La giornata
Mattarella: “Con la CINA collaborare anche su settori high tech”
- Le imprese prevedono meno assunzioni a novembre, in calo la manifattura e le costruzioni
- Cresce il peso in Italia delle multinazionali a controllo estero, nel 2022 fatturato a oltre 908 miliardi e 1,7 milioni di addetti
- Eni: il fondo Eip aumenta la partecipazione in Plenitude e sale al 10%
- Webuild si aggiudica un nuovo contratto per la metro di Melbourne e si rafforza sul mercato australiano
IN SINTESI
C’è una volontà di collaborazione crescente tra Italia e Cina anche sui settori tecnologicamente più avanzati. A sottolinearlo è stato il Presidente dells Repubblica, Sergio Mattarella, parlando durante la sua seconda tappa della visita di Stato in Cina, a Huangzhou. Quest’anno ricorrono due anniversari nei rapporti tra i due Paesi: i 700 anni dalla morte di Marco Polo e i 20 anni di partenariato strategico globale. “Senza alcuna forzatura, c’e’ una continuita’ fra questi due eventi, perche’ Marco Polo ha impostato la sua relazione con la Cina con l’ammirazione, il rispetto reciproco, la volonta’ di conoscenza e collaborazione sempre piu’ intensa. Noi – ha detto il Capo dello Stato –  abbiamo tradotto in chiave moderna nel partenariato questi principi di relazione e di collaborazione e di questo abbiamo parlato a Pechino nei giorni scorsi con il Presidente Xi Jinping. Registrando ancora una volta la sintonia, la convergenza su ogni argomento di cui abbiamo parlato; sottolineando la volonta’ di collaborazione crescente fra Cina e Italia e anche la volonta’ di riversare questa collaborazione sui temi e settori tecnologicamente piu’ avanzati”.
Le imprese prevedono meno assunzioni nel trimestre novembre, in calo la manifattura e le costruzioni
Frenata in vista per le assunzioni a novembre e nel trimestre novembre-gennaio. Le imprese prevedono più di 427mila assunzioni nel mese nel mese e ne programmano circa 1,3 milioni per l’intero trimestre. Rispetto all’anno precedente si stima una leggera flessione con -3mila assunzioni previste nel mese (-0,7%) e -34mila assunzioni programmate per il trimestre (-2,6%), con andamenti differenziati a seconda dei settori. Si mantiene elevata la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese che coinvolge il 47,9% delle assunzioni programmate. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che elabora le previsioni occupazionali di novembre. A trainare la domanda di lavoro sono le imprese dei servizi con circa 307mila lavoratori ricercati a novembre e 908mila nel trimestre, segnando una crescita su base annua (+2,5% nel mese e +0,6% nel trimestre). Aspettative positive si prevedono soprattutto per turismo e commercio, comparti che programmano rispettivamente 82mila e 72mila assunzioni. Più incerte le previsioni dell’industria che è alla ricerca di 121mila lavoratori nel mese e 360mila nel trimestre, con una flessione rispetto a un anno fa (-8,0% rispetto a novembre 2023 e -9,9% sull’analogo trimestre 2023). Le imprese manifatturiere prevedono di assumere circa 78mila lavoratori nel mese (-9,9% rispetto a un anno fa) e circa 239mila nel trimestre (-12,5%), mentre le imprese edili sono alla ricerca di oltre 43mila lavoratori a novembre (-4,3%) e 122mila nel trimestre (-4,3%). Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 237mila unità, pari al 55,5% del totale a cui seguono i contratti a tempo indeterminato (82mila, 19,2%). A novembre sono circa 205mila le ricerche di personale per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, pari al 47,9% del totale delle assunzioni in programma. Le imprese segnalano le maggiori criticità nel reperire profili da inserire nell’area aziendale “Installazione riparazione” (il 66,8% è di difficile reperimento) seguite dalle aree aziendali “Progettazione e Ricerca & Sviluppo” (57,7%), “Produzione di beni ed erogazione del servizio” (52,5%) e “Direzione generale, personale e organizzazione risorse umane (51,2%). Tra i profili professionali più difficili da reperire sul mercato il Borsino Excelsior nel gruppo delle professioni intellettuali, scientifiche e specializzate, evidenzia gli ingegneri (58,8% è di difficile reperimento) e analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (55,4%). Tra le professioni tecniche, le più difficili da reperire sono i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (71,5%), i tecnici della salute (62,9%) e i tecnici in campo ingegneristico (57,9%). Gli operatori della cura estetica (59,0%) e gli addetti nelle attività di ristorazione (56,0%) sono le professioni con la più elevata difficoltà di reperimento per il gruppo delle professionali qualificate nelle attività commerciali