La giornata
Meloni: “Noi non subalterni a Trump, alla difesa il 2% nel 2025”
- Transizione 5.0, Orsini; “spostare le risorse si contratti di sviluppo”
- Edison: nei primi tre mesi crescono i ricavi e utile in calo, balzo degli investimenti
- Italgas: nel primo trimestre crescono ricavi a 459 milioni e utile a 132,6 milioni, investimenti tecnici a quota 165,7 milioni
- Cile, prima Push Strategy di SACE al fianco delle imprese italiane per il settore minerario in Sud America
- Porti, Rixi: “investimenti per oltre 5 miliardi per infrastrutture moderne e sostenibili”
IN SINTESI
Impegno a raggiungere entro il 2025 la quota del 2% del Pil nelle spese per la difesa; apertura ai sindacati sul fronte della sicurezza sul lavoro; lealtà ma non subalternità nei confronti dell’amministrazione Trump. Dalla politica estera all’economia passando per la politica interna, la premier Giorgia Meloni ha spaziato, ieri, nel corso premier time al Senato, appuntamento rimandato due settimane fa per la commemorazione in Parlamento di Papa Francesco e, soprattutto, particolarmente atteso dalle opposizioni dal momento che non si svolgeva dall’ormai lontano gennaio 2024. Da “patriota”, Meloni ha rimarcato che la difesa ha “un prezzo”. “Nel 2014, al vertice Nato di Washington, gli Stati membri dell’Alleanza Atlantica si sono impegnati a raggiungere in 10 anni spese per la difesa pari al 2 per cento del prodotto interno lordo. Da allora tutti i Governi hanno confermato questo impegno, senza eccezione di colore politico. L’Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025, perché c’è un Governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare”, ha detto Meloni che ha respinto le accuse di subalternità nei confronti degli USA. “Che avremmo deciso di garantire 40 miliardi dei cittadini italiani al governo Usa è pura propaganda: gli unici 40 mld che ricordo di investimenti sono quelli che gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a portare in Italia. Perché questo governo fa le su scelte seguendo una sola bussola, che è quella dell’interesse nazionale italiano. Del resto abbiamo imparato da chi ci ha preceduto quanto sia controproducente pensare che la politica estera sia assecondare gli alleati ideologici, non così noi che facciamo valere i nostri interessi con i partner con lealtà ma senza subalternità ed è per questo che veniamo rispettati”.
Nell’Aula di Palazzo Madama, il clima si è surriscaldato con l’interrogazione del leader di Italia Viva, Matteo Renzi. L’ex premier l’ha definita “campionessa dell’incoerenza” e ha ironizzato sulla riforma del premierato che da “madre di tutte le riforme è diventata una suocera di cui non parla nessuno”. Ma Meloni ha risposto di non aver “capito la domanda” per poi ribadire che il premierato resta una priorità, “ma dipende dal Parlamento”. La premier si è detta “favorevole a introdurre delle preferenze nella legge elettorale”. E poi l’affondo : “dimissioni in caso di sconfitta al referendum? Senatore Renzi, guardi lo farei anche volentieri ma non farò mai niente che abbia già fatto lei”.
E poi la rivendicazione dei successi in economia. “La recente promozione di S&P, che ha alzato il rating dell’Italia, ricordiamo che non accadeva dal 2017, secondo me è l’ennesima riprova del lavoro del governo che è stato in grado di ridare all’Italia la serietà e l’attrattività che merita. Penso che sia un’altra smentita per coloro che avevano preconizzato conseguenze catastrofiche per i conti pubblici se il centrodestra fosse arrivato al governo, perché i fatti di questi due anni e mezzo raccontano tutt’altro: l’Italia si presenta in modo credibile di fronte a un quadro che è oggettivamente molto complesso”. E ancora , “i dati del primo trimestre 2025 relativi all’occupazione, all’andamento dei salari, alla stima dell’andamento del Pil dell’Istat confermano l’efficacia della strategia che abbiamo messo in campo: penso che il nostro impegno debba essere quello di continuare su questa linea con obiettivi che devono essere sempre più ambiziosi, a sostegno delle famiglie, siamo partiti dai nuclei più fragili cercando di aiutarli a recuperare potere d’acquisto ma penso che qui la sfida sia ampliare gradualmente la platea dei soggetti interessati, concentrarsi ora sul ceto medio”. Oggi, alle 10.30, Meloni incontra i sindacati per un confronto sulle risorse aggiuntive (650 milioni) messe in campo per contrastare gli infortuni sul lavoro, “una piaga che non possiamo più tollerare”. “Ci confronteremo – ha assicurato – per spendere al meglio queste risorse. Porteremo le nostre proposte ma li incontreremo anche per ascoltare perché è una di quelle materie che coinvolgono tutti e su cui bisogna lavorare nel merito senza alcun tipo di pregiudizio”
Transizione 5.0, Orsini; “spostare le risorse si contratti di sviluppo”
Le risorse inutilizzate della misura Transizione 5.0 potrebbero essere spostate sui contratti di sviluppo che ‘possono essere una potenzialita’ per dare sviluppo alle imprese’. Lo ha detto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, intervenendo alla presentazione del VII Rapporto Osservatorio imprese estere di Confindustria e Luiss. ‘Dobbiamo fare in modo che i contratti di sviluppo vengano fatti ma si deve controllare il risultato finale’ e ‘se vogliamo generare un volano, un pezzo di soldi di Transizione 5.0 che non vengono utilizzati dobbiamo metterli li’ e fare correre gli investimenti’, ha detto Orsini.
