Il nuovo rapporto "Cities for all Ages"

Ocse: RIPROGETTARE le città per contenere i costi dell’invecchiamento, puntare su housing e servizi per tutte le età

Le città del futuro che “devono essere progettate per tutti, garantendo che ogni persona, indipendentemente dall’età, possa accedere a opportunità e servizi, contribuendo così a una società più coesa e sostenibile”. E’ il messaggio che lancia l’Ocse nel suo rapporto sulle “Cities for all ages”. Città non inclusive determinano costi sociali ed economici significativi. Cattiva salute, isolamento e povertà sono i maggiori rischi. Occorre intervenire agendo su tre principali leve: progettazione urbana, alloggi e rafforzamento delle economie locali. Da Bogotà a Bologna gli esempi virtuosi che cita il rapporto Ocse

 

 

14 Apr 2025 di Maria Cristina Carlini

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Ocse: RIPROGETTARE le città per contenere i costi dell’invecchiamento, puntare su housing e servizi per tutte le età

Ci sono città che sanno guardare avanti, che vogliono essere e diventare inclusive, alla portata di tutti, di giovani e anziani. Ci sono esempi virtuosi in giro per il mondo capaci di intercettare il problema e mettere in campo soluzioni. Questo perché l’invecchiamento della popolazione pone ed impone nuove, pressanti sfide allo sviluppo delle città del futuro che “devono essere progettate per tutti, garantendo che ogni persona, indipendentemente dall’età, possa accedere a opportunità e servizi, contribuendo così a una società più coesa e sostenibile”.  Non farlo ha un caro prezzo: quello di dover affrontare pesanti costi sociali ed economici. E’ questo il monito che l’Ocse lancia nel rapporto presentato ieri “Cities for all ages” e che pone l’accento sulla necessità di adottare un approccio inclusivo nelle politiche per creare città per tutte le età.

Anche se le città dei paesi OCSE hanno tipicamente popolazioni più giovani rispetto alle aree rurali, stanno invecchiando rapidamente. Tra il 2000 e il 2022, il numero di persone di 65 anni e oltre per ogni 100 individui in età lavorativa (20-64 anni) è aumentato nelle agglomerazioni urbane di tutti i 35 paesi membri dell’area per i quali sono disponibili dati. Si prevede che questa percentuale salga dal 20,9% nel 2020 al 27,9% entro il 2040, in media, in 29 paesi OCSE. Nel frattempo, molte grandi città continuano a crescere e ad attrarre i giovani. Le città che non riescono a essere inclusive per età diverse, cioè quelle che non affrontano le esigenze delle persone di tutte le età nella pianificazione e nelle politiche urbane, rischiano, avverte l’Ocse, di affrontare costi sociali ed economici significativi. Questi includono rischi più elevati di cattiva salute, solitudine, isolamento e povertà, e spese pubbliche più elevate per i residenti anziani, opportunità educative e sociali ridotte per i bambini e minore attrattività per i giovani, con conseguenze per il mercato del lavoro e la crescita della produttività. Adottando un approccio inclusivo nella formulazione delle politiche urbane, i governi possono promuovere l’accesso a opportunità per i residenti in ogni fase della vita, ma anche avanzare su obiettivi più ampi come competitività, sostenibilità ambientale e coesione sociale, offrendo molti risultati vantaggiosi per tutti. Gli sforzi per creare città per tutte le età sono già in corso in molte città.