e nei servizi. Fabbri ferrai costruttori di utensili (74,5%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (74,1%) sono invece le professioni più difficili da reperire tra gli operai specializzati, mentre per conduttori si contraddistinguono gli operai addetti alle macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (67,0%) e gli operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (63,2%). Le imprese sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire 86mila ingressi previsti nel mese di novembre, pari al 20,1% del totale dei contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio in cui la richiesta di personale immigrato riguarda il 29,4% del totale dei contratti previsti, i servizi operativi di supporto a imprese e persone (28,3%), i servizi di alloggio e ristorazione (22,7%), le costruzioni (22,2%) e la metallurgia (19,7%). Le imprese sono anche alla ricerca di 131mila giovani “under 30” che rappresentano il 31% degli ingressi programmati per novembre. Le maggiori opportunità di impiego per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (il 46,0% delle assunzioni programmate sarà coperto da giovani), dai servizi informatici e delle telecomunicazioni (45,6%), dal commercio (39,9%), dai servizi dei media e della comunicazione (38,7%) e dalle industrie chimico-farmaceutiche, plastica e gomma (37,4%). A livello territoriale cresce la domanda di lavoro delle imprese del Sud e Isole (+10mila nel mese e+25mila nel trimestre), mentre nelle restanti aree territoriali si registra una flessione sia nel mese che nel trimestre.
Cresce il peso in Italia delle multinazionali a controllo estero, nel 2022 fatturato a oltre 908 miliardi
Nel 2022, continua la crescita economica delle multinazionali a controllo estero in Italia rispetto al 2021 (fatturato +26,9% e valore aggiunto +13,4%). Si consolida inoltre la presenza delle multinazionali italiane all’estero (fatturato +15,8% e fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi +18,2%). Provenienti da 106 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia con 18.434 controllate (+4,5% rispetto al 2021), occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%), fatturano oltre 908 miliardi di euro (+26,9%), producono un valore aggiunto di oltre 173 miliardi (+13,4%) e sostengono una spesa in Ricerca e sviluppo di 6 miliardi (+4,9%).mLe controllate estere attive nell’industria sono il 28,7% del totale rispetto al 71,3% dei servizi, ma in termini di peso economico le distanze si riducono. Infatti le controllate estere attive nell’industria realizzano il 46,7% del fatturato totale (53,3% dei servizi) e in termini di valore aggiunto producono il 40,3% contro il 59,7% dei servizi. Nell’industria una forte presenza delle multinazionali estere (misurata come quota di valore aggiunto sul totale del settore) si riscontra nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (47,9% del valore aggiunto del settore), nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (44,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (38,6%). Il valore aggiunto cresce in quasi tutti i settori, ad eccezione della fabbricazione di prodotti chimici (-1,4%) e di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-7,3%), che avevano fatto registrare incrementi importanti durante gli anni della crisi pandemica. Seppur con un numero limitato di unità giuridiche (0,4% del totale delle imprese dell’industria e dei servizi), cresce il contributo, già significativo, delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi: 9,7% degli addetti (+0,3 punti percentuali rispetto al 2021), 21,0% del fatturato (+0,7 p.p.), 17,4% del valore aggiunto (+0,3 p.p.) e 37,6% della spesa in Ricerca e sviluppo (+4,9 p.p.). Le multinazionali italiane confermano la presenza in 175 Paesi con 25.491 controllate (+2,4 rispetto al 2021), che occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%) con un fatturato di 552 miliardi (+15,8%). A contribuire di più alla crescita sono i settori industriali. I più dinamici sono: la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semi rimorchi (+34,2% del fatturato e +12,5% degli addetti), l’estrazione di minerali da cave e miniere (+30,3% e +3,0%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+24,0% e +3,8%) e la fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (+23,1% e +8,6%). Anche nei servizi risultano in notevole crescita diversi settori come il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+40,5% e +19,4%) e trasporto e magazzinaggio (+26,6% e +11,1%) e altri che continuano a recuperare le perdite subite negli anni della pandemia, come i servizi di alloggio e ristorazione (+14,4% e +21,3%).
