La giornata

Meloni tiene per sé le deleghe per il Sud e avvia dossier sui nodi aperti

  • Al via il il Progetto MedOr: da Fondazione Leonardo a Fondazione per l’Italia, coinvolte le più grandi partecipate dello Stato
  • Aspi: Amplia Infrastructures  tocca il  traguardo dei duemila dipendenti
  • A Benevento parte il Piano Città degli Immobili pubblici
  • Herambiente gestirà il termovalorizzatore di Montale  (Pistoia)

 

04 Dic 2024

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Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sentito il Consiglio dei ministri, ha affidato oggi al Ministro Tommaso Foti le deleghe relative agli affari europei, alla coesione territoriale e all’attuazione del PNRR. Il Presidente Meloni ha mantenuto in capo a sé il coordinamento delle politiche per il Sud e ha avviato, da subito, una ricognizione all’interno del Governo in merito a quanto già realizzato per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno, ai programmi in atto e alle proposte ancora da implementare, in particolare su incentivi, infrastrutture e investimenti. Come lo stesso Presidente ha ricordato recentemente, nel 2023 il Sud è stato la locomotiva d’Italia, con PIL e occupazione in crescita sopra la media nazionale e un forte impulso alle esportazioni. È intenzione del Presidente del Consiglio procedere su questo percorso con ancora maggiore determinazione.

Al via il il Progetto MedOr: da Fondazione Leonardo a Fondazione per l’Italia, coinvolte le più grandi partecipate dello Stato

Al via il nuovo Progetto MedOr , che vede la trasformazione della Fondazione Leonardo a ’Fondazione per l’Italia’. Ieri si è svolta a Palazzo Chigi la riunione di insediamento del Comitato Strategico del nuovo Progetto del Governo Meloni, il cui obiettivo è quello di “fare squadra nell’interesse della Nazione”. La Fondazione MedOr ha rafforzato la propria missione attraverso il coinvolgimento diretto delle più importanti aziende partecipate dallo Stato italiano (Cdp, Enel, Eni, Fs, Fincantieri, Poste Italiane, Snam, e Terna) al fine di svolgere un ruolo sempre più proattivo a sostegno del soft power dell’Italia.

Il Comitato strategico che si è insediato ieri– in occasione di una riunione presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e alla quale hanno preso parte i Vertici delle Società, il Presidente della Fondazione Marco Minniti, nonché i rappresentanti dei Ministeri del CISR – rappresenta un unicum nel panorama istituzionale italiano. Uno spazio in cui poter effettuare, in modo strutturato e sicuro, uno scambio di informazioni, valutazioni ed esperienze tramite alcuni dei principali protagonisti della dimensione geo-economica della Nazione, che costituisce il prerequisito essenziale per elaborare una visione strategica che sia davvero condivisa. Il Comitato giocherà un ruolo prezioso anche a supporto del Piano Mattei. La stessa Fondazione MedOr era già stata inserita nella Cabina di Regia del Piano proprio per contribuire con le sue analisi al processo decisionale del nuovo approccio dell’Italia verso il continente africano. Nel dettaglio, fra le altre finalità, la Fondazione si pone come obiettivo quello di unire le competenze e le capacità dell’industria con il mondo accademico e innescare sinergie pubblico-private per promuovere e sostenere – d’intesa con la Farnesina- la realizzazione di partenariati geo-economici e socio-culturali con gli Stati del Mediterraneo allargato, dell’Africa Sub-sahariana, del Medio ed Estremo Oriente, del Sud America; promuovere iniziative e progetti in settori ad elevata capacità di interconnessione geografica e operativa, con particolare riferimento alla logistica, anche integrata, ai servizi di trasporto, ad ogni altra attività di valorizzazione di reti fisiche, tecnologiche e digitali; essere punto di raccordo e sintesi per lo sviluppo di programmi strutturali nei settori dell’istruzione e della formazione, della sicurezza, dell’energia e delle infrastrutture, della salute e dell’agricoltura; favorire e rilanciare il dialogo costruttivo tra nazioni, culture e sistemi economici con l’obiettivo di permettere all’Italia di esprimere il meglio delle proprie competenze.

