La giornata

Dpfp, via libera del Parlamento. Cdm martedì per la manovra

  • Bankitalia: sulla situazione economica i giudizi delle imprese migliorano ma restano sfavorevoli
  • Affitti brevi,  Sejournè: “le norme locali rispettino quelle europee”
  • Sistema bilaterale edile, accordo per nuove prestazioni ai lavoratori del settore e famiglie

10 Ott 2025

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Il Dpfp intanto ottiene l’ok del Parlamento, che ha approvato – prima al Senato e poi alla Camera – le risoluzioni di maggioranza. Il centrodestra impegna il governo a mantenere la traiettoria dei conti, aumentare le spese per la difesa e inserire in manovra misure per i redditi, famiglie, sanità, pensioni e rottamazione. Critiche le opposizioni, che bocciano unanimemente un “documento vuoto” che delinea una legge di bilancio di “austerità”, una “manovrina” senza slancio per la crescita. Intanto, si prepara il rush finale in vista del varo della manovra, previsto nel Consiglio dei ministri di martedì 14 ottobre. Mini Irpef al 10% sugli aumenti per dare una spinta ai rinnovi contrattuali. Un nuovo semestre di silenzio-assenso sul Tfr. Innalzamento del tetto alla tassazione agevolata per premi di risultato e fringe benefit. Sconto fiscale su straordinari, notturni e festivi: è questo il pacchetto di proposte del ministero del Lavoro.  Il tempo dunque stringe e si lavorerà fino all’ultimo per definire le misure. Quella cui si guarda come l’ago della bilancia è il contributo delle banche, il cui ammontare consentirà di definire il quadro delle coperture e chiudere il cerchio sugli interventi. Sulla data dell’incontro Giorgetti, che domani è previsto al tavolo a Palazzo Chigi con i sindacati e poi lunedì con le imprese, resta vago: “Incontriamo le banche, i sindacati, gli imprenditori, incontriamo tutti”, risponde ai cronisti alla Camera, precisando che ai tavoli comunque ci sarà “anche l’Abi”. E sull’obiettivo della trattativa con gli istituti svicola: “Ci sono tante proposte in circolazione”, sui giornali “ne leggo di tutti i colori”, ma “diffidate dalle imitazioni”, dice.

Bankitalia: i giudizi delle imprese migliorano ma restano sfavorevoli

Nell’indagine condotta tra il 26 agosto e il 19 settembre 2025 presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, i giudizi sulla situazione economica generale sono complessivamente sfavorevoli, seppure in miglioramento rispetto a quelli formulati a inizio anno. La domanda complessiva ha ristagnato nel terzo trimestre, risentendo anche dell’applicazione dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e dell’apprezzamento dell’euro. Le attese delle imprese per il trimestre successivo continuano a prefigurare una ripresa delle proprie vendite, ma sono meno ottimistiche rispetto alla rilevazione precedente e permangono preoccupazioni sulle condizioni operative. Coerentemente, le attese sull’occupazione sono divenute meno favorevoli, specialmente nei servizi e nelle costruzioni. Le imprese prevedono una crescita degli investimenti nel 2025, favorita da condizioni di accesso al credito stabili e da un livello di liquidità ritenuto adeguato. I listini praticati negli ultimi 12 mesi sono cresciuti a un ritmo sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione; per i prossimi 12 mesi, le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi continuano ad attendersi una crescita dei propri prezzi moderata, mentre nelle costruzioni la dinamica sarebbe più sostenuta. Le aspettative sull’inflazione al consumo sono lievemente diminuite, soprattutto sugli orizzonti di breve periodo.

Zangrillo: “Una Pa sempre più moderna al fianco delle nostre città”

