ORSINI: FACCIAMO SQUADRA

Piano Casa di Confindustria, sei MOSSE contro l’emergenza

L’obiettivo del piano è quello di dare una risposta al mismatch tra domanda e offerta di lavoro e uscire dalla ‘trappola della mobilità’. Il progetto, cavallo di battaglia della presidenza Orsini punta al coinvolgimento di soggetti pubblici e privati per mettere in campo gli strumenti necessari ad attivare capitali pazienti, superare gli ostacoli urbanistici e amministrativi per la costruzione e riqualificazione di nuovi edifici e introdurre specifiche misure fiscali. Ma quella della casa non è un’emergenza solo italiana.  Il tema è stato al centro del summit europeo sul finanziamento responsabile: serve un forte impegno finanaziario della Ue

19 Nov 2024

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Sei mosse per rispondere all’emergenza casa. Prende corpo il Piano Casa di Confindustria, una delle prorità che, fin dal suo insediamento, il presidente Emanuele Orsini ha posto in cima alla propria agenda. E’ “un grande piano di politica economica per rilanciare lo sviluppo del paese e superare da una parte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e dall’altra la “trappola della mobilità” che impedisce di abbattere la disoccupazione strutturale che soffoca la nostra economia”, spiega Confindustria annunciando il nuovo piano.  L’obiettivo è quello di coinvolgere soggetti pubblici e privati per mettere in campo gli strumenti necessari ad attivare capitali pazienti, rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica e amministrativa per la costruzione e riqualificazione di nuovi edifici e introdurre specifiche misure fiscali. Per realizzarlo Confindustria sollecita un tavolo di confronto allargato, che veda insieme le imprese, il governo, l’Anci, la Conferenza delle Regioni, l’Agenzia del Demanio, oltre a Cdp, Invimit, e le società partecipate pubbliche proprietarie di immobili e aree utilizzabili.

Il presupposto da cui si parte è il forte disallineamento, in numerose aree del territorio, tra i costi di affitto o di acquisto delle abitazioni e il livello di produttività del lavoro e dunque di salari medi. Un freno alla mobilità territoriale che, invece, è un processo fondamentale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sei le leve di intervento che Confindustria ha focalizzato:  individuare e rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica e amministrativa che frenano la costruzione e riqualificazione di nuovi edifici (tra cui procedure flessibili speciali per le varianti urbanistiche e i cambi di destinazione d’uso e la riduzione degli oneri di urbanizzazione); stimolare soggetti pubblici affinché mettano a disposizione aree disponibili in zone urbanizzate, sia immobili sfitti;  introdurre strumenti di garanzia per favorire investimenti di sviluppatori immobiliari, imprese di costruzione, fondi immobiliari, risparmiatori; attrarre risorse di investitori istituzionali, quali fondi pensione, casse di previdenza, banche etc, valorizzando l’esperienza di Invimit e Cdp Real Asset Sgr;  introdurre specifiche misure fiscali, (tra cui riduzioni Imu per le imprese che realizzano alloggi per i lavoratori, detassazione integrale dei rendimenti per risparmiatori e investitori) oltre alla detassazione delle somme erogate dai datori di lavoro ai dipendenti, già prevista nel DDL Bilancio e che potrà essere ulteriormente rafforzata estendendola ai lavoratori stagionali; rafforzare le misure a tutela della proprietà privata.

“Le nostre imprese registrano ormai da tempo un record nella carenza di personale, sono difficili da reperire quasi il 50% dei profili ricercati – sottolinea il presidente di Confindustria Orsini. “Abbiamo un enorme problema di lavoratori che non riusciamo ad assumere perché mancano abitazioni a canoni compatibili con gli stipendi. È prioritario, quindi, creare le condizioni affinché le classi più fragili della nostra società possano avere accesso ad abitazioni di qualità a un prezzo sostenibile. Non si tratta solo di una misura sociale è anche e soprattutto un grande Piano di politica economica per accelerare lo sviluppo del paese. Di qui nasce il nostro progetto. È un piano essenziale per garantire la mobilità territoriale e l’inclusione lavorativa”.

