La giornata
Meloni: “momento difficile”. Vertice a P. Chigi in vista della missione Usa
- Dazi, Commissione: “Ue è il miglior amico degli Usa, non uno che se ne approfitta”
- Immobili pubblici, accordo tra Mef, Demanio e Consip per una gestione più efficiente
- Ponte Morandi, Mattarella promulga la legge con rilievi: “valutare correttivi”
- Dazi, Rustichelli (Antitrust): gravemente distorsivi della concorrenza tra imprese e tra Paesi, si rafforzi modello europeo di sviluppo
- Cdp e Ceb sottoscrivono un nuovo finanziamento da 350 milioni a sostegno della ricostruzione post-sisma nell’Italia centrale
IN SINTESI
“Sappiamo che siamo in momento difficile, vediamo come va nelle prossime ore, come potete immaginare non sento alcuna pressione per i miei prossimi due giorni…”. E’ con una sfumatura d’ironia che, ieri, la premier Giorgia Meloni, ha parlato della sua imminente partenza per Washington per incontrare il presidente Donald Trump. Di sicuro, ha sottolineato, “faremo del nostro meglio, io sono consapevole di quello che rappresento e sono consapevole di quello che sto difendendo, vediamo come si sviluppa il quadro nel quale ci troviamo ma ricordiamoci che noi abbiamo la forza, la capacità, l’intelligenza e la creatività per superare ogni ostacolo. Abbiamo superato ostacoli ben maggiori, ne supereremo anche di peggiori”, ha rassicurato. Il percorso si presenta pieno di insidie, con i dietrofront e la girandola di annunci sui nuovi dazi da parte di Trump. Di insidie ha parlato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. “Le dichiarazioni Usa fanno pensare a una politica protezionistica che danneggerebbe molto l’Italia. Non so quanto possa essere vantaggiosa per gli Usa ma per l’Italia e l’Europa potrebbe essere molto pericolosa”. A conferma delle difficoltà che si prospettano per Meloni, l’incontro a Washington tra il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, e il commissario europeo al Commercio, Marcos Sefcovic, unico titolato a trattare per i Paesi europei in materia di tariffe doganali, non sembra aver registrato progressi. Anzi, gli Usa avrebbero respinto la proposta europea di dazi a zero per tutti i beni industriali, inclusa l’auto. In vista della sua partenza di d per Washington, la premier ha convocato ieri in serata un vertice di governo a Palazzo Chigi a cui hanno partecipato i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quello della Difesa Guido Crosetto e quello degli Affari regionali e il Pnrr Tommaso Foti
Dazi, Commissione: “Ue è il miglior amico degli Usa, non uno che se ne approfitta”
“Le relazioni commerciali tra Ue e Stati Uniti valgono 1.600 miliardi di euro all’anno. E’ una manna per entrambe le parti e sta producendo risultati economici fantastici su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’Ue e gli Stati Uniti hanno attualmente 5,3 trilioni di euro investiti nelle rispettive economie, 3,4 milioni di lavoratori statunitensi sono impiegati grazie agli investimenti dell’Ue negli Stati Uniti. L’Ue è una fonte affidabile di materiali essenziali per gli Usa, e parlo di ingredienti medicinali, prodotti farmaceutici, macchinari, attrezzature all’avanguardia e prodotti per l’aviazione, solo per citarne alcuni. L’Ue e’ il maggiore acquirente dagli Usa di gas naturale e petrolio. Mi sembra un miglior amico, non qualcuno che se ne approfitta”. Lo ha detto un portavoce della Commissione europea nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. L’incontro di ieri Washington tra Maros Sefcovic, commissario per il Commercio, e Howard Lutnick, segretario per il Commercio Usa, e il Rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, “non è stato – ha sottolineato – un dialogo tra sordi, bensì un incontro molto mirato e produttivo. Le nostre offerte sono sul tavolo: tariffe zero a zero sui prodotti industriali, comprese le automobili, e siamo disposti a valutare anche una serie di altri settori. Tuttavia, avremmo bisogno di un ulteriore livello di impegno da parte degli Stati Uniti per far proseguire il processo”.
Ponte Morandi, Mattarella promulga la legge con rilievi: “valutare correttivi”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato ieri la legge recante “Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”, approvata dal Senato il 21 novembre 2024 e dalla Camera il 20 marzo 2025, inviando al presidente del Senato, Ignazio La Russa, al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la seguente lettera: “Ho promulgato in data odierna la legge recante ‘Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale’, approvata dal Senato il 21 novembre 2024 e dalla Camera il 20 marzo 2025. Ho provveduto alla promulgazione riscontrando nella decisione del Parlamento una significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici. Non posso peraltro sottrarmi al dovere di segnalare taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione”.
“Suscita in primo luogo riserve la limitazione dei benefici previsti alla sola ipotesi di ‘vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale’. A parte l’incertezza interpretativa della categoria di infrastruttura ‘di rilievo nazionale’ che non risulta di agevole determinazione, non è ragionevole e contrasta con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione l’esclusione di analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali. Appare quanto meno fortemente dubbia anche la conformità al principio di eguaglianza della decisione di limitare i benefici ai casi di cedimenti stradali. Abbiamo purtroppo registrato, in passato, vittime causate da eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole, primo fra tutti il caso del crollo di una scuola elementare con la morte di tanti bambini presenti nelle aule con i loro maestri. Non si comprende pertanto perché non venga preso in considerazione ogni altro malaugurato evento analogo: basta pensare a ospedali, a strutture in cui si svolgono eventi sportivi o spettacoli, a strutture di altro genere. In aggiunta a tali rilievi di portata generale, desidero richiamare l’attenzione su alcune specifiche previsioni della legge”.
