La giornata

L’Ocse taglia le stime di crescita dell’Italia, da +0,8% a +0,5% nel 2024

  • Donnarumma (Fs): “Sugli investimenti il nostro impegno continuerà anche oltre il 2026 con oltre 100 miliardi nei prossimi 5 anni”
  • L’Oice sul correttivo: “Ripristinare anticipazione, più mercato sulle validazioni dei progetti e regole ad hoc per gli affidamenti”
  • Edison Next e Michelin inaugurano un sistema di impianti per la decarbonizzazione nello stabilimento di Cuneo
  • Enaon (Gruppo Italgas): 1 miliardo di euro di investimenti al 2030 a supporto della transizione ecologica della Grecia
  • È operativo l’accordo di garanzia tra Cdp e Mcc, disponibili 4,3 miliardi di nuovi finanziamenti a 50 mila pmi
  • A Bruxelles  incontro tra Salvini e il nuovo commissario ai Trasporti Tzitzikostas

05 Dic 2024

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L’Ocse taglia le stime di crescita per l’Italia. Nell’Economic Outlook pubblicato ieri, la previsione è di un incremento del Pil nel 2024 dello 0,5% mentre nel 2025 è previsto un aumento dello 0,9% per salire sopra la soglia dell’1%, +1,2%, nel 2026. L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, aveva, invece, indicato nelle ultime previsioni di settembre una revisione al rialzo, +0,8%, La stima per il 2025 era stata invece ridotta all’1,1%. A pesare sulle prospettive di crescita, secondo l’Ocse, sono soprattutto la contrazione più marcata del previsto degli investimenti dovuta all’esaurimento del Superbonus e a una domanda di esportazioni più debole, influenzata dalla stagnazione nell’area euro. Sull’altro piatto della bilancia, un impulso  alla crescita è invece atteso dal Pnrr e dall’allentamento della politica monetaria e la conseguente riduzione dei costi di prestito per famiglie e imprese, anche se l’effetto positivo  sui consumi e sugli investimenti potrebbe essere parzialmente attenuato dalla politica fiscale più restrittiva prevista per il 2025-2026. Nel complesso, l’Ocse ritiene che i “rischi” per l’economia italiana siano “ampiamente bilanciati”. La previsione è che il rapporto deficit/PIL, che quest’anno si attesterà al 3,5%, continuerà a diminuire, ma con ritmi più lenti: al 3,2% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, rientrando sotto la soglia del 3% fissata dal Patto di Stabilità. Il rapporto debito/PIL, invece, crescerà leggermente, passando dal 134,7% nel 2023 al 135,2% nel 2024, per poi diminuire gradualmente nei due anni successivi, arrivando al 133,2% nel 2026.
Secondo gli esperti dell’Ocse, il risanamento delle finanze pubbliche dovrà trovare un equilibrio tra prudenza di bilancio e il mantenimento dello slancio di crescita. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di medio termine, sarà necessario introdurre misure addizionali nel 2026. L’espansione degli investimenti pubblici previsti dal Pnrr e la decisione di rendere permanenti alcuni tagli fiscali sono visti come sviluppi positivi, ma necessiteranno di misure compensatorie, come tagli alla spesa o aumenti delle imposte in altri settori. L’Ocse ha quindi sollecitato il governo Meloni ad attuare riforme strutturali più incisive. Tra le azioni suggerite ci sono interventi per limitare la crescita della spesa pensionistica, l’aumento delle tasse sugli immobili, in particolare allineando i valori catastali a quelli di mercato, e il miglioramento dell’efficienza nella lotta all’evasione fiscale.
 Inoltre, l’organizzazione parigina ha sottolineato la necessità di riforme sul fronte occupazionale, in particolare per affrontare le sfide demografiche legate all’invecchiamento della popolazione. Riforme cruciali riguardano l’espansione dei servizi di cura per l’infanzia e il miglioramento dell’istruzione terziaria, con l’obiettivo di favorire l’ingresso nel mercato del lavoro di donne e giovani. Pur riconoscendo i progressi compiuti, l’Ocse avverte che affrontare la carenza di manodopera, esacerbata dai cambiamenti demografici, richiede maggiore attenzione. In particolare, promuovere la partecipazione femminile, favorire gli apprendistati e migliorare l’istruzione tecnica superiore potrebbe aiutare a contrastare l’alto tasso di giovani che non studiano, non lavorano né sono coinvolti in programmi di formazione. Questi interventi, suggerisce l’Ocse, potrebbero contribuire a un miglioramento dei conti pubblici e stimolare la crescita del Paese, che rimane ferma a una crescita prossima allo zero.

