% di quota Fer con quasi 5 Gw installati quest’anno, ne servono 8 ogni anno da qui al 2030 (dati Althesys).

Gli altri elementi nuovi delle procedure autorizzative riguardano il dialogo tra Commissione Via e Pnrr-Pniec e l’efficacia “non inferiore a cinque anni” del provvedimento di verifica di assoggettabilità a Via. E ancora: entro trenta giorni dalla fine della consultazione o dalla presentazione delle controdeduzioni del proponente, “l’autorità paesaggistica competente verifica l’adeguatezza della relazione paesaggistica”. Di lì, entro dieci giorni viene apposto un termine massimo di trenta giorni per le integrazioni. C’è infine il ruolo di supporto del Gse e il rimando al Consiglio dei Ministri nella situazione di dissenso tra il diniego del Ministero della cultura e il parere favorevole della Commissione. In questo caso, si applica la disposizione della legge 400/1988 secondo cui si “può deferire al Consiglio dei Ministri, ai fini di una complessiva valutazione ed armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, la decisione di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra amministrazioni a diverso titolo competenti in ordine alla definizione di atti e provvedimenti”.

Idrocarburi, canoni invariati e progetti già avviati salvi. No a nuovi permessi, limiti da 12 miglia a 9

Capitolo estrazioni di idrocarburi.  “Sulle estrazioni di gas naturale, coniughiamo salvaguardia dell’ambiente e sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Superiamo il vecchio Pitesai valorizzando i giacimenti nazionali che custodiscono riserve importanti per ridurre la dipendenza dall’estero. Confermiamo la bontà del gas release per assicurare all’industria energia nazionale ad un prezzo competitivo”, ha commentato ieri la viceministra Gava.

Nel merito, quindi, il decreto salva i progetti già autorizzati unitamente alle disposizioni dei canoni. Per rispettare gli obiettivi Pniec e Fit for 55, però, vengono vietati i rilasci di nuovi titoli minerari, tenendo conto per il prolungamento delle concessioni delle riserve e del potenziale minerario ancora da produrre e dei tempi di produzione, fino alla durata di vita utile del giacimento. Sempre per le nuove estrazioni, invece, il decreto modifica i limiti dalla costa: non più 12 miglia ma 9.

Ancora sul gas, come rilevavamo già nelle anticipazioni di ieri, viene esteso il termine al 31 ottobre 2025 per la vendita di gas dal Gse ai fini di stoccaggio.

Rifiuti, rafforzato l’Albo dei Gestori ambientali

In materia di economia circolare, invece, come sottolinea anche la nota del Mase “sono introdotte nuove misure: tra queste, il rafforzamento dell’Albo dei Gestori ambientali, con una più ampia rappresentanza delle categorie interessate, norme per rafforzare la cura e la manutenzione di paesaggio e verde pubblico, una semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese, che consenta di trovare la figura professionale senza aggravi economici per le aziende”.

“Gli sfalci del verde prodotti dalle imprese sono riconducibili alla categoria dei rifiuti urbani, pertanto possono essere conferiti presso i centri di raccolta comunali. La svolta, che rappresenta il massimo sforzo alla luce dell’attuale quadro normativo Ue, arriva con il decreto Ambiente a cui ha lavorato il viceministro Gava e che oggi [ieri] ha ottenuto il via libera del Cdm”, si legge nella nota ministeriale. “Se fino a ieri, dunque, le imprese dovevano trattare gli sfalci e le potature come rifiuti ‘speciali non pericolosi’ con annessi altissimi costi di gestione, con il nuovo decreto seguono lo stesso percorso dei rifiuti urbani”. Per Gava è “una norma di buonsenso per rendere la gestione dei rifiuti meno onerosa per le imprese e maggiormente funzionale al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare”.

Inoltre, nel decreto c’è anche la norma che permetterà di risparmiare i soldi dei contribuenti per il recupero dei rifiuti e il riutilizzo dei materiali provenienti dalla realizzazione degli interventi relativi al Tunnel sub-portuale e alla Diga foranea di Genova. Esulta il Mit in una nota: “La norma è stata fortemente auspicata dal Vicepremier e Ministro Matteo Salvini” ed “è un’importante disposizione che servirà all’intero sistema per promuovere l’attuazione di politiche di sostenibilità ed economia circolare nell’ambito della realizzazione degli interventi infrastrutturali”. Nel merito, dunque, viene disciplinata “la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi, prevedendo che il sindaco, quale commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità ed economia circolare. Il provvedimento punta a dare certezze normative nel settore della prospezione e coltivazione di idrocarburi, coniugando la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela ambientale”.

Bonifiche e dissesto idrogeologico

“Nell’ambito della gestione delle acque, al fine di rafforzare le buone pratiche del riuso, è introdotta la definizione di ‘acque affinate’, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei. Per quanto concerne le bonifiche, il decreto semplifica gli interventi nei cosiddetti ‘siti orfani’, finanziati da un apposito stanziamento del Pnrr, e garantisce una struttura di supporto al Commissario del Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara”, si legge poi nel resoconto del decreto. “Sulla tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico, sono individuate misure per la programmazione e il monitoraggio degli interventi, che garantiscano l’interoperabilità tra le banche dati esistenti. Vengono rafforzati – conclude la nota – i poteri dei presidenti di Regione in qualità di commissari, prevedendo anche un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi, finanziati col fondo progettazione, che non abbiano conseguito un determinato livello di progettualità”.

Il commento della viceministra Vannia Gava: “Semplifichiamo la bonifica dei siti orfani, per i quali abbiamo chiesto nuovi fondi in legge di bilancio. Per i privati, acceleriamo i tempi di risposta della pubblica amministrazione”. E ancora: “Per la messa in sicurezza del territorio, misure per far fronte alla siccità e per velocizzare le azioni di prevenzione dai danni delle alluvioni. Dotiamo i presidenti delle Regioni, in qualità di commissari di governo, di dati e strumenti per velocizzare la progettazione e la realizzazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico”.

E-commerce, le nuove regole

Infine, nel decreto c’è spazio anche per la regolamentazione del commercio online. Il fine è il contrasto a fenomeni di elusione degli obblighi di gestione di rifiuti commerciali tramite piattaforme come Amazon. Evitare il cosiddetto free-riding, insomma, sul mancato versamento del contributo ambientale. Il governo introduce così il principio del “chi inquina paga”.

Il testo del Dl Ambiente approdato ieri in Consiglio dei Ministri

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