La giornata

Lagarde: molta preoccupazione. Dazi, Ue: PRONTI ad accordo con Usa

  • Dazi, Commissione Ue: ottimisti su  un’intesa entro il 9 luglio. Progressi su Mercosur
  • Collassa l’insegna delle Generali sulla Torre Hadid,  la Procura apre un’inchiesta
  • Pnrr, trasmessa alla Ue la richiesta di pagamento dell’ottava rata pari a 12,8 miliardi di euro
  • Il Cdm approva il Rendiconto, migliorati tutti i saldi. Istat: nel primo trimestre deficit-pil sale all’8,5%
  • Pa, via libera del Consiglio dei ministri al Ddl di valutazione performance. Si applicherà anche agli enti locali
  • Approvato il Decreto flussi 2026-2028, autorizzati 500 mila ingressi 

 

30 Giu 2025

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IN SINTESI

“Il nuovo contesto offre molti motivi di preoccupazione, ma una cosa di cui non devono preoccuparsi è il nostro impegno per la stabilità dei prezzi”. E’ questo il principale messaggio che la presidente della Bce, Christine Lagarde, rivolge ai cittadini dell’area euro,  aprendo i lavori del Forum della banca centrale  a Sintra in Portogallo.  “La Bce è impegnata a rispettare il suo mandato e manterrà se stessa e i suoi strumenti aggiornati per essere in grado di rispondere alle nuove sfide”, assicura Lagarde. “Il mondo è cambiato in modo significativo negli ultimi quattro anni. Alcune delle questioni che ci preoccupavano di più nel 2021, tra cui l’inflazione troppo bassa per troppo tempo, hanno preso una piega piuttosto diversa. Non solo abbiamo assistito a un’impennata dell’inflazione, ma anche ad alcuni aspetti strutturali fondamentali della nostra economia e del contesto inflazionistico stanno cambiando: la geopolitica, la digitalizzazione, il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, la demografia, la minaccia alla sostenibilità ambientale e l’evoluzione del sistema finanziario internazionale. Tutti questi fattori suggeriscono che il contesto in cui operiamo rimarrà altamente incerto e potenzialmente più volatile. Ciò renderà più difficile condurre la nostra politica monetaria e adempiere al nostro mandato di mantenere i prezzi stabili”. Ieri il consiglio direttivo della Bce ha aggiornato la propria strategia di politica monetaria confermando “l’obiettivo di inflazione simmetrico del 2% a medio termine”. “La simmetria – sottolinea la Bce-  richiede un’azione adeguatamente incisiva o persistente in risposta a scostamenti ampi e durevoli dell’inflazione dall’obiettivo in entrambe le direzioni.  Tutti gli strumenti rimarranno disponibili e la loro scelta, struttura e applicazione consentiranno di rispondere agilmente ai nuovi shock. I cambiamenti strutturali come la frammentazione economica e geopolitica e il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale rendono più incerto il contesto di inflazione”.  “Questa valutazione ci ha offerto una preziosa occasione per rivedere con spirito critico il nostro pensiero, verificare il nostro strumentario e affinare la nostra strategia. Ci fornisce una base ancora più solida per condurre la politica monetaria e assolvere il nostro mandato di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto sempre più incerto”, commenta Lagarde. La prima riunione periodica di politica monetaria del Consiglio direttivo che darà applicazione alla strategia aggiornata sarà tenuta il 23-24 luglio 2025. Il Consiglio direttivo intende valutare con cadenza regolare l’adeguatezza della propria strategia di politica monetaria. La prossima valutazione è prevista per il 2030. Come ha detto il capoeconomista dell’Eurotower, Philip Lane,  la Bce opporrà una “reazione energica” a deviazioni dal target di inflazione sia al rialzo che al ribasso. Dopo la revisione della strategia del 2021 – ha spiegato Lane – la Bce aveva sottolineato la necessità di reagire in modo “energico o persistente” a tassi di inflazione troppo bassi ma “questo vale allo stesso modo per i tassi di inflazione superiori all’obiettivo”. In caso di inflazione troppo bassa e tassi di riferimento vicini al limite inferiore effettivo, la principale preoccupazione della politica monetaria è che tali condizioni possano consolidarsi. In presenza di inflazione troppo elevata, invece, la priorità è prevenire “non linearità” nei comportamenti di determinazione di prezzi e salari. Lane ha ricordato come la strategy review del 2021 e’ stata condotta in risposta a una fase molto prolungata di inflazione troppo bassa mentre quella attuale tiene conto del periodo di inflazione molto elevata del periodo post-Covid.