Donnarumma (Fs): “sugli investimenti il nostro impegno continuerà anche oltre il 2026 con oltre 100 miliardi nei prossimi 5 anni”

“La mobilità ferroviaria, il suo sviluppo e la sua crescita può rappresentare un fattore chiave per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi del Green Deal europeo in materia di sostenibilità». A ribadirlo è stato l’ad del gruppo Fs, Stefano Donnarumma,  intervenuto ieri ida remoto al 20mo Foro di dialogo Italia-Spagna, tenutosi a Barcellona. Nell’ambito del Panel “Accompagnare la transizione: il futuro del Green Deal europeo”, Donnarumma, che è anche presidente della Regione Europa UIC (Union internationale des chemins de fer) ha posto l’accento sull’importanza del dialogo e della collaborazione tra i vari operatori europei, «per raggiungere insieme gli obiettivi comunitari che prevedono il 55% di riduzione di CO2 al 2030». Un target ambizioso ma che, secondo Donnarumma, può essere raggiunto anche promuovendo «un collegamento efficace tra le diversi capitali europee con linee ad alta velocità che permettano di raggiungere importanti risultati anche dal punto di vista ambientale».

«Come Ferrovie dello Stato – ha argomentato nel suo intervento Donnarumma – siamo pienamente impegnati nella realizzazione di opere che cambieranno la mobilità del Paese. Stiamo, infatti, portando l’alta velocità ferroviaria in zone del paese dove è assente (si pensi alla Napoli – Bari o  alla Salerno – Reggio Calabria) e lo stiamo facendo anche grazie al Pnrr che ci ha assegnato circa 25 miliardi. Il nostro impegno, tuttavia, continuerà anche oltre il 2026 con investimenti di  oltre 100 miliardi nei prossimi 5 anni. Questo assieme agli investimenti per la modernizzazione dei treni – ha aggiunto l’AD di FS – rappresenta un sostegno al raggiungimento degli obiettivi europei di ridurre del 90% le emissioni di Co2 dei trasporti entro il 2050″. In questo senso, ha rilevato Stefano Donnarumma, gioca un ruolo centrale «anche il focus che abbiamo posto sull’intermodalità dei trasporti e sul dialogo ferro-gomma e porti nel campo del trasporto merci”. Donnarumma ha poi dato appuntamento al 12 dicembre  data in cui all’Auditorium Parco della Musica di Roma sarà presentato il piano dei strategico del gruppo Fs.  «Un’occasione per spiegare il nostro impegno per l’Italia e non solo, vista la presenza internazionale del Gruppo FS che per esempio in Spagna – ha sottolineato Donnarumma – è da due anni presente con il brand iryo con importanti e soddisfacenti risultati».Lungo la strada del cambiamento della mobilità, secondo Donnarumma, è inoltre importante fare una riflessione «sulla possibilità di utilizzare anche altre fonti di finanziamento, che non siano solo quelle pubbliche. Una valutazione che deve essere anche internazionale, come accaduto in altri settori come quello delle reti elettriche. Ovviamente- ha precisato l’AD di FS – questo cambiamento deve essere accompagnato da un quadro regolatorio adeguato”.