“Per quanto riguarda l’articolo 2, comma 4, lettera b), sottolineo che – nonostante rechi il riferimento a ‘i figli, in mancanza del coniuge superstite’ – il testo va necessariamente interpretato nel senso che beneficiari dell’elargizione devono intendersi tutti i figli di ciascuna vittima, ivi inclusi quelli da rapporti di convivenza o di unioni civili. In caso contrario, si opererebbe un’inaccettabile discriminazione tra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori, in aperto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione. L’articolo 2, comma 4, nel definire l’ordine di priorità per l’attribuzione dell’elargizione spettante ai parenti delle vittime, alla lettera c), colloca la persona stabilmente convivente o l’altra parte dell’unione civile al terzo posto, dopo aver menzionato, alla lettera a), il coniuge e, alla lettera b), i figli. Tale collocazione appare discriminatoria. La giurisprudenza costituzionale ha costantemente riconosciuto i diritti derivanti dalla convivenza stabile e dalle unioni civili, quali ‘rapporti ormai entrati nell’uso’, ‘comunemente accettati accanto a quello fondato sul vincolo coniugale’ e normativamente riconosciuti (sentenze n. 8 del 1996, n. 140 del 2009, n. 213 del 2016, nn. 10 e 148 del 2024), affermando che ai conviventi di fatto e alle parti delle unioni civili – intese come tali ‘due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale’ – vanno riconosciute le stesse prerogative patrimoniali e partecipative del coniuge, pena l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’articolo 3 della Costituzione, delle norme che differenzino i summenzionati rapporti senza adeguata, comprovata e ragionevole motivazione”. “L’articolo 2, comma 5, al fine dell’attribuzione dell’elargizione, equipara al coniuge il convivente stabile nel solo caso in cui vi siano figli minori nati dal rapporto di convivenza. La disposizione non appare tenere conto della giurisprudenza costituzionale, appena indicata, che ne esige l’equiparazione anche in assenza di figli minori. Priva di ragionevolezza è inoltre la mancata equiparazione al coniuge anche della parte dell’unione civile al quale l’ordinamento riconosce, del resto, una maggiore tutela rispetto al convivente stabile. L’articolo 4 demanda a norme secondarie il compito di individuare gli eventi dannosi – presenti e futuri – nonché i soggetti aventi diritto ai benefici economici previsti, attribuendo a tali fonti ampio margine di discrezionalità. Tale previsione non appare in linea con il sistema costituzionale. Come costantemente affermato dalla Corte costituzionale la fonte primaria deve assicurare una disciplina sufficientemente dettagliata della materia in ordine ai criteri di esercizio della discrezionalità amministrativa, (ad esempio, sentenze n. 4 del 1977, n. 198 del 2021 e n. 192 del 2024). Va considerato, inoltre, che la legge è finanziata attraverso limiti di impegno – 7,1 milioni per il 2025 e 1,6 milioni a decorrere dal 2026 – e il disporre di risorse limitate rende ancora più problematico l’esercizio della predetta discrezionalità al fine di garantire il soddisfacimento dei diritti. Rivolgo pertanto al Parlamento e al Governo l’invito a considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi”
Immobili pubblici, accordo tra Mef, Demanio e Consip per una gestione più efficiente
Il Ministero dell’economia e delle finanze, Consip e Agenzia del demanio hanno siglato un accordo di collaborazione per una strategia di procurement condivisa che renda la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato sempre più efficiente e sostenibile attraverso l’adozione di modelli e strumenti innovativi. Gli obiettivi principali dell’accordo – firmato il 14 aprile 2025 dal direttore generale del DAG (MEF) Susanna La Cecilia, dal direttore dell’Agenzia del demanio, Alessandra dal Verme, dall’Amministratore delegato e direttore Generale di Consip, Marco Reggiani – sono l’accelerazione del processo di riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico; il miglioramento del facility management; il contenimento della spesa; servizi innovativi alle pubbliche amministrazioni e il miglioramento delle forniture di tutto il comparto immobiliare pubblico. Con questa intesa il procurement diventa uno strumento per aumentare l’efficienza del patrimonio immobiliare dello Stato e individua e promuove le migliori pratiche di concerto con tutti gli attori della filiera: da un lato il MEF, titolare del Programma di razionalizzazione degli acquisti nella Pubblica Amministrazione, e Consip, centrale di acquisto nazionale che nel 2024 ha gestito 28,3 miliardi di euro di acquisti delle amministrazioni pubbliche con oltre 800.000 contratti stipulati tra 240.000 imprese e 14.000 amministrazioni; dall’altro, l’Agenzia del demanio che amministra un portafoglio di circa 43mila beni immobili per un valore di circa 63 miliardi di euro.
Dazi, Rustichelli: gravemente distorsivi della concorrenza tra imprese e tra Paesi, si rafforzi modello europeo di sviluppo
“Il sistema del commercio internazionale, a lungo fondato sull’integrazione produttiva e sul libero scambio, è oggi scosso dall’introduzione di un pervasivo reticolo di dazi e di altre misure non tariffarie, gravemente distorsivi del confronto concorrenziale tra imprese e tra Paesi”. Lo ha detto il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, durante la presentazione della Relazione annuale. “In un contesto di relazioni commerciali tese, la tradizionale vocazione agli scambi internazionali e la stretta integrazione nelle filiere produttive globali rendono l’economia europea particolarmente esposta alle fluttuazioni dei mercati e alle nuove spinte protezionistiche. Per questo, la crescita nell’attuale scenario è sempre più legata al rafforzamento del modello europeo di sviluppo affinché, valorizzando pienamente il mercato unico, si riducano le vulnerabilità strutturali e la dipendenza da fattori esterni, colmando il divario di produttività e innovazione rispetto ad altre economie”. Forte il richiamo sulla necessità di rilanciare la produttività occorre una riforma regolamentare che favorisca la concorrenza “In un contesto generale segnato da rapide trasformazioni tecnologiche, tensioni geopolitiche e crisi economico-ambientali, anche le prospettive di ripresa dell’economia nazionale sono strettamente connesse alla capacità di mettere in campo risposte all’altezza delle sfide”, ha detto Rustichelli. “Questo significa, anzitutto, affrontare con decisione i nodi strutturali che frenano, non da oggi, la crescita italiana. Prioritario è, dunque, rilanciare la produttività”.
Secondo Rustichelli “tale obiettivo può essere raggiunto stimolando gli investimenti in tecnologia, eliminando le barriere all’entrata e all’uscita, migliorando l’efficienza del settore pubblico e del sistema giudiziario, nonché riducendo la complessità normativa che caratterizza l’ordinamento nazionale. Le evidenze disponibili confermano, in particolare, l’esigenza di una riforma regolamentare in direzione pro-concorrenziale, che favorisca l’imprenditorialità e la riallocazione delle risorse alle attività più produttive”. In particolare, è stato stimato che “le liberalizzazioni nei mercati dei servizi introdotte in Italia tra il 2005 e il 2019 hanno portato ad un aumento della produttività del lavoro compreso tra i 3 e gli 8 punti percentuali. Inoltre, la riduzione delle barriere regolamentari all’entrata nei mercati dei servizi è stata associata a una diminuzione dei prezzi pari al 6,5%”.
In tale quadro, ha aggiunto Rustichelli, “è importante inoltre sottolineare che la promozione della concorrenza non è funzionale soltanto alla crescita economica. Come riconosciuto dalla Corte Costituzionale, esiste un legame profondo e virtuoso tra la promozione del mercato concorrenziale e i diritti dei cittadini. Il corretto funzionamento dei meccanismi concorrenziali può dare, infatti, un contributo prezioso alla tutela di alcuni diritti fondamentali che vanno oltre il tradizionale perimetro del consumo di beni e servizi, per attingere a sfere più ampie di partecipazione civile e sociale”.
