La giornata

Meloni DETTA la linea sulla difesa: “Si vis pacem, para bellum”

  • Pnrr, la cabina di regia prende atto dello stato dei 40 obiettivi dell’ottava rata
  • Acea Energia passa a Plenitude, via libera dal cda
  • Saipem si aggiudica da Enilive un nuovo contratto per l’espansione della bioraffineria di Venezia
  • Immobili, Istat: nel terzo trimestre 2024 compravendite +1,5% a 290.630
  • Antitrust: sanzioni per oltre 32 milioni di euro a Novamont e alla controllante Eni per abuso di posizione dominante

24 Giu 2025

Condividi:

“Una difesa europea parallela alla Nato sarebbe un errore”. Serve piuttosto “una colonna europea” dell’Alleanza Atlantica. Prima di partire per l’Aja per il vertice della Nato, la premier Giorgia Meloni svolge le sue comunicazioni in vista del consiglio europeo nell’aula del Senato ( dopo il primo round di lunedì alla Canera) e illustra la linea del governo italiano sul tema della difesa. Un approccio improntato alla deterrenza che sintetizza con la massima latina: “si vis pacem, para bellum”. “Se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi si possono più facilmente evitare conflitti”, spiega. La convinzione di Meloni è che “l’Ue si sia indebolita da sola, non credo sia colpa del nazionalismo”.  L’aumento delle spese per la difesa al 5% è “un impegno carico di responsabilità” da parte dei membri Nato, “alla luce di un contesto molto incerto. Nelle ultime settimane – sottolinea – ci siamo impegnati a rendere il percorso sostenibile, flessibile e credibile”. Le spese? Vadano a beneficiare “prioritariamente aziende italiane” ed europee, ma “quando non è possibile si lavora con gli alleati”. Questa , dunque, la posizione italiana al vertice che vede riuniti i 32 Paesi dell’Alleanza Atlantica per approvare il più imponente aumento delle spese militari dalla fine della Guerra Fredda: dieci anni per raggiungere il 3,5% del Pil in spese militari e l’1,5% in sicurezza, intesa in senso più ampio. Le dichiarazioni hanno scatenano l’immediata reazione delle opposizioni. Attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein: “rispetto a 2000 anni fa il mondo ha fatto dei passi in avanti, preparare la guerra è il contrario di quello che serve e vuole l’Italia”. Scontro anche tra la presidente del Consiglio e Giuseppe Conte sull’impegno del 2% del Pil per le spese militari: “Una firma è una firma e quella firma è stata messa”, afferma la presidente del Consiglio riferendosi al periodo in cui a Palazzo Chigi c’era il leader pentastellato. Conte smentisce: “Si ripetono falsità, io non ho mai firmato nulla”, quella percentuale è stata sottoscritta nel 2014.

Pnrr, la cabina di regia prende atto dello stato dei 40 obiettivi dell’ottava rata

Si è svolta ieri a Palazzo Chigi la Cabina di regia PNRR, convocata e presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, alla presenza dei ministri e dei sottosegretari responsabili, oltre che dell’ANCI, dell’UPI e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per la verifica dello stato di avanzamento dei 40 obiettivi connessi alla richiesta di pagamento dell’ottava rata del Piano per un importo pari a 12,8 miliardi di euro. La Cabina di regia, al termine di una puntuale verifica, ha preso atto dello stato di attuazione delle 12 milestone e dei 28 target previsti nell’ottava rata, tra i quali figurano riforme e investimenti strategici per la crescita del Paese che coinvolgono tredici Amministrazioni titolari. Tra gli interventi più significativi: la digitalizzazione della Guardia di Finanza, con innovativi sistemi informativi per contrastare la criminalità economica, l’erogazione in ambito scolastico di oltre 1.000 corsi linguistici e metodologici ai docenti, l’attivazione in più di 8.000 scuole di progetti per aggiornare l’offerta scolastica e orientare gli studenti verso le competenze STEM, la realizzazione, in ambito culturale, di progetti di valorizzazione culturale e turistica attraverso il sostegno a circa 2.000 piccole e medie imprese, oltre alla riqualificazione di circa 50 parchi e giardini storici. Inoltre, con l’ottava rata, è stata verificata l’attuazione delle misure connesse alla dotazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario a 1.400 km di infrastrutture ferroviarie, alla copertura di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per identificare i rischi idrogeologici sul 90% della superficie delle regioni meridionali, agli interventi per la tutela degli habitat marini e per l’osservazione delle coste, all’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica, al finanziamento in campo universitario di 5.000 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), all’assunzione di circa 2.300 nuovi ricercatori, all’assegnazione di oltre 550 borse di ricerca e all’erogazione di finanziamenti di progetti di ricerca su malattie rare e altamente invalidanti. Di particolare rilevanza, tra le riforme strategiche conseguite, la riduzione dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni centrali e locali, delle Regioni, delle Province autonome e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale. “Tra gli interventi più significativi dell’ottava rata – ha affermato il Ministro Foti – 1.400 km di infrastrutture ferroviarie sono state dotate del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, il 90% della superficie delle regioni meridionali è stato coperto da un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per identificare i rischi idrogeologici, sono stati realizzati interventi per la tutela degli habitat marini e per l’osservazione delle coste, è stato avviato l’iter per l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica, in campo universitario sono stati finanziati 5.000 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), sono stati assunti circa 2.300 nuovi ricercatori e assegnate oltre 550 borse di ricerca, nel comparto Salute sono stati finanziati progetti di ricerca su malattie rare e altamente invalidanti e tumori rari. Ed ancora – prosegue Foti – la digitalizzazione della Guardia di Finanza con innovativi sistemi informativi per contrastare la criminalità economica, in ambito scolastico sono stati erogati oltre 1.000 corsi linguistici e metodologici ai docenti, attivati in più di 8.000 scuole progetti per aggiornare l’offerta scolastica ed orientare gi studenti verso le competenze STEM, mentre, in ambito culturale, sono stati portati a compimento progetti di valorizzazione culturale e turistica attraverso il sostegno a circa 2.000 piccole e medie imprese, oltre alla riqualificazione di circa 50 parchi e giardini storici”.