“Le città rappresentano l’identità di un Paese, il luogo in cui si intrecciano memoria e futuro. Costruire la città del domani significa rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini, con un modello di sviluppo sostenibile e condiviso”. Lo ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, intervenendo oggi al convegno di Diario Diac all’evento “Città nel futuro” organizzato dall’Associazione nazionale costruttori edili. Nel suo intervento, il ministro ha ricordato il contributo della Pubblica amministrazione nei processi di rigenerazione urbana, sottolineando che “una città che evolve ha bisogno di istituzioni capaci di dare risposte efficaci e tempestive a cittadini e imprese”. La semplificazione delle procedure è, in questa prospettiva, una delle leve centrali per rendere più semplice fare impresa e liberare energie nel sistema produttivo. Zangrillo ha richiamato i risultati raggiunti dal Dipartimento della funzione pubblica, con oltre 350 procedure già semplificate in settori strategici come ambiente, energia, scuola, turismo e sanità, e con un piano di digitalizzazione e interoperabilità degli Sportelli unici delle attività produttive (SUAP). Ampio spazio anche al tema delle competenze e della formazione, considerati dal ministro elementi essenziali per rendere le amministrazioni capaci di accompagnare la trasformazione urbana e sostenere la crescita. In questo ambito si inserisce il protocollo siglato tra il Dipartimento della funzione pubblica e ANCE per la realizzazione di un corso sul nuovo Codice dei contratti pubblici disponibile sulla piattaforma Syllabus, che stanno seguendo oltre 20mila dipendenti con circa 15mila che lo hanno già concluso. “Le persone, prima ancora delle tecnologie, sono il vero motore del cambiamento. Continueremo a investire in formazione, semplificazione e merito per costruire, insieme, le nostre città nel futuro”, ha concluso il ministro.

Affitti brevi,  Sejournè: “Le norme locali rispettino quelle europee”

“Sul tema degli affitti brevi l’Europa non deve sostituirsi alle normative stabilite dalle città e dalle regioni. Ma è vero che dobbiamo risolvere il problema lavorando affinchè le norme locali siano compatibili con quelle europee.Su questo la commissione vuole agire per evitare conflitti presso la Corte. Pensiamo di offrire orientamenti agli enti locali per avere un quadro giuridico in grado di regolare gli affitti brevi. Ma ci vorrà del tempo”. Lo ha detto Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale della Commissione europea, intervenendo alla commissione speciale sulla crisi abitativa in Europa del Parlamento europeo, presieduta dalla europarlamentare del Pd, Irene Tinagli.

Sistema bilaterale edile, accordo per nuove prestazioni ai lavoratori del settore e famiglie

Realizzare un nuovo corso per il sistema bilaterale delle costruzioni, potenziandone il ruolo e mettendone ancora di più al centro dell’azione i lavoratori e le loro famiglie. È l’obiettivo dell’accordo sottoscritto ieri a Roma da Ance, Legacoop e associazioni artigiane e i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. “L’accordo – spiegano i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali, Vito Panzarella, Enzo Pelle, Antonio Di Franco – ha il merito di valorizzare e consolidare l’esperienza della bilateralità contrattuale in edilizia, per dare risposte celeri e concrete alle esigenze dei lavoratori del settore. Dopo il rinnovo dei contratti nazionali dei mesi scorsi – proseguono i tre segretari generali di Feneal, Filca, Fillea – abbiamo lavorato sinergicamente per fare in modo che la bilateralità sia ancora più al servizio degli edili, risultato raggiunto pienamente dall’accordo sottoscritto ieri. Il testo conferma la volontà e la capacità del sistema bilaterale edile di dare risposte alle esigenze dei lavoratori edili e delle loro famiglie, confermandosi un vero presidio di legalità e regolarità”. In particolare l’accordo, grazie alle risorse messe in campo dal sistema bilaterale, si propone di prorogare il fondo prepensionamento, inserendo al contempo nuove prestazioni sociali per i lavoratori per un periodo sperimentale pari a due anni, che partirà dal prossimo 1° gennaio. Tra le misure ci sono una retta mensile per i figli dei lavoratori edili deceduti sul lavoro, al fine di sostenere lo studio fino alla laurea, un contributo di 500 euro una tantum per sostenere un canone di locazione o la rata del mutuo, e infine per i lavoratori malati oncologici, con gravi malattie cardiache e autoimmuni, la possibilità di avere una copertura economica pari alla erogazione della Naspi per sei mesi, in un periodo di aspettativa prima della scadenza del periodo di comporto.