L’Oice sul correttivo: “Ripristinare anticipazione, più mercato sulle validazioni dei progetti e regole ad hoc per gli affidamenti”

“Ripristinare anticipazione, più mercato sulle validazioni dei progetti e regole ad hoc per gli affidamenti”: sono le principali richieste formulate dall’Oice, l’associazione  confindustriale che riunisce le società di ingegneria e di architettura italiane, in audizione alla Commissione VIII Ambiente della Camera sul correttivo al codice dei contratti pubblici, alla quale hanno partecipato il Presidente Giorgio Lupoi e il Direttore Generale Andrea Mascolini.

“Abbiamo depositato – ha detto Lupoi – oltre 20 richieste di modifica per migliorare un testo sul quale abbiamo dato atto al Ministero di avere svolto un importante lavoro soprattutto sul tema dell’equo compenso, ma che necessita di importanti modifiche che da tempo chiediamo. Mi riferisco in particolare – ha aggiunto il presidente Oice – all’urgenza di rendere nuovamente applicabile agli appalti di servizi di ingegneria e architettura l’istituto dell’anticipazione del prezzo, immotivatamente escluso dal 2023 dopo che dal 2019 è stato previsto anche per servizi e forniture. Per noi è poi fondamentale recepire negli allegati al Codice le regole specifiche per gli affidamenti di servizi di ingegneria già dettate dalla disciplina previgente e dettagliate dalle linee guida Anac n. 1-2016, che ancora oggi inspiegabilmente sono le uniche linee guida non trasfuse negli allegati al Codice. Sono poi necessari chiarimenti sulle revisione prezzi, da applicare anche a tutti i contratti per prestazioni professionali. Connesso a questo tema – ha detto ancora Lupoi – vi è inoltre quello del riequilibrio dei rapporti tra P.A. e affidatario di servizi tecnici da realizzare con regole eque sulle modalità di pagamento e con il rapido varo di un contratto-tipo”.

Edison Next e Michelin inaugurano un sistema di impianti per la decarbonizzazione nello stabilimento di Cuneo

Edison Next e Michelin Italiana hanno inaugurato oggi un sistema di impianti per la decarbonizzazione e l’ottimizzazione dei consumi energetici dello stabilimento di Cuneo, il più grande sito del Gruppo in Europa occidentale per la produzione degli pneumatici, abbattendone le emissioni di CO2 di circa 18.000 tonnellate l’anno. All’inaugurazione, ieri, hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il sindaco di Cuneo Patrizia Manassero e il presidente di Confindustria Cuneo Mariano Costamagna. Il sistema di interventi realizzati da Edison Next, la società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione energetica, permetterà allo stabilimento Michelin di Cuneo di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo al 2030 di riduzione delle emissioni del 50% rispetto al 2010 e di avanzare verso il successivo target di neutralità carbonica entro il 2050 potendo contare su un impianto già predisposto all’utilizzo di biometano e idrogeno.

“Il nuovo impianto di trigenerazione realizzato da Edison Next è un passaggio fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dello stabilimento di Cuneo. Siamo già vicini all’obiettivo che il Gruppo ci ha dato a orizzonte 2030, ovvero dimezzare le emissioni di CO2 rispetto al 2010 – oggi siamo a -47% – e questo impianto ci permetterà di raggiungere questo traguardo con largo anticipo e di mettere nel mirino i prossimi obiettivi. Dopo aver festeggiato i 60 anni di attività lo scorso anno ed avere inaugurato l’Hub Innovazione del CIM4.0, questa nuova tappa è un’ulteriore conferma dello spirito innovativo dello stabilimento di Cuneo, che continua a recitare un ruolo di primissimo piano all’interno del Gruppo Michelin e nel panorama manufatturiero italiano”, ha affermato Simone Rossi, Direttore stabilimento Michelin Cuneo. “Siamo molto lieti di aver raggiunto un’altra importante tappa del percorso che abbiamo avviato con Michelin Italiana circa 3 anni fa. La messa in esercizio di questi impianti presso lo stabilimento Michelin di Cuneo, infatti, rappresenta la dimostrazione concreta di come, lavorando in partnership, sia possibile dare vita a dei percorsi che rispondano agli obiettivi di sostenibilità delle singole aziende e che trasformino la decarbonizzazione in uno strumento per aumentare la loro competitività sui mercati di riferimento. Per questo progetto Edison Next ha attivato sinergie territoriali e messo in campo la propria piattaforma di servizi e competenze con l’obiettivo di mettere a disposizione di Michelin tutte le tecnologie necessarie per traguardare gli obiettivi di medio periodo, integrando già la flessibilità necessaria per poter rispondere a quelli di lungo”, ha dichiarato Giovanni Brianza, ceo di Edison Next.