A questi interventi, inseriti nella ottava rata, si aggiungono anche diverse importanti riforme, tra cui, a titolo esemplificativo, la decisiva riduzione dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni centrali e locali, delle Regioni, delle Province autonome e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale.
“Con l’imminente incasso della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro – continua il Ministro – confermeremo il primato europeo del Piano italiano, con 140 miliardi di euro ricevuti, corrispondenti al 72% della dotazione complessiva. Nell’anno che ci separa dalla scadenza del PNRR, anche a seguito del via libera dell’Ecofin alla revisione tecnica, saremo impegnati nel proseguire con la massima determinazione per investire le risorse ancora disponibili sia attraverso l’allineamento del Piano con le nuove esigenze dell’Italia reale, sia prevedendo un collegamento costruttivo con le politiche di coesione, che consentiranno di dare maggiore impulso alla nostra economia, già solida e resiliente”. Il Ministro Foti, al termine della Cabina di regia, conclude ricordando “che gli oltre 135.000 progetti ultimati e i 140.000 in corso di realizzazione, di cui più di 25.000 in fase di conclusione, evidenziano il positivo avanzamento del PNRR, attraverso le riforme e gli investimenti previsti dal Governo sempre più decisivi per il cambio di paradigma voluto dal Presidente Meloni e per dare continuità alla transizione in corso, passando dalle politiche meramente assistenziali a quelle attive per lo sviluppo e l’occupazione”.

Per Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee della Camera, “continua il trionfalismo fuori luogo ed incomprensibile del governo. Rileviamo intanto che a causa delle numerose modifiche presentate poche settimane fa, per provare a far quadrare i conti sulla settima rata, i 18,3 miliardi ad oggi ancora non sono stati erogati dalla Commissione. Parliamo solo di 6 mesi di ritardo. Se i ritmi del confronto con l’UE saranno questi anche per l’ottava rata, probabilmente i 12,8 miliardi corrispondenti saranno versati, se tutto va bene, il prossimo anno. Insomma siamo in grave affanno. A questo aggiungiamo pero’ il dato piu’ drammatico che il governo dimentica sempre di ricordare, quello relativo alla spesa delle risorse finora ottenute, che supera di poco il 30%, con ritardi clamorosi in tutti gli investimenti piu’ importanti del Piano. In questo contesto fallimentare, dal Ministro Foti ci aspetteremmo delle scuse agli italiani invece del solito disco rotto di un’autocelebrazione infondata che ormai ha stancato”.

Acea Energia passa a Plenitude, via libera dal cda

Acea Energia passa a Plenitude. Il cda del gruppo guidato da Fabrizio Palermo ha dato il via libera all’offerta annunciata lo scorso 4 giugno per il 100% della controllata retail, confermando così la volontà di trasformare definitivamente la multiutility in un operatore infrastrutturale. L’operazione vale complessivamente quasi 590 milioni di euro. L’offerta di Plenitude prevede infatti una valutazione di AceaEnergia pari a 460 milioni di euro e il riconoscimento della cassa netta normalizzata al 31 dicembre 2024, fino a circa 128,5 milioni di euro. E’ prevista inoltre una potenziale componente aggiuntiva di prezzo fino a 100 milioni di euro, che sarà riconosciuta ad Acea sulla base di alcuni obiettivi di performance da rilevare al 30 giugno 2027. “L’operazione, coerente con la strategia di Acea delineata dal piano industriale 2024-2028, rafforzerà il posizionamento del gruppo come operatore infrastrutturale offrendo l’opportunità di reinvestire i proventi della cessione per l’ulteriore sviluppo nell’ambito dei business a forte connotazione infrastrutturale”, ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo romano, Fabrizio Palermo. L’acquisizione da parte di Plenitude è effettivamente in linea con gli obiettivi di entrambe le parti e rappresenta un’operazione ‘win-win’. Innanzitutto per la società di Eni, al centro anche ieri di un’operazione finanziaria che le permetterà di incassare due miliardi di euro a fronte della cessione di una quota del 20% ai fondi di Ares.

Saipem si aggiudica da Enilive un nuovo contratto per l’espansione della bioraffineria di Venezia

Saipem si è aggiudicata da Enilive, la società di Eni dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biometano, alle soluzioni di smart mobility e alla commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità, un nuovo contratto per le attività di ingegneria, approvvigionamento e costruzione (EPC) finalizzate all’espansione della bioraffineria Enilive di Porto Marghera, vicino Venezia, del valore di circa 155 milioni di euro. L’aggiudicazione rientra nell’accordo di collaborazione sulla bioraffinazione recentemente rinnovato tra le due società e fa seguito all’assegnazione da parte di Eni a Saipem del contratto per l’avvio delle attività preliminari di ingegneria di dettaglio, servizi di approvvigionamento e acquisto delle apparecchiature critiche nell’ambito dello stesso progetto, comunicata lo scorso marzo. Il progetto prevede l’incremento di capacità dell’impianto dalle attuali 400 mila a 600 mila tonnellate annue e la produzione di biocarburante sostenibile per l’aviazione (SAF) a partire dal 2027. Con l’aggiudicazione di questo nuovo contratto Saipem conferma il proprio impegno nel settore della transizione energetica e il posizionamento nel segmento della bioraffinazione.