Csc: l’export di macchinari ad alta tecnologia vale 32,5 miliard, Messico primo mercato dell’America Latina

L’export italiano di macchinari ad alta intensità di Automazione, Creatività e Tecnologia (ACT) vale 32,5 miliardi di euro, con un potenziale di crescita stimato in 6,5 miliardi. Il Messico si conferma primo mercato di destinazione nell’area latino-americana, assorbendo il 45,1% dell’export regionale, davanti a Brasile, Argentina, Cile, Colombia e Perù. È quanto emerge dalla seconda edizione di INGENIUM, il rapporto del Centro Studi Confindustria realizzato con il sostegno di Federmacchine, che viene presentato oggi a Città del Messico nell’ambito della Giornata del Made in Italy promossa dall’Ambasciata italiana. Il Rapporto evidenzia la rilevanza strategica dell’America Latina in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e dalla ridefinizione dei flussi commerciali, con particolare attenzione al Messico. Tra il 2018 e il 2023, l’export italiano di macchinari verso la regione ha registrato una crescita media annua del +6,7%, a fronte del +2,2% segnato nello stesso periodo verso il resto del mondo. Il Messico, economia tra le più aperte a livello internazionale con un interscambio pari all’88% del PIL e una manifattura fortemente diversificata, è tra i primi cinque paesi emergenti per potenziale di crescita dell’export ACT italiano, stimato in ulteriori 188 milioni di euro a fronte di un export effettivo nel 2024 di 1,1 mld di euro. “Il Rapporto INGENIUM dimostra quanto i fattori geopolitici incidano sulle scelte di governi e imprese. Tensioni, conflitti e sfide globali, dall’approvvigionamento energetico a quello tecnologico, aumentano il fabbisogno di sicurezza e numerosi comparti industriali ad alta intensità di tecnologia possono trovare ulteriore sviluppo grazie all’ingegno e all’eccellenza italiani per contribuire alla crescita di questo importante settore. Il tempo di agire è ora: solo una collaborazione più stretta tra imprese e istituzioni può tradurre la capacità produttiva italiana in maggiore export e consolidare la presenza dell’Italia sui mercati esteri. Ciò implica nuovi investimenti produttivi e politiche capaci di ridurre l’incertezza e incentivare le imprese che reinvestono i propri utili in beni strumentali”, ha dichiarato Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria. Dal Rapporto emerge inoltre il ruolo centrale della digitalizzazione, con la necessità di integrare l’intelligenza artificiale nei processi industriali, e l’importanza di sfruttare appieno gli accordi di libero scambio già siglati dall’Unione europea, accelerando la finalizzazione di nuovi, come quello con il Mercosur, e il rinnovo di quello con il Messico per ampliare l’accesso a mercati strategici. L’Italia figura tra i primi dieci esportatori mondiali per 176 dei 225 beni ACT considerati, collocandosi al quarto posto dopo Germania, Cina e Giappone. È inoltre terza a livello globale per numero di mercati raggiunti, dietro solo a Cina e Germania, con una penetrazione pari al 50,6% dei mercati disponibili (21.528 combinazioni prodotto-paese). Il posizionamento dell’Italia, superiore a quello di Stati Uniti, Francia e Giappone, conferma la capacità del sistema produttivo di presidiare mercati diversificati e complessi grazie a innovazione, qualità e specializzazione.

Fs, Tanzilli: “muoviamo 570 milioni di persone ogni anno”

«Sono 570 i milioni di persone che ogni anno scelgono i nostri collegamenti. Fra queste persone ci sono anche i turisti che scelgono l’Italia per trascorrere le loro vacanze» . Lo ha detto Tommaso Tanzilli, Presidente del Gruppo FS Italiane, al TTG Travel Experience a Rimini, manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale. «Attraverso il Piano Strategico 2025-2029 il Gruppo FS punta a costruire un sistema di mobilità sempre più connesso, con l’obiettivo di ridurre in modo significativo le emissioni di CO₂. In questo contesto, la sinergia tra i vari mezzi risulta cruciale, rendendo l’intermodalità una leva strategica per la mobilità sostenibile del futuro. Inoltre l’attenzione al turismo, che in Italia genera il 13% del PIL, da parte di un grande gruppo industriale di Stato come il nostro è massima e si declina in tantissime attività e servizi che abbiamo promosso qui al TTG» ha continuato il Presidente Tanzilli. L’offerta del Gruppo FS si caratterizza, infatti, per un forte orientamento all’intermodalità, grazie ai servizi integrati con Busitalia, FrecciaLink e i Link del Regionale. Questi collegamenti, pensati per estendere la rete delle Frecce e del trasporto regionale, sono effettuati con autobus moderni e confortevoli, per garantire il primo e l’ultimo miglio con un trasporto door to door. Durante il TTG Trenitalia, la sua controllata Busitalia, FS Treni Turistici Italiani e Fondazione FS hanno promosso l’impegno per una mobilità sempre più connessa e a supporto dello sviluppo sostenibile del Paese. Infatti, con i suoi 17mila chilometri di linee ferroviarie e 10mila treni in circolazione al giorno, FS contribuisce in maniera determinante alla costruzione di una mobilità accessibile. A questo impegno si affianca la piena attuazione del PNRR, che rappresenta un’occasione storica per accelerare la trasformazione infrastrutturale del Paese con 25 miliardi di euro assegnati al Gruppo FS.