Presso lo stabilimento Michelin di Cuneo, in grado di produrre 13 milioni di pneumatici per vetture all’anno, Edison Next ha installato e messo in esercizio un impianto di trigenerazione ad alta efficienza e flessibilità di potenza pari a 23 MWe in grado di generare contemporaneamente energia elettrica, vapore per la produzione degli pneumatici e acqua destinata al riscaldamento e raffrescamento. A questo impianto di trigenerazione si aggiunge un sistema integrato di produzione di energia termica tramite un gruppo di caldaie, di cui una alimentata a biomassa legnosa da filiera corta certificata, valorizzando così le risorse e le sinergie a livello territoriale e contribuendo ulteriormente agli obiettivi di sostenibilità del progetto. Edison Next ha inoltre installato tre impianti fotovoltaici – uno a terra e due sulle pensiline dei parcheggi – che alimentano la rete elettrica dello stabilimento. L’insieme di questi impianti, gestiti e operati da Edison Next, consentono allo stabilimento produttivo di essere sostanzialmente autonomo da un punto di vista del fabbisogno energetico: il 97% dell’energia necessaria è infatti autoprodotta e circa il 16% proviene da fonti rinnovabili, permettendo una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 18.000 tonnellate all’anno . Inoltre, gli impianti sono già stati pensati per aumentare nel tempo la quota green: in particolare, l’impianto di trigenerazione è già predisposto per l’impiego di biometano al 100% e di idrogeno al 10%. Il settore industriale piemontese è più «energivoro» della media nazionale con quasi il 23% dei consumi finali assorbito dal segmento manifatturiero a fronte di una media nazionale del 21%. È quanto emerge dallo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi”, promosso da Edison e realizzato da Fondazione Edison con Politecnico di Milano e Politecnico di Torino. Lo studio rivela che il sistema industriale del Piemonte può abbattere i propri consumi energetici di circa il 20% rispetto allo scenario 2019, evitando l’emissione in aria di 1,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno e permettere così un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta, pari a una riduzione del 35% rispetto allo scenario 2019. Un potenziale che può essere liberato introducendo sistemi di autoproduzione, meccanismi virtuosi di condivisione dell’energia (teleriscaldamento e comunità energetiche rinnovabili) e tecnologie innovative negli ambiti energivori, i cosiddetti hard-to-abate.

 

Enaon (Gruppo Italgas): 1 miliardo di euro di investimenti al 2030 a supporto della transizione ecologica della Grecia

