LA BIFORCAZIONE DELLA DEMOGRAFIA: CHI CRESCE E CHI PERDE POPOLAZIONE
Nei prossimi venti anni l’AFRICA crescerà di 700 milioni di abitanti (su 1,2 miliardi totali)
Nel 2024 la popolazione mondiale viene stimata dall’ONU in 8 miliardi e 162 milioni di persone: 162 milioni in più rispetto al 2022, ma 1 miliardo e 162 milioni in più del 2000, quando il mondo toccava i 7 miliardi di abitanti. Nel 2034 fra dieci anni si salirà a 8,8 miliardi e nei successivi dieci, nel 2044 a 9,4 miliardi. Sono questi i dati della nuova previsione che le Nazioni Unite hanno aggiornato al 2024[1]. In breve nei prossimi venti anni la popolazione del mondo crescerà poco più di 1 miliardo e 200 milioni di abitanti. Il fatto nuovo della previsione è che i tassi di crescita della popolazione nel mondo rallentano rispetto a quanto si pensava: nel 2100 la popolazione dovrebbe arrivare a 10,2 miliardi, 1 miliardo in meno rispetto alla previsione elaborata nel 2017.
Come sottolinea Livi Bacci “la corsa rallenta.”[2] La crescita rallenta ma resta importante almeno sino al 2084 anno a partire dal quale si prevede l’inizio dell’inversione. Abbiamo davanti 60 anni di crescita. Il fatto rilevante, però, è che sono già emerse le grandi differenze tra aree geo-economiche: infatti se è vero che la riduzione dei tassi di natalità è generalizzata, ci troviamo di fronte a una biforcazione delle dinamiche demografiche con aree del mondo che vivono già la fase di riduzione della popolazione e aree dove la crescita resta sostenuta.
Grafico 1 La popolazione nel Mondo secondo l’ONU-1994-2024 Ipotesi centrale della previsione

Fonte: Elaborazione Cresme su dati United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2024). <i>World Population Prospects: The 2024 Revision
Una prima considerazione: se nella nostra lettura ci concentriamo sui prossimi venti anni, la previsione ci dice che la popolazione nel mondo crescerà di 600 milioni di persone, bene, considerando che la dimensione media della famiglia nel mondo è stimata in 3,5 abitanti, si tratta di una domanda potenziale, se tutti potessero permettersele, di 171 milioni di nuove abitazioni da realizzare: 17 milioni di abitazioni all’anno. Mezza Italia residenziale da realizzare ogni anno. Certo “la crescita della popolazione globale – scrive l’ONU- è diventata nel tempo sempre più concentrata tra i paesi più poveri del mondo, la maggior parte dei quali si trova nell’Africa subsahariana” e qui la questione abitativa va letta in modo diverso, anche se uno dei fenomeni più importanti che sta avvenendo è il processo di urbanizzazione dell’Africa. Come “abitare” resta uno dei grandi temi dello sviluppo.
Il rallentamento della crescita della popolazione nel mondo appare evidente ma resta consistente: si passa dai 90 milioni di crescita annua del 2013 ai 70,2 milioni del 2024 (-22%), ai 62,3 milioni del 2034 e ai 51,2 del 2044 (-43% sul 1990). L’ipotesi che i demografi dell’ONU fanno è che con il progressivo processo di urbanizzazione del mondo e la corrispondente crescita economica, i tassi di fertilità e le dimensioni dei nuclei famigliari si riducono. La fertilità in tutti i paesi europei è già al di sotto del livello necessario al mantenimento dei livelli demografici: circa 2,1 figli per donna. In Africa siamo a 3 figli per donna, destinati a scendere a 2,7; in Europa a 1,51, destinato a rimanere stabile. Il numero medio di figli per donna in Italia è sceso a 1,20 nel 2023. È un tasso superiore a quello previsto per la CINA: 1,19.
Grafico 2 La crescita annua della popolazione nel Mondo secondo l’ONU-1994-2024-2044
Ipotesi centrale della previsione