 

Immobili, Istat: nel terzo trimestre 2024 compravendite +1,5% a 290.630

Nel terzo trimestre 2024 sono 209.630 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è pari a +1,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato grezzo è di -0,2%. E’ quanto emerge dalle rilevazioni dell’Istat.  Nel confronto congiunturale le compravendite del comparto abitativo sono in aumento nelle Isole (+3,9%), nel Nord-ovest (+2,5%), nel Nord-est (+1,6%) e al Sud (+1,2%), mentre sono sostanzialmente stabili al Centro (-0,1%). Le compravendite di immobili a uso economico sono in diminuzione al Centro (-4,5%), al Sud (-1,3%) e nel Nord-est (-0,7%), mentre sono in aumento nelle Isole (+1,2%) e pressoché invariate nel Nord-ovest (+0,2%). Il 94,0% delle convenzioni stipulate riguarda i trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (196.969), il 5,7% quelli a uso economico (11.966) e lo 0,3% quelli a uso speciale e multiproprietà (695). Rispetto al III trimestre 2023 le transazioni immobiliari restano sostanzialmente stabili nel comparto abitativo (+0,1%) e diminuiscono nell’economico (-6,0%). A livello territoriale, su base annua, il settore abitativo aumenta nelle Isole (+2,4%) e nel Nord-ovest (+1,5%), diminuisce nel Centro (-3,2%) e rimane fondamentalmente stazionario nel Nord-est (+0,2%) e al Sud (-0,2%). Il settore economico è in calo al Centro (-12,4%), nel Nord-est (-8,8%) e nel Nord-ovest (-5,4%), mentre mostra lievi segnali di crescita nelle Isole (+0,8%) e al Sud (+0,3%). Nell’ambito del settore abitativo le compravendite si riducono nei grandi centri (-0,7%) e aumentano nei piccoli (+0,8%), mentre nel comparto economico risultano in calo sia nei grandi sia nei piccoli centri (rispettivamente, -11,8% e -2,1%). Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono 79.599. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è +6,1%, rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato grezzo è di +9,8%. L’aumento interessa tutto il territorio nazionale sia su base congiunturale (Nord-est +7,4%, Nord-ovest e Isole +5,8%, Centro +5,6% e Sud +5,5%) sia su base annua (Nord-est +12,6%, Nord-ovest +12,1%, Isole +10,1%, Sud +6,1%, Centro +4,8% e i grandi e piccoli centri, entrambi +9,8%).

Antitrust: sanzioni per oltre 32 milioni di euro a Novamont e alla controllante Eni per abuso di posizione dominante

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato a Novamont S.p.A una sanzione di 30.359.000,00 euro e un’altra di 1.701.052,08 euro – in solido con la controllante Eni – per abuso di posizione dominante almeno dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2023. Novamont opera nei mercati nazionali delle materie prime bioplastiche (c.d. bio-compound) per la produzione di shopper (es. sacchetti spesa) e di sacchetti ultraleggeri (es. ortofrutta). Si tratta di un settore molto rilevante per contrastare l’impatto ambientale visto che i sacchetti diventano facilmente rifiuti. A questo scopo, il D.lgs. n. 152/2006, nel recepire la Direttiva 2015/720/UE, ha stabilito che gli shopper e i sacchetti ultra leggeri possano essere solo biodegradabili e compostabili e che i sacchetti ultra leggeri debbano avere anche un contenuto di materia prima rinnovabile pari almeno al 60%. L’Autorità ha accertato che Novamont ha sviluppato un prodotto a norma (denominato Mater-Bi) acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso. In questi mercati, Novamont ha creato un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo a due livelli della filiera: con i trasformatori: clienti diretti che comprano bio-compound per produrre shopper e sacchetti ultra-leggeri, vincolati a rifornirsi esclusivamente di Mater-Bi, precludendo ai concorrenti l’accesso al mercato (questi trasformatori rappresentano, in media, circa il 52% della domanda nazionale di bio-compound per shopper e il 70% di quella per sacchetti ultra-leggeri); con la grande distribuzione organizzata: cliente dei trasformatori in quanto principale acquirente dei sacchetti in questione, vincolata a comprare solo prodotti realizzati con il materiale Mater-Bi dai trasformatori partner di Novamont. Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultra-leggeri espressa dalla GDO e una quota essenziale di fatturato (sino al 51%) dei trasformatori partner di Novamont.
Questo sistema ha determinato una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont, attraverso un meccanismo circolare tra i due gruppi di operatori che provoca questi effetti: finché i principali operatori della GDO si vincolano a rifornirsi solo da trasformatori partner di Novamont di sacchetti realizzati in Mater-Bi, i trasformatori stessi sono incentivati ad accettare le clausole di approvvigionamento esclusivo richieste da Novamont; finché la maggioranza dei trasformatori che serve la grande distribuzione organizzata è legata a Novamont da un’esclusiva, la GDO ha convenienza a stipulare con Novamont contratti che prevedono vincoli di esclusiva remunerati e/o meccanismi incentivanti.

Gli effetti che derivano dal sistema escludente attuato da Novamont hanno precluso lo sviluppo di una sana concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri, perché di fatto hanno impedito ai concorrenti di Novamont di trovare sbocchi effettivi per i loro prodotti e di operare efficacemente in tali mercati. L’ostacolo al pieno sviluppo di prodotti alternativi al Mater-Bi non ha solo un impatto anticoncorrenziale, ma anche un risvolto di tipo ambientale: un processo competitivo aperto nel settore delle bioplastiche è imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore europeo e nazionale. Una sana concorrenza potrebbe far emergere bioplastiche alternative e più efficienti e favorire anche lo sviluppo di prodotti eco-compatibili più economici o di miglior qualità.