Eni: a Priolo avviato l’iter autorizzativo per la nuova bioraffineria e per l’impianto di riciclo chimico delle plastiche

Eni annuncia l’avvio dell’iter autorizzativo per la Valutazione di Impatto Ambientale per la trasformazione del sito industriale di Priolo, in Sicilia. Nei giorni scorsi il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha infatti rilasciato la procedibilità dell’istanza per la realizzazione di una bioraffineria e di un impianto di riciclo chimico delle plastiche con tecnologia Hoop® di Versalis. Il progetto prevede l’utilizzo dell’area attualmente occupata dall’impianto etilene di Versalis, che sarà gradualmente smantellato, e di un’area limitrofa attualmente occupata da strutture di servizio allo stabilimento. La nuova bioraffineria avrà una capacità produttiva di 500mila tonnellate/anno e sarà alimentata prevalentemente da residui e scarti di origine vegetale, grassi animali e oli vegetali. Verranno costruiti, oltre all’impianto Ecofining™, una unità per il pretrattamento delle biomasse e un impianto per la produzione di idrogeno. La bioraffineria a Priolo sarà la seconda in Sicilia, dopo quella a Gela attiva dal 2019, e produrrà con la massima flessibilità biocarburanti HVO diesel per il trasporto stradale, marino e ferroviario e SAF-biojet per il settore aereo; il termine dei lavori è previsto entro la fine del 2028. L’impianto Versalis Hoop® verrà sviluppato sulla base della tecnologia proprietaria della società chimica di Eni per il cosiddetto ‘riciclo chimico’, tramite pirolisi di rifiuti in plastica mista da imballaggio. Avrà una capacità produttiva di 40mila tonnellate/anno e una produzione stimata di circa 32.000 tonnellate/anno di olio da pirolisi. Nel giugno scorso è stato avviato nello stabilimento Versalis di Mantova l’impianto demo di Hoop®, e quello di Priolo sarà il primo di taglia industriale. Grazie a questa tecnologia, complementare al riciclo meccanico, si possono trasformare i rifiuti in plastica mista in materia prima con la quale si possono realizzare nuovi prodotti plastici idonei a ogni applicazione, comprese quelle per il contatto con gli alimenti e per l’imballaggio farmaceutico.

Hoop® ha origine da un progetto congiunto con la società italiana di ingegneria S.R.S. (Servizi di Ricerche e Sviluppo) che ha consentito lo sviluppo di questa tecnologia innovativa che raggiunge i massimi livelli di resa nel recupero di materia e un’alta flessibilità rispetto alla carica alimentata, anche grazie alla combinazione di un reattore di pirolisi ad elevate performance termiche e delle competenze raggiunte nella misurazione delle proprietà dei polimeri e di ottimizzazione dei processi di produzione attraverso sistemi di Intelligenza Artificiale. Il piano di trasformazione del sito industriale di Priolo, annunciato nell’ottobre 2024 e ratificato dall’accordo sottoscritto nel marzo scorso al Ministero delle Imprese e Made in Italy, conferma gli obiettivi di decarbonizzazione di Eni e delle sue società.

