L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP / 3
Modernità, importanza delle persone e stratificazione storica e formale: gli ingredienti dei 30 anni di Gnosis
Il libro, recentemente edito da Artem, che affronta i 30 anni di Gnosis Progetti, racconta come una società cooperativa di ingegneri e architetti con sede a Napoli, abbia assunto rilevanza nazionale. Il libro, per una strana coincidenza, è arrivato sul mio tavolo insieme ad uno che celebrava i 30 anni di Progetto CMR, una società di progettazione integrata, fondata l’anno dopo, nel 1994 con sede a Milano. Ed è arrivato proprio il giorno in cui stavo scrivendo un pezzo sui cambiamenti generati da tangentopoli che, lo ricordiamo, scoppiò in quegli anni: secondo alcuni storici, il 17 febbraio 1992 quando il pubblico ministero Antonio Di Pietro ottenne un ordine di cattura per l’ing. Mario Chiesa, membro di primo piano del PSI milanese. Tangentopoli impose radicali ripensamenti al mondo delle costruzioni. Pose, per esempio, fine all’assegnazione dei progetti secondo il manuale Cencelli: tanti progettisti portati dalla DC, tanti del PCI, tanti del PSI e degli altri partiti di governo e di opposizione. Attivò una stagione di concorsi, più puliti, se non altro per la paura delle manette.

Luigi Prestinenza Puglisi
E stimolò i comuni ad investire in opere pubbliche, grazie alla concomitante legge per l’elezione diretta dei sindaci (1993) che generò nuova energia all’interno dei municipi delle principali città italiane. Dove furono eletti sindaci personalità laterali alla politica, come per esempio Adriano Sansa a Genova, Riccardo Illy a Trieste, Massimo Cacciari a Venezia. Oppure politici che non erano mai stati al governo come Francesco Rutelli a Roma e Antonio Bassolino a Napoli. O, infine, personaggi carismatici come Leoluca Orlando a Palermo o Enzo Bianco a Catania.
I primi anni del Novanta non furono solo segnati dalla crisi dei vecchi rapporti tra politica e professione. Erano gli anni che chiamiamo oggi della generazione della rete e cioè della diffusione dell’elettronica, dello scambio veloce dell’informazione, della crescente facilità di lavorare al di fuori dei confini regionali, dell’efficienza tecnologica.
Da qui lo stimolo a cambiare assetto degli studi di architettura, a predisporre nuovi modi di porsi rispetto al progetto, superando il modello asfittico, diffuso in Italia, del professionista isolato e legato alla propria città, sovente specializzato solo nella parte architettonica, quella strutturale e impiantistica delegata a specialisti esterni. Modello che non teneva più per motivi economici e per il crescente bisogno di coinvolgere gli aspetti tecnici e impiantistici già nelle fasi preliminari e creative, come gli edifici innovativi e ad alta tecnologia costruiti in quegli anni in Europa insegnavano.
Non la vorrei fare troppo lunga, ma credo che senza questa premessa si capirebbe poco del miracolo che Gnosis è riuscito ad operare. Perché se nel nord, come dimostra la storia di Progetto CMR, che oggi è la società di progettazione integrata con il più alto fatturato in Italia, i cambiamenti furono rilevanti e forse più facili, nel sud, e nel centro, i vecchi modelli non sono stati scalzati del tutto e Gnosis rappresenta una eccezione, una storia di successo.
Che, oltre che dalla brillante idea di coinvolgere in forma di cooperativa coloro che lavorano nella struttura, fidelizzandoli, è stata determinata dalla scelta di specializzarsi in temi attuali quali il restauro, il rinnovamento urbano, gli spazi espositivi, l’ospitalità e le infrastrutture. O, come riassume il libro edito per il trentennale, dal costruire contemporaneo nel costruito.
Può essere, a questo punto, interessante individuare nel catalogo, curato da Alessandro Castagnaro e Alberto Terminio, chi siano i tre santi ispiratori e protettori di Gnosis.
Il primo, al di sopra di tutti, è Oscar Niemeyer. Secondi a pari merito sono Massimo Pica Ciamarra e Marco Dezzi Bardeschi.
Oscar Niemeyer perché un suo progetto, l’auditorium di Ravello, ha contribuito in maniera determinante al lancio di Gnosis. L’auditorium, come ricorderanno coloro che si occupano di architettura, fu fortemente voluto da Domenico De Masi, Presidente della Fondazione Ravello, che ebbe la geniale idea di chiedere un bozzetto a uno dei più famosi architetti allora viventi: il brasiliano Oscar Niemeyer. Il quale lo realizzò gratuitamente ma, essendo quasi centenario, chiarì che non avrebbe potuto fare sopralluoghi. A trasformare il bozzetto in un progetto esecutivo, adattarlo alle dimensioni del lotto e realizzarlo fu Gnosis che svolse il compito in maniera impeccabile. Facendo quello che era giusto fare nella circostanza: ottenere da lui l’avallo per le modifiche necessarie e, insieme, evitare di fargli ombra.
Il secondo santo ispiratore è Massimo Pica Ciamarra, a mio avviso uno dei più importanti architetti napoletani e, direi, italiani del dopoguerra. Che ha avuto il merito di introdurre le fresche idee del Team X, e cioè della componente più avanzata dell’architettura mondiale degli anni cinquanta e sessanta, all’interno di un clima a volte torrido come quello della cultura architettonica partenopea. L’insegnamento principale di Pica Ciamarra è che si progetta per le persone e pertanto l’edilizia non può essere ingessata da stereotipi formali. Pica Ciamarra, che all’Università è stato professore di molti soci di Gnosis e del suo presidente Francesco Felice Buonfantino, ha, inoltre, spesso coinvolto gli ex allievi in progetti comuni, stimolandone la crescita.
Il terzo personaggio è, infine, Marco Dezzi Bardeschi. Chi conosce le polemiche sul restauro in Italia sa quanto la figura di Bardeschi sia stata importante, insieme a quella di Franco Minissi, nel combattere l’idea del restauro dov’era e come era, cioè dei presepi che restituiscono una immagine oleografica e consolatoria del passato. Per proporre, invece, interventi più problematici e rispettosi delle stratificazioni storiche, contrari alla ricostruzione di immagini fasulle.
Riassumiamo: Niemeyer o della modernità, Pica Ciamarra o dell’importanza delle persone, Dezzi Bardeschi o della stratificazione storica e formale.
Ecco, sia pure semplificati, gli ingredienti che Gnosis cerca di applicare ai suoi numerosi lavori. Tra quelli selezionati nel libro per il trentennale vi suggerisco di guardare con la massima attenzione le sistemazioni museali e gli spazi per il pubblico negli aeroporti, tra i quali Napoli Capodichino e Milano Linate. Lavori eseguiti in tutta la Penisola, che mostrano che non è detto che l’architettura di qualità debba avere come unica sede il nord Italia.
Alessandro Castagnaro e Alberto Terminio. Gnosis [30 anni di] progetti. Costruire contemporaneo nel costruito. Artem. Portici 2024.
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