Aspi: Amplia Infrastructures  tocca il traguardo dei duemila dipendenti

Con l’ingresso di circa mille nuove risorse, in larga parte giovani,Amplia Infrastructures, società del gruppo Autostrade per l’Italia, tocca il traguardo dei duemila dipendenti, affermandosi sempre più sul mercato italiano come operatore integrato di soluzioni e competenze nel settore delle costruzioni.  Impegnata nella costruzione, manutenzione, ripristino e ammodernamento di strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie e aree di servizio, Amplia è oggi prima nel settore per numero di dipendenti diretti a tempo indeterminato in Italia. Inoltre, l’andamento dei ricavi registra un aumento, con un fatturato pari a 800 milioni di euro nel 2023.
 Negli ultimi tre anni il Gruppo Autostrade per l’Italia ha completato opere previste nell’ambito del suo  Piano di ammodernamento e potenziamento della rete,come la galleria Santa Lucia tra Barberino e Calenzano, la IV corsia dinamica della A4 Milano-Brescia e la V corsia della A8 Milano-Laghi, primo tratto autostradale in Italia a 5 corsie. Attualmente, sono in corso interventi come la riqualificazione del tracciato tra Calenzano e Barberino e lo scavo della galleria San Donato, propedeutico al completamento della terza corsia tra Firenze Sud e Incisa in A1. Anche per questa ragione, una significativa quota delle assunzioni di Amplia Infrastructures ha riguardato le sedi di Firenze e Barberino, oltre al potenziamento delle competenze nell’ambito genovese e in tutti i territori in cui proseguono gli investimenti per la rigenerazione delle infrastrutture gestite, come lungo la dorsale adriatica, in A14.
Amplia si avvale di  tecnologie avanzate e pratiche di costruzione orientate alla sostenibilità e
all’adozione di best practice in materia di economia circolare. Tra le strumentazioni maggiormente all’avanguardia, rientra ad esempio l’utilizzo della Tunnel Boring Machine (TBM) più grande d’Europa – 16 metri di diametro – per lo scavo della galleria S. Lucia (7,5 km), che ha permesso di ridurre i rischi per la sicurezza del personale e di minimizzare gli impatti sul territorio, con una gestione sostenibile dei materiali di scavo. Inoltre, sul versante delle competenze specialistiche di impiantistica elettromeccanica, la controllata C.I.EL. è player di primo piano sul panorama nazionale. “La connessione e la cooperazione tra le diverse società appartenenti al nostro gruppo – dichiara l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi – sono la colonna portante della strategia aziendale, che punta a rendere sempre più efficiente e moderna la rete autostradale. Amplia garantisce un’esecuzione efficace e fluida degli interventi, oltre che elevati standard in termini di specializzazione, mezzi, tecnologie e capillarità sul territorio. Amplia è motore per affrontare, grazie al know how delle sue professionalità, le prossime grandi sfide realizzative infrastrutturali, con volumi di investimenti significativi da qui ai prossimi anni. Per il presidente di Amplia Infrastructures e vicedirettore  generale corporate del Gruppo Autostrade, Amedeo Gagliardi, “la forza della società è data dalle sue persone, dalla sua competenza nel lavori autostradali e nella capacità di adeguare le sue prestazioni alle esigenze del gruppo. E cioè di tutti i clienti che percorrono giornalmente le nostre autostrade”.

 A Benevento parte il Piano Città degli Immobili pubblici

 È stato firmato ieri  dal Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, e dal Sindaco, Mario Clemente Mastella, il Piano Città degli immobili pubblici di Benevento,  uno strumento di pianificazione integrata studiato per offrire ai cittadini servizi più efficienti e immobili pubblici moderni e accessibili in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale e culturale. L’intesa punta a valorizzare gli elementi storico-culturali, ambientali ed economici del territorio e a individuare soluzioni condivise per un utilizzo ottimale degli immobili di proprietà pubblica, anche attraverso forme di partenariato con i privati, all’interno di un più ampio progetto di rigenerazione urbana del Comune in Benevento. In particolare, il Piano mira a dare nuove funzioni al patrimonio storico-artistico esistente; rafforzare la sicurezza urbana grazie al miglioramento dell’illuminazione pubblica; promuovere iniziative di inclusione sociale e socioassistenziali; favorire la sostenibilità ambientale attraverso la tutela e l’incremento del verde urbano e il rifacimento delle piazze e dei giardini pubblici; ottimizzare l’efficientamento energetico degli immobili pubblici; sviluppare il turismo con percorsi tematici culturali, servizi di accoglienza e nuove tecnologie digitali; incrementare l’offerta universitaria con la creazione di un campus per i giovani e gli studenti nel centro storico della città.