Italgas vende 247mila PdR per 253,1 mln dopo remedies Agcm su 2i Rete Gas

Arriva il responso dell’Antitrust riguardo all’idoneita’ delle offerte vincolanti ricevute da Italgas per i 600.000 Pdr (punti di riconsegna) messi in vendita nell’ambito dell’operazione con 2i Rete Gas. Nel dettaglio, spiega una nota, la societa’ guidata da Paolo Gallo, a seguito della valutazione da parte dell’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) dell’idoneita’ dei potenziali acquirenti ricevuta in data odierna, procedera’ all’aggiudicazione delle attivita’ di distribuzione del gas nei seguenti 12 Atem: Bari 2, Barletta- Andria-Trani, Brescia 5, Campobasso, Frosinone 2, Massa Carrara, Padova 2, Padova 3, Pisa, Roma 5, Teramo, Viterbo. Gli acquirenti, individuati all’esito di una procedura competitiva, sono: Ascopiave Spa, Erogasmet Spa, GP Infrastrutture Srl, ATI tra Plures (gia’ Alia Servizi Ambientali Spa), Estra e Centria. In totale verranno ceduti 247.000 PdR, le reti e gli impianti a servizio, il relativo personale e gli attivi funzionali alla gestione del servizio, per un corrispettivo complessivo di 253,1 milioni di euro.

Fincantieri: con Remazel si aggiudica contratto per la protezione di infrastrutture sottomarine

Remazel, società del Gruppo Fincantieri, ha firmato un contratto con Jan De Nul, società belga leader a livello mondiale nelle attività di ingegneria marittima e offshore, per la fornitura di mission critical equipment destinato a una nave di nuova costruzione. Il contratto prevede la progettazione e la fornitura di un sistema avanzato per il trasporto e la posa di rocce sul fondale marino, destinato alla protezione di cavi e oleodotti. La soluzione sviluppata da Remazel consentirà operazioni fino a 400 metri di profondità e una capacità produttiva di 2.000 tonnellate/ora, garantendo precisione, efficienza e continuità operativa anche in condizioni marine complesse. Il sistema di controllo centralizzato coordinerà tutte le attrezzature di bordo, ottimizzando i processi e aumentando la sicurezza complessiva delle operazioni. L’intesa rappresenta un ulteriore passo nella strategia del Gruppo Fincantieri di rafforzare la propria presenza nel settore underwater e consolida il posizionamento del Gruppo come partner tecnologico di riferimento nella protezione delle infrastrutture subacquee offshore, ambito sempre più strategico nel contesto geopolitico globale. Grazie a una filiera integrata di competenze, tecnologie e capacità industriali, il Gruppo si propone come attore end-to-end in grado di offrire soluzioni d’avanguardia lungo l’intera catena del valore, anticipando le evoluzioni del mercato e rispondendo alle nuove sfide poste dalla crescente complessità degli scenari subacquei. Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha dichiarato: “L’accordo con Jan De Nul dimostra quanto il mondo del mare stia cambiando e conferma la centralità delle operazioni nei fondali marini. La nostra soluzione per la posa di rocce rappresenta un ambito di frontiera nella protezione delle infrastrutture sottomarine, cruciale per gli scenari futuri di difesa e sicurezza. Siamo molto orgogliosi dei progressi della nostra controllata Remazel che si conferma come un’eccellenza internazionale nella ingegnerizzazione e realizzazione di soluzioni elettromeccaniche pionieristiche ed altamente innovative a bordo nave e nei fondali marini, grazie a relazioni industriali consolidate con i leader del settore come Jan De Nul”.

Edp: inaugura in Campania il suo primo “pascolo” solare europeo

Edp, attraverso Edp Renewables, ha inaugurato Monti di Eboli, il suo primo impianto solare integrato con pascolo in Europa. Situato in provincia di Salerno (Campania), spiega una nota, il progetto rappresenta una “pietra miliare” sia per la societa’ che per il Paese nello sviluppo dell’agrivoltaico, un approccio innovativo che unisce la produzione di energia pulita al pascolo erboso. Con una capacita’ installata di 10 MWp (8,3 MWac), Monti di Eboli e’ operativo dalla fine del 2024. I suoi quasi 17.000 pannelli solari, montati su strutture ad inseguimento, producono ogni anno 17 GWh di energia pulita, sufficienti ad alimentare circa 6.500 famiglie, evitando oltre 7.200 tonnellate di emissioni di CO2. Inoltre il sito ospita 250 pecore. Attraverso attraverso Edp Energia Italia, la societa’ installera’ nella regione due impianti fotovoltaici distribuiti in scuole pubbliche di Eboli: uno presso l’Istituto Comprensivo Gonzaga e un altro presso l’Istituto Comprensivo Matteo Ripa. Insieme, queste installazioni aggiungeranno oltre 0,2 MWp di capacita’ installata e produrranno piu’ di 300 MWh all’anno, permettendo alle scuole di coprire parte del loro fabbisogno elettrico con energia pulita locale.

