Ex Olcese a Novara, sgombero e rigenerazione
IN SINTESI
Dopo oltre venti anni di attesa, un’area simbolo della Novara industriale, quella dell’ex cotonificio Olcese di Sant’Agabio segnato da una storia di degrado e di abbandono, troverà presto nuova vita con un progetto di rigenerazione urbana con edilizia residenziale, studentato, aree verdi e parcheggi.
Il primo passo di questa nuova fase proprio ieri, 14 ottobre, con l’intervento, coordinato dalle forze dell’ordine, che ha riguardato prima gli spazi occupati abusivamente e poi la bonifica dell’area di via Visconti, invasa dalla vegetazione cresciuta negli anni di abbandono. Per decenni, l’ex cotonificio era diventato rifugio per senzatetto e teatro di attività illecite, in particolare spaccio di droga, attirando più volte l’attenzione delle forze dell’ordine e anche dei media nazionali, rappresentando una delle ferite urbane più visibili della città.
Ora però il futuro sembra delinearsi. Come annunciato nei giorni scorsi dal primo cittadino l’intero complesso è stato acquistato da una società che ne curerà la riqualificazione.
«Finalmente – ha dichiarato il sindaco di Novara Alessandro Canelli – si risolverà quello che per Novara era diventato un problema di ordine pubblico e sicurezza. L’area sarà completamente sistemata: circa 55 mila metri quadrati che potranno avere destinazione prevalentemente residenziale, anche studentesca, con verde, parcheggi e, si spera, anche qualche impianto sportivo». L’intero complesso era in mano ad un liquidatore, ora che è stato aggiudicato “sarà interamente sistemato. A breve ci presenteranno un progetto più dettagliato – ha fatto sapere il sindaco – ma di certo si tratterà di una riqualificazione che avrà destinazione prevalentemente residenziale, anche studentesca, con verde e parcheggi. E speriamo anche qualche impianto sportivo”, conclude.
Un’area simbolo della Novara industriale
L’ex stabilimento, sorto a fine Ottocento come Manifattura Tosi e poi divenuto cotonificio Olcese, fu uno dei motori industriali di Novara fino alla chiusura definitiva del 1999.
“L’Olcese nacque come cotonificio moderno, parte di quel tessuto industriale che stava cambiando il volto della città e offrendo opportunità di lavoro a centinaia di famiglie. Nei decenni successivi divenne una vera e propria cattedrale del lavoro, cuore pulsante di Sant’Agabio e punto di riferimento per l’economia novarese”, racconta a Diario Diac Daniele Andretta di Io Novara, Associazione di liberi cittadini su Facebook.
“In quegli anni, tra le mura dell’Olcese passarono nomi importanti della storia locale e nazionale”, ricorda il rappresentante del gruppo. “Esponenti politici e amministratori come Gaudenzio Sella – fratello del più noto Quintino – sostennero lo sviluppo dell’industria tessile novarese; Alessandro Rossi, imprenditore e senatore del Regno, fu tra coloro che promossero il settore cotoniero in Piemonte e Lombardia. E ancora, figure come Giovanni Celoria, scienziato e amministratore, o l’ingegnere Giuseppe Colombo, simbolo della rivoluzione industriale italiana, visitarono stabilimenti come l’Olcese per comprenderne l’importanza strategica.
Per quasi un secolo quell’area ha rappresentato un motore economico e sociale, accompagnando lo sviluppo della città e plasmando l’identità stessa del quartiere. Poi, come spesso accade, le trasformazioni del mercato globale e le crisi del settore tessile cambiarono tutto. Negli anni ’80 e ’90 iniziarono le difficoltà, fino alla definitiva chiusura e all’abbandono nel 1999”, sottolinea Andretta.
Da allora, oltre 55 mila metri quadrati di capannoni e spazi produttivi sono rimasti inutilizzati, trasformandosi in un’area di degrado.
Nel corso degli anni “non sono mancati i tentativi di restituire dignità a quell’area. Progetti di rigenerazione urbana, studi di riqualificazione e perfino l’interesse dell’Università del Piemonte Orientale, che nel 2022 aveva ipotizzato di insediarvi un polo di ricerca biotecnologica e farmaceutica. Ma nessuna di queste ipotesi si è concretizzata, e la ferita è rimasta aperta”, sottolinea.
Una zona in trasformazione
L’operazione sull’ex cotonificio si inserisce in un più ampio processo di rigenerazione urbana che sta interessando il quartiere di Sant’Agabio. Negli ultimi anni, infatti, sono già stati recuperati gli ex magazzini Cariplo, mentre nell’ex Molino Tacchini ha trovato sede un marchio dell’alta moda. È inoltre previsto un insediamento di logistica leggera nell’area degli ex Magazzini del Caffè. Resta ancora aperta, invece, la questione dell’ex Quinto Magazzino dell’Aeronautica, la cui proprietà è del Demanio.
“Il recupero dell’ex Olcese lo riteniamo un passaggio importante non solo per il quartiere di Sant’Agabio ma per tutta Novara”, aggiunge Andretta. “Dopo oltre vent’anni di abbandono, quel luogo può finalmente trovare una nuova funzione e tornare a essere parte viva della città. Non si tratta semplicemente di costruire qualcosa di nuovo al posto di ciò che è stato demolito, ma di ripensare uno spazio che ha avuto un ruolo significativo nella nostra storia industriale e sociale. L’auspicio è che questa trasformazione avvenga in modo equilibrato, con servizi, spazi verdi e funzioni utili alla comunità, e che tenga debito conto della memoria del luogo. A nostro avviso, solo così il recupero dell’Olcese saprà diventare un’occasione di crescita vera per Novara e per chi la vive ogni giorno, in quel quartiere”, conclude Andretta.