CDP e CEB sottoscrivono un nuovo finanziamento da 350 milioni a sostegno della ricostruzione post-sisma nell’Italia centrale
L’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, e il Governatore della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, Carlo Monticelli, hanno firmato nella sede di CDP un nuovo accordo di finanziamento da 350 milioni di euro per rafforzare l’impegno a favore del rilancio e della ricostruzione nei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, gravemente colpiti dal sisma nel 2016 e nel 2017. Si tratta della terza operazione tra la CEB e CDP dopo le due perfezionate nel 2018 e nel 2023: salgono così a oltre un miliardo di euro le risorse complessivamente messe a disposizione dalla Banca per la riparazione di edifici privati o ad uso produttivo danneggiati dal terremoto. Questi fondi confluiranno nel Plafond Sisma Centro Italia di CDP e saranno veicolati, attraverso le banche convenzionate, a famiglie e imprese dei territori, sulla base dello stato di avanzamento degli interventi di ricostruzione ammessi alle agevolazioni. Gli oneri di rimborso dei finanziamenti sono a carico dello Stato mediante un meccanismo che prevede il riconoscimento di un credito di imposta a favore dei beneficiari finali che sarà ceduto alle banche convenzionate e che le stesse utilizzeranno in compensazione dei propri debiti fiscali. L’importo del credito d’imposta è pari alle rate dovute (quota capitale e quota interessi) e delle spese strettamente necessarie alla gestione dei finanziamenti. “L’accordo firmato oggi conferma la solida sinergia con le Istituzioni Europee, come la CEB, e rappresenta un esempio concreto del ruolo di CDP come ponte tra istituzioni sovranazionali e progetti di sviluppo nei territori italiani”, ha dichiarato Scannapieco. “In particolare, queste nuove risorse continueranno a supportare famiglie e imprese colpite dal sisma nel 2016 e nel 2017. Nonostante gli anni trascorsi da quegli eventi drammatici, manteniamo alta l’attenzione e forte l’impegno su questi territori, consapevoli che la ricostruzione non riguarda solo le infrastrutture, ma anche il rilancio economico e sociale delle comunità locali”.“Con questo nuovo finanziamento, la CEB e CDP confermano il proprio impegno per favorire una ricostruzione di lungo periodo nelle regioni dell’Italia centrale colpite dal sisma. Per la CEB è motivo di orgoglio continuare a collaborare con le istituzioni italiane per garantire che la ricostruzione non si limiti a restituire case e infrastrutture, ma contribuisca anche a ricostruire comunità più eque, inclusive e resilienti”, ha dichiarato Monticelli.
Bankitalia: nel secondo trimestre rimangono invariati i criteri di offerta del credito alle imprese
Le condizioni di offerta del credito alle imprese nel trimestre in corso restano invariate. A rilevarlo è la Banca d’Italia nell’ambito dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro. Invariati risultano anche i criteri per i mutui mentre un irrigidimento dell’offerta si riscontra per il credito al consumo. Per quanto riguarda il primo trimestre dell’anno, l’indagine di Bankitala segnala condizioni di offerta invariate ma “un lieve effetto restrittivo riconducibile al peggioramento della situazione e delle prospettive economiche generali e di particolari settori o imprese”. Sempre nel periodo gennaio-marzo, si legge, i criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni e per finalita’ di consumo sono stati lievemente irrigiditi. Dall’indagine diffusa oggi emerge che la domanda di finanziamenti da parte delle imprese nel primo trimestre è rimasta invariata: “l’impatto positivo legato alle maggiori necessità per investimenti fissi e al minor livello dei tassi di interesse è stato compensato da quello negativo dovuto alle minori esigenze per finanziare scorte e capitale circolante e al maggiore ricorso all’autofinanziamento”. Dal Bank lending survey della Banca d’Italia emergono poi altre considerazioni sul settore bancario riguardanti la raccolta. Le condizioni di accesso al finanziamento degli istituti di credito sono migliorate nel primo trimestre 2025, principalmente grazie alla capacita’ di trasferire il rischio di credito fuori bilancio e ai titoli di debito a medio-lungo termine. Nel trimestre in corso le condizioni di accesso alla raccolta registrerebbero variazioni nel complesso contenute, con un ulteriore miglioramento nella capacità di trasferire il rischio di credito fuori bilancio.
Bankitalia: a febbraio debito sale a oltre 3.000 miliardi di euro, + 42,6 miliardi rispetto a gennaio
Lo scorso febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 42,6 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3.024,3 miliardi. L’incremento riflette la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (26,2 miliardi, a 76,1), il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (15,7 miliardi), nonché l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,7 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l’aumento del debito è sostanzialmente imputabile a quello delle Amministrazioni centrali (42,5 miliardi); quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. La vita media residua è rimasta stabile a 7,9 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia ha continuato a diminuire, collocandosi al 20,8 per cento (dal 21,4 del mese precedente), mentre a gennaio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti era aumentata al 31,4 per cento (dal 31,1 per cento del mese precedente) e quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) era rimasta invariata al 14,2 per cento. Nel complesso dei primi due mesi del 2025 le entrate tributarie sono state pari a 90,0 miliardi, in aumento del 4,8 per cento (4,1 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Rispetto ai dati pubblicati lo scorso 14 marzo, il debito è stato rivisto al rialzo di 1,4 miliardi nel 2021, 1,3 nel 2022, 1,2 nel 2023 e 0,9 nel 2024 in seguito all’ordinario aggiornamento delle fonti
Transizione demografica, Bankitalia: senza cambiamenti rischi per il Pil e l’economia
“Il tratto più preoccupante nei prossimi anni è il forte ridimensionamento della popolazione in età da lavoro. Se non vi saranno cambiamenti significativi, questo ridimensionamento è destinato a riflettersi in una diminuzione del prodotto del Paese, rendendo più difficile mantenere il tenore di vita sin qui acquisito”. Lo ha detto Andrea Brandolini, vice capo Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, in audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica. “Molti andamenti demografici non possono più essere modificati in modo sostanziale, ma ciò non significa che traccino un destino inevitabile per l’economia – ha aggiunto – La riduzione della disponibilità di lavoro implicita nei trend demografici può essere contrastata in vari modi: aumentando la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto di donne e giovani, ancora molto bassa nel confronto internazionale; garantendo flussi migratori regolari e assicurando nel contempo che gli stranieri che sono e che arriveranno nel Paese possano integrarsi pienamente; facilitando la partecipazione al lavoro anche in età più avanzate, grazie alle migliori condizioni di salute; sfruttando le possibilità di crescita della produttività che offrono le nuove tecnologie”. “Politiche volte a conciliare lavoro e genitorialità, centrate più sull’offerta di servizi che sui trasferimenti monetari, possono aiutare ad avvicinare la fecondità a quella desiderata dalla maggior parte delle coppie. Al contempo – ha detto ancora Brandolini – l’invecchiamento della popolazione crea nuove esigenze di cura e assistenza e richiede un ripensamento della spesa pubblica rivolta agli anziani non autosufficienti. Pur mantenendo una politica di bilancio prudente, le politiche pubbliche possono svolgere un ruolo fondamentale. E’ importante che gli interventi nei vari campi siano tra loro coordinati, coerenti e stabili nel tempo”.