“Adesso serve fare squadra. Per questo, Confindustria ha indicato la necessità di prevedere – già nella Manovra di Bilancio in discussione – misure di garanzia, sia per l’accesso al credito, anche attraverso SACE, sia per favorire l’investimento dei risparmiatori in iniziative finalizzate a offrire alloggi ai lavoratori a un canone sostenibile”, ribadisce il vice presidente Confindustria per il Credito la Finanza e il Fisco Angelo Camilli  “La nostra attenzione è puntata anche sul ‘Piano Europeo per gli alloggi a prezzi sostenibili’, annunciato dalla Commissione europea, che grazie alla creazione di una piattaforma di finanziamento presso la BEI e al raddoppio dei fondi di coesione destinati all’edilizia abitativa, è determinante per imprimere una forte accelerazione al Piano di Confindustria. Altrettanto importanti saranno misure fiscali che puntino a favorire l’investimento nelle iniziative del Piano e la loro realizzazione”.

“Il Piano di Confindustria è di straordinaria importanza per la competitività del sistema produttivo italiano. Perché funzioni – sottolinea Gabriele Buia, delegato di Confindustria per il Piano Casa – sono essenziali semplificazioni urbanistiche che consentano di realizzare velocemente iniziative a beneficio dei lavoratori e delle loro famiglie. Una modalità efficace per attuarlo in tutti i territori nazionali, favorendo la realizzazione di iniziative anche di dimensione medio-piccole, è quello di realizzare operazioni di cartolarizzazione immobiliare, anche promosse da imprese industriali, di costruzione e SGR, che intendono così soddisfare le esigenze abitative dei loro lavoratori e delle loro famiglie – e che coinvolgano, oltre a investitori istituzionali, anche i risparmiatori.Questo sarebbe possibile grazie alla garanzia statale proposta da Confindustria, che servirebbe esclusivamente per operazioni di housing sociale e studentati”.

A Milano il summit dell’European Responsible Housing Finance  ‘La Ue investa in abitazioni durature, basta speculazione

Emergenza italiana, quella della casa, ma anche emergenza europea. Il tema è stato al centro del  Summit Europeo sul Finanziamento Responsabile dell’Abitazione,  ieri a Milano, che ha invitato l’Ue ad investire in abitazioni durature, senza speculazione. “Gli alloggi pubblici, sociali e le cooperative da decenni si impegnano a sviluppare soluzioni abitative accessibili al servizio delle persone, in linea con la transizione energetica equa e gli obiettivi sociali fondamentali. Questa storica attenzione dell’Ue al settore abitativo deve tradursi in finanziamenti destinati esclusivamente agli attori che promuovono equità sociale e stabilità durature”, sottolinea Bent Madsen, presidente di Housing Europe. “Le cooperative abitative in Lombardia offrono una risposta concreta, con circa 17.000 abitazioni cooperative indivise presenti sul territorio” ricorda Attilio Dadda, presidente di LegacoopLombardia. “La nostra visione – afferma Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti – è di un Piano Pluriennale di interventi destinati alla crescente domanda di alloggi a prezzi sostenibili che sia finanziato da una Piattaforma in grado di aggregare risorse pubbliche e private, nazionali ed europee, e che su indicazione delle Regioni consenta ad operatori pubblici e privati, quali le Cooperative di Abitanti, di poter realizzare, anche utilizzando patrimonio pubblico, alloggi a canoni di locazione sostenibili per l’intero Paese. ” L’obiettivo è la realizzazione dei 20.000 alloggi (40% del fabbisogno) a canone calmierato di circa 70/80 mq ciascuno e in più i necessari spazi esterni, per un intervento di 4,956 miliardi di euro con un indebitamento complessivo di 3,460 miliardi di euro e un contributo pubblico diretto e indiretto di 1,496 miliardi di euro (600 milioni di euro con quota finanziaria diretta e 896 milioni di euro con aree, oneri e progettazione), con una struttura finanziaria basata su una partnership pubblica (34%) e privata (66%). “Il diritto all’abitazione sociale e all’assistenza abitativa è al centro della “Europa sociale” che vogliamo rafforzare. Come UE, possiamo svolgere un ruolo cruciale attraverso il supporto finanziario e le iniziative politiche. Con la rinnovata ambizione promossa dalla Presidente von der Leyen e con un Commissario con un portafoglio dedicato all’abitazione, avremo strumenti ancora più potenti a livello europeo per aiutare i milioni di giovani e famiglie che faticano a trovare abitazioni accessibili in tutta Europa” ha ricordato Mario Nava, Direttore Generale della Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Integrazione (DG EMPL) della Commissione europea.

M.C.C.

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