Officine Maccaferri si aggiudicano una commessa da 25 milioni di euro dal Corpo degli Ingegneri dell’esercito Usa

Officine Maccaferri, platform company di Ambienta Sgr. e leader globale nel settore dell’ingegneria civile e ambientale, ha siglato, tramite la sua controllata statunitense Maccaferri Inc., un contratto quadro quinquennale con il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito degli Stati Uniti (“USACE”) per un valore massimo di circa 25 milioni di dollari, per la fornitura di sistemi per la protezione di infrastrutture critiche e territorio da inondazioni e per la mitigazione del rischio idrogeologico. L’aggiudicazione della commessa segue il completamento della procedura di gara e il verificarsi delle condizioni preliminari richieste dall’USACE. Officine Maccaferri metterà a disposizione EBS MAC, una struttura multicellulare a rapido dispiegamento, da utilizzare in situazione di emergenza e frutto dell’esperienza sui gabbioni in rete metallica a doppia torsione. Il prodotto può essere riempito in maniera rapida sul posto con materiale disponibile in loco, creando così un’efficace barriera modulare. Queste soluzioni, già implementate con successo in altre regioni, si stanno sempre più affermando come strumenti essenziali di ingegneria per l’adattamento climatico, contribuendo in modo determinante alla sicurezza delle infrastrutture e delle comunità vulnerabili. Maccaferri erogherà inoltre servizi avanzati di consulenza tecnica e ingegneristica on-site, con team specializzati pronti a intervenire a supporto delle operazioni di installazione e gestione delle barriere di contenimento. Le forniture saranno gestite direttamente dagli stabilimenti di Maccaferri in Texas e nel Maryland, che fungeranno da hub di distribuzione e operativi per rispondere con la massima rapidità alle esigenze di intervento dell’USACE. La commessa, la prima siglata con il Corpo di Ingegneri dell’Esercito statunitense specializzato in ingegneria e progettazione, fa leva su un decennio di forniture e servizi erogati in modo continuativo al Governo statunitense, per un valore totale di oltre 45 milioni di dollari in prodotti Expeditionary Barrier System (EBS) analoghi.

Il progetto mira a far fronte alla crescente intensità dei fenomeni climatici estremi registrata a livello globale negli ultimi 25 anni. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, i disastri legati alle alluvioni sono aumentati del 134% dal 2000, con impatti sempre più gravi su territori, comunità e infrastrutture. Nel 2024, si stima che gli eventi catastrofali legati all’acqua abbiano causato perdite economiche superiori a 550 miliardi di dollari a livello globale. Per questo, la capacità di contenere e gestire il rischio idraulico e di alluvioni assume un ruolo sempre più centrale nelle politiche per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. È proprio in questo contesto che si inserisce il contratto con l’USACE, che opera per rafforzare la sicurezza nazionale attraverso la costruzione e la manutenzione di infrastrutture critiche, occupandosi della gestione di progetti per la mitigazione dei rischi idrogeologici e ambientali, oltre a rispondere alle emergenze legate a catastrofi naturali. L’attività dell’USACE è sostenuta dal National Flood Fight Material Center, il centro per l’acquisizione, lo stoccaggio e la distribuzione di materiali e attrezzature per la gestione delle emergenze legate alle inondazioni, supportando con tempestività le autorità federali, statali e locali. Stefano Susani, ceo di Officine Maccaferri, ha commentato: “L’aggiudicazione di questa commessa rappresenta per il Gruppo un traguardo di grande rilevanza strategica, che consolida ulteriormente la nostra presenza sul mercato statunitense e conferma ancora una volta la fiducia delle istituzioni statunitensi nella qualità e nell’affidabilità delle nostre soluzioni. Come ingegneri dell’adattamento al cambiamento climatico, offriamo sistemi all’avanguardia e sostenibili per rispondere in modo tempestivo alle esigenze sempre più urgenti di resilienza infrastrutturale e ambientale, contribuendo concretamente alla sicurezza delle comunità esposte agli effetti del cambiamento climatico”.

 

Terna: Cappiello nominato  consigliere per cooptazione

Il consiglio di amministrazione di Terna, riunitosi ieri sotto la presidenza di Igor De Biasio, ha nominato per cooptazione Stefano Cappiello, consigliere non esecutivo e indipendente, previo parere del Comitato Remunerazione e Nomine e con l’approvazione del Collegio Sindacale. La nomina è avvenuta a seguito delle dimissioni, per sopravvenuti impegni professionali, di Francesco Renato Mele, eletto dall’Assemblea degli Azionisti del 9 maggio 2023 e tratto dalla lista espressione del socio Cdp Reti, oggetto di comunicazione al mercato in data 27 maggio scorso.  Con la nomina di Stefano Cappiello, il cda di Terna. ha accolto la proposta formulata dall’azionista Cdp Reti che, con lettera del 29 maggio 2025, ha sottoposto la candidatura all’autonoma valutazione della Società. Il nuovo Consigliere, che ha accettato la nomina e resterà in carica sino alla prossima Assemblea dei Soci, è risultato in possesso dei requisiti di indipendenza Il profilo è in linea con le Politiche di diversità adottate da Terna e per quanto a conoscenza della società, il neo-eletto consigliere non detiene azioni di Terna.