In particolare al Sud, “nelle regioni meridionali alla riduzione della natalità si aggiunge un consistente deflusso di popolazione giovanile verso le regioni centro-settentrionali. Negli ultimi due decenni le migrazioni interne hanno ridotto la popolazione del Mezzogiorno di oltre 900 mila persone, per più del 70% giovani fra i 15 e i 34 anni e per quasi un terzo laureate. Gli afflussi netti dall’estero non sono stati sufficienti a controbilanciare le migrazioni interne, segnalando come il Mezzogiorno sia una destinazione scarsamente attrattiva anche per gli stranieri”, ha riferito Brandolini. “Si prevede che tali tendenze si aggraveranno ulteriormente. Secondo lo scenario mediano dell’Istat – ha aggiunto – nei prossimi venticinque anni la popolazione residente nel Mezzogiorno si ridurrà di un sesto (da 19,7 a 16,4 milioni di persone). Dalla seconda metà del prossimo decennio, l’età media supererà per la prima volta quella delle regioni centro-settentrionali; il rapporto fra il numero degli ultrasessantacinquenni e quello dei bambini con meno di 14 anni crescerà in misura sostenuta, portandosi su livelli più alti di quasi un quinto rispetto al resto del Paese. Entro i prossimi venticinque anni, l’emigrazione netta verso le regioni centro-settentrionali sarà pari a quasi 1,1 milioni di residenti e determinerà oltre un terzo del calo della popolazione del Mezzogiorno”.
Confcommercio stima una crescita del Pil dello 0,8% nel 2025
La una crescita del Pil allo 0,8% e dei consumi sul territorio dell’1,2% e analoghe variazioni per l’anno prossimo”. Si tratta di una stima superiore a quella contenuta nel nuovo Documento di Finanza Pubblica, approvato dal Governo il 9 aprile scorso. Per il 2026, la previsione passa a +0,9% con una limatura rispetto alla precedente stima dell’1%. E’ il quadro tratteggiato da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, nella conferenza stampa di apertura del Forum di Confcommercio. “Nonostante l’incertezza”, per Sangalli, c’e’ una “nota di ottimismo” che trova i suoi presupposti nei fondamentali economici dell’Italia come “l’inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi e redditi reali in aumento, grazie anche ai rinnovi contrattuali”. Si tratta di fattori che “rappresentano solidi presupposti per consentire all’Italia di reggere l’urto e attraversare con successo un periodo complesso e pieno di incognite”. “Restiamo, comunque, piu’ ottimisti del governo, sebbene in misura marginale”, ha detto il direttore dell’Ufficio studi Confcommercio Mariano Bella, commentando i risultati dell’indagine sui consumi, in apertura del Forum Confcommercio-Ambrosetti. La ragione della revisione al ribasso, ha detto, sono da ricercare nell’incertezza e nella politica dei dazi inaugurata dall’Amministrazione Trump. Fattori che determinano “impatti diretti via export, e, soprattutto, indiretti via maggiori tassi d’interesse e minore ricchezza finanziaria nel complesso, con conseguenze negative sui consumi e, quindi, sul Pil”.
Dazi, Orsini: “la Ue trovi subito nuovi mercati, rimandare è una follia”
Davanti al tema dei dazi, ‘serve che l’Europa sia rapida. Non e’ possibile che, se qualche mercato si chiude, noi non ne apriamo altri’. A chiederlo è il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo alla settima edizione del Sustainable Economy Forum organizzato ieri con la comunità di San Patrignano. ‘In un mondo interconnesso come il nostro – prosegue – parlare di dazi e di chiusura e’ un problema’. Per questo serve, ribadisce piu’ volte, e’ necessario che l’Ue ‘agisca in maniera rapida’. Tra gli esempi, ‘ci sembra una follia che il voto sul Mercosur’ possa essere a fine 2025, o ulteriormente slittare, perché ‘se si chiude qualche mercato dobbiamo aprirne altri’. Intanto, il leader degli industriali ha ribadito la ncessità di “una visione” per il futuro dell’Italia. “Chiediamo al governo di avere un Piano industriale per il Paese, poi da trasmettere in Europa”, ha detto. Solo così “dando una visione su dove vuole andare il nostro Paese, diamo coraggio agli imprenditori che sono pronti a investire”.
Commissione Ue, al via quattro bandi da 140 milioni per Europa digitale
La Commissione europea ha lanciato quattro nuovi bandi per un valore di 140 milioni di euro nell’ambito del programma Europa digitale per far progredire l’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA), promuovere competenze digitali avanzate, espandere la rete degli European Digital Innovation Hubs (Edihs) e combattere la disinformazione. “Di questi 140 milioni di euro, 55 milioni sono stati messi a disposizione per introdurre l’IA generativa nella pubblica amministrazione e nel settore agroalimentare, nonché per garantire la conformità normativa insieme al sostegno all’Alleanza sulle tecnologie dei processori e dei semiconduttori e agli spazi dati”, afferma l’Esecutivo Ue con una nota.
Per affinare le competenze digitali avanzate nell’Ue, altri 27 milioni di euro – si legge – contribuiranno alla creazione di quattro nuove accademie di competenze digitali in materia di quantistica, IA e mondi virtuali. Inoltre, bandi per un valore di 11 milioni di euro si concentreranno sul completamento e sull’espansione della rete Edihs nei Paesi associati, oltre a sostenere una maggiore attenzione all’IA.
Infine, la Commissione destinerà 47 milioni di euro alla diffusione e all’uso ottimale delle nuove tecnologie digitali, sostenendo anche la rete dei Safer Internet Centres. Nell’ambito di questo bando, 5 milioni di euro saranno destinati alla creazione di una rete europea di verificatori di fatti (fact-checkers). Tutti e quattro i bandi si chiudono il 2 settembre 2025.