Eni: il fondo Eip aumenta la partecipazione in Plenitude e sale al 10%
Eni, Plenitude ed Energy Infrastructure Partners (EIP), fondo svizzero specializzato sui megatrend dell’industria energetica, hanno firmato l’accordo per un ulteriore incremento della partecipazione di EIP in Plenitude, attraverso un aumento di capitale pari a circa 209 milioni di euro. La partecipazione di EIP, post-transazione, sarà pari al 10% del capitale sociale di Plenitude, per un investimento complessivo di circa 800 milioni, tenuto conto di 588 milioni versati lo scorso marzo. L’operazione riconosce un equity value di Plenitude post money di circa 8 miliardi e un enterprise value di oltre 10 miliardi. L’accordo conferma l’efficacia del modello distintivo di business integrato di Plenitude e ne rafforza la struttura finanziaria, provvedendo ulteriori risorse alla sua strategia di crescita e assicurando allo stesso tempo a Eni il consolidamento e il controllo della società. L’accordo, inoltre, rappresenta una tappa significativa dell’attuazione del modello satellitare di Eni, che si pone l’obiettivo di creare le condizioni per una crescita indipendente dei business a elevato potenziale, garantendo l’accesso a nuovi bacini di capitale strategico e dando evidenza del loro effettivo valore di mercato. Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni, ha commentato: “Questo accordo evidenzia il carattere innovativo del modello di business e le significative prospettive di crescita di Plenitude, pilastro della nostra strategia di transizione energetica con l’abbattimento delle emissioni legate al consumo dei nostri prodotti. Abbiamo intrapreso un percorso virtuoso di creazione di business low e zero carbon che attraggono investitori rilevanti, crescono e si sostengono in modo autonomo. Crediamo che questo sia il modo di affrontare la transizione”. Il completamento dell’operazione è subordinato al rilascio delle consuete autorizzazioni di legge.
Webuild si aggiudica un nuovo contratto per la metro di Melbourne e si rafforza sul mercato australiano
Si rafforza in Australia il posizionamento di Webuild e della sua controllata australiana Clough, ampliando il numero dei progetti infrastrutturali che il Gruppo sta realizzando nel Paese per contribuire alla mobilità sostenibile. L’Australia rappresenta oggi per il Gruppo il mercato non domestico più importante, con un backlog pari a 10,4 miliardi di euro (giugno 2024). L’ultima aggiudicazione del contratto per la realizzazione del lotto Tunnels North del Suburban Rail Loop East conferma la fiducia che i clienti del Paese ripongono nel Gruppo e nella sua capacità di gestire in modo responsabile progetti complessi, insieme alle più grandi società del mondo, per supportare i clienti nel trasformare le infrastrutture per il trasporto pubblico di Melbourne in una ottica di sostenibilità. Nella Top 5 dei contractor internazionali in Australia secondo la classifica ENR del 2024, nel corso degli anni Webuild ha contribuito al trasferimento di competenze avanzate nel settore delle infrastrutture, grazie a una forza lavoro diversificata e altamente specializzata. Attualmente sono 12 i progetti complessivi nel paese, a cui si aggiungerà il nuovo appena aggiudicato, con oltre 6.000 persone occupate, tra personale diretto e di terzi. Il progetto del Suburban Rail Loop si aggiunge a un’altra opera infrastrutturale che il Gruppo sta portando avanti a Melbourne, città che sta vivendo una crescita rapida e significativa, tanto da essere proiettata a diventare nei prossimi anni la città più grande dell’Australia. Il Gruppo sta infatti lavorando allo scavo dei tunnel del North East Link, importante tratta della rete autostradale della città, che collegherà i principali distretti industriali e residenziali riducendo significativamente i tempi di viaggio e il numero delle auto sulle strade, con benefici anche in termini di emissioni di CO2. Tra i progetti più rilevanti del Gruppo Webuild in Australia c’è Snowy 2.0, il più grande progetto di energia rinnovabile in costruzione nel paese, realizzato da Webuild e Clough. L’impianto, costruito sulle montagne del New South Wales, è una centrale idroelettrica a pompaggio, in grado di produrre e immagazzinare energia, per metterla a disposizione delle città australiane solo quando necessario, a differenza di fonti rinnovabili, come quella solare o elica, disponibili solo in presenza di determinate condizioni atmosferiche. Il progetto garantirà quindi una fonte stabile di energia per milioni di australiani. A Sydney, il Gruppo partecipa allo sviluppo della linea ferroviaria che arriverà al Western Sydney International Airport, che ridisegnerà il trasporto pubblico della città e che rappresenta anche il più grande progetto in PPP (Public-Private Partnership) nel New South Wales. Con Clough, il Gruppo si sta espandendo anche in nuovi settori. Nel Northern Territory, è impegnato nella realizzazione nel porto di Darwin di un impianto per il sollevamento delle navi, il più grande nel suo genere nello stato. In Western Australia, sta realizzando uno degli impianti di urea per la produzione di fertilizzanti più grandi al mondo e il progetto per il potenziamento del processo di trattamento dei fanghi dell’impianto per il trattamento delle acque reflue più grande dello stato.