Snam colloca con successo il suo primo Green Bond da 1 miliardo di euro

Snam  ha collocato con successo il suo primo Green Bond allineato agli European Green Bond Standard, per un ammontare complessivo di 1 miliardo di euro. L’operazione ha registrato una domanda al picco pari a più di tre volte l’offerta, con ordini per circa 3,4 miliardi di euro. “In un contesto geopolitico estremamente volatile, il successo del nostro primo European Green Bond, che segue la recente emissione di debutto sul mercato americano, conferma ancora una volta la piena fiducia degli investitori nella strategia di finanza sostenibile di Snam”, ha affermato il CEO di Snam Agostino Scornajenchi. “Con questa emissione aggiungiamo un altro importante tassello al percorso di creazione di valore di lungo periodo per tutti i nostri stakeholder, con trasparenza, ambizione e responsabilità”. In conformità con quanto previsto dal Regolamento EU 2023/2631, i proventi derivanti dall’emissione andranno a finanziare nuovi progetti così come indicato nell’European Green Bond Factsheet, opportunamente revisionato e valutato positivamente da ISS-Corporate e disponibile nella sezione dedicata alla Finanza Sostenibile del sito Snam all’indirizzo https://www.snam.it/it/investor-relations/investire-in-snam/debito-e-credit-rating/sustainable-finance.html L’operazione è coerente con il Sustainable Finance Framework della Società, pubblicato lo scorso aprile, e riflette il ruolo cruciale della finanza sostenibile nel finanziamento di progetti che contribuiscono a rendere le infrastrutture di Snam sempre più sostenibili e pronte a cogliere le sfide future. Con questa emissione – che si aggiunge al Green Bond da 500 milioni di euro emesso a febbraio 2024 in linea con i principi ICMA – il valore totale dei Green Bond emessi da Snam oggi in circolazione, destinati a finanziare progetti conformi alla Tassonomia Europea, sale a 1,5 miliardi di euro.A seguito di questa operazione, la quota di finanza sostenibile sul totale del funding committed di Snam si conferma all’86%, in linea con l’obiettivo del 90% al 2029.

Cisambiente, si chiude l’assemblea con Rudimentum

Rudimentum, condotto da Nicola Porro, ha chiuso l’Assemblea Generale 2025 di Cisambiente Confindustria. L’appuntamento ha riunito istituzioni e vertici dell’Industria attorno al tema delle Materie Prime, con uno sguardo alle analisi di ISPRA, presentate dal suo Direttore Generale Maria Siclari, ed uno spazio dedicato al Protocollo di Intesa tra Cisambiente Confindustria e Anas, siglato nel corso dell’evento alla presenza dell’Esperto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Roberta Toffanin, con l’obiettivo di collaborare per la promozione dell’impiego, nelle opere infrastrutturali, di granulo e polverino di gomma derivanti da pneumatici Fuori Uso (PFU). Il settore é valorizzato da Cisambiente, che nel 2024 ha costituito GommAmbiente, la filiera dedicata al recupero di PFU. In rappresentanza del MASE, è intervenuta Roberta Toffanin, Esperto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che, al momento della firma del protocollo, ha dichiarato: “Sono onorata di partecipare a questo momento che rappresenta la realizzazione di qualcosa di concreto attraverso la messa in rete perché facendo squadra, si vince. Ci sono cambiamenti repentini ma noi stiamo lavorando per farci trovare pronti”. Rudimentum, nella sua accezione di elemento basilare, è un implicito rimando ai materiali alla base della produzione industriale. Nel contesto dell’attuale riflessione europea sulla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, Cisambiente Confindustria si è focalizzata sul ruolo strategico delle attività di recupero e riciclo che, attraverso processi innovativi e tecnologie di ultima generazione, permettono di trasformare i rifiuti in risorse, ricavando materie da reimmettere nel ciclo produttivo. Il tema del recupero di materie da rifiuti è stato analizzato nei suoi molteplici risvolti a vantaggio del Paese: dalla riduzione della dipendenza dalla fornitura estera, rafforzando l’autonomia e la competitività dell’Industria italiana, alla diminuzione del volume di materiali conferiti in discarica, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea, fino alla possibilità di aprire nuovi mercati. Nell’ambito dell’analisi condotta dalle voci istituzionali, si sono inserite le testimonianze con esperienze concrete dei protagonisti di settori chiave dell’Industria: energia, infrastrutture, gomma e plastica.

“Abbiamo in Italia una miniera di risorse preziose, che sono i nostri rifiuti – ha dichiarato il Direttore Generale di Cisambiente Confindustria Lucia Leonessi – Da elettrodomestici, abiti o pneumatici fuori uso si recuperano materie da reintrodurre nella Produzione. In quest’ottica è nato il Protocollo di intesa con Anas, azienda che sta puntando sull’uso di materiali riciclati nelle infrastrutture. L’accordo siglato oggi conferma l’attività di Cisambiente Confindustria al fianco delle aziende che investono in percorsi virtuosi e testimonia l’impegno per consolidare un modello di industria competitiva e capace di soluzioni avanzate e sostenibili. Il comparto della gomma sta investendo molto sul recupero. Gli pneumatici fuori uso, i PFU, un tempo si ammassavano in aree del territorio creando vere e proprie discariche abusive. Oggi dai PFU si ricavano materiali utili in diversi ambiti, come il granulato di gomma, impiegato per la pavimentazione delle palestre, o il polverino per la realizzazione dell’asfalto stradale, che offre elevate capacità drenanti e garantisce una copertura stabile, meno soggetta a cedimenti; quindi materiali che possono essere impiegati in maniera innovativa per opere infrastrutturali. Anche il settore dei RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, sta conoscendo sviluppi importanti – ha proseguito il DG Leonessi – Grazie a impianti che impiegano nuove tecnologie, dalle schede elettroniche dei nostri telefonini oggi possiamo estrarre metalli preziosi, come oro e argento, oltre a rame e palladio. Bisogna, però, lavorare sulla riorganizzazione dei centri di coordinamento, in modo che ci sia un controllo centrale a livello dello stato. Abbiamo le risorse in casa, la nostra Industria sta lavorando per recuperarle in modo strategico”.