Mef: in Gazzetta Ufficiale il comunicato sull’istituzione dei tre tavoli tecnici sulla finanza degli enti territoriali
In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il comunicato del ministero dell’Economia e delle Finanze relativo all’istituzione di “tre tavoli tecnici per questioni concernenti la finanza degli enti territoriali”. Con due decreti del 18 marzo 2025, si legge nel comunicato, “sono stati istituiti due tavoli tecnici al fine di osservare l’andamento delle grandezze finanziarie delle regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e degli enti locali alla luce della nuova governance europea”. Con decreto del 20 marzo 2025 è stato istituito “un tavolo tecnico al fine di adeguare, a decorrere dall’anno 2027, la metodologia di determinazione dell’indicatore di virtuosità di cui all’art. 6, comma 20 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, alla luce della nuova governance europea”
MIT: primo test auto a guida autonoma a traffico aperto sulla Tangenziale di Napoli
L’Osservatorio Smart Road del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme alle Direzioni competenti, in collaborazione con Autostrade per l’Italia e la Polizia Stradale della Campania, ha effettuato il primo test di un’auto a guida autonoma fornita dal Politecnico di Milano sulla Tangenziale di Napoli, in un tratto a “traffico aperto” di 3 km da Vomero a Fuorigrotta. L’Università di Napoli Federico II, Movyon (operatore tecnologico del Gruppo Aspi) e Tangenziale di Napoli, hanno presentato la nuova funzionalità Dynamic Speed Limit nell’ambito dei progetti di sviluppo delle Intelligent Road, progetto del Centro Nazionale Mobilità Sostenibile (MOST). Tale funzionalità permette, grazie al sistema integrato di comunicazione tra veicolo-infrastruttura sviluppato da Movyon e al modello di traffico sviluppato dall’Università di Napoli, che un veicolo a guida autonoma possa adeguare automaticamente la propria velocità in base alle indicazioni ricevute dal centro di controllo del traffico. Questa soluzione è progettata per prevenire la formazione di eventuali code, per migliorare la gestione dei flussi veicolari e aumentare la sicurezza stradale. In altre parole, la tecnologia permette di individuare limiti di velocità funzionali alla riduzione del traffico, attraverso un centro di controllo che raccoglie dati dai sensori di campo. Quindi, attraverso un sistema di antenne, distribuite lungo la rete, l’indicazione viene trasmessa a tutti i veicoli connessi in transito. La dimostrazione si è svolta utilizzando sia un veicolo a guida autonoma del Politecnico di Milano, in grado di adeguare automaticamente la propria velocità in base alle indicazioni, sia alcuni veicoli della flotta di Tangenziale di Napoli Spa, che invece rendono disponibile l’indicazione al guidatore tramite dispositivi specifici. Durante il test, un pilota è rimasto sempre a bordo dell’auto al posto di guida. Questa sperimentazione, tenutasi sulla tratta di competenza di Tangenziale di Napoli Spa e finalizzata all’ottenimento della prima “bollinatura” Smart Road in Italia, in ottemperanza ai requisiti del Decreto Ministeriale 70/2018, rappresenta un importante e ulteriore tassello di trasformazione digitale, promuovendo la cooperazione tra infrastruttura stradale e veicoli per migliorare i servizi offerti agli utenti della strada, nel segno di una mobilità sempre più efficiente e sicura.
Anac, insediato nuovo Consiglio della Camera arbitrale. Atelli presidente
Si è insediato il nuovo Consiglio della Camera arbitrale per i contratti pubblici relativi a lavori, servizi, e forniture, operante presso Anac .Composto dal presidente, Massimiliano Atelli, magistrato, e dai componenti, professori Barbara Boschetti, Stefano Cerrato, Silvia Izzo e Paolo Lazzara (vicepresidente), il Consiglio ha un mandato quinquennale.
Terna: al via l’iter autorizzativo per il riassetto della rete elettrica di Siracusa e Catania
A seguito dell’avvio da parte della Regione Sicilia dell’iter autorizzativo per il riassetto della rete elettrica di Siracusa e Catania, Terna ha pubblicato un avviso in cui sono elencati i terreni potenzialmente interessati dal progetto. L’opera, in cui l’azienda guidata da Giuseppina Di Foggia investirà circa 20 milioni di euro, rientra nell’ambito degli interventi relativi alla realizzazione dell’elettrodotto Paternò-Pantano-Priolo. Prevederà la posa di un cavo interrato da 150 kV, lungo circa 6 km, che collegherà l’attuale sottostazione elettrica di Terna ad Augusta alla Cabina Primaria “Augusta 2”, di proprietà del distributore locale. La nuova infrastruttura potenzierà la resilienza e l’efficienza della rete elettrica locale, migliorando l’affidabilità e la qualità del servizio di trasmissione dell’energia nell’area. Una volta completato, il nuovo collegamento consentirà la demolizione di circa 52 km di linee aeree esistenti e la rimozione di 143 tralicci, interessando il Libero Consorzio Comunale di Siracusa – in particolare i comuni di Melilli, Augusta, Lentini, Carlentini e Priolo Gargallo – e il comune di Catania. Oltre 150 ettari di terreno saranno liberati dalle infrastrutture elettriche esistenti, garantendo significativi benefici ambientali e restituendo ampi spazi ai comuni interessati dal progetto. I cittadini, e in particolare i proprietari dei terreni interessati dalla nuova opera, possono consultare la documentazione urbanistica presso gli uffici della Regione Siciliana e dei Comuni di Augusta e Melilli. Eventuali osservazioni possono essere presentate per iscritto alla Regione e a Terna (per conoscenza) entro 30 giorni dalla pubblicazione dell’avviso.
Energia, Terna: 11 aprile nuovo record produzione da fotovoltaico in Italia
Secondo i dati provvisori di Terna, l’11 aprile è stato raggiunto un nuovo record storico per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico in Italia con 23,29 GW di picco.
Pdl Aree Idonee, la Lombardia approva il Pdl per l’installazione di impianti fotovoltaici
Aumentare la produzione e l’autonomia energetica attraverso l’incremento delle fonti rinnovabili, salvaguardando territorio, agricoltura e contenendo i costi. Questi gli obiettivi del Progetto di Legge (PdL) approvato oggi dalla Giunta regionale lombarda che individua le aree idonee per l’istallazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici e che ora andrà in aula per la definitiva approvazione. Nell’ambito del processo di decarbonizzazione le direttive europee, e quindi la normativa italiana, prevedono un forte incremento della produzione da fonte rinnovabile con obiettivi da raggiungere entro il 2030. Tale incremento in Lombardia sarà difatti raggiunto sviluppando soprattutto gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici. Il PdL sulle ‘Aree idonee’ è stato presentato in conferenza stampa dagli assessori regionali Massimo Sertori (Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica) e Alessandro Beduschi (Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste). La norma italiana, è stato ricordato, prevede delle fasce in cui insistono procedure semplificate per la loro installazione, a queste zone con la norma regionale si applicano il disciplinare italiano con qualche comma definito a livello lombardo. “Regione Lombardia – annuncia l’assessore a Enti locali e Risorse energetiche della Regione Lombardia, Massimo Sertori – ha definito nuovi scenari di sviluppo per le aree idonee destinate all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, con l’obiettivo di raggiungere 12 GW di potenza installata entro il 2030”. L’assessore ha quindi ricordato il passaggio dal prezzo unico nazionale (PUN) al prezzo zonale, avvenuto il 1° gennaio 2025, fatto che ha reso ancora più urgente l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Regione Lombardia, in attuazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), ha mappato il territorio e individuato le zone ove è possibile installare impianti a fonte rinnovabile, contemperando la necessità di raggiungere gli obiettivi di nuova potenza installata minimizzando gli impatti sull’ambiente, sul territorio, sul patrimonio culturale, sul paesaggio e soprattutto sul suolo agricolo, quest’ultimo fortemente impattato dallo scenario che vede il fotovoltaico come la tecnologia più facilmente percorribile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. La mappatura ha permesso di operare una ripartizione provinciale dell’obiettivo regionale prevedendo una distribuzione equilibrata dell’obiettivo di potenza in suddette aree, tenendo conto di fattori di natura economica, sociale e territoriale.
