IN ATTESA DELLA LEGGE DI BILANCIO
Nel Dpb INVESTIMENTI pubblici aggiuntivi per 3,13 miliardi in tre anni, 617 milioni nel 2025
Il documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles prevede per il prossimo anno un incremento delle risorse pubbliche destinate agli investimenti pubblici delle amministarzioni centrali per 1.144 milioni e una riduzione di 527 milioni per le amministrazioni territoriali. La previsione tendenziale degli investimenti fissi lordi è di 3,5%, gli obiettivi programmatici si fermano a 3,4%, a conferma che non ci si deve aspettare molto dalla legge di bilancio e dalla politica economica 2025 in favore degli investimenti ,al netto del Pnrr che da solo genera un punto percentuale del Pil di crescita (21,3 miliardi). Il Pil previsto a +0,9% nello scenario a legislazione vigente salirebbe a +1,2% programmatico (soprattutto per la ripresa dei consumi indotti dalla politica del governo).
Il Governo prevede di incrementare le risorse pubbliche per gli investimenti delle Pa di 3.129 milioni di euro in tre anni: 617 milioni nel 2025, 212 milioni nel 2026, 2,3 miliardi nel 2027. A beneficiare maggiormente di questo incremento saranno le amministrazioni centrali (+2.537 milioni) mentre le amministrazioni territoriali faranno +592 milioni nell’arco del triennio. Curiosamente, però, nel primo anno del triennio programmatico, saranno le amministrazioni territoriali a spingere con un incremento di 1.144 milioni, mentre per le amministrazioni centrali la previsione è di una riduzione delle risorse per 527 milioni. Parliamo di effetti finanziari sul bilancio, quindi di risorse di cassa, ed è probabile che questo dato negativo tenga conto del fatto che ci sono da spendere le risorse del Pnrr. Tuttavia, occorre considerare che ci sono spese che non sono finanziabili con le risorse europee, come il rifinanzamento del decreto aiuti per compensare i maggiori costi delle opere prodotti dai rincari dei materiali e dell’energia degli anni scorsi. Anche negli anni scorsi questo fondo – decisivo per evitare la chiusura dei cantieri – ha attinto dalle risorse indicate in queste tabelle del Dpb (tabella II.1-12 e tabella II.1-13). Per il 2026 avrebbero risorse aggiuntive sia le amministrazioni centrali (+64) che quelle locali (+148), mentre nel 2027 – a effetti Pnrr finiti – le amministrazioni centrali sarebbero rifornite con 3 miliardi tondi aggiuntivi mentre quelle territoriali subirebbero una riduzione di 700 milioni. Quanto al Pnrr, il suo apporto alla crescita degli investimenti è nel 2025 di un punto percentuale di Pil (0,2 punti dalle sovvenzioni e 0,8 punti dai prestiti) pari a circa 21,3 miliardi di euro.
Per capire come il governo intenda destinare queste risorse bisognerà attendere di legge re il testo della legge di bilancio (che ieri non si è visto).
Il Dpb offre invece – come è tradizione – il raffronto fra le previsioni dello scenario a legislazione vigente confontate con il quadro programmatico. Il Pil, previsto a +0,9% per il 2025, raggiungerebbe +1,2% come obiettivo programmatico, che contiene cioè gli effetti prodotti dalle politiche di governo, che in questo caso sono soprattutto di spinta alla ripresa dei consumi. Per gli investimenti fissi lordi, invece, lo scenario tendenziale prevede una crescita di +3,5% sul Pil con una previsione programmatica che si attesta più bassa, a +3,4%. A conferma che non c’è da aspettarsi nessuna spinta agli investimenti pubblici dalla legge di bilancio e dalla politica economica per il 2025 (al netto del Pnrr).