“Anas, che gestisce oltre 32.000 km di strade e autostrade, ha fatto suo l’impegno per la sostenibilità – ha evidenziato l’Amministratore Delegato di Anas Claudio Andrea Gemme – Il Contratto di Programma 2021-2025 prevede investimenti per circa 44 miliardi di euro, con un focus sul potenziamento e la sicurezza della rete, incluse opere di mitigazione ambientale e l’uso di materiali riciclati. Abbiamo infatti avviato un percorso virtuoso per lo sviluppo di infrastrutture più sostenibili, in linea con gli obiettivi della Commissione Europea e in attuazione del recente decreto sui Criteri Ambientali Minimi (CAM). Stiamo sviluppando “strade intelligenti” per una mobilità green e portiamo avanti progetti di sensibilizzazione in collaborazione con istituzioni e realtà del settore. Il protocollo siglato oggi con Cisambiente Confindustria ne è una chiara testimonianza poiché rappresenta un esempio concreto di come la sostenibilità possa tradursi in soluzioni tecniche innovative. L’utilizzo del granulo di gomma riciclata non solo contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale, ma migliora anche le prestazioni e la durata delle infrastrutture, aumentando la sicurezza e riducendo i costi di manutenzione. È una scelta responsabile che coniuga efficienza, innovazione e attenzione per l’ambiente, in linea con la strategia di sostenibilità di Anas e della Capogruppo FS.”

In un contesto di crisi climatica, pressioni geopolitiche e scarsità di risorse, non possiamo più permetterci di sprecare nulla – ha sottolineato il Presidente di Cisambiente Confindustria Donato Notarangelo – Ciò che fino a ieri veniva visto come “scarto” è oggi opportunità industriale. Oggi più che mai, dobbiamo riconoscere che l’Italia ha una risorsa strategica sotto i nostri occhi: i rifiuti. Trasformarli in materie prime seconde è la chiave per affrontare le sfide ambientali, industriali ed energetiche del nostro tempo. Ogni tonnellata di rifiuto recuperato rappresenta un risparmio di materie vergini, una riduzione delle emissioni ed un’occasione di crescita per filiere industriali innovative e sostenibili. Ed è proprio da qui che riparte l’industria italiana: dalla capacità di chiudere il cerchio, ridurre la dipendenza da materie prime importate e rigenerare valore”. “L”Europa, che ha puntato sull’elettrificazione, non ha pensato di costruire una propria filiera di approvvigionamento e oggi si ritrova prigioniera, con Pechino che gioca il ruolo di leader e detta le regole – ha chiosato il Respoinsabile del Reparto Materie Prime di Cisambiente Confindustria Gianclaudio Torlizzi – Per tutto il comparto delle materie prime, la situazione è da affrontare con urgenza: è sufficiente pensare che per circa 18 materie prime, tra le più richieste a livello mondiale, sono cinque i paesi produttori che controllano oltre il 50 per cento della produzione globale. Recentemente Bruxelles ha compiuto un passo in avanti con l’approvazione di 13 progetti strategici su materie prime critiche, con un investimento complessivo stimato di circa 5,5 miliardi di euro, ma si tratta pur sempre di timidi passi. Occorre sviluppare un piano per la raffinazione di metalli presenti in Europa”. “Le Istituzioni come l’ Industria devono vedere il rifiuto non come uno scarto ma come una materia prima – ha evidenziato Flavio Raimondo, Vice Presidente Haiki+ e Vice Presidente Cisambiente Confindustria – Il nostro Paese ha una deficienza strutturale di materie prime che invece si trovano in ogni tipologia di rifiuto, quindi metalli , carta , terre rare possono essere estratte dalle lavorazioni , per cui occorre una catena virtuosa nazionale, un sistema impiantistico all’avanguardia non può prescindere dalla velocità degli iter autorizzativi, il blocco delle esportazioni di rifiuti all estero che comporta una perdita dì competitività futura a favore di stati esteri non può più aspettare norme di contrasto , abbiamo in “ casa” tutti i materiali nobili ma ci deve essere la volontà di utilizzarli senza se e senza ma”. “Lo sviluppo dell’economia circolare è al centro del piano di transizione ecologica nazionale e, in questo contesto, è fondamentale costruire un modello avanzato a filiera corta che renda le politiche di transizione ecologica non solo sostenibili economicamente ma anche competitive per le aziende” – ha affermato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren. “Il Gruppo Iren continua ad investire negli impianti per il riciclo, come il primo impianto europeo progettato per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di Terranova Bracciolini e in azioni di natura istituzionale come la costituzione dell’hub RigeneRARE, osservatorio per il recupero e riutilizzo di materie prime critiche e metalli preziosi” “Il nostro Paese ha bisogno di una strategia integrata che associ l’economia circolare con una attività estrattiva condotta con criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica – ha sostenuto il Direttore Generale di ISPRA Maria Siclari – Su questo punto anche il nuovo regolamento europeo è chiaro e molto severo, solo i progetti certificati come sostenibili accedono alle agevolazioni previste dal regolamento. Gran parte delle compagnie minerarie occidentali si sono ormai dotate di criteri ESG (Environmental, Social, Governance) per la valutazione della loro sostenibilità. Dobbiamo cercare, per quanto possibile, di trovare e coltivare, tramite compagnie certificate, le risorse con criteri a basso impatto ambientale in Europa e in Italia dove abbiamo normative ambientali e sociali che ci permetteranno di fare una reale transizione digitale ed ecologica”. “Nell’ambito dei cavi, usando opportune materie prime, si puo riciclare oltre il 90% e quello che non è riutilizzabile può essere impiegato nei termovalorizzatori, ma senza emissioni di gas tossici o corrosivi – ha spiegato Albano Bragagni (Presidente Tratos Spa) – Alcune materie prime, come rame, alluminio, presenti in abbondanza nei cavi, e anche l’acciaio, possono essere riciclabili all’infinito. Questo per quanto riguarda i cavi di energia. Nel campo telecomunicazioni le materie principe utilizzate sono le poliolefine, anche queste in gran percentuale riciclabili”. “L’Italia è tra le economie più sostenibili del G20, a conferma di un modello industriale avanzato e competitivo – ha concluso Lara Ponti, Vice Presidente Confindustria Transizione Ambientale e Obiettivi ESG – La nostra manifattura ha ridotto le emissioni del 17% in dieci anni, mantenendo al contempo alte performance in termini di produttività delle risorse e riciclo. L’economia circolare vale oggi il 2,7% del PIL e coinvolge oltre 600 mila addetti. Sono risultati concreti, che dimostrano come l’industria italiana sia già protagonista della transizione ecologica. Ora è il momento di consolidare questa leadership, rafforzando la capacità di innovazione, accelerando sugli investimenti e promuovendo un quadro europeo più omogeneo e favorevole. Le imprese sono pronte: serve un impegno comune per crescere in modo sostenibile e competitivo”.