Fonte: Elaborazione Cresme su dati United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2024). <i>World Population Prospects: The 2024 Revision
Il tema della “biforcazione demografica” è una delle grandi transizioni che il mondo sta vivendo: grandi urbanizzazioni nelle zone in crescita, freno della domanda nelle aree in calo, e nodo dell’immigrazione che mette in relazione i due mondi. Quello che succede in Italia e in Europa è noto, e ci torneremo più avanti, ma anche leggere cosa sta succedendo nelle aree più popolose del mondo ci fa capire in quale scenario siamo inseriti. L’ONU ci ricorda che la Cina e l’India, con 1,4 miliardi di abitanti ognuna sono i due paesi più popolosi del mondo: insieme rappresentano il 36% della popolazione mondiale. I due Paesi sono il primo esempio di “biforcazione demografica”: nel 2023 l’India ha superato demograficamente la Cina e tra 2024 e 2034 l’India crescerà di 11,8 milioni di abitanti all’anno, nel decennio successivo di altri 8,1 milioni. Nel frattempo la Cina invece ha toccato il picco della sua popolazione nel 2020 e dal 2021 ha cominciato a perdere popolazione. Nel 2024 la Cina ha perso in un anno poco meno di 3,2 milioni di abitanti, e nello scenario prospettico diventeranno 5,5 nel 2034 e 7,7 nel 2044. Tra 2024 e 2044, in venti anni, la Cina avrà perso oltre 100 milioni di abitanti. E secondo le proiezioni al 2100, “il numero di persone in Cina continuerà a diminuire e potrebbe scendere sotto 1 miliardo prima della fine del secolo”: 400 milioni di persone in meno rispetto al 2024, un terzo della popolazione. E il calo previsto è particolarmente pesante per la fascia d’età della popolazione in età di lavoro. È evidente che questo scenario demografico inciderà sul quadro economico mondiale non solo in termini di domanda e crescita ma anche rispetto ai temi della forza lavoro e del costo della forza lavoro.
Nei prossimi venti anni (2024-2044) l’Europa, Russia compresa, si passerà da 745 milioni di abitanti a 711, trenta milioni di abitanti in meno: di questi 11,4 milioni sono dovuti alla perdita di popolazione dell’Europa del Sud, che comprende anche i Balcani, che passerà da 151 milioni di abitanti a meno di 140; di questi 11,4 milioni di abitanti in meno, 5,3 sono dovuti alla perdita di popolazione dell’Italia, che passerà da 59,3 a 55 milioni di abitanti. Altri 22,6 milioni di abitanti si perderanno nell’Europa dell’Est, e 2 milioni nell’Europa dell’Ovest. La sola area in crescita è il Nord Europa, che comprende la Gran Bretagna, che secondo la previsione crescerà in venti anni di 6 milioni di abitanti.
Nei prossimi dieci anni ( 2024-2034) la popolazione africana crescerà di 360 milioni di abitanti, e dal 2034 al 2044 di altri 340 milioni. L’Africa è qui di fronte a noi. In particolare la crescita interesserà l’Africa subsahariana che dovrebbe raddoppiare entro il 2050, ma toccherà anche il nord Africa e questo nonostante si preveda una sostanziale riduzione dei livelli di fertilità “Indipendentemente dall’incertezza che circonda le tendenze future della fertilità in Africa – scrivono i ricercatori dell’ONU- il gran numero di giovani attualmente presenti nel continente, che raggiungeranno l’età adulta nei prossimi anni e avranno figli propri, assicura che la regione svolgerà un ruolo centrale nel plasmare le dimensioni e la distribuzione della popolazione mondiale nei prossimi decenni.”
Grafico 3 La crescita annua della popolazione in Cina e in Africa secondo l’ONU-1994-2024-2044
Ipotesi centrale della previsione

Fonte: Elaborazione Cresme su dati United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2024). <i>World Population Prospects: The 2024 Revision
La crescita della popolazione in Africa determina diversi ordini di problema, al centro dei quali ci sono il tema del lavoro, della qualità della vita, del modello di sviluppo, dei flussi migratori. La crescita della popolazione africana sta mostrando però anche nuove dinamiche economiche e forti processi di urbanizzazione che fanno di queste aree urbane leader poli di crescita economica importante e sulle quali vale la pena a breve tornare. Aree rispetto alle quali l’attenzione internazionale sta crescendo.
[1] OECD/UN ECA/AfDB (2022), Africa’s Urbanisation Dynamics 2022: The Economic Power of Africa’s Cities, West African Studies, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/3834ed5b-en
[2] M.Livi Bacci, Lo spauracchio demografico cambia verso?, www.neodemos.it, 17 Luglio 2024