Sicilia, Schifani: “Pronto bando per la progettazione di due termovalorizzatori”
“Ho il piacere e l’orgoglio di annunciare una notizia storica per la Sicilia. Sta per essere pubblicato il bando per la progettazione di due termovalorizzatori, uno a Palermo ed uno a Catania. È un passaggio decisivo, un progetto strategico che ho voluto con determinazione fin dall’inizio del mio mandato e che ora prende finalmente corpo grazie al lavoro di Invitalia, la società incaricata delle procedure di gara della mia qualità di commissario per il ciclo integrato dei rifiuti. Un’opera interamente finanziata dalla Regione attraverso il Fondo per lo sviluppo e l’acquisizione con ben 800 milioni di euro. Una cifra che ci permetterà non solo di affrontare in modo strutturale l’emergenza dei fiuti, ma anche di abbattere sensibilmente i costi di conferimento e di conseguenza ridurre i latari per famiglie ed imprese”. Queste le parole del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante i suoi saluti d’apertura della XVII edizione di Ecomed – Green Expo del Mediterraneo.
“Siamo davanti ad una sfida ambiziosa ma necessaria – ha proseguito Schifani – Questi impianti sono essenziali per superare la dipendenza delle discariche, spingere con forza sulla raccolta differenziata, garantire un ciclo di rifiuti moderno, efficiente, ma anche rispettoso dell’ambiente. Entro la fine del 2026 conto di poter posare la prima pietra, ma già oggi, con questo bando, la Sicilia segna l’inizio di un cambiamento epocale. L’evento fieristico che si apre oggi si inserisce perfettamente in questa visione. È fondamentale che gli impianti esistenti e quelli in via di realizzazione si dotino sin da subito delle tecnologie più avanzate, così da essere pronti a conferire nei termovalorizzatori in modo compatibile ed efficiente. Un sentito ringraziamento agli organizzatori per il grande lavoro e a tutti voi il mio saluto è più cordiale e affettuoso. A presto e buon lavoro di nuovo”.
Ecomed 2025: Isab, Enego e Axpo firmano accordo per hydrogen hub a Priolo
Isab, Enego e Axpo hanno firmato un accordo preliminare per la realizzazione di un progetto di produzione di idrogeno verde all’interno del polo industriale di Priolo. Il progetto Hynego, presentato oggi a Catania in occasione di Ecomed Green Expo del Mediterraneo, prevede la realizzazione di un impianto che fornirà idrogeno verde alla raffineria ISAB e rappresenterà un importante passo avanti nella riconversione della raffineria siciliana, riconosciuta di interesse strategico nazionale.
Partner del progetto sono due investitori internazionali, Enego ed Axpo, attualmente impegnati nello studio di fattibilità. La produzione di idrogeno verde andrebbe in primis a soddisfare il fabbisogno energetico dell’impianto della raffineria ISAB, che sta investendo nella produzione di carburanti più sostenibili, contribuendo così alla strategia industriale. La fase iniziale del Progetto prevede lo sviluppo di una produzione di idrogeno verde con una capacità pari a 100 MW e un investimento di oltre 200 milioni di euro. Il progetto Hynego potrà essere ampliato fino ad una capacità di 300 MW, con l’opportunità di fornire idrogeno anche ad altri siti industriali dell’area, abilitare lo sviluppo della mobilità sostenibile locale e offrire potenzialmente servizi ausiliari all’intero sistema energetico regionale.
Italia-Austria per la filiera del legno: avviata una strategia industriale europea
Sono 11 milioni gli ettari di boschi in Italia, con sistema Paese Italia che dipende ancora per circa l’80% del legname importato dall’estero. Proprio in considerazione di creare sinergie industriali internazionali e in considerazione degli aumenti dei costi energetici e di approvvigionamento, è ormai palese la necessità di adottare un rinnovato approccio strategico per rafforzare una filiera che – nonostante una piccola flessione del 5% nel 2024 – si mantiene un asset strategico dell’economia italiana ed europea.
A tracciare un quadro del settore è la Federazione Filiera Legno, che riunisce le principali aziende del settore dell’edilizia in legno e dell’imballaggio in Italia.
La Federazione Filiera Legno da sempre sottolinea l’urgenza di valorizzare i soprassuoli boschivi italiani attraverso interventi mirati come la sburocratizzazione, la pianificazione, la certificazione forestale, la formazione, nonché di procedere ad implementare gli
investimenti in ricerca e sviluppo per poter diversificare gli approvvigionamenti, anche attraverso la caratterizzazione di nuove specie legnose, cercando così da mitigare la pressione commerciale sui tipi di legno maggiormente impiegati all’interno del tessuto
industriale nazionale. Un primo passo in questa direzione è stato compiuto nel corso dell’HolzBauForum di Lazise (Vr), con un bilaterale dedicato al settore del legno tra Italia-Austria. In questa occasione, una delegazione della Fachverband der Holzindustrie Österreichs, l’Associazione Austriaca dell’Industria del Legno, si è interfacciata con un’analoga delegazione di imprenditori della
Federazione Filiera Legno italiana, che oggi rappresenta oltre 400 imprese con circa 21.770 addetti, generando un fatturato di circa 6 miliardi di euro. L’incontro ha posto le basi per un dialogo strutturato e continuativo tra le industrie del legno dei due Paesi con l’obiettivo di rafforzare la competitività del comparto, condividere dati statistici di mercato, iniziare un processo che porti a una programmazione industriale sinergica, nonché investire in processi di ricerca e sviluppo, partendo da una visione di
mercato di medio termine che tenga di fatto conto anche dei cambiamenti climatici in atto. Entrambi i Paesi riconoscono inoltre l’importanza di garantire materie prime a prezzi accessibili, elemento fondamentale per la competitività dell’industria, e puntano a un posizionamento congiunto che coinvolga i proprietari forestali, le imprese boschive, nonché tutti gli stakeholders interessati alla filiera.
“Nel futuro delle imprese italiane ed europee ci sono grandi potenzialità grazie a un settore che non smette di offrire nuovi sviluppi”, ha dichiarato Angelo Luigi Marchetti, Presidente di Federazione Filiera Legno. “È fondamentale investire nella formazione, per far crescere l’intero settore ed elevarne sempre più il livello qualitativo e valorizzare le nostre maestranze specializzate all’interno di un quadro internazionale. È necessario quindi intraprendere un cammino congiunto a livello Europeo valorizzando il ruolo ambientale, sociale ed economico delle imprese dove il nostro tessuto imprenditoriale è di fatto uno dei primi elementi di tutela del paesaggio forestale”.
Il tasso di occupazione dell’Ue ha raggiunto quasi il 76% nel 2024
Nel 2024, il 75,8% (197,6 milioni di persone) della popolazione Ue di età compresa tra 20 e 64 anni era occupato , la quota più alta registrata dall’inizio della serie temporale nel 2009. Il tasso di occupazione è aumentato di 0,5 punti percentuali (pp) rispetto al 2023 e di 1,2 pp rispetto al 2022.Tra i paesi dell’Ue, i tassi di occupazione più elevati sono stati registrati nei Paesi Bassi (83,5%), a Malta (83,0%) e nella Repubblica Ceca (82,3%). I tassi più bassi sono stati registrati in Italia (67,1%), Grecia (69,3%) e Romania (69,5%).