 

Webuild, Ferrari: soddisfati per il successo del bond, oltre 140 investitori premiano la solidità del gruppo

“Siamo molto soddisfatti del successo della nuova emissione di obbligazioni, con una raccolta che ha superato le aspettative e un portafoglio di ottima qualità. L’operazione ha raccolto ordini per oltre il doppio dell’offerta, e questo assume una rilevanza ancora più forte considerando l’attuale contesto di incertezza globale a causa delle tensioni geopolitiche. Si tratta di un chiaro segnale dell’elevato apprezzamento della comunità di investitori istituzionali per il nostro profilo di credito grazie al solido posizionamento di Webuild nei mercati dei capitali”. E’ quanto dichiara Massimo Ferrari, Direttore Generale di Webuild, sottolineando che “particolare rilevanza ha assunto la domanda da parte di investitori internazionali, che hanno rappresentato oltre l’85% del totale, provenienti principalmente da Regno Unito, Francia e Germania. La quantità e qualità degli investitori coinvolti nell’operazione hanno consentito di incrementare l’ammontare del nuovo bond dai €400 milioni iniziali ai €450 milioni finali e di ridurre il rendimento al 4,125%, ben 37,5 punti base in meno rispetto al valore superiore del range iniziale di pricing. Questo rendimento rappresenta un azzeramento del premio di nuova emissione, essendo in linea con il valore stimato dal mercato secondario per una operazione di questo tipo di Webuild”. “L’emissione – ha proseguito Ferrari, “rappresenta un passo significativo nella nostra strategia di ottimizzazione e gestione proattiva del profilo delle scadenze di debito, estendendolo fino al 2031, Questa operazione segue il recente miglioramento del rating di Webuild da parte di Fitch a BB+ con outlook stabile, rispetto al precedente BB. Questo riflette la solidità della nostra struttura finanziaria e il rafforzamento del nostro profilo di credito, posizionandoci a un solo livello dall’investment grade. L’operazione si inserisce in un contesto caratterizzato da risultati record conseguiti nel 2024 e forti prospettive di mercato concentrate in paesi a basso rischio”, ha concluso.

 

Oice celebra 60 anni. Lupoi: “Serve quadro normativo all’altezza delle sfide”

Si è tenuto ieri all’Auditorium Parco della Musica di Roma il convegno organizzato da Oice, l’Organizzazione delle Società di Ingegneria e Architettura, in occasione dei 60 anni dell’Associazione. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto tra istituzioni, professionisti e grandi committenti sui temi dello sviluppo infrastrutturale e delle sfide future per il settore. Il Presidente di Oice, Giorgio Lupoi, ha ribadito la necessità di intervenire sul quadro normativo per valorizzare il lavoro delle società aderenti: «Abbiamo voluto celebrare i 60 anni dell’Associazione aprendo una riflessione sulle grandi trasformazioni che ci attendono, dall’intelligenza artificiale alla crescente complessità degli interventi richiesti dai committenti. Le nostre società hanno dimostrato capacità di risposta alle richieste del Pnrr e stanno risalendo posizioni nello scenario internazionale, ma ora è indispensabile che le istituzioni adeguino le regole per riconoscere il valore delle nostre attività». «Serve un intervento deciso – ha aggiunto Lupoi – sull’attuale squilibrio contrattuale: va riconosciuta l’anticipazione contrattuale, aggiornati i parametri tariffari e previsto un utilizzo più diffuso di project management esterno, evitando di incentivare attività tecniche interne alle pubbliche amministrazioni che risultano antistoriche e antieconomiche. L’adeguamento del Codice degli Appalti, con disciplinari-tipo e contratti-tipo, è una priorità per garantire qualità, sostenibilità e competitività al settore». È intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e Vicepremier, Matteo Salvini, che ha evidenziato il ruolo centrale delle società di ingegneria e il contributo di Oice: «Con Oice è possibile programmare progetti a lungo termine e non solo rincorrere le emergenze. Le competenze italiane, rappresentate anche da questa Associazione, sono protagoniste dei grandi cantieri e delle sfide infrastrutturali che il Paese sta affrontando. Stiamo lavorando sul tema dell’anticipazione contrattuale per i progettisti nell’ambito degli emendamenti sul decreto infrastrutture”.
Ha partecipato con un intervento anche il Viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha sottolineato come ingegneri e architetti siano oggi «i garanti di un nuovo equilibrio tra pubblico e privato, professionisti completi che coniugano competenze, innovazione, sostenibilità e responsabilità, nel rispetto delle regole». Il Professor Dario Lo Bosco, Amministratore Delegato di Italferr, ha evidenziato il valore strategico dell’ingegneria italiana a livello globale: «Avere Oice in Italia significa rafforzare il know-how culturale e il driver tecnologico, hi-tech e digitale, alla base di ogni grande opera infrastrutturale. È una garanzia di efficienza che il mondo ci invidia. Ho assunto con orgoglio il ruolo di Amministratore Delegato di Italferr, che è stata chiamata dall’India per realizzare il primo ponte installato in un’area di grande rilevanza geopolitica. Se dall’India scelgono Italferr, significa che l’ingegneria italiana è, a pieno titolo, un orgoglio riconosciuto a livello mondiale». Tra i temi al centro del convegno anche l’impatto della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, che secondo Lupoi «va governata, senza sostituire le competenze e l’ingegno umano, ma rafforzando un sistema basato su qualità, innovazione e valorizzazione delle professionalità».

