GAS AL CENTRO DELLA STRATEGIA

Mase, nel 2025 OLTRE 625 milioni sul programma energia e fonti

Pubblicato il piano definitivo sull’organizzazione e l’attività del ministero nel prossimo triennio. Sette le priorità politiche, in primis quella relativa alla sicurezza energetica con la diversificazione degli approvvigionamenti e il rafforzamento delle infrastrutture di rigassificazione, stoccaggio e trasporto. Per quest’anno, previsto il raggiungimento di sette milestones e target Pnrr entro giugno e 22 entro dicembre.

26 Feb 2025 di Mauro Giansante

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Dopo gli obiettivi politici arrivano, anche, le tabelle dei bilanci e il piano organizzativo che riguarderà l’attività del Ministero dell’Ambiente da quest’anno al 2027. Tre anni che coincideranno con la fase decisiva tanto della transizione energetica che della messa a terra finale del Pnrr, salvo ipotesi post-2026. Nel Piano integrato attività e organizzazione, pubblicato ieri nella versione integrale, si può leggere il quadro delle risorse di bilancio per tutto il periodo, divisi per Centro di responsabilità amministrativa. Cioè: Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro; Dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale (Diag); Dipartimento sviluppo sostenibile (Diss); Dipartimento energia (Die) e Unità di missione per il Pnrr. Bene, per il 2025 parliamo di uno stanziamento complessivo pari a 3.361.501.067 €, per il 2026 a 3.319.122.357 € e il 2027 a 2.726.762.732 €. Guardando alla divisione per Missione, invece, gli stanziamenti principali per singoli programmi riguardano l’attività internazionale e comunitaria per la transizione ecologica (981.407.760 €) e, internamente, la promozione dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili e regolamentazione del mercato energetico (625.047.979 €). Su questo programma, tra le singole azioni oltre 600 milioni saranno destinati prettamente a iniziative per la decarbonizzazione, regolamentazione delle modalità di incentivazione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. In totale, la missione Energia e diversificazione delle fonti energetiche conterà per l’anno in corso di 908.290.583 €, includendo anche risorse per innovazione, reti energetiche, sicurezza in ambito energetico e di georisorse. 

 

 

Guardando agli obiettivi del dipartimento Energia si punterà a: aumentare la capacità attuativa di norme legislative e regolamentari; promuovere l’accelerazione di nuovi investimenti in rinnovabili e idrogeno; promuovere l’efficienza energetica negli usi finali in tutti i settori economici; incrementare le misure per la decarbonizzazione ed il miglioramento della qualità dell’aria e promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica; mantenere l’adeguatezza e la sicurezza delle infrastrutture del sistema energetico nazionale e garantire il completamento del processo di liberalizzazione del mercato; efficacia nelle procedure di autorizzazione delle infrastrutture di produzione e di trasporto di energia e migliorare la gestione del bilancio.

Come abbiamo raccontato qui, sono sette le priorità del ministero che oltre ai due piani nazionali Pnrr (su cui è in programma il raggiungimento di 7 Milestones e Targets entro giugno 2025 e 22 entro dicembre 2025) e Pniec puntano a confermare e accelerare i dossier strategici su sicurezza energetica e decarbonizzazione, tutela del suolo, lotta al dissesto idrogeologico, economia circolare e sburocratizzazione delle procedure. Il gas rimane centrale nella strategia energetica italiana, sotto il profilo delle infrastrutture, degli approvvigionamenti e della vicenda dei prezzi (su cui l’obiettivo è lo scorporo da quelli dell’elettricità). Ieri, intanto, i ministri Pichetto e Urso hanno rilanciato ancora una volta sia sulla proprietà nazionale delle concessioni dei grandi impianti idroelettrici, su cui è in ballo il contenzioso con l’Unione europea, sia sul ruolo del nucleare nella transizione energetica. Una strada tenuta in conto per la decarbonizzazione anche in ambito europeo sì ma per i nuovi reattori ci sarà da attendere almeno il 2040 e a Bruxelles ieri in occasione del lancio del Clean Industrial Deal i vertici della Commissione hanno confermato che sul green non sono ammessi arretramenti.

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