Giorgetti: “su digital tax lavoreremo soprattutto in sede internazionale”
Sulla digital tax “siamo orientati al lavorare soprattutto in sede internazionale”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rispondendo al question time alla Camera. “Esiste nell’ordinamento italiano, e non esiste in altri ordinamenti europei, una imposta sui servizi digitali che e’ stata conformata alle proposte contenute nel digital taxation package Ue, coerentemente con quella proposta e’ stata istituita un’imposta pari al 3% che ha generato lo scorso anno introiti per 455 milioni. La discussione avviene soprattutto a livello internazionale e in particolare il famoso Pillar 2 Ocse che prevedeva una global minimum tax, purtroppo ha subito uno stop. Tutta l’impalcatura delle finanze e’ costruita sulla vecchia economia e questo fenomeno dell’economia digitale richiede un aggiornamento della distribuzione del carico fiscale sul quale noi siamo orientati a lavorare soprattutto in sede internazionale” ha concluso.
Ance: “per nostre imprese la sostenibilità è un’urgenza ma anche una grande opportunità”
“Come Ance siamo favorevoli a questi provvedimenti e alla loro armonizzazione per permettere alle imprese del nostro settore di implementare concetti e strategie legate alla sostenibilità che sono dirimenti e fondamentali”. Lo ha dichiarato Silvia Ricci, vicepresidente Transizione ecologica di Ance, durante le audizioni sul Pacchetto Omnibus in Commissione Politiche Ue della Camera. “Si tratta – ha aggiunto Ricci – di sfide ambientali sociali ed economiche fondamentali. Dalle nostre imprese la sostenibilità è vista come un’urgenza, ma anche come una grande opportunità, e in questo l’Unione europea svolge un ruolo essenziale, attraverso la promozione di approcci e politiche sostenibili, e l’armonizzazione dell’apparato normativo è importantissimo”.
Edison: nei primi tre mesi salgono i ricavi e utile in calo, balzo degli investimenti a 150 milioni
Edison ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi di vendita in aumento a 5.540 milioni di euro da 4.066 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno per l’effetto combinato del forte incremento dello scenario prezzi sopra descritto e dell’incremento dei volumi prodotti e venduti (energia elettrica +26%, gas +23%). Si contrae l’ebitda, in linea con le aspettative, a 360 milioni di euro da 595
milioni di euro nello stesso periodo del 2024, in conseguenza del riequilibrio, dopo un 2024 straordinario, sia delle attività di ottimizzazione del portafoglio gas sia della produzione idroelettrica, che nel periodo di confronto una contrazione del 34% dei volumi. La marginalità, inoltre, risente anche della crescita sostenuta del portafoglio contratti di Edison Energia, che nel confronto con il primo trimestre 2024 registra un incremento del 36%, raggiungendo i 3 milioni di contratti. A bilanciare l’impatto sono il contributo positivo della produzione
termoelettrica che nel periodo in esame cresce del 69%, compensando anche la minore produzione rinnovabile, e le attività di Edison Next in particolare quelle rivolte alla Pubblica Amministrazione. Nel primo trimestre 2025, le attività rinnovabili e dei servizi per i clienti costituiscono il 48% dell’ebitda di Edison, in linea con l’obiettivo di raggiungere progressivamente il 70%. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre 2025 con un utile netto di 139 milioni di euro (322 milioni di euro nel primo trimestre del 2024). Nel periodo sono stati finalizzati investimenti per circa 150 milioni di euro, con un incremento intorno all’80% rispetto al primo trimestre del 2024, soprattutto per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia con l’apertura di cantieri per circa 500 MW di nuova capacità.
Italgas: nel primo trimestre crescono ricavi a 459 milioni e utile a 132,6 milioni, investimenti tecnici a quota 165,7 milioni
Italgas inaugura anche l’esercizio 2025 all’insegna della crescita. Nel primo trimestre 2025, il gruppo ha registrato ricavi totali adjusted per 459,3 milioni di euro, in aumento del 6,5%, e un EBITDA adjusted cresciuto del 6,0% raggiungendo 345,3 milioni di euro, nonostante la significativa riduzione del WACC. Il flusso di cassa da attività operativa, pari a 412,1 milioni di euro e in crescita di 70,5 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2024, più che garantisce la piena copertura degli investimenti e spiega la riduzione dell’indebitamento finanziario netto di oltre 200 milioni di euro nel trimestre. L’utile netto adjusted attribuibile al Gruppo al 31 marzo 2025 si attesta a 132,6 milioni di euro, in aumento rispetto al 31 marzo 2024 (117,6 milioni di euro) del 12,8%. Gli investimenti tecnici dei primi tre mesi del 2025 hanno raggiunto 165,7 milioni di euro, con la realizzazione di circa 140 km di reti di distribuzione gas volti a rafforzare il servizio nei territori in concessione. Sono proseguite, inoltre, le attività di trasformazione digitale, con l’applicazione di tecnologie all’avanguardia in grado di far evolvere ulteriormente la gestione verso la remotizzazione e automazione dei processi sempre più spinte. Nel settore idrico, l’attività si è concentrata sull’integrazione delle società del Gruppo, con l’obiettivo di incrementare l’efficienza operativa, ridurre le perdite di rete anche attraverso l’upgrade tecnologico degli impianti e migliorare la qualità del servizio. Infine, nel settore dell’efficienza energetica, si sono poste le basi per un’offerta tecnologicamente avanzata e tailor made per industria, grandi condomìni e pubblica amministrazione con soluzioni utili a garantire efficienza e risparmio energetico. “Dopo un 2024 di risultati straordinari, anche il nuovo anno si apre all’insegna della crescita e della solidità per il nostro Gruppo”, commenta l’amministratore delegato Paolo Gallo. Un percorso che ha trovato compimento nel corso del trimestre e sfociato, con il closing dell’acquisizione di 2i Rete Gas, nella nascita del primo operatore europeo della distribuzione del gas. Gli indicatori economico-finanziari hanno fatto segnare un ulteriore miglioramento, in molti casi a doppia cifra. Tra i risultati di rilievo, l’EBITDA adjusted è aumentato del 6%, toccando quota 345,3 milioni di euro, e l’Utile Netto adjusted di Gruppo ha superato i 130 milioni di euro, mettendo a segno una crescita del 12,8% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Più di 160 i milioni di euro già investiti che hanno permesso di dare ulteriore impulso allo sviluppo e alla trasformazione digitale di reti e impianti. La sfida che ci attende nei prossimi mesi è quella di cogliere rapidamente tutte le opportunità derivanti dall’acquisizione di 2i Rete Gas, individuarne di nuove e realizzare l’upgrade digitale dei 72.000 chilometri di reti acquisite con l’obiettivo di creare valore per tutti i nostri stakeholder, investitori e comunità servite”.