Nel 2024, il tasso di sovraqualificazione nell’Ue era del 21,3%, con il 20,5% per gli uomini e il 22,0% per le donne. La sovraqualificazione si verifica quando persone con un’istruzione terziaria sono impiegate in professioni che non richiedono un livello di istruzione così elevato. Tra i paesi dell’Ue, il tasso di sovraqualificazione più elevato è stato registrato in Spagna (35,0%), seguita da Grecia (33,0%) e Cipro (28,2%). Nel frattempo, Lussemburgo (4,7%), Croazia (12,6%) e Repubblica Ceca (12,8%) hanno registrato i tassi più bassi. In 21 dei 27 paesi dell’Ue, le donne presentavano tassi di sovraqualificazione più elevati rispetto agli uomini, con le differenze più significative registrate in Italia (7,7 pp), Slovacchia (6,4 pp) e Malta (5,3 pp). Tuttavia, in 6 paesi dell’Ue, gli uomini presentavano tassi di sovraqualificazione più elevati, con le differenze più significative registrate in Lituania (5,2 pp), Lettonia (2,6 pp) ed Estonia (2,5 pp).
La Commissione europea investe 86 milioni di euro per migliorare la resilienza climatica e la sicurezza idrica
La Commissione investe 86 milioni di euro in nuovi progetti strategici integrati incentrati sul miglioramento della qualità e della disponibilità delle risorse idriche, sulla bonifica dei fiumi inquinati, sul potenziamento della protezione contro incendi e inondazioni e sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Questo finanziamento sosterrà i progetti assegnati nell’ambito dei bandi del 2023 per aiutare l’Europa a diventare un continente a impatto climatico zero entro il 2050. I progetti selezionati sono localizzati in Danimarca , Estonia , Polonia , Slovenia e Islanda e aiuteranno le autorità nazionali, regionali e locali ad attuare la legislazione nazionale ed europea in materia di ambiente e clima. Si prevede che mobiliteranno significativi investimenti aggiuntivi da altre fonti di finanziamento dell’Ue, tra cui fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre a fondi nazionali e investimenti del settore privato.
La Commissione ha inoltre adottato oggi il programma di lavoro per l’attuazione del programma Life nel periodo 2025-2027 . Il programma definisce strategie, azioni e opportunità di finanziamento chiave con l’obiettivo di guidare la transizione dell’Europa verso un’economia pulita, circolare, competitiva e resiliente ai cambiamenti climatici. Il programma di lavoro prevede un bilancio complessivo di 2,3 miliardi di euro per progetti che affrontano i temi dell’economia circolare, dell’inquinamento zero, della natura e della biodiversità, della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici e dell’energia pulita.
Terna: al via l’iter autorizzativo per il riassetto della rete elettrica di Siracusa e Catania
A seguito dell’avvio da parte della Regione Sicilia dell’iter autorizzativo per il riassetto della rete elettrica di Siracusa e Catania, Terna ha pubblicato un avviso in cui sono elencati i terreni potenzialmente interessati dal progetto. L’opera, in cui l’azienda guidata da Giuseppina Di Foggia investirà circa 20 milioni di euro, rientra nell’ambito degli interventi relativi alla realizzazione dell’elettrodotto Paternò-Pantano-Priolo. Prevederà la posa di un cavo interrato da 150 kV, lungo circa 6 km, che collegherà l’attuale sottostazione elettrica di Terna ad Augusta alla Cabina Primaria “Augusta 2”, di proprietà del distributore locale. La nuova infrastruttura potenzierà la resilienza e l’efficienza della rete elettrica locale, migliorando l’affidabilità e la qualità del servizio di trasmissione dell’energia nell’area. Una volta completato, il nuovo collegamento consentirà la demolizione di circa 52 km di linee aeree esistenti e la rimozione di 143 tralicci, interessando il Libero Consorzio Comunale di Siracusa – in particolare i comuni di Melilli, Augusta, Lentini, Carlentini e Priolo Gargallo – e il comune di Catania. Oltre 150 ettari di terreno saranno liberati dalle infrastrutture elettriche esistenti, garantendo significativi benefici ambientali e restituendo ampi spazi ai comuni interessati dal progetto. I cittadini, e in particolare i proprietari dei terreni interessati dalla nuova opera, possono consultare la documentazione urbanistica presso gli uffici della Regione Siciliana e dei Comuni di Augusta e Melilli. Eventuali osservazioni possono essere presentate per iscritto alla Regione e a Terna (per conoscenza) entro 30 giorni dalla pubblicazione dell’avviso.
Sistemi di teleriscaldamento, Gse: la documentazione per i progetti Pnrr
È online la procedura per l’invio della documentazione relativa ai progetti ammessi alla misura PNRR – Sviluppo sistemi di teleriscaldamento, prevista dalle Linee guida per il monitoraggio e la rendicontazione. I Soggetti beneficiari possono accedere al portale “Pnrr – Sistemi di Teleriscaldamento”, disponibile nell’apposita sezione dell’Area Clienti, e inviare:
– le relazioni trimestrali sullo stato di attuazione del progetto;
– la richiesta preliminare per le variazioni progettuali e/o di assetto societario;
– la richiesta di erogazione dell’agevolazione, sia per il rendiconto intermedio (SAL 50%) sia per il rendiconto finale (saldo).
Per ulteriori informazioni è possibile consultare le faq e il “Manuale Utente ” o inviare una segnalazione tramite il Portale di Supporto.
Olt: al via le aste per l’allocazione della capacità pluriennale
Olt Offshore Lng Toscana comunica che, nell’area commerciale del proprio sito internet, sono disponibili i prodotti per la Capacità Continuativa per il conferimento pluriennale, dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2043/2044. Le aste per l’assegnazione della capacità saranno programmate a partire dal 21 maggio 2025. La capacità di rigassificazione sarà offerta in slot da 165.000 metri cubi liquidi, articolata come segue:
un primo prodotto di lungo periodo dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2041/2042;
un secondo prodotto di più breve periodo dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2036/2037;
un terzo prodotto dall’Anno Termico 2027/2028 all’Anno Termico 2030/2031.
Per tutti i prodotti, in caso di capacità ancora disponibile, sarà possibile richiedere di estendere l’assegnazione agli Anni Termici successivi, allo stesso prezzo di aggiudicazione e per lo stesso numero di slot aggiudicati nel prodotto. Le offerte potranno essere presentate tramite la Piattaforma di Assegnazione della capacità di Rigassificazione (PAR) del GME a partire dal 21 maggio 2025.