Criminalità, Zevi: i comuni gestiscano i beni sequestrati con cura ma lo Stato deve fare di più”

“Noi, come città, abbiamo spesso il compito di stimolare i governi a fare meglio su tante materie, e lo facciamo  in una dialettica che è sempre utile, anche se talvolta faticosa. Su  questo argomento noi dobbiamo fare i compiti a casa: dobbiamo  dimostrare che una volta che il bene ci arriva noi poi lo gestiamo bene. Dopo aver fatto i compiti a casa noi, dobbiamo chiedere secondo  me allo Stato un investimento maggiore in risorse per questi beni, perché chiaramente noi molti beni facciamo fatica anche a prenderceli  per quanto poi dobbiamo spendere di manutenzione”. Lo ha detto  l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale  e Presidente del Forum Cittadino sulle politiche in materia dei beni confiscati alla criminalità organizzata Tobia Zevi nel corso del  seminario “Beni confiscati alla criminalità organizzata”, alla Casa  del Jazz a Roma. “Noi abbiamo una distanza oggi, dal punto di vista numerico tra gli  immobili che vengono sequestrati nei procedimenti giudiziari e che poi sostanzialmente transitano attraverso i tribunali, all’agenzia e poi al destinatario finale, che è infinitamente superiore al numero di  immobili che poi veramente viene assegnato alle varie amministrazioni, sia quelle locali, sia quelle centrali. Questo perché – prosegue Zevi  – molto spesso i beni sono gravati da debiti, da ipoteche, da  situazioni varie, etc. Qui naturalmente c’è una grande sfida per tutti noi: in questo senso, le città possono essere anche promotrici di un  dibattito internazionale, perché oggettivamente noi dovremmo cercare di essere più rapidi. Penso sia molto importante dare un segnale ai  cittadini, perché questa intuizione della confisca e della  rifunzionalizzazione dei beni confiscati, del “follow the money”, cioè cercando di andare a perseguire i patrimoni – conclude Zevi – è una  pietra miliare nella storia, anche culturale, del nostro Paese”.

“I comuni italiani sono 7.995, quelli mdestinatari di beni confiscati sono 1.110, circa un settimo. Di mquesti, meno di 300 sono comuni di medie e grandi dimensioni. Circa m900 di questi sono piccoli comuni, che tra l’altro non hanno capacità mneanche di programmazione sociale: fare programmazione sui beni confiscati significa partire non dai beni confiscati, ma dalla mprogrammazione sociale di questi comuni, e il cluster dei 1.110 va ridotto ai meno di 300, perché loro hanno una responsabilità maggiore mrispetto a tutti gli altri destinatari, perché devono sviluppare la mprogettazione. Se c’è una cosa che vorremmo chiedere al Governo, è un mpiccolo emendamento che permetta risorse molto limitate ma che mfavoriscono la programmazione della gestione dei beni da parte dei mcomuni”, ha  detto il capo dell’area sicurezza e legalità dell’Anci  Antonio Ragonesi. “Per la prima volta all’interno dell’associazione dei comuni italiani si crea un gruppo di lavoro peer to peer tra le città che si aiutano,  in una visione di mutua capacità di supporto amministrativo,  nell’aggredire tutta una serie di problematiche che riguardano il tema della gestione dei beni confiscati”, con l’obiettivo di “realizzare un prodotto che parli il linguaggio dei colleghi che molto spesso negli  uffici si sentono un po’ soli nell’affrontare tutte queste difficoltà  nella gestione. Le norme troppo spesso sono foriere poi di problematiche: non è che è fissato il principio che tutto viene da sé. E in particolare il gruppo di lavoro ha osservato, in questo confronto tra le città, che c’è una recente norma del codice antimafia che  permette alle amministrazione delle sanatorie semplificate: tuttavia – prosegue Ragonesi – nessun comune ancora va attuata. Perché è una novità, e perché le resistenze di corporativismi o anche culturali e  quell’isolamento, quel sentirsi da soli nel procedere in un qualcosa  che non è delineato, chiarito, su cui non ci sono linee guida, diventa motivo ostativo”.

 

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