Il cda di Italgas ha approvato la guidance dell’anno, che include il contributo di 2i Rete Gas per nove mesi a partire dal primo aprile 2025. Nel dettaglio, spiega una nota, i ricavi totali adjusted sono attesi a circa 2,45 miliardi di euro, l’ebitda adjusted tra 1,80 e 1,85 miliardi e l’ebit adjusted tra 1,12 e 1,16 miliardi. Gli investimenti tecnici sono stimati per la prima volta oltre il miliardo e precisamente a circa 1,2 miliardi e l’indebitamento finanziario netto a 10,8 miliardi. Secondo il management, alla luce di queste guidance operative, l'”accretion” dell’utile per azione e’ attesa essere positiva gia’ dal 2025. Inoltre il processo di dismissione dei circa 600.000 Pdr (Punto di Riconsegna) in ottemperanza alla prescrizioni dell’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato e’ atteso completarsi in linea con le prescrizioni del regolatore. Ai fini della guidance, i relativi impatti sono attesi concretizzarsi ad inizio 2026. I ricavi complessivi adjusted delle attivita’ regolate della distribuzione gas sono attesi crescere, nonostante il calo del Wacc in Italia, per il contributo di 2i Rete Gas, per la crescita della Rab in Italia e in Grecia e per aggiornamento del tasso di rivalutazione del capitale e dei costi operativi regolatori in Italia. A questi risultati si somma il contributo di Acqua Campania e il miglioramento della performance del business dell’efficienza energetica. Il controllo dei costi permettera’ di ottenere ulteriori efficienze operative e si manifesteranno le prime sinergie a seguito dell’integrazione di 2i Rete Gas.
Cile, prima Push Strategy di SACE al fianco delle imprese italiane per il settore minerario in Sud America
Dai macchinari per l’edilizia pesante alla lavorazione e il taglio del rame, dalla componentistica strumentale come tubi e valvole alle tecnologie per il trattamento dei rifiuti industriali. Sono solo alcune opportunità che le imprese italiane potrebbero cogliere nel comparto del minerario e lungo tutta la catena del valore grazie alla prima Push Strategy in Cile messa a punto da SACE. La società ha infatti concesso una garanzia a copertura di un finanziamento di 500 milioni di dollari erogato da Banco Santander in favore di Corporación Nacional Del Cobre De Chile (“CODELCO”) con l’impegno di partecipare ad eventi di matchmaking organizzati da SACE per il coinvolgimento delle aziende italiane. La società cilena, attiva in tutte le fasi della filiera, è impegnata in un importante piano di investimenti finalizzati principalmente a progetti di sviluppo minerario in Cile, per estendere la durata delle sue operazioni per altri 30-50 anni. CODELCO costituita nel 1976 e interamente controllata dal governo cileno è tra i principali produttori mondiali di rame, utilizzato globalmente nei settori dell’elettronica, delle costruzioni, dell’automotive e delle energie rinnovabili. Il finanziamento mira a incrementare la crescita dell’export italiano nel Paese di circa 4 punti percentuali in media all’anno per i prossimi tre anni, attraverso l’incremento del procurement italiano di CODELCO e la creazione di nuove solide relazioni commerciali con le aziende italiane attive del comparto minerario. La Push Strategy, infatti, è il programma di SACE che offre alle aziende italiane un passaporto per i mercati internazionali, garantendo finanziamenti a controparti estere che si impegnano ad aumentare gli acquisti di beni e servizi dall’Italia. Gli eventi di Business Matching, parte integrante della strategia organizzata da SACE in collaborazione con i principali attori del Sistema Paese, facilita incontri mirati tra aziende italiane ed estere per sviluppare nuove collaborazioni e ampliare le opportunità di export.
Salvini: “a Genova grande fase di sviluppo dopo decenni di no, raggiunta intesa per il presidente del porto”
“Genova sta vivendo una grande fase di sviluppo infrastrutturale dopo troppi decenni di ‘no’ delle precedenti amministrazioni di centrosinistra, con progetti strategici per migliorare la connettività della città e la competitività del suo porto, che significa lavoro e ricchezza per i cittadini”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante il question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative per il completamento delle infrastrutture strategiche nella città di Genova, con particolare riferimento al Terzo valico dei Giovi-nodo di Genova (Molinari – Lega). “Nei giorni scorsi – ha spiegato – abbiamo raggiunto l’intesa con la Regione Liguria per la nomina del nuovo presidente dell’Autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale. Procedono poi spediti i lavori per la realizzazione della nuova diga foranea che sarà fondamentale per consentire alle navi di grandi dimensioni di poter raggiungere Genova facendo un percorso più breve e permettere così all’Italia di avere un ruolo da protagonista nel traffico internazionale anche interconnettendo i grandi corridoi europei”.
Porti, Rixi: “investimenti per oltre 5 miliardi per infrastrutture moderne e sostenibili”
“La resilienza dei nostri porti è una priorità assoluta. Il Mit sta investendo oltre 5 miliardi di euro per infrastrutture moderne e sostenibili nelle 16 autorità portuali, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle trasformazioni del commercio globale. Una strategia integrata che mette insieme pubblico e privato è vincente, per rendere più efficiente il sistema e garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento. Come Governo, siamo pienamente impegnati a promuovere innovazione tecnologica e digitalizzazione nei porti: sono questi gli strumenti che ci permetteranno di rafforzare la competitività del sistema portuale italiano”. Lo ha detto il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, nel suo intervento al convegno “Resilienza dei porti, le opere di ingegneria marittima e i cambiamenti climatici” in corso alla fondazione Maxxi a Roma.