È di un miliardo di euro l’investimento complessivo previsto da Italgas in Grecia nell’ambito del Piano Strategico di Gruppo 2024-2030. Un programma di attività che la consociata Enaon svilupperà lungo quattro direttrici principali, a supporto del processo di transizione ecologica in corso. Vale a dire: metanizzazione dei territori non ancora raggiunti dal servizio di distribuzione del gas e contributo al phase out da combustibili più inquinanti come lignite e carbone; trasformazione digitale del network, comprensiva della sostituzione degli smart meter tradizionali con tecnologia “H2 ready”; sviluppo dei gas rinnovabili, biometano e idrogeno verde in primis, per rafforzare il contributo alla decarbonizzazione dei consumi; repurposing della rete esistente per rendere l’infrastruttura energetica più flessibile, pronta per un futuro energetico più sostenibile.
Il Piano illustrato oggi si sviluppa lungo un arco temporale di 7 anni, coerentemente con la traiettoria di crescita del Gruppo. “Questo Piano mette a disposizione della Grecia un miliardo di euro – ha commentato l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo – e disegna il percorso di sviluppo
dell’infrastruttura energetica del Paese. Un percorso che passa dalla capacità di continuare a valorizzare il know-how locale, utilizzando l’esperienza maturata in Italia per ridurre i tempi di applicazione delle tecnologie all’avanguardia e lo sviluppo della rete. La trasformazione digitale del network, l’introduzione della piattaforma DANA per la sua piena automazione e l’installazione di Nimbus, lo smart meter ‘H2 ready’ permetteranno di abilitare rapidamente la rivoluzione dei green gas. Il contributo di Enaon allo sviluppo del Paese è concreto e visibile: promuovere attivamente una transizione ecologica che, al netto delle ideologie, garantisca sicurezza, sostenibilità e competitività dei costi per famiglie e imprese”.

A Bruxelles Salvini incontra nuovo commissario ai Trasporti Tzitzikostas

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, e il nuovo Commissario europeo ai trasporti, Apostolos Tzitzikostas, si sono confrontati ieri per due ore, a Bruxelles, “in un clima concreto, collaborativo e di grande cordialità”. A riferirlo è il Mit. È stato fatto il punto della situazione su vari dossier, ed è stata l’occasione per scambiare opinioni su temi come il green deal, il nucleare, le riforme che l’Italia sta per approvare (soprattutto sui porti e sul nuovo codice della strada), sugli investimenti ferroviari e sul ponte sullo stretto. Salvini e Tzitzikostas hanno condiviso la necessità di un rapporto costante e leale, in continuità con la precedente commissaria Adina Valean. Domani il Vicepremier e Ministro resterà a Bruxelles per partecipare al consiglio dei trasporti dell’Ue.

È operativo l’accordo di garanzia tra Cdp e Mcc, disponibili 4,3 miliardi di nuovi finanziamenti a 50 mila pmi

Diventa operativo l’accordo di garanzia tra Cassa Depositi e Prestiti e Mediocredito Centrale che renderà disponibili 4,3 miliardi di nuovi finanziamenti dal sistema bancario a  50 mila piccole e medie imprese  con l’obiettivo di promuoverne la competitività e gli investimenti. L’iniziativa segue l’intesa sottoscritta a ottobre 2023 tra Cassa Depositi e Prestiti e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI, parte del Gruppo BEI) che prevedeva la concessione da parte del FEI di una contro-garanzia a CDP per 120 milioni, grazie alle risorse di Invest Eu il programma della Commissione Europea che aiuta a mobilitare investimenti a sostegno delle priorità dell’Ue. Nel dettaglio, grazie ai meccanismi di copertura attivati con il FEI, Cassa Depositi e Prestiti sarà in grado di concedere garanzie per 2,8 miliardi al Fondo di Garanzia per le Pmi, gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A sua volta, il Fondo potrà fornire coperture su nuovi finanziamenti erogati dal sistema bancario per un ammontare complessivo che può superare i 4,3 miliardi destinati a circa 50 mila piccole e medie imprese. Si stima che tali risorse saranno ripartite come segue: circa 3 miliardida dedicare alla competitività delle Pmi, più di 1 miliardo per il settore cultura e creativo e oltre 300 milioni per quello dell’istruzione. Fino a oggi, CDP ha rilasciato coperture al Fondo PMI per un importo complessivo di 13 miliardi, sostenendo così l’erogazione di circa 21 miliardi di finanziamenti per oltre 160.000 PMI italiane