Snam e Vtti completano l’acquisizione delle quote del Terminal Lng Adriatico

VTTI e Snam, aziende leader nel settore delle infrastrutture energetiche, hanno completato l’acquisizione delle quote di Terminale LNG Adriatico S.r.l. (Adriatic LNG), la società proprietaria del terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) più grande d’Italia situato nelle acque al largo di Porto Tolle (Rovigo). L’operazione segue gli annunci del 3 aprile 2024 di VTTI e Snam in seguito alla firma da parte di VTTI dell’accordo per acquisire una quota di maggioranza nella società. In tale contesto, Snam ha esercitato un diritto di prelazione per aumentare la sua partecipazione in Adriatic LNG dal 7,3% al 30%. In seguito all’ottenimento delle necessarie approvazioni regolatorie, le due aziende detengono ora rispettivamente il 70% e il 30% di Adriatic LNG. Con la nuova struttura societaria, Alexandra Thomas e Alessandro Conta sono stati nominati rispettivamente Chief Executive Officer (CEO) e Chief Operations Officer (COO) di Adriatic LNG.

Alexandra Thomas proviene da Neptune Energy, dove ricopriva il ruolo di Managing Director per l’Egitto. In precedenza, ha assunto incarichi di crescente responsabilità in Statoil, Shell, Vattenfall e Tullow Oil, gestendo attività in diversi Paesi europei e africani. Alessandro Conta arriva in Adriatic LNG da Snam Rete Gas, dove ha maturato una grande esperienza nella gestione di impianti e sistemi complessi nel settore Oil & Gas.

 

Merita e Matching Energies il Sud può diventare un Hub della mobilità sostenibile

“Da un’evidente crisi europea, il Sud d’Italia può cogliere un’opportunità di sviluppo e diventare hub della mobilità sostenibile. Ha tutte le carte in regola per esserlo”. Lo ha detto
ieri – nel suo intervento di apertura al convegno “Mezzogiorno in movimento” organizzato dalla Fondazione Merita-Meridione Italia e dalla Fondazione Matching Energies presieduta di Marco Zigon- il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. I lavori sono stati ospitati nella sede di Unioncamere, il cui direttore generale Giuseppe Tripoli ha rivolto i saluti iniziali ai presenti riuniti nella sala Danilo Donghi. L’esponente del Governo ha citato, come esempi di punte di diamante del posizionamento del Sud, la produzione di batterie di nuova generazione a Caserta e T ermoli e di biocarburanti nelle bioraffinerie Eni di Gela e Priolo.
“Nel campo della transizione energetica e della decarbonizzazione – ha sottolineato ancora Urso – il Meridione svolge, e può svolgere ancora di più, un ruolo molto significativo”.
Il dibattito, con la presenza delle maggiori aziende interessate al tema e di esperti, ha preso le mosse – come si spiega nel position paper curato dal prof. Giuseppe Coco e dal presidjete onorario di Merita Claudio De Vincenti- dalla constatazione di un dato di fatto: il Sud è coinvolto in maniera rilevante nella strategia per la mobilità sostenibile perché gran parte degli investimenti del Pnrr in ferrovie ad emissioni zero sono effettuati qui; perché qui c’è la parte più consistente delle installazioni di rinnovabili; perché la filiera dell’automotive e del suo indotto, soprattutto quello del settore elettronico, è massicciamente presente proprio qui.
In Italia, ma come del resto in tutta Europa, il traffico su gomma – è stato osservato nel corso del confronto – è responsabile di un elevato livello di emissioni. E il settore dell’automotive vive una crisi drammatica: Volkswagen, Opel, Audi, Nissan e soprattutto, per quanto riguarda il nostro Paese, Stellantis: “Il nostro obiettivo – ha affermato a questo proposito  Urso – è che il tavolo previsto si concluda in modo positivo, confermando la centralità dell’Italia. Il Governo c’è, perfettamente consapevole delle difficoltà di tutta Europa, determinato a perseguire l’obiettivo di incontrarci sulla strada giusta”.