La Commissione approva il regime italiano di aiuti di Stato a sostegno del trasporto marittimo
La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE in materia di aiuti di Stato, la reintroduzione del regime italiano del “Registro Internazionale”. Il regime, così reintrodotto, mira a incoraggiare le compagnie di navigazione a registrare le proprie navi in Europa, garantendo così il rispetto di standard sociali, ambientali e di sicurezza più elevati . La Commissione ha approvato il regime originario nel 1998 e nuovamente nel 2004. L’ 11 giugno 2020 , la Commissione ha approvato una proroga del regime fino alla fine del 2023. L’Italia ha notificato alla Commissione la reintroduzione del regime fino alla fine del 2033. Nell’ambito del regime, le compagnie di navigazione ammissibili che iscrivono le proprie navi nel Registro Internazionale beneficiano di una riduzione dell’imposta sulle società e di altri benefici, come l’ esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi, una riduzione dell’imposta sui contratti di assicurazione delle navi o una riduzione dell’imposta sulla registrazione dei contratti di lavoro per i marittimi . Il regime ha una dotazione complessiva di 5,4 miliardi di euro e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2033. La Commissione ha valutato il regime reintrodotto alla luce delle norme UE in materia di aiuti di Stato, in particolare dei suoi Orientamenti in materia di aiuti di Stato al trasporto marittimo . La Commissione ha ritenuto che il regime sia necessario e appropriato per conseguire gli obiettivi perseguiti, ovvero rafforzare la competitività di armatori e operatori navali, sostenere lo sviluppo del settore marittimo e incoraggiare l’iscrizione delle navi nei registri navali dell’UE/SEE. La Commissione ha inoltre ritenuto che il regime sia proporzionato, in quanto limitato al minimo necessario e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra gli Stati membri. Su tale base, la Commissione ha approvato la reintroduzione del regime italiano alla luce delle norme UE in materia di aiuti di Stato.
Energia, Jorgensen (Ue): “non ci sono dati per dire che la colpa del blackout in Spagna è delle rinnovabili”
“Alcuni hanno utilizzato il caso del blackout in Spagna e Portogallo come scusa per attaccare il Green Deal e le rinnovabili. Non disponiamo di dati che consentono di fare questo”. Lo ha detto Dan Jorgensen, commissario per l’Energia, intervenendo nella plenaria di Strasburgo del Parlamento Ue per il dibattito sul blackout in Spagna e Portogallo. “Attendiamo gli esiti delle indagini, ma non attendiamo nel trarre i primi insegnamenti. Nel corso dei prossimi mesi la Commissione continuerà a rafforzare la sicurezza energetica europea come parte dei nostri sforzi per costruire una vera Unione dell’energia che sostenga un’Europa indipendente, verde e stabile. All’inizio dell’anno prossimo avanzeremo una proposta legislativa per rivedere il quadro sulla sicurezza dell’approvvigionamento”.
Gruppo Fs e Dopolavoro ferroviario insieme per diffondere la cultura della sicurezza
Attraversare i binari per sfida o per la fretta di raggiungere l’altra parte della stazione, arrampicarsi sui treni come fosse un gioco, infrangere le regole sottovalutando il pericolo. Comportamenti sbagliati che possono costare caro e mettere a rischio anche la vita. Per sensibilizzare i giovani a intraprendere azioni corrette e avvicinarli al tema della sicurezza in ambito ferroviario, l’Associazione Nazionale Dopolavoro Ferroviario (DLF) e FS Security (Gruppo FS) hanno siglato un accordo che prevede una serie di iniziative mirate. Una parte rilevante della collaborazione sarà dedicata proprio agli studenti, con i progetti “Scuola Ferrovia” e “Stop al Vandalismo”, due percorsi formativi da tenere sia nelle classi che all’esterno, volti a diffondere tra i ragazzi il valore della responsabilità civica, il rispetto delle infrastrutture ferroviarie e, più in generale, l’importanza di un comportamento consapevole e corretto negli spazi condivisi. L’obiettivo è far comprendere, in modo semplice ma efficace, il valore del trasporto pubblico, il rispetto per i beni comuni e una solida cultura della legalità. Un impegno condiviso che si traduce in progetti concreti. Con il contributo congiunto di DLF e FS Security, queste attività verranno ulteriormente potenziate, anche attraverso eventi, incontri didattici, attività divulgative e iniziative editoriali, raggiungendo sempre più studenti e territori con messaggi chiari e coinvolgenti: educare significa anche prevenire. FS Security ha come obiettivo principale la protezione e la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie del Gruppo FS, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza e decoro. Tra le attività fondamentali rientra anche il contrasto al fenomeno dei writers, che rappresenta una sfida importante sia per la tutela del patrimonio aziendale sia per l’esperienza dei viaggiatori. Gli atti di vandalismo, infatti, non solo comportano ingenti costi di ripristino, ma possono anche compromettere l’immagine e la qualità del servizio ferroviario. Il Dopolavoro Ferroviario, da oltre un secolo protagonista della vita sociale e culturale del personale ferroviario e delle comunità locali, mette a disposizione una capillare rete di sedi, impianti sportivi e spazi aggregativi. FS Security, con il suo know-how tecnico e operativo, contribuirà a rendere ancora più efficaci e strutturati i progetti futuri. Il patto tra le due realtà non si limita alla buona volontà: ogni attività sarà sviluppata attraverso moduli operativi condivisi, che definiranno ruoli, risorse e strumenti, assicurando così efficienza e continuità alle azioni intraprese. Un’alleanza tra tradizione e innovazione, tra territorio e istituzioni, per accompagnare le nuove generazioni verso una maggiore consapevolezza civica, il rispetto delle regole e l’attenzione alla sicurezza. Un progetto che guarda al futuro, ma con radici profonde nella storia del mondo ferroviario italiano.