Riduzione delle emissioni di C02 nel trasporto su gomma: uno studio di Syngenta evidenzia una diminuzione fino al 50%
Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano per conto di Syngenta, una delle aziende leader nell’agribusiness a livello globale, ha identificato soluzioni concrete e misurabili per ridurre l’impatto ambientale nel settore del trasporto su gomma. Il progetto ha rivelato che ottimizzando la saturazione dei veicoli nelle operazioni logistiche aziendali, è possibile dimezzare le emissioni di CO₂, un risultato che promette di trasformare radicalmente la sostenibilità del settore dei trasporti. L’approccio sviluppato dalla ricerca condotta, ha messo a punto una metodologia per la valutazione e la riduzione delle emissioni di CO₂e (CO₂ equivalente) nel trasporto su strada, un settore chiave per la sostenibilità. Il modello è stato applicato al caso di Syngenta Italia, focalizzandosi su due ambiti principali: l’ottimizzazione del carico dei veicoli e l’aumento dell’utilizzo del trasporto intermodale. I risultati emersi hanno confermato l’efficacia delle soluzioni proposte. L’ottimizzazione del carico dei veicoli ha ridotto le emissioni fino al 50%, mentre l’incremento dell’utilizzo del trasporto intermodale ha abbattuto ulteriormente le emissioni di CO₂ del 22%. Questi risultati dimostrano come sia possibile applicare soluzioni scalabili che abbiano un impatto significativo sia sull’ambiente che sul business. Syngenta ha giocato un ruolo attivo nell’applicazione delle soluzioni, contribuendo alla sperimentazione diretta nel proprio processo logistico. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, è stato possibile testare in un contesto reale le soluzioni proposte, validandole e fornendo così indicazioni pratiche per ridurre l’impatto ambientale delle attività logistiche.
“Con questo progetto abbiamo voluto dimostrare che è possibile misurare e migliorare concretamente l’impatto ambientale delle attività logistiche, partendo da un approccio scientifico e operativo allo stesso tempo, in linea con i principali standard e linee guida europee. Il valore di questa ricerca sta nella possibilità di estendere il modello a molte altre realtà industriali: non si tratta solo di un caso di successo, ma di un metodo replicabile che può guidare le imprese nella transizione verso pratiche più sostenibili.”, ha dichiarato Claudia Colicchia, Professore Associato di Logistica e Supply Chain Management del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e Responsabile del progetto insieme a Sara Perotti, Professore Associato di Logistica e Green Logistics del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. “In Syngenta, la sostenibilità rappresenta il cuore della nostra visione aziendale. Il nostro impegno per ridurre le emissioni, infatti, non è semplice dichiarazione d’intenti, ma una parte integrante di chi siamo e di come operiamo ogni giorno, ha dichiarato Stefano Maksimovic, CP Supply Chain Head Syngenta Italia e MEDA – Per questo motivo siamo particolarmente orgogliosi di questa collaborazione e di aver contribuito a sviluppare un sistema che offre soluzioni concrete per ridurre l’impatto ambientale nel nostro settore. L’obiettivo di questo studio, infatti, non è solo migliorare le nostre operazioni logistiche, ma anche offrire uno strumento utile a tutte le aziende che desiderano adottare soluzioni sostenibili”. I risultati ottenuti dimostrano come l’ottimizzazione delle operazioni logistiche non solo riduca l’impatto ambientale, ma comporti anche vantaggi concreti per le aziende in termini di efficienza economica. Il modello sviluppato rappresenta infatti un esempio tangibile di come la sostenibilità possa essere integrata in modo efficace e scalabile nei processi aziendali, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sull’ambiente e sul business.
Real Estate, Teha: una casa smart vale l’80% in più di una da ristrutturare
Il Real Estate si sta configurando come un settore all’avanguardia nella promozione di edifici più intelligenti e sostenibili, dimostrando un forte impegno verso un futuro in cui l’efficienza e la sostenibilità sono al centro delle strategie di crescita e sviluppo. La qualità energetica degli edifici ha infatti un impatto diretto sul valore degli immobili, ma anche sulla vita quotidiana delle famiglie.
In Italia, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli edifici in classe A (da 8% a 15%), il 75% del parco immobiliare italiano rimane nelle tre peggiori classi energetiche. Questo non solo contribuisce alla povertà energetica, ma ha un impatto anche sul valore economico degli immobili. Negli ultimi 10 anni, infatti, il mercato immobiliare italiano ha mostrato sempre più interesse verso gli edifici ad alta efficienza energetica (classi A e B): dal 2014 al 2023, le transazioni immobiliari per edifici ristrutturati di classe energetica superiore sono passate dal 7% al 38%, mentre le compravendite di edifici nuovi sono passate dal 49% al 70% nello stesso periodo.
Di conseguenza, a crescere è anche il valore di mercato degli edifici ristrutturati, che è pari a 2.316 euro/m2 nel 2023, ovvero il 43% in più rispetto a quello degli edifici abitabili (1.615 euro/m2) e dell’80% rispetto a quelli da ristrutturare (1.290 euro/m2). Una tendenza che da una parte sottolinea come gli investimenti in ristrutturazioni e costruzioni che rispettano elevati standard energetici siano sempre più considerati di valore strategico, dall’altra evidenzia una maggiore consapevolezza per le proprietà in grado di garantire un minor impatto ambientale oltre che vantaggi economici in termini di risparmi energetici.
È quanto emerge da un’analisi condotta dalla Community Smart Building di TEHA Group. Con l’efficientamento smart, risparmi fino a 19 miliardi di euro l’anno per l’Italia – In Italia, il 67% dell’energia consumata dagli edifici viene utilizzata per il riscaldamento degli ambienti, superando la media UE (65,1%). Eppure, quasi una famiglia italiana su 10 (8,8%) non riesce a mantenere adeguatamente calda la propria casa, posizionando il Paese al nono posto nella lista dei paesi UE più colpiti da povertà energetica, ovvero la mancanza di accesso ai servizi energetici essenziali che garantiscono livelli di vita e di salute dignitosi. Un tema che riguarda oltre 41 milioni di cittadini europei, di cui 5,3 milioni italiani, e che si lega alla combinazione di basso reddito, elevati costi energetici e scarsa efficienza energetica degli edifici.
L’efficientamento smart degli edifici può trasformare questo scenario, riducendo i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%. Questo si traduce anche in benefici economici: secondo l’analisi della Community Smart Building di TEHA, si stima infatti un risparmio netto complessivo tra i 17 e i 19 miliardi di euro all’anno, portando benefici diretti sul budget delle famiglie. Per questo è urgente che istituzioni, imprese e cittadini collaborino per promuovere e implementare soluzioni che non solo aumentino l’efficienza energetica, ma che allo stesso tempo stimolino l’economia e migliorino il benessere delle famiglie.
La prospettiva del settore Real Estate sugli Smart Building – In questo contesto di crescente interesse verso gli edifici smart e sostenibili, la Community Smart Building di TEHA ha avviato un dialogo approfondito con i protagonisti del settore Real Estate e della filiera degli smart building.
Uscito il primo numero della newsletter “Quale Europa. Cronache per capire, discutere, scegliere”
E’ uscito il primo numero della newsletter trimestrale “Quale Europa. Cronache per capire, discutere, scegliere”. Dalle minacce alla politica di coesione alle opportunità del fondo sociale per il clima, dalle semplificazioni negative sulla due diligence delle imprese alle prospettive della nuova strategia per l’equità di genere: questi alcuni dei principali temi trattati. E ancora digitale, ricerca, welfare, relazioni internazionali, macroeconomia.
Maria Cristina Carlini