Alla discussione, coordinata dal Direttore editoriale di Economy Alfonso Ruffo, hanno preso parte: Marco Petracchini Presidente di Enilive Gruppo Eni, Simone Tripepi Head of Charging Point Italy Enel, Alessio Torelli Presidente Greenture Gruppo Snam, Alessandro Zoratti Direttore Strategie e Sostenibilità Trenitalia Gruppo FS, Simona Camerano Responsabile Scenari Economici Cassa Depositi e Prestiti, Paolo Cerioli Direttore Innovazione Fincantieri, Veronica Pamio Direttore Relazioni Esterne, Sostenibilità e Destination Management Aeroporti di Roma, Fabrizia Vigo Responsabile Area Relazioni Istituzionali ANFIA

Il Gruppo Hera gestirà con Herambiente il termovalorizzatore di Montale  (Pistoia)

Sarà il Gruppo Hera con la controllata Herambiente, primo operatore nazionale nel settore ambiente, ad assicurare la conduzione del termovalorizzatore di Montale (PT), di proprietà del CIS spa (Consorzio Intercomunale fra i comuni di Agliata, Montale e Quarrata) dal prossimo 1° gennaio 2025. La controllata del Gruppo si è infatti aggiudicata la gara per la gestione dell’impianto bandita da Confservizi Cispel Toscana. Il contratto stipulato oggi con il CIS prevede, in base alla procedura di gara, una durata di 3 anni rinnovabili per ulteriori 12 mesi, oltre a un’eventuale proroga tecnica di 6 mesi. “Siamo davvero lieti di poter mettere a nuovamente disposizione delle comunità toscane la nostra expertise in campo ambientale”, spiega Andrea Ramonda, amministratore delegato Herambiente. “Data l’importanza dell’impianto per il territorio, tutte le nostre strutture sono già attive per garantire un subentro nella gestione senza soluzione di continuità, integrando da subito il termovalorizzatore di Montale nelle policy di qualità e sicurezza Herambiente”.

L’impianto, della capacità di 50 mila tonnellate annue di rifiuti urbani e speciali, potrà così beneficiare del know-how di Herambiente, consolidato grazie alla gestione di un centinaio di impianti di trattamento e recupero rifiuti in tutto il Paese, fra cui 9 termovalorizzatori, ubicati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Molise. Oltre alla conduzione del termovalorizzatore in piena continuità con le autorizzazioni vigenti e all’assunzione di tutti i 28 dipendenti impegnati nella conduzione dell’impianto, l’offerta di Herambiente prevede la realizzazione di interventi migliorativi per oltre 3,7 milioni di euro che incideranno positivamente su operatività e prestazioni ambientali dell’impianto. Fra questi, ad esempio, sono previsti lavori sulla turbina a vapore (da cui si produce energia elettrica per c.a. 26.000 MWh/anno) sulla caldaia (che genera il vapore che alimenta la turbina) e sui filtri a maniche, una delle più importanti dotazioni di abbattimento fumi.

Le richieste di AIN e delle industrie energivore al Governo: una roadmap per il rilancio del nucleare

Le industrie di settore e quelle ad alta intensità energetica nonché l’Associazione Italiana Nucleare (AIN) hanno presentato al Governo una serie di richieste concrete per rilanciare il settore nucleare e garantire al Paese una transizione energetica stabile e sostenibile. Tra le priorità, la creazione di unacabina di regia per il potenziamento delle infrastrutture di base e una Autorità di Sicurezza Nucleare indipendente e con risorse adeguate, essenziale per fornire un quadro normativo moderno e garantire procedure di regolamentazione e autorizzazione rapide e certe per i nuovi impianti nucleari. È emerso inoltre la necessità di costituire un soggetto industriale che selezioni e sviluppi in Italia le tecnologie avanzate più promettenti per il nostro Paese come gli Small Modular Reactors(SMR), che potrebbero essere operativi in Europa già entro il 2030, rappresentando una soluzione innovativa e modulare per il futuro dell’energia. Un altro punto cruciale è l’investimento nella formazione, valorizzando il potenziale italiano che già forma il 10% degli ingegneri nucleari europei. Ogni gigawatt di nucleare installato, secondo i dati, potrebbe generare 10.000 posti di lavoro altamente qualificati e un impatto economico di 4,3 miliardi di euro di PIL, sottolineando il contributo strategico di questo settore alla crescita del Paese. Infine, è indispensabile puntare su una comunicazione trasparente con i cittadini, per superare pregiudizi e diffidenze legate al nucleare. Questo obiettivo richiede un’informazione chiara e un coinvolgimento diretto delle comunità, affinché il nucleare venga percepito come una soluzione concreta alle sfide energetiche e ambientali.