ConnAct: gli investimenti in Alta Velocità diminuiranno solo fino al 4% i passeggeri della rete autostradale

Lo sviluppo della rete ferroviaria dell’alta velocità sposterà dal 12 al 15% del traffico  passeggeri delle tratte autostradali in competizione e solo il 3-4% dei passeggeri considerando, invece, l’intera rete autostradale a pedaggio. In sintesi, gli investimenti del PNRR sull’alta velocità a cui si aggiungono quelli previsti dal ministero delle Infrastrutture al 2030, contribuiranno ad alleggerire il traffico autostradale di una percentuale di molto inferiore alla crescita attesa nei prossimi dieci anni. È questa l’elaborazione del Centro Studi Gea – Green Economy Agency, a partire da un’analisi realizzata dal professor Armando Cartenì, docente in Pianificazione delle infrastrutture all’università della Campania Luigi Vanvitelli. Lo studio è stato presentato oggi nel corso dell’evento “Vie del mare e intermodalità per l’integrazione e la sostenibilità dei trasporti europei”. L’incontro, realizzato da ConnectAct la piattaforma che promuove occasioni di confronto pubblico attraverso eventi tematici e momenti di networking, ha visto la collaborazione degli uffici italiani del Parlamento e della Commissione europea.  Secondo la stima del Centro studi Gea, per rispettare gli obiettivi climatici dell’Us servirebbe il quintuplo dei truck elettrici entro il 2034.  Il settore dei camion resta un settore importante, considerando che il 77% delle merci via terra si muove su questi mezzi.  (stima Acea, 2023). I nuovi obiettivi climatici approvati questo maggio dall’Ue, però, prevedono per autocarri medi e pesanti la riduzione delle emissioni del 45% per il periodo 2030-2034, per passare ad una riduzione del 65% per il periodo 2035-2039, per poi arrivare a un taglio del 90% a partire dal 2040.Target ambiziosi che potrebbero essere raggiunti solo quintuplicanod i truck elettrici.

Nel corso dell’evento sono state affrontate anche le complessità del trasporto marittimo. Il blocco del Canale di Suez è di quello di Panama, secondo una stima del Centro studi Gea su dati UNCTAD (UN Trade and Development),  genererà un aumento dei prezzi al consumo pari al +0,6%: parametrato con la spesa media mensile Istat delle famiglie italiane nel 2023, equivale a un potenziale aggravio di circa 200 euro a famiglia all’anno. L’analisi ha preso in considerazione il traffico marino negli 8 passaggi obbligati del commercio globale, i cosiddetti chokepoint (colli di bottiglia): Canale di Suez, Canale di Panama, Stretto di Malacca, Stretto di Hormuz, Stretto di Gibilterra, Bosforo/Dardanelli, Stretto di Bab-el-Mandeb e Capo di Buona Speranza. Oggi l’80% del commercio mondiale avviene via mare, un settore che genera un valore di oltre 14 mila miliardi di euro,  circa il 12% del Pil globale. Tra il 2023 e i primi mesi del 2024, la crisi degli Houthi e la guerra in Medioriente hanno reso complicato il transito delle navi container lungo lo Stretto di Bab-el-Mandeb e il Canale di Suez , così come i cambiamenti climatici hanno reso difficile la navigabilità del Canale di Panama a causa delle siccità. Nel Canale di Suez si è passati da 75 passaggi medi giornalieri di maggio 2023 a 34 passaggi a maggio 2025. Nel Canale di Panama dopo il picco di 43 passaggi medi giornalieri di dicembre 2022, si è passati a 22 passaggi a gennaio 2024. La complicazione delle tratte marine comporta un aumento dei giorni di viaggio delle merci: per esempio, il viaggio per trasportare una merce da Rotterdam a Singapore si allunga di 10 giorni, secondo uno studio del Council on Foreign Relations, preso in considerazione dall’analisi del Centro studi Gea. Un aumento che, oltre a pesare sui prezzi delle merci, ha anche un effetto sulle emissioni di Co2 dei trasporti marittimi. Ma gli effetti della chiusura del canale di Suez non finiscono qui. Con il blocco del chokepoint tra Ma4 Rozzo d Mediterraneo, le navi in arrivo da Oriente rischiano di abbandonare i porti del Mediterraneo, preferendo arrivare ad Amsterdam, Bruges o Tanger Med. E questo ha ripercussioni anche sull’Italia: il 40% delle importazioni ed esportazioni italiane – circa 154 miliardi di euro di beni – transitano da Suez.