La Commissione invita l’Italia a conformarsi alla direttiva sulle emissioni industriali
La Commissione europea ha deciso di inviare un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia ( INFR(2013)2177) per non aver recepito integralmente e correttamente la direttiva sulle emissioni industriali ( direttiva 2010/75/UE ). L’Italia non ha inoltre rispettato alcune disposizioni di tale direttiva per quanto riguarda lo stabilimento Acciaierie d’Italia (stabilimento siderurgico ILVA) di Taranto. La direttiva mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento derivante dalle attività industriali al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente. Secondo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 25 giugno 2024.
La Commissione approva il regime italiano di aiuti di Stato a sostegno del trasporto marittimo
La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE in materia di aiuti di Stato, la reintroduzione del regime italiano del “Registro Internazionale”. Il regime, così reintrodotto, mira a incoraggiare le compagnie di navigazione a registrare le proprie navi in Europa, garantendo così il rispetto di standard sociali, ambientali e di sicurezza più elevati . La Commissione ha approvato il regime originario nel 1998 e nuovamente nel 2004. L’ 11 giugno 2020 , la Commissione ha approvato una proroga del regime fino alla fine del 2023.
L’Italia ha notificato alla Commissione la reintroduzione del regime fino alla fine del 2033. Nell’ambito del regime, le compagnie di navigazione ammissibili che iscrivono le proprie navi nel Registro Internazionale beneficiano di una riduzione dell’imposta sulle società e di altri benefici, come l’ esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi, una riduzione dell’imposta sui contratti di assicurazione delle navi o una riduzione dell’imposta sulla registrazione dei contratti di lavoro per i marittimi . Il regime ha una dotazione complessiva di 5,4 miliardi di euro e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2033.
La Commissione ha valutato il regime reintrodotto alla luce delle norme UE in materia di aiuti di Stato, in particolare dei suoi Orientamenti in materia di aiuti di Stato al trasporto marittimo . La Commissione ha ritenuto che il regime sia necessario e appropriato per conseguire gli obiettivi perseguiti, ovvero rafforzare la competitività di armatori e operatori navali, sostenere lo sviluppo del settore marittimo e incoraggiare l’iscrizione delle navi nei registri navali dell’UE/SEE. La Commissione ha inoltre ritenuto che il regime sia proporzionato, in quanto limitato al minimo necessario e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra gli Stati membri. Su tale base, la Commissione ha approvato la reintroduzione del regime italiano alla luce delle norme UE in materia di aiuti di Stato.
La versione non riservata della decisione sarà resa disponibile con il numero SA.111368 nel registro degli aiuti di Stato sul sito web della concorrenza della Commissione una volta risolte tutte le questioni di riservatezza.
Dl Pa, via libera definitivo del Senato
Via libera definitivo, ieri, dall’aula del Senato, con il voto di fiducia, al dl Pa recante “disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni”. I voti favorevoli sono stati 99, i contrari 70 e gli astenuti 2. Sono numerose e profonde le novità apportate al testo durante l’iter nelle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, dove il provvedimento è passato da 22 a 49 articoli, assumendo il carattere di un decreto finalizzato a rispondere a numerose e variegate esigenze normative. Queste le principali novità. ENTI LOCALI, ASSUNZIONE GIOVANI DA ITS: Durante il passaggio nelle commissioni, è stata estesa anche alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano la possibilità, già prevista dal dl per Comuni, Unioni di comuni e Città metropolitane, di assumere entro il 31 dicembre 2026 giovani in possesso di diploma di specializzazione per le tecnologie applicate o del diploma rilasciato dagli Its Academy con contratti di apprendistato di 36 mesi. Su proposta di Avs, poi, il tetto per la stipula di contratti di questo tipo è stato elevato dal 10 al 15% delle facoltà assunzionali degli enti. Il testo precisa inoltre che si tratta di una quota ulteriore rispetto a quella già garantita per favorire l’ingresso in Pa di giovani laureati e studenti di età inferiore ai 24 anni con contratti di formazione e lavoro. IL NODO DEL TRATTAMENTO ACCESSORIO: Era uno dei punti più dibattuti del dl Pa che, con la riformulazione degli emendamenti bipartisan annunciata dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo e approvata dalle commissioni, ha trovato solo una parziale composizione. In particolare, infatti, ai fini dell’armonizzazione degli stipendi, il provvedimento originario interveniva con uno stanziamento di 190 milioni di euro per l’incremento del trattamento accessorio dei dipendenti dei ministeri e della presidenza del Consiglio dei ministri, escludendo le funzioni locali. Un punto su cui numerosi soggetti auditi, dall’Anci all’Upi, avevano evidenziato il rischio di aumento del gap salariale tra le Pa, con conseguente possibile fuga dagli enti locali. La riformulazione approvata prevede che “le Regioni, le Città metropolitane, le Province e i Comuni”, nel rispetto dell’equilibrio di bilancio, “possano incrementare” il “Fondo risorse decentrate destinato al personale in servizio, sino al conseguimento di una incidenza delle somme destinate alla componente stabile” del fondo stesso, “maggiorate degli importi relativi alla remunerazione degli incarichi di posizione organizzativa, sulla spesa complessivamente sostenuta nell’anno 2023 per gli stipendi tabellari delle aree professionali, non superiore al 48%”. Una proposta su cui è arrivato il netto rifiuto delle opposizioni, che hanno contestato sia il differente trattamento tra dipendenti di enti più o meno virtuosi, cioè in equilibrio di bilancio o meno, sia il fatto che si tratti di una norma a costo zero, lasciata all’arbitrarietà (e a carico) dei singoli enti. AL MEF CABINA REGIA MERCATO CAPITALI E CONSIGLIO SUPERIORE RIFORMA FISCALE: Tra le novità introdotte