Per realizzare città per tutte le età, l’Ocse individua tre aree di politiche chiave. Il primo pilastro è costituito dalla progettazione urbana e pianificazione dell’uso del suolo per migliorare l’accesso a opportunità, servizi e posti di lavoro e per migliorare la sicurezza, la sostenibilità, l’equità e il benessere, anche attraverso un miglior trasporto. Città come Barranquilla e Bogotá, in Colombia, stanno riprogettando gli spazi urbani con sviluppi a uso misto e spazi verdi ampliati, inclusi per bambini e anziani. Il secondo poggia sulla casa: il tema portante è quello della fornitura di alloggi mirati per aiutare i giovani e i genitori a trovare case accessibili vicino a scuole, lavoro, servizi e centri culturali e per consentire agli anziani di invecchiare nel proprio luogo. Le città stanno riqualificando siti dismessi per esigenze specifiche per età, come co-housing per residenti sotto i 35 anni (Bologna, Italia) e alloggi di supporto per anziani (New Orleans, Stati Uniti), ottimizzando la fornitura di alloggi attraverso il “right-sizing” (Cork, Irlanda) e iniziative di condivisione intergenerazionale (Baltimora, Stati Uniti), e sovvenzionando la ristrutturazione di vecchi appartamenti progettati per studenti (Grecia) e anziani (MaPrimeAdapt in Francia) per aiutare specifici gruppi di età a ottenere alloggi urbani accessibili e a prezzi accessibili. Il terzo pilastro delle politiche per città per tutte le età è dato dal rafforzamento dell’economia locale integrando giovani e anziani come lavoratori e consumatori, sostenendo la creazione di posti di lavoro e l’attrattiva culturale. Fornire agli anziani programmi di riqualificazione, come a Greater Manchester (Regno Unito), estende la partecipazione alla forza lavoro e riduce i costi.

Per supportare queste iniziative,  sottolinea l’Ocse, è fondamentale che i governi adottino strategie inclusive nella pianificazione urbana, promuovano soluzioni abitative accessibili e collaborino con il settore privato e sociale per offrire servizi su misura. Inoltre, è essenziale mobilitare finanziamenti per le città inclusive e promuovere la formazione per i funzionari pubblici, affinché possano valutare e migliorare l’inclusività delle loro politiche. Infine, coinvolgere tutte le fasce d’età nella progettazione delle città è cruciale. Attraverso metodi di co-progettazione e consultazioni con diverse generazioni, le città possono creare spazi che rispondano alle esigenze di tutti i cittadini.

Il rapporto porta intessanti esempi di inclusività per tutte le generazioni. Uno, nell’ambito dell’urban design, come si è accennato, è a Bogotà. Nella capitale colombiana sono state realizzate strutture che forniscono un’assistenza gratuita ad anziani, bambini e persone con disabilità. Questi edifici sono dislocati strategicamente nella città in modo da assicurare servizi raggiungibili in 15-20 minuti a piedi. Dal 2020 al 2023 ne sono state aperte 19 e l’obiettivo è aprirne 45 a fine 20235. Sempre in Colombia, ci sono iniziative come ‘Todos al Parque’ a Barraquilla. Prima della sua realizzazione, il 60% dei quartieri non aveva spazi verdi, con la sua implementazione ha assicurato che il 93% dei residenti si trovasse a 8 minuti di camminata da un’area verde:  ne sono state create 250 e questo ha favorito l’integrazione tra giovani e anziani e migliorando la sicurezza di queste aree. Ci sono città che hanno affrontato il problema della crisi degli alloggi con interventi su aree brownfield. New Orleans ha riconvertito un ex tribunale pubblico in una struttura assistita per anziani, facilitandone la ristrutturazione. I lavori di rinnovamento includono un design adatto agli anziani, come bagni con maniglioni, docce a livello del pavimento con panche e unità per la cura della memoria che riducono al minimo elementi potenzialmente confondenti o spazi di stoccaggio come angoli cottura o armadi a muro.  Per l’Italia, l’Ocse cita Bologna:  qui è ristrutturato un edificio pubblico inutilizzato nel centro della città per offrire 45 unità abitative efficienti a prezzi calmierati, riservate a persone sotto i 35 anni.

Il rapporto OCSE porta esempi anche sul fronte del rafforzamento dell’economia locale attraverso l’integrazione di giovani e anziani come lavoratori e consumatori, sostenendo la creazione di posti di lavoro e l’attrattività culturale. Offrire programmi di aggiornamento professionale per le persone anziane, come avviene a Greater Manchester, consente di prolungare la partecipazione alla forza lavoro e ridurre i costi sanitari. Investire in soluzioni di salute digitale, anche per le persone anziane come a Barcellona, in Spagna, può stimolare la silver economy e creare posti di lavoro per i più giovani. Città come Kusatsu, in Giappone, puntano su un’istruzione terziaria di qualità per trattenere i giovani talenti, mentre Mannheim, in Germania, promuove la vita notturna e gli spazi culturali per attrarre residenti in età lavorativa e favorire la crescita economica.

 

 

 

 

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