Nextchem si aggiudica contratto per un impianto Saf in Nebraska

Maire annuncia che Nextchem (Sustainable Technology Solutions), attraverso la sua controllata MyRechemical , un attore chiave nel segmento Waste-to-Chemical, si è aggiudicata da Dg Fuels Lcc un contratto di early engineering, licensing e Process Design Package (PDP) basato sulla tecnologia proprietaria di gassificazione NX CircularTM per un impianto SAF da realizzare in Nebraska, USA. L’impianto di DG Fuels, operatore statunitense attivo nell’idrogeno rinnovabile e nel carburante per l’aviazione a basse emissioni, sarà in grado di produrre 450 milioni di litri all’anno di SAF derivato da biomasse residue all’entrata in funzione, prevista nel 2029. Licensing e PDP, soggetti a via libera a procedere (cd. Notice to Proceed), sono funzionali all’implementazione delle unità di gassificazione e trattamento del gas di sintesi (syngas) in grado di trattare 1 milione di tonnellate all’anno di residui della coltivazione del mais, unità che rappresentano il primo passo per la produzione di SAF. Il progetto soddisfa i requisiti stabiliti dall’iniziativa Clean Fuels & Products Shot del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE), che mira a decarbonizzare il settore dell’aviazione industrializzando la produzione di SAF. Inoltre, il SAF derivato da biomassa o rifiuti è idoneo nell’ambito del Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA), istituito dall’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO) per ridurre i requisiti di compensazione delle emissioni di carbonio delle compagnie aeree. La capacità combinata degli impianti SAF di DG Fuels in Louisiana e Nebraska potrebbe potenzialmente coprire fino all’8% degli obblighi relativi all’uso di SAF negli Stati Uniti entro il 2030.

Piano Mattei: per l’Ance,  “interessanti margini di crescita per le imprese di costruzione”. Per Ecco Climate, “serve più chiarezza sulla selezione dei progetti”

“Il Piano per noi rappresenta una grande opportunità per rafforzare ulteriormente i legami tra l’Italia e i Paesi africani e per contribuire alla crescita e allo sviluppo sostenibile nel medio e lungo periodo del continente africano. È un’opportunità che si inquadra in un contesto in cui il conteinete africano ha un grandissimo fabbisogno in termini di infrastrutture energetiche. Si aprono quindi nuovi e interessanti margini di crescita delle imprese di costruzione. Rispetto alle nostre imprese, in Africa c’è il 12% delle commesse totale, siamo presenti in 14 Paesi e realizziamo circa 100 opere equamente distribuite tra Nord Africa e Africa subsahariana”. Lo hanno detto i rappresentanti dell’Associazione nazionale costruttori edili, in audizione in commissione Esteri alla Camera, nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei. “Si è pensato, grazie al supporto del ministero degli Esteri, del Mef e dell’Ice – hanno aggiunto – di creare una struttura che accompagni le imprese nella fase di gara per capire meglio i meccanismi in modo da essere più puntuali nelle offerte da proprorre. Per gli studi di fattibilità è invece in corso un lavoro intenso e ci aspettiamo che all’inizio dell’anno prossimo si possa partire con questo strumento determinante anche per non rimanere indietro in Africa”.