durante l’iter in commissione, c’è anche l’istituzione presso il Mef di una cabina di regia allo scopo di promuovere il coordinamento strategico e la definizione di “politiche e direttive efficaci in materia di valorizzazione e sviluppo del mercato dei capitali”. La cabina di regia è “presieduta dal ministro dell’Economia e delle Finanze” o da un suo delegato ed è composta da rappresentanti “del Mimit, del ministro per gli Affari europei, della presidenza del Consiglio dei ministri, della Banca d’Italia, della Consob e della Gdf”. Sempre presso il Mef è istituito anche il Consiglio superiore dell’Economia e delle Finanze, organo di consulenza del ministro di cui fanno parte “dieci componenti scelti tra ufficiali della Gdf”, dirigenti dell’amministrazione economica-finanziaria, anche in pensione, nonché “professori universitari, magistrati e avvocati dello Stato in servizio”. PRESSO IL MASE UN NUCLEO END OF WASTE (NEW) DEDICATO AI RIFIUTI: Su proposta della Lega, è stata introdotta nel dl Pa la previsione di istituire presso il Mase il Nucleo end of waste (New). L’ente sarà composto da 5 membri scelti con decreto e senza procedura concorsuale tra professori e ricercatori universitari, dipendenti dell’Iss, dell’Enea, del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente ed esperti di economia circolare. I membri del New, che rimarranno in carica 4 anni e saranno rinnovabili una sola volta (con compenso lordo non superiore a 40 mila euro), dovranno contribuire al rafforzamento delle competenze del Mase in materia di cessazione della qualifica di rifiuto. Sempre in materia di rifiuti, è stato differito al 30 giugno, su proposta dei relatori, il termine per i Comuni per approvare i piani finanziari relativi alle tariffe Tari. LA SOSPENSIONE DEL TAGLIA-IDONEI E I NUOVI CRITERI DI PREMIALITÀ: Il decreto introduce anche numerose novità in materia di concorsi delle Pa, prevedendo ad esempio il concorso unico come modalità per l’accesso alla dirigenza di seconda fascia. Per i concorsi banditi nel 2024 e nel 2025 e per quelli che verranno banditi durante l’anno in corso viene sospesa la norma taglia idonei, cioè le graduatorie potranno essere scorse anche al di là del limite del 20% degli idonei. Per coprire eventuali posti vacanti derivanti da aspettativa non retribuita, le amministrazioni saranno autorizzate alla stipula di contratti a tempo determinato. Si prevedono, inoltre, nuovi criteri di premialità o di preferenza (merito sportivo, su proposta del Movimento 5 stelle; orfani di guerra, su proposta di FdI) per l’accesso ai concorsi pubblici. Una quota del 10% dei posti verrà poi riservata ai disabili. Tra gli altri criteri di premialità, la riserva di posti (anche fino al 40%) per personale già assunto a tempo determinato per l’attuazione dei Pnrr, servizio riconosciuto anche nell’ambito di altri concorsi pubblici. NUOVE ASSUNZIONI PRESSO I MINISTERI, HUB E INTERVENTI CORRETTIVI: Tanti, poi, gli interventi mirati relativi ai ministeri, anche mediante nuove assunzioni, dal Mef al ministero dell’Interno, fino al Mase, al ministero della Salute (10 nuove unità di collaborazione) e alla Difesa, fino al distaccamento di 120 unità al poliambulatorio Montezemolo. Il dl istituisce inoltre il programma “Hub per l’intelligenza artificiale dello sviluppo sostenibile” finalizzato a promuovere il trasferimento tecnologico in favore dei Paesi di cui al Piano Mattei, interviene istituendo una struttura nazionale a supporto dei Piani urbani di mobilità sostenibile presso il Mit e prevede il potenziamento dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza e della rete Tetra per le comunicazioni delle forze dell’ordine, per cui vengono stanziate risorse pari a 7,6 milioni nel 2026, 152 milioni per il 2027, 147 per il 2028 e 82 per il 2029. DIPENDENTI PUBBLICI E LAVORO: SOLUZIONI E PUNTI IRRISOLTI Con gli interventi emendativi approvati dalle commissioni, il dl è andato a risolvere una criticità relativa ai contratti del personale Ata, sanando una problematica relativa alla soluzione di continuità dei contratti. Intesa solo parziale, invece, sul tema dei precari della Giustizia assunti con Pnrr. Il dl ne stabilizza 3 mila, valorizzando anche per altri concorsi l’esperienza maturata, mentre i sindacati avrebbero voluto l’estensione a tutti i 12 mila precari. Aumentano le risorse ma slitta al 2026, inoltre, la copertura assicurativa per le spese sanitarie del personale scolastico. Infine, non è rientrato all’interno del dl alcun provvedimento relativo alla Cig dei lavoratori e delle lavoratrici del gruppo La Perla. Era infatti atteso – e se ne è parlato fino all’ultimo – un intervento sugli ammortizzatori sociali per una cinquantina di lavoratrici e lavoratori del gruppo, che però non ha trovato posto nel decreto relativo alla Pubblica amministrazione.
DL Pa, Zangrillo: “obiettivo raggiunto per una sempre maggiore efficienza e servizi agli utenti”
“Con il via libera definitivo del Senato è stato raggiunto l’obiettivo di affrontare in maniera organica alcune criticità del sistema pubblico”. È questo il primo commento di Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione. “Questa approvazione dimostra ancora una volta l’impegno concreto del governo verso le persone che sono il cuore pulsante della Pubblica amministrazione. Le nuove norme incideranno, tra le altre cose, sul sistema di reclutamento, sul rafforzamento dei processi di formazione, ma anche, e soprattutto, sulle funzionalità degli enti locali. L’obiettivo è quello di costruire una macchina amministrativa sempre più efficiente e pronta ad affrontare con rinnovate
competenze le sfide del contesto europeo. Siamo intervenuti sulla gestione, l’organizzazione e il personale di diversi ambiti. L’intento è
quello di restituire al Paese un’Amministrazione pubblica in grado non solo di rispondere al cambiamento, ma di anticiparlo e guidarlo. Ci stiamo lavorando e continueremo a farlo. Lo dobbiamo ai nostri utenti, cittadini e imprese, ma lo dobbiamo anche a coloro che ogni giorno, con impegno e passione, lavorano all’interno degli uffici pubblici. Ognuno di loro ha bisogno di risposte certe e tempestive che abbiamo intenzione di dare”.