I dati trasmessi dall’AIN, sottolinea l’associazione, mostrano chiaramente come il nucleare rappresenta una delle soluzioni più efficienti e sostenibili per il futuro del Paese. Una pastiglia di combustibile nucleare di soli 5 grammi è in grado di produrre la stessa quantità di energia di 360 m3 di gas o 400 kg di carbone o 350 kg di petrolio, dimostrando un’efficienza energetica senza eguali. Dal punto di vista ambientale, il nucleare occupa uno spazio 100 volte inferiore rispetto al solare e all’eolico per produrre la stessa quantità di energia, offrendo così un’alternativa più compatta e meno invasiva per il territorio, fondamentale in un Paese densamente popolato come l’Italia.

A livello occupazionale, il nucleare rappresenta una leva strategica per lo sviluppo. Nell’UE, il piano per raggiungere 150 GW di capacità nucleare entro il 2050 creerà oltre un milione di posti di lavoro stabili, contribuendo in modo significativo alla crescita economica e alla sostenibilità sociale del continente. Oggi nel mondo sono in esercizio 415 reattori nucleari di potenza distribuiti in 31 Paesi. Nell’Unione Europea a 27, sono attivi 100 reattori nucleari in 14 Paesi membri, che assicurano circa il 50% dell’energia elettrica decarbonizzata. Tra questi Paesi, però, non figura l’Italia, che al momento resta esclusa dai benefici diretti di questa tecnologia. Nonostante ciò, l’Italia partecipa alla European Nuclear Alliance, nata nel 2023 e composta da 16 Paesi, con lo status di osservatore. L’Italia partecipa anche con circa 50 organizzazioni alla SMR Industrial Alliance lanciata quest’anno dalla Commissione Europea. Questo posizionamento sottolinea la necessità di un impegno più deciso per tornare ad essere protagonisti nel settore, abbandonando l’attuale marginalità e sfruttando appieno le opportunità offerte dalla tecnologia nucleare avanzata. Questi numeri dimostrano che il nucleare non è solo una soluzione tecnologica, ma una scelta strategica indispensabile per il futuro dell’Italia. Garantire sicurezza energetica, abbattere i costi, creare occupazione qualificata e assicurare la decarbonizzazione dell’intero sistema energetico non sono più obiettivi rimandabili. Serve agire ora, con decisione e visione, per assicurare al Paese un ruolo da protagonista nella transizione energetica globale”, ha dichiarato Stefano Monti, Presidente dell’AIN.

Nella Legge di Stabilità è previsto un collegato del ministero dell’Ambiente che definisce il contesto legislativo e finanziario su cui si potrà sviluppare in Italia un’industria degli impianti nucleari di 3° Generazione avanzata e poi di 4° Generazione, con la prospettiva da tutti condivisa della fusione nucleare. Stiamo preparando il contesto affinché già alla fine di quest’anno l’Italia si possa avviare in modo consapevole e responsabile sulla via del nucleare di nuova generazione”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Per  Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “se la politica, l’imprenditorialità, la ricerca si confrontano per lavorare in uno scenario di impegno comune, questo significa che il nostro Paese è maturo anche culturalmente per tornare a parlare di produzione di energia nucleare. Stiamo lavorando a una proposta in legge delega per definire un percorso normativo e un nuovo schema di governance del sistema. Le scelte di inserire anche il nucleare nel mix energetico da qui al 2050 è una scelta per l’ambiente, per l’economia, per le tasche dei cittadini e delle imprese che pagano le energie molto più che altrove”. 

Studio T&E: l’87% delle compagnie aeree non ha un piano per la transizione verde e per l’adozione di Saf

L’87% delle compagnie aeree non sta affrontando con la debita determinazione la transizione verso i carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF, Sustainable Aviation Fuels), come mostra una nuova classifica pubblicata da Transport & Enviroment, principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti. La classifica assegna punti alle compagnie aeree analizzando 13 parametri: obiettivi di adozione di SAF e tipologia e  volumi dei carburanti; riduzione delle emissioni conseguite;  obiettivi specifici per l’uso di cherosene sintetico o l’esistenza di accordi di off-take [1] per il cherosene sintetico. Appena 10 delle 77 compagnie aeree valutate stanno facendo sforzi concreti per sostituire il cherosene fossile [2]; mentre le restanti 67 compagnie aeree prevedono di adottare il tipo sbagliato di SAF, oppure di acquistarne quantità insufficienti – o addirittura nulle – nei loro piani di decarbonizzazione.