Anche Ecco Climate ha svolto un’audizione sulla relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei. “La nostra richiesta di maggiore trasparenza sui progetti è stata parzialmente accolta, ci sono più dettagli rispetto alla specificità dei progetti, all’origine dei finanziamenti e agli strumenti di governance. Tuttavia è necessaria maggiore chiarezza anche sulla coerenza che i progetti devono avere rispetto a una visione strategica dell’intero impianto del Piano”, hanno detto i rappresentati di Ecco Climate. “È quindi necessario stabilire criteri e condizioni di selezione e finanziamento dei progetti, che rispondano a standard per noi importanti, come i benefici e l’impatto da produrre dal punto di vista socioeconomico, di occupazione, ambientale locale e in termini di taglio delle emissioni, sostenibilità finanziaria, scalabilità”.

 

Mazzetti (FI): “Sbagliato non destinare risorse Pnrr a infrastrutture stradali e autostradali”

“Negli ultimi decenni ci sono stati interventi normativi sul settore dei lavori pubblici. Tuttavia, nonostante l’importanza, tra le missioni del Pnrr non è stato inserito il grande tema delle infrastrutture stradali e autostradali, vera colonna dorsale del nostro territorio. Fu fatta la scelta di puntare non più sulle ruote ma su trasporto ‘ambientalista’, ma che non corrisponde alla realtà nazionale. Oggi vogliamo porre le basi per una nuova strategia che vada nella direzione di modernizzare la mobilità integrata, dalla viabilità alla fruibilità della stessa”. Lo ha detto Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento Lavori pubblici di Forza Italia, nel corso del convegno dell’Intergruppo parlamentare Progetto Italia dal titolo “Verifica e manutenzione delle infrastrutture stradali e autostradali: dal censimento al sistema di gestione della sicurezza”, in collaborazione con Associazione Master, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma e Associazione Nazionale Comuni Italiani. “Strade e autostrade rappresentano un segmento strategico per lo sviluppo e la mobilità del Paese – ha ribadito Mazzetti -. Le infrastrutture sono di competenza di più enti, dall’Europa ai Comuni e bisognerà raccordare il tutto con pragmatismo”. Mazzetti ha posto l’accento sull’importanza “di rigenerare le nostre strade e le autostrade, dal centro città fino ai corridoi europei”. “Subito dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi – ha ricordato – ci fu la volontà, da parte del Ministro di allora, di mappare il territorio, con imposizione alle PA locali di farlo in appena 15 giorni – utopia ! -, ma poi tutto è rimasto lettera morta. È indispensabile fare nuove opere, ma lo è ancor di più definire come mantenere le strade e autostrade esistenti, risolvendo il conflitto tra le competenze. E, tra i rischi da considerare, anche quello idrogeologico oltreché quello sismico”. “Ovviamente, dobbiamo anche realizzare – ha sottolineato – nuove infrastrutture, soprattutto nelle aree interne. Un’opera ha un costo, ma è un costo maggiore non fare le opere: lo costatiamo dal livello di ritardo di alcuni territori”. “Partendo da un cambio di visione e di pianificazione – ha rilevato ‐ bisogna arrivare a realizzare un’infrastruttura che possa generare la domanda, non viceversa. Siamo per fare le opere con tutti i rischi prevedibili; infatti, tra gli obiettivi del nuovo codice appalti c’è il risultato”. “Le opere non devono essere cattedrali nel deserto, bisogna connettere le varie opere e metterle a sistema, da quelle che fanno parte della rete Ten-T europea, fino al livello della mobilità cittadina, tenendo conto dell’interazione fra tutte le reti di collegamento stradali, ferroviarie, aeree portuali”. “Oggi abbiamo lanciato un’importante piattaforma per una collaborazione chiara e sostanziale tra aziende dello Stato, politica, impresa e professioni, con la nuova tecnologia che abbiamo. La politica deve trasformare questa speranza e questa voglia in realtà concreta, con strumenti normativi chiari e applicabili”, ha concluso Mazzetti.

 

 

M.C.C.

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