GLI STATI GENERALI SULLA SICUREZZA

Mattarella: alleanza per la sicurezza sul lavoro. Ma è scontro sulla patente a crediti: Calderone apre al check, per Landini ha fallito

Si è aperta la seconda edizione degli Stati Generali sulla sicurezza sul lavoro. Un’occasione, per il Capo dello Stato,  “per riaffermare, con rinnovata determinazione, l’impegno a non arrendersi di fronte a incidenti e decessi sul lavoro”. Calderone parla un’inversione di tendenza con un minor numero di morti sul lavoro nei primi 8 mesi di quest’anno,  annuncia (di nuovo) nuove misure con il decreto al quale si sta lavorando e apre a una verifica sulla patente a crediti. Ma per Landini questa è già fallita.

22 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, assicura che per le morti sul lavoro “un’inversione di tendenza è cominciata”: “i dati Inail del 6 ottobre ci dicono che nei primi otto mesi dell’anno gli infortuni mortali “in occasione di lavoro” sono diminuiti del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024. È una spia del fatto che il lavoro sulla prevenzione comincia a produrre risultati”. Riafferma l’impegno del Governo a rafforzare tutti gli strumenti a cominciare da nuove misure che conterrà il nuovo decreto, già annunciato dopo la pausa estiva ma che ancora non ha visto la luce. Ma solo ad ascoltare ieri, all’evento inaugurale degli Stati Generali sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro organizzati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro della Camera, le parole strazianti di Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta a 22 anni stritolata nell’ingranaggio di un orditoio della fabbrica in cui lavorava, si capisce quanto grande sia l’abisso ancora tra questi drammi e un’azione veramente incisiva per scongiurarli. Parole, quelle di Emma Marrazzo, che hanno ripercorso il calvario della vicenda giudiziaria e quello della famiglia dove un bambino è rimasto senza madre e continua a cercarla tra le lacrime. Risuona così con maggior forza l’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio con il quale è stata aperta la seconda edizione degli Stati Generali che si svolgeranno fino al 23 ottobre. Un’occasione questa “per riaffermare, con rinnovata determinazione, l’impegno a non arrendersi di fronte a incidenti e decessi sul lavoro. È una sequela quotidiana che ci richiama, drammaticamente, ogni giorno, a quanto sia urgente intervenire”.  “Un lavoro – ha affermato il Capo dello Stato – non è vero se non è anche sicuro. La garanzia della attuazione di questo principio richiede l’impegno congiunto di istituzioni, imprese, lavoratori e parti sociali: un’alleanza capace di superare le differenze per perseguire obiettivi condivisi”.

Di “grande emergenza dimenticata” ha parlato Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni sul lavoro in Italia. “Oggi tornano gli Stati Generali salute e sicurezza sul lavoro, organizzati dalla commissione: tre giorni di approfondimenti con esperti, testimonianze dei familiari delle vittime e tavoli tematici, perché è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte per garantire diritti, tutele, sicurezza e salvaguardare vite umane”.

Nel suo intervento, Calderone, come si è detto, ha riaffermato l’impegno del Governo sulla sicurezza sul lavoro. Impegno che “continuerà anche alla luce delle nuove misure del decreto sulla sicurezza a cui stiamo lavorando in collaborazione con le parti sociali, per un’azione che deve essere sempre più trasversale”, ha detto Calderone. “È importantissimo il contributo delle organizzazioni sindacali, che rappresentano i lavoratori, segnalano i rischi, presidiano i luoghi di lavoro. Il sindacato è attore essenziale di questa battaglia, il confronto leale con il governo aiuta a trovare soluzioni condivise”, ha detto Calderone, sottolineato come “le organizzazioni datoriali rappresentano il mondo delle imprese, che nella stragrande maggioranza sono impegnate a far crescere le imprese su sicurezza e dignità del lavoro. Un sistema sicuro è un sistema competitivo, la sicurezza sul lavoro non è un terreno di scontro e non deve essere un terreno di sconto”. E, ha tenuto a puntualizzare,  “anche un solo caduto sul lavoro, è troppo. Ci sono ferite che non si possono rimarginare. Ma l’aumento degli infortuni e dei morti “in itinere” ci dice qualcosa di importante: la sicurezza non finisce al cancello dell’azienda. Non è confinata a una fabbrica o un ufficio. Riguarda il percorso quotidiano delle persone che si spostano per lavorare”.

Tema caldo, anzi rovente, rimane sempre quello della patente a crediti nell’edilizia. “Abbiamo anche introdotto la patente a crediti nei cantieri, che serve a qualificare chi rispetta le regole e a non lasciare spazio a chi pensa di poter competere riducendo i costi sulla sicurezza di chi lavora”. Il ministro del Lavoro si è detta d’accordo con Gribaudo “quando dice che, quando si introduce una novità e si riforma un percorso, è importante poi fermarsi, fare un check e, soprattutto, avvalersi di quelle che possono essere le considerazioni che vengono prioritariamente dalle parti sociali e da tutti coloro i quali hanno una competenza per poi apportare delle modifiche. Guardo con estrema attenzione a ciò che fate nel corso di questi due giorni con l’impegno a tenerne conto e a implementare anche altre misure”. L’obiettivo rimane di   “adottare” lo strumento della patente “su larga scala per andare a ricomprendere tutti quelli che sono i settori strategici per la nostra economia, ma anche per la nostra industria”

Ma sulla patente a crediti il  segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è stato tranchant. “E’ passato un anno ma non è che stanno calando gli infortuni o i morti sul lavoro esattamente sta succedendo l’opposto. Quindi questo vuol dire che non è questo il modo di agire. Non è che comprando il credito o comprando la certificazione io ho risolto il problema – ha detto  Landini – E c’e’ un problema anche di qualificazione di imprese, perché si sta creando una concorrenza sleale anche fra imprese. Tu non premi imprese serie che innovano che rispettano le norme, anzi tu rischi di premiare i banditi. Se per fare impresa basta iscriversi alla Camera di Commercio senza avere alcuna qualificazione, nessuna certezza, questa è follia, questo significa mettere in difficoltà le aziende serie che vogliono fare seriamente le imprese. Non possiamo dire siamo tutti uguali, va bene tutto, bisogna invece agire sulle ragioni che hanno prodotto, che stanno producendo di fatto questo aumento dei morti sul lavoro e delle malattie professionali”. Per il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, “bisogna avere la forza e la capacità di parlare di omicidio sul lavoro. Perché molti di quegli incidenti che voi avete sentito descrivere non sono frutto della disattenzione. Sono frutto di scelte chiare fatte dalle aziende che hanno risparmiato sulla sicurezza e sulle norme. In quel caso non sono incidenti, sono omicidi”.

 

 

 

 

 

 

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