Maire potenzia il voto maggiorato, punta a un ulteriore rafforzamento della compagine azionaria stabile
Maire potenzia il voto maggiorato per incentivare l’ulteriore rafforzamento di una compagine azionaria stabile di medio lungo periodo e stabile. Va in questa direzione l’operazione di corporate governance deliberata ieri dal consiglio di amministrazione del gruppo che ha convocato l’assemblea degli azionisti per il 19 dicembre (in prima convocazione e occorrendo in seconda il 20 dicembre) per deliberare in merito alla proposta di modifica statutaria in materia di “Maggiorazione del diritto di voto” dello Statuto sociale, proposta formulata dal board, per introdurre il potenziamento del voto maggiorato attualmente in vigore, in recepimento delle disposizioni della Legge Capitali. In particolare, la proposta del cda prevede il riconoscimento, in aggiunta al beneficio del voto maggiorato cosiddetto “ordinario”, introdotto nello statuto sociale nel 2015, nella misura del voto doppio a ogni azione che sia appartenuta al medesimo azionista per un periodo continuativo di almeno ventiquattro mesi a decorrere dalla data di iscrizione in apposito elenco, di un voto ulteriore alla scadenza di ogni periodo di dodici mesi successivi alla maturazione del precedente periodo di ventiquattro mesi, fino a un massimo complessivo di 10 voti per ciascuna azione. “Con l’introduzione del voto maggiorato potenziato, MAIRE – sottolinea il gruppo – intende incentivare l’ulteriore rafforzamento di una compagine azionaria stabile, di medio-lungo periodo e diversificata, anche tramite l’ingresso nel capitale sociale di nuovi azionisti che, condividendo le strategie industriali e di sostenibilità definite dalla Società per il medio-lungo periodo, supportino il management nel proprio percorso di crescita in un contesto di mercato, quale quello in cui opera il gruppo MAIRE, sempre più sfidante, complesso ed in continua trasformazione”.
Il Tar Lombardia respinge i ricorsi contro l’intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi
Il TAR Lombardia con le ordinanze ha respinto, in sede cautelare, i ricorsi presentati dal Comune di Milano e dai Comuni di Cardano al Campo, Somma Lombarda e Samarate controil provvedimento di intitolazione dello scalo aeroportuale di Milano Malpensa – “Silvio Berlusconi”. “Si conferma, allo stato, la correttezza dell’iter di intitolazione adottato da Enac con delibera del Consiglio di Amministrazione del 5 luglio 2024. Viene così confermata l’intitolazione dello scalo al Presidente Silvio Berlusconi”, ha commentato il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma.
In particolare, a seguito dell’udienza del 6 novembre 2024 il TAR Lombardia ha ritenuto coerente l’intitolazione dello scalo deliberata dall’Enac, non ravvisando il grave pregiudizio prospettato dal Sindaco Sala e dalle altre parti ricorrenti. “Grande soddisfazione” è stata espressa dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini. “È una lezione per la sinistra che non vince alle elezioni e riduce tutto a materia di scontro giudiziario”, notano fonti del dicastero di Porta Pia.
M.C.C.
 
				