Milano, concluse le ripiantumazioni ai Giardini Montanelli e al Parco Forlanini con le donazioni di Msc Foundation e Webuild
Oltre 730 alberi messi a dimora ai Giardini Pubblici Indro Montanelli e al Parco Forlanini, grazie a Msc Foundation e di Webuild, che hanno partecipato come donatori alla raccolta fondi ‘Milano per gli Alberi’, l’iniziativa partecipativa e corale avviata dal Comune di Milano per il ripristino del verde dopo il nubifragio che colpì la città nell’estate del 2023 con raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 100 Km/h, provocando la caduta di oltre 4mila piante. Da alcune settimane sono terminati i lavori di piantumazione in questi due importanti parchi cittadini: per questo motivo l’Amministrazione ha voluto ringraziare pubblicamente i due donatori in un evento che si è tenuto ieri a Palazzo Marino in cui sono stati presentati i due progetti di messa a dimora delle alberature e a cui hanno partecipato, oltre a rappresentanti del Comune di Milano, anche Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo della Divisione Crociere del Gruppo MSC e Presidente del Comitato esecutivo della MSC Foundation, e Pietro Salini, amministratore delegato Webuild. In particolare, grazie alla donazione di Msc Foundation, ai Giardini Pubblici Indro Montanelli – uno dei parchi più colpiti dal nubifragio con la perdita di 187 alberi, il danneggiamento di 4 alberi monumentali – sono stati messi nuovamente a dimora 220 alberi. Tra le specie piantumate troviamo frassini, canfore, magnolie, querce, aceri, ippocastani; e ancora: pino strobo, gleditsia, ginkgo biloba, sono per citarne alcune. Grazie alla donazione di Webuild, invece, al Parco Forlanini – che durante il nubifragio ha perso più di 300 piante – sono stati messi a dimora 510 alberi, tra cui pioppi, tigli, bagolari, salici, querce, cedri, aceri e platani. Le specie delle alberature messe a dimora sono state scelte perché caratterizzate da una buona resistenza a elevate temperature, alla siccità, all’inquinamento urbano e agli attacchi di patogeni e parassiti: in alcuni casi sono stati effettuate semplici sostituzioni, in altri inserimenti mirati per limitare eventuali danni e stress legati proprio all’innalzamento delle temperature e all’inquinamento urbano. “Le immagini degli alberi abbattuti dalla violenza del nubifragio che ha colpito la città a luglio 2023 sono un ricordo ancora vivido nella memoria di tutti noi – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. La città si è subito attivata per rimettere in sicurezza i parchi, dando avvio anche alla raccolta fondi ‘Milano per gli alberi’. Ringrazio MSC Foundation e WeBuild per aver aderito a questa iniziativa. Attraverso le loro donazioni, oggi la ferita inferta dall’alluvione del 2023 al verde di due parchi simbolo della nostra città come i Giardini Montanelli e il Parco Forlanini può dirsi finalmente guarita”. “Contribuire alla cura degli spazi verdi della città, in particolare di questi di due parchi a cui i milanesi e le milanesi sono da sempre affezionati, non è solo un atto di generosità, ma un segnale forte di responsabilità condivisa, di senso civico e anche di appartenenza alla nostra città. Rinnovo quindi la nostra gratitudine verso Msc Foundation e Webuild che hanno scelto di essere vicini al Comune di Milano e, in fondo, a tutti i cittadini e le cittadine partecipando al fondo ‘Milano per gli Alberi’: il loro impegno è un esempio virtuoso di cittadinanza attiva, capace di generare valore per l’intera comunità, e di condivisione del bene comune”, ha aggiunto l’assessora al Verde Elena Grandi. Pierfrancesco Vago, Presidente esecutivo della Divisione Crociere del Gruppo MSC e Presidente del Comitato esecutivo della MSC Foundation, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla ripiantumazione di 220 nuovi alberi presso i Giardini Montanelli, cuore verde e simbolo di questa città. L’iniziativa riflette l’essenza della MSC Foundation, il cuore filantropico del nostro Gruppo, impegnata in progetti di conservazione ambientale e nel sostegno delle comunità, come dimostrano le 27 iniziative supportate in Italia dal 2019. La rigenerazione del verde pubblico non comporta solo piantare alberi. Significa garantire salute, resilienza climatica, bellezza e senso di appartenenza, rafforzando l’identità collettiva il senso di comunità. Grazie alla partnership con il Comune di Milano, pensiamo di aver contribuito a restituire alla città non solo un’area di verde, ma anche una parte dello spirito che la anima” “Siamo orgogliosi di contribuire a rendere Milano una città sempre più sostenibile, con iniziative a supporto del Comune e dei cittadini come ‘Milano per gli alberi’ – ha dichiarato Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild –. Grazie a questa collaborazione sono stati piantati oltre 500 nuovi alberi nel Parco Forlanini, contribuendo così a preservare il patrimonio verde di Milano. Il progetto fa parte di un impegno più ampio che abbiamo per la città. Nel corso degli anni Webuild ha realizzato tutte e cinque le linee metro di Milano, dalla ‘Linea rossa’ del 1964 alla ‘Linea blu’ del 2024, progetti infrastrutturali che hanno cambiato il volto della città unendo centro e periferie”.