Edilizia penitenziaria, accordo tra il Commissario straordinario, Invitalia e Anac

Rafforzare la trasparenza e la legalità nelle gare di appalto per l’edilizia penitenziaria. Con questo obiettivo, è stato siglato tra il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, Invitalia e l’Autorità Nazionale Anticorruzione – Anac un Protocollo di azione e vigilanza collaborativa.
Il Protocollo, perfezionato il 24 giugno 2025, riguarda lo svolgimento di attività di controllo preventivo da parte di Anac su alcuni degli appalti che il Commissario affiderà, con il supporto della Centrale di Committenza Invitalia, in esecuzione del Programma degli interventi necessari per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari.
L’intesa è finalizzata a rafforzare e assicurare un maggiore presidio in termini di correttezza, trasparenza e legalità delle procedure di affidamento, anche con l’obiettivo di esercitare un’efficace azione preventiva e dissuasiva di condotte corruttive o, comunque, contrastanti con le disposizioni di settore.
Il Protocollo – firmato dal presidente di Anac Giuseppe Busia, dal Commissario straordinario Marco Doglio e dall’Amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella – disciplina quindi nel dettaglio lo svolgimento dell’attività di vigilanza collaborativa preventiva, finalizzata a verificare la conformità degli atti di gara alla normativa in materia e all’individuazione di clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale. Con l’accordo, inoltre, l’Autorità Nazionale Anticorruzione si impegna a fornire – se richiesto dal Commissario – supporto tecnico, giuridico e metodologico anche per l’adozione delle ordinanze in deroga elaborate dalla struttura commissariale.

Aiuti di Stato, Commissione Ue allarga il quadro su clean-tech

La Commissione europea allarga il quadro per gli aiuti di stato sulla produzione di tecnologie pulite (clean-tech) al tecnologie già incluse nel Net-Zero Industry Act, come quelle per il biogas sostenibile e il biometano, per la rete elettrica e la fissione nucleare. Questo quanto emerge da una bozza del nuovo quadro sugli aiuti di Stato, che verrà approvata oggi dalla Commissione europea.
La versione della bozza messa in consultazione a marzo prevedeva aiuto solo per batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e attrezzature per la cattura e lo stoccaggio del carbonio(Ccus), anche se già ipotizzava un allargamento alle tecnologie del Net-Zero Industry Act. La versione che dovrebbe essere approvata domani conferma l’allargamento. Un allegato aggiunto ex novo elenca nel dettaglio tutte le tecnologie ammissibili, ovvero: tecnologie solari, eolico onshore e rinnovabili offshore, batterie e tecnologie di accumulo, pompe di calore e geotermico, idrogeno, biogas sostenibile e biometano, tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio, tecnologie per la rete elettrica, fissione nucleare, tecnologie energetiche come centrali elettriche e cicli di combustibile nucleare, tecnologie per combustibile alternativi sostenibili, idroelettrico, altre tecnologie rinnovabili come le biomasse o i gas di discarica, tecnologie di efficienza energetica, combustibili rinnovabili di origine non biologica, soluzioni biotecnologiche, tecnologie trasformative per la decarbonizzazione industriale, trasporto della CO2, tecnologie di propulsione eolica o elettrica dei trasporti, altre tecnologie nucleari.
Allo stesso tempo, la bozza di comunicazione aumenta l’importo massimo degli aiuti portandolo ad un massimo di 350 milioni (da 175), a seconda della regione d’investimento. Sempre secondo l’ultima bozza, gli Stati membri potranno istituire regimi di aiuti di stato per progetti che hanno superato la valutazione del Fondo per l’innovazione e che hanno ottenuto un marchio di sovranità, anche se hanno ottenuto un finanziamento. La previsione sostituisce la parte che nella bozza messa in consultazione a marzo riguardava gli aiuti concessi ad investitori privati decisi a investire nei progetti di energia rinnovabile coperti dal nuovo quadro, nella decarbonizzazione industriale, nella produzione di tecnologie pulite e nelle infrastrutture energetiche nel quadro di un monopolio legale. Nella precedente versione, l’aiuto avrebbe assunto la forma di capitale proprio, prestiti e/o garanzie. In quest’ultima versione, gli aiuti potranno essere concessi esclusivamente sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili, prestiti, garanzie o agevolazioni fiscali. Qualora il progetto di investimento sia realizzato al di fuori delle zone assistite, l’intensità dell’aiuto non può superare il 25% dei costi ammissibili per un massimo di 150 milioni. Se il progetto di investimento è realizzato in una zona assistita l’importo non può superare il 40% o il 55%, a seconda della zona, per un massimo di 200 o 350 milioni.

Online il podcast ‘Centrale’ di Bankitalia

E’ online da ieri  “Centrale”, il podcast della Banca d’Italia, una serie in cinque episodi disponibile sulle principali piattaforme di streaming e sul canale Youtube della Banca pensato per aiutare a scoprire le funzioni dell’Istituto e come queste interessano la vita quotidiana. Si parlerà di politica monetaria, stabilità del sistema finanziario, lotta contro il riciclaggio, evoluzione dei pagamenti, Euro digitale. Nella prima puntata si inizia a conoscere cosa fa una banca centrale e cosa la distingue dalle altre banche, quali sono le funzioni della Banca d’Italia e il suo ruolo all’interno dell’Eurosistema.

 

 

M.C.C.

Argomenti

Argomenti

Accedi