Dazi, Commissione Ue: ottimisti su  un’intesa entro il 9 luglio. Progressi su Mercosur

“Siamo pronti a fare un accordo, la Commissione è ottimista per natura su un accordo entro il 9 luglio. Una delegazione tecnica Ue è in viaggio verso gli Usa per portare avanti i negoziati. Il lavoro continua a livello politico e tecnico”. Lo ha detto ieri un portavoce della Commissione europea nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles parlando dei negoziati Ue-Usa sui dazi commerciali. “Il nostro team tecnico è in viaggio verso Washington e domani, dopo aver concluso il dialogo commerciale ad alto livello con la Turchia, volerò anche io a Washington. A questo punto, vogliamo ottenere il massimo possibile, qualcosa che sia equo per entrambe le parti e che possa aiutare le imprese di entrambi i Paesi ad avere maggiore prevedibilità e chiarezza su come pianificare le proprie operazioni”, ha detto ieri  Maros Sefcovic, commissario per il Commercio e la sicurezza economica, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.  Intanto, riguardo all’eventuale presentazione della proposta di conclusione dell’Accordo Ue-Mercosur, “non sarà presentata oggi (ieri ndr), ma posso confermare che abbiamo fatto progressi e ci potrebbero essere novità nei prossimi giorni”.

Collassa l’insegna delle Generali sulla Torre Hadid,  la Procura apre un’inchiesta

Collassa l’insegna delle Generali in cima alla Torre Hadid a City Life a Milano, sede del gruppo assicurativo. La Procura di Milano, in contatto con i tecnici per monitorare la situazione dell’insegna, dopo la trasmissione degli atti da parte dei vigili del fuoco aprirà un fascicolo per crollo colposo. Il pm di turno sta valutando se sussista o meno un pericolo di crollo e come procede la messa in sicurezza della scritta in cima alla torre. Al vaglio anche l’eventuale sequestro di una porzione o di tutta la torre, ora evacuata. La zona attorno è ancora interdetta al passaggio. Intanto, nella Torre Hadid si è svolto un vertice con vigili del fuoco, Protezione civile del Comune di Milano e responsabili di Generali per decidere come mettere in sicurezza l’edificio e rimuovere la scritta. Non si esclude che il cedimento sia stato causato dal caldo di questi giorni

Pnrr, trasmessa alla Ue la richiesta di pagamento dell’ottava rata pari a 12,8 miliardi di euro

È stata trasmessa alla Commissione europea la richiesta di pagamento dell’ottava rata del Pnrr pari a 12,8 miliardi di euro. La richiesta presentata dall’Italia segue i lavori della Cabina di regia del 24 giugno scorso, presieduta dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, per la verifica del conseguimento dei 40 obiettivi, distinti in 28 target e 12 milestone, tra i quali figurano riforme e investimenti importanti, che consentiranno di alimentare la crescita economica e sociale del Paese. Tra gli interventi realizzati nell’ambito dell’ottava rata, la digitalizzazione della Guardia di Finanza con innovativi sistemi informativi per contrastare la criminalità economica; l’erogazione in ambito scolastico di oltre 1.000 corsi linguistici e metodologici ai docenti; l’attivazione in più di 8.000 scuole di progetti per aggiornare l’offerta scolastica ed orientare gli studenti verso le competenze STEM, l’attuazione di progetti di valorizzazione culturale e turistica attraverso il sostegno a circa 2.000 piccole e medie imprese, oltre alla riqualificazione di circa 50 parchi e giardini storici. Inoltre, 1.400 km di infrastrutture ferroviarie sono state dotate del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS), è stato realizzato un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per identificare i rischi idrogeologici nelle regioni del Mezzogiorno, sono stati eseguiti interventi per la tutela degli habitat marini e per l’osservazione delle coste, è stato programmato l’efficientamento energetico di edifici ERP, in campo universitario sono stati finanziati 5.000 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), assunti circa 2.300 nuovi ricercatori, assegnate oltre 550 borse di ricerca e finanziati programmi e progetti di ricerca su malattie rare e altamente invalidanti. In coerenza con quanto accaduto con le precedenti richieste di pagamento, il trasferimento dell’ottava rata avverrà a seguito dell’iter di valutazione previsto dalle procedure europee, finalizzato a verificare il pieno ed effettivo conseguimento delle milestone e dei target previsti. “Dobbiamo essere tutti orgogliosi del positivo avanzamento del Piano dell’Italia – dichiara Foti – e del consolidamento del nostro primato europeo nella sua attuazione. È un primato che, nei prossimi mesi, ci consentirà di superare quota 153 miliardi di euro, circa il 79% della dotazione finanziaria complessiva del Piano, a seguito del conseguimento di tutti gli obiettivi previsti fino ad oggi, quando ci separano due sole rate dal traguardo finale di agosto 2026. Fin dal primo giorno del suo insediamento, il Governo Meloni ha portato avanti un incessante lavoro, che ha fatto scuola in Europa, per adeguare il PNRR alle reali esigenze di cittadini e imprese e rispettare, al tempo stesso, tutti gli impegni concordati a livello europeo”.