Circa la metà delle compagnie – inclusa ITA – ottiene zero punti in classifica, sollevando seri dubbi sulle capacità di queste aziende di ridurre l’impatto climatico del settore aereo, il più intensivo dal punto di vista di carbonio tra tutte le modalità di trasporto. Sul podio della classifica, invece, ci sono Air France-KLM, United Airlines e Norwegian, che ottengono punteggi elevati per il loro impegno verso l’uso di e-cherosene o di biocarburanti avanzati e da rifiuti. Non tutti i SAF sono ugualmente sostenibili. Il cherosene sintetico  o e-cherosene  – un carburante che si ottiene combinando carbonio e idrogeno elettrolitico prodotto da elettricità rinnovabile – è il Saf più sostenibile e scalabile. Al contrario, i SAF derivati da biomassa, ossia i biocarburanti, variano notevolmente in termini di sostenibilità e scalabilità. Ad esempio, i SAF prodotti da colture dedicate (come palma, soia o mais) non sono sostenibili in virtù dell’uso inefficiente di suolo, della competizione con la filiera alimentare e delle emissioni indirette che causano. I biocarburanti da rifiuti o residui sono migliori, ma scontano problemi di disponibilità di sufficienti materie prime e possibili frodi di etichettatura lungo la catena del valore. Attualmente, la maggior parte delle compagnie aeree in classifica intende adottare il tipo sbagliato di SAF. Infatti, il cherosene sintetico rappresenta meno del 10% degli accordi delle compagnie aeree sui SAF, mentre i biocarburanti insostenibili derivati da colture come mais e soia costituiscono oltre il 30%. Le compagnie aeree devono fare di più, ad esempio spingendo i produttori di carburante a portare sul mercato carburanti prodotti da materie prime più sostenibili, afferma T&E.

Intanto, ieri Enilive, società dedicata ai prodotti e ai servizi per la mobilità, ha annunciato un nuovo accordo con easyJet, la compagnia aerea leader in Europa, per rifornire alcuni voli in partenza dall’aeroporto di Milano Malpensa con carburante sostenibile per l’aviazione (Sustainable Aviation Fuel – SAF). L’acquisto da parte di easyJet di SAF in purezza miscelato al 20% con il jet convenzionale permette alla compagnia aerea di soddisfare il proprio fabbisogno per i voli sulle due nuove rotte verso la Norvegia (Malpensa-Oslo e Malpensa-Tromsø) durante la stagione invernale. Inoltre, la compagnia beneficerà del SAF Support Program 2024 di SEA, che ha previsto un contributo di 800€/ton ai Vettori che nel corso dell’anno utilizzano questo carburante sugli scali milanesi, per un valore complessivo di 500.000 euro.  Enilive ed easyJet hanno inoltre firmato una Lettera di Intenti per una potenziale fornitura aggiuntiva di circa 30.000 tonnellate di SAF Enilive in purezza in altri aeroporti italiani in cui la compagnia opera.

Beccali (cfo Terna): “nel piano 2024-2028 investimenti record da 16,5 miliardi, 2 miliardi su digitale e innovazione”

“Il Piano Industriale 2024-2028 di Terna prevede gli investimenti più alti di sempre nella storia del Gruppo: 16,5 miliardi di euro in cinque anni. Di questi, 2 miliardi sono destinati alla digitalizzazione e all’innovazione, fattori chiave per raggiungere una transizione energetica giusta e accessibile a tutti”. Lo ha affermato Francesco Beccali, Chief Financial Officer di Terna, parlando  ieri al GeoEconomy Talk di Rcs Academy. “Nel Piano vi è un deciso incremento degli investimenti per lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale. Realizzeremo, in particolare, collegamenti in cavo sottomarino, come il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link, l’interconnessione Elmed fra Italia e Tunisia: si tratta di alcuni esempi di opere caratterizzate da elevati standard tecnologici e ingegneristici che aumenteranno l’affidabilità e la sicurezza del sistema elettrico nazionale e renderanno l’Italia sempre più l’hub elettrico del Mediterraneo”, ha proseguito Beccali. “Terna è uno dei leader nel mercato della finanza sostenibile, tanto che il 70% del totale del funding del Gruppo è rappresentato da strumenti finanziari Esg. Su questa linea continueremo a sostenere il fabbisogno finanziario del nostro Piano, affidandoci agli strumenti finanziari che riterremo di volta in volta più vantaggiosi in funzione delle condizioni di mercato”, ha concluso il Cfo di Terna.

Maria Cristina Carlini

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