Con Phinance Partner le imprese edili possono cedere e monetizzare i crediti fiscali maturati con il Superbonus e il Sismabonus
Dalla finanza strutturata arriva l’opportunità per le imprese edili e di costruzioni di cedere i crediti d’imposta maturati, trasformando in denaro il proprio bonus fiscale. Questo è infatti possibile grazie al Progetto Nectar, strutturato in questi giorni da Phinance Partners – fondata a Roma nel 2011 – i cui partners provengono da lunghe esperienze nel settore bancario e finanziario. Il progetto consiste in una nuova cartolarizzazione di un’ampia gamma di crediti fiscali, per fornire una risposta concreta alle esigenze di liquidità delle piccole e medie imprese italiane. Le imprese interessate potranno contattare Phinance Partners che, nell’ambito del progetto, metterà a disposizione dei potenziali cedenti un team dedicato ad assisterli nella raccolta e nel caricamento di tutta la documentazione su un portale dedicato per la verifica dei crediti stessi. Nel dettaglio, l’operazione avrà come oggetto l’acquisto con formule flessibili da 2 a 5 annualità di crediti fiscali relativi al Superbonus e al Sismabonus Acquisti per un valore complessivo di 300 milioni di euro. L’operazione rappresenta la fase 2 di un progetto avviato lo scorso settembre con una prima cartolarizzazione di crediti fiscali derivanti dal Bonus 110% e altri crediti fiscali, che in pochi mesi ha contrattualizzato acquisti per circa 250 milioni di euro. Sulla base dell’esperienza maturata finora, con la fase 2 Nectar punta a ridurre i tempi di cessione, essendo la procedura di cessione ormai ben rodata e ulteriormente migliorata. “La cessione dei crediti fiscali rappresenta una necessità per le imprese che operano nei settori dell’edilizia e delle costruzioni, perché consente di ottenere liquidità immediata, ottimizzando così la gestione finanziaria e favorendo l’apertura di nuovi cantieri e quindi la crescita aziendale”, spiega Marco Santarcangelo, Partner di Phinance Partners responsabile della finanza pubblica. “Con questa operazione si consente alle imprese che detengono crediti fiscali di monetizzare rapidamente i crediti accettati a titolo di sconto in fattura come pagamenti per interventi di efficientamento energetico già realizzati, senza dover attendere gli anni necessari per utilizzare in compensazione i crediti d’imposta. Si tratta infatti spesso di imprese che non hanno sufficiente capacità fiscale per utilizzare in proprio i crediti immobilizzati, e questo strumento rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno finanziario”, conclude Santarcangelo. I dettagli dell’operazione – Nell’ambito del Progetto Nectar, Phinance Partners ha strutturato la prima operazione del genere per il fondo Pollen Street Capital, un investitore inglese in asset alternativi. Adesso, nell’ambito dello stesso Progetto, Phinance, in qualità di Joint Arranger, ha strutturato la seconda cartolarizzazione attraverso il veicolo Nectar 2 SPV Srl. Phinance Partners opererà anche come Portfolio Agent di Nectar 2, supervisionando il processo di acquisto di nuovi crediti fiscali. Il team di Phinance Partners che ha seguito l’operazione è composto dai partner Marco Santarcangelo, Riccardo Vanoli e Luca Morello con il contributo degli associati Nicola Bonometti e Roberto di Santo.
Ispra: giù le emissioni del 3% grazie al settore elettrico
Calo significativo dei gas serra nel 2024: -3% rispetto all’anno precedente, principalmente per effetto del comparto che produce energia elettrica. Questo settore incide mediamente per un quarto delle emissioni nazionali e negli anni si dimostra tra i più efficienti in termini di riduzione dei gas climalteranti: questi sono diminuiti del 64% dal 1990 ad oggi. Si conferma problematico il settore dei trasporti le cui emissioni continuano a crescere significativamente e rappresentano il 28% di quelle nazionali: derivano per oltre il 90% dal trasporto stradale e sono aumentate di circa il 7% dal 1990. Il parco veicolare italiano è tuttora caratterizzato da mezzi ad alimentazione tradizionale (benzina e gasolio) e negli anni il numero dei veicoli ha registrato una notevole espansione (oltre il 50%). Tutti gli altri settori economici registrano marcate riduzioni delle emissioni, ad eccezione della gestione dei rifiuti che però contribuisce solo al 5% del totale nazionale. Questo il quadro che emerge dalle prime elaborazioni dell’Ispra relative al 2024, presentate oggi a Roma nell’ambito del convegno “Decarbonizzazione: costruire un futuro emissioni zero” promosso da Ispra. Disponibile da oggi online il rapporto “Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri”, che delinea il quadro emissivo italiano a partire dal 1990 fino al 2023 e presenta un’analisi degli scenari emissivi al 2030 e 2055 rispetto a quello di riferimento (a politiche correnti) e allo scenario a politiche aggiuntive previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Un focus specifico è dedicato agli obiettivi di riduzione delle emissioni, con particolare riferimento ai settori Effort Sharing e al ruolo del settore LULUCF nel bilanciamento delle emissioni. Compito dell’Ispra è elaborare e pubblicare annualmente l’inventario nazionale e ogni due anni gli scenari delle emissioni dei gas serra per trasmetterli agli organismi europei ed internazionali. Il Rapporto conferma la tendenza alla riduzione delle emissioni dal 1990 al 2023, diminuite del 26,4% e passate da 518 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Oltre ai trasporti e alla produzione di energia, un contributo importante alle emissioni totali è rappresentato dalle categorie del residenziale (18%), dell’industria manufatturiera (13%), dell’agricoltura (8%), dei processi industriali (6%), della gestione dei rifiuti (5%). Rispetto agli obiettivi europei di neutralità emissiva al 2050 e di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, l’Italia è in linea su 2 dei 3 pilastri principali: sia per il target UE di riduzione del 62% rispetto al 2005 delle emissioni dei grandi impianti, dell’aviazione e del trasporto marittimo (Emission Trading System o ETS-1 ), come anche quello di assorbire la CO2 (obiettivo LULUCF – Land Use, Land use Change and Forestry) fissato per l’Italia a circa 35 milioni di tonnellate. Problematico, invece, l’obiettivo dell’Effort Sharing di ridurre le altre emissioni (trasporti, riscaldamenti, agricoltura, piccola industria ecc.) del 43,7% rispetto al 2005. Gli scenari Ispra indicano una riduzione del 30% al 2030 per quello a politiche correnti e -41% con politiche aggiuntive PNIEC. Da ieri è disponibile online anche il Rapporto “Le emissioni di CO2 nel settore elettrico nazionale e regionale” che delinea il quadro della produzione di energia elettrica in Italia e i miglioramenti conseguiti nella riduzione delle emissioni di gas serra.
M.C.C.