“A questi investimenti strategici – ha dichiarato Foti – si aggiungono anche importanti riforme che mirano a rafforzare la competitività della nostra economia a vantaggio delle imprese, tra cui quella per la riduzione dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni centrali e locali, delle Regioni, delle Province autonome e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale e quella per l’avvio della semplificazione e razionalizzazione degli incentivi alle imprese. Sono risultati che hanno un impatto diretto sull’attività quotidiana dei nostri imprenditori, sull’economia reale. Con gli obiettivi connessi all’ottava richiesta di pagamento, che portano a 374 il numero complessivo degli obiettivi raggiunti, viene confermato, ancora una volta, l’incessante lavoro del Governo, in costruttiva collaborazione con la Commissione europea e con tutti i soggetti impegnati nell’attuazione del Piano. Proseguiremo con la consapevolezza delle ambiziose sfide che ci attendono, con l’intento di ottimizzare le risorse ancora disponibili ed assicurare risultati concreti e duraturi, per famiglie e imprese, attraverso l’allineamento del Piano ai bisogni dell’Italia reale”.

Il Cdm approva il Rendiconto, migliorati tutti i saldi. Istat: nel primo trimestre deficit-pil sale all’8,5%

Via libera del Cdm, su proposta del ministro Giancarlo Giorgetti, al disegno di legge relativo al “Rendiconto generale dello Stato per il 2024” e a quello recante le “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno 2025”. Il Rendiconto generale dello Stato 2024, che è stato parificato dalla Corte dei conti nella seduta del 26 giugno 2025, evidenzia un miglioramento di tutti i saldi sia per competenza sia per cassa. Si evidenzia che, in base ai risultati della gestione finanziaria 2024, in termini di competenza il saldo netto da finanziare e il ricorso al mercato sono stati rispettivamente pari a 107.543 milioni e 393.108 milioni. In termini di cassa, i livelli effettivamente conseguiti dai saldi sono stati pari, rispettivamente, a -151.482 milioni per il saldo netto da finanziare e a -435.411 milioni per il ricorso al mercato. Il disegno di legge di assestamento prevede l’aggiornamento per l’anno 2025 delle previsioni di entrata e degli stanziamenti di bilancio delle spese.L’aggiornamento tiene conto del livello dei saldi di finanza pubblica previsti a legislazione vigente dalla legge di bilancio. Nel complesso, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 800 milioni di euro in termini di competenza e di circa 600 milioni di euro in termini di cassa rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio. Inoltre, il provvedimento reca un miglioramento dell’indebitamento netto, rispetto al DFP, pari a circa 500 milioni di euro. Intanto, secondo le rilevazioni dell’Istat, nel  primo trimestre 2025 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stimato al -8,5% (-8,2% nello stesso trimestre del 2024). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,7% (-4,8% nel primo trimestre del 2024). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -3,5% (-3,4% nel primo trimestre del 2024). La pressione fiscale è stata pari al 37,3%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat che ieri ha diffuso il contro trimestrale della amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.  Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente in termini nominali, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 9,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%, scontando un aumento dello 0,9% dei prezzi (deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie).

Approvato il Decreto flussi 2026-2028, autorizzati 500 mila ingressi 

Il Consiglio dei ministri, su proposta dellapremier  Giorgia Meloni, dei ministri dell’interno Matteo Piantedosi, del Lavoro Marina Calderone, degli Esteri  Antonio Tajani, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e Turismo Daniela Santanché, ha approvato, in esame preliminare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che programma per tale periodo gli ingressi regolari in Italia di lavoratori non comunitari. L’obiettivo del provvedimento è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo dimmigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori. Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, con la seguente ripartizione:lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità; lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità.

Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica. Resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del click day” indica Palazzo Chigi, , che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.

 

Pa, via libera del Consiglio dei ministri al Ddl di valutazione performance. Si applicherà anche agli enti locali

Via libera definitivo del Consiglio dei ministri, al disegno di legge in materia di misurazione e valutazione della performance e sviluppo di carriera. Il provvedimento già approvato in sede preliminare lo scorso 13 marzo ha acquisito, il 12 giugno, il parere favorevole della Conferenza unificata. Ad annunciarlo è stato il ministero per la Pubblica amministrazione. “Con il passaggio definitivo in Consiglio dei ministri del disegno di legge sul merito segniamo un ulteriore passo avanti nell’iter di questo provvedimento, che ora verrà esaminato dal Parlamento”,  ha dichiarato il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo. Il provvedimento, ha riferito il ministero,  introduce importanti innovazioni destinate a rendere più moderni ed efficienti gli assetti organizzativi delle pubbliche amministrazioni. Si prevede un miglioramento dell’efficacia della misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici a cui collegare prospettive di carriera capaci di valorizzare il merito. Il nuovo sistema, infatti, mira a perfezionare l’efficacia della misurazione e valutazione della performance, modalità e tempi di assegnazione degli obiettivi di mestiere a cui si aggiunge la valutazione dei comportamenti organizzativi” e delle capacità, “tra cui la leadership”. “A questo innovativo sistema si affianca un percorso di sviluppo della carriera improntato sul merito per accedere alla dirigenza. Oltre al concorso, infatti, attraverso un meccanismo che rispetta i principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza, i funzionari, in servizio da almeno cinque anni, partecipando a specifici bandi pubblicati dall’amministrazione, sono valutati sulla base della performance, sullo svolgimento di una prova e di una relazione dettagliata, sottoscritta dal dirigente sovraordinato al candidato. La valutazione è affidata a una commissione indipendente composta da 7 membri, che può assegnare un incarico temporaneo per una durata non superiore a 3 anni. Si potrà accedere alla dirigenza soltanto dopo il superamento di un periodo di osservazione di almeno 4 anni e a seguito di una valutazione positiva svolta da una nuova commissione, sempre per garantire il rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità”. Inoltre, “durante l’esame in Conferenza unificata sono state introdotte disposizioni finalizzate a rendere applicabili le nuove disposizioni sulla performance e sullo sviluppo di carriera anche alle Regioni, alle Province e ai Comuni e, sempre nel rispetto dei rispettivi ordinamenti, alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano”. Per Zangrillo, “con questo provvedimento, in cui il contributo del Parlamento sarà fondamentale, passiamo da un approccio ‘burocratico’ a uno per ‘obiettivi’ in cui contano i risultati raggiunti. Ai dirigenti viene attribuita la responsabilità di creare ambienti di lavoro ancora piú dinamici e stimolanti per offrire servizi sempre più in linea alle esigenze dei nostri utenti, cittadini e imprese”.

Conti pubblici, Istat:  nel primo trimestre deficit-pil sale all’8,5%

Nel primo trimestre 2025 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stimato al -8,5% (-8,2% nello stesso trimestre del 2024). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,7% (-4,8% nel primo trimestre del 2024). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -3,5% (-3,4% nel primo trimestre del 2024). La pressione fiscale è stata pari al 37,3%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat che ieri ha diffuso il contro trimestrale della amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.  Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente in termini nominali, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 9,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%, scontando un aumento dello 0,9% dei prezzi (deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie).

Inflazione, Istat: a giugno in lieve risalita a +1,7%

Le tensioni sui prezzi dei beni alimentare spingono lievemente al rialzo l’inflazione di giugno. Secondo le stime preliminari diffuse ieri dall’Istat,  l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione del +0,2% su base mensile e del +1,7% su giugno 2024 (da +1,6% del mese precedente). La dinamica tendenziale dell’indice generale risente dell’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +3,5% a +4,2%) e lavorati (da +2,7% a +3,0%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,6% a +2,9%), oltre che dell’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni durevoli (da -1,1% a -0,8%). Decelerano, invece, i prezzi dei beni energetici regolamentati (da +29,3% a +22,7%) e si amplia la flessione di quelli dei beni energetici non regolamentati (da -4,3% a -4,6%). Nel mese di giugno l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,9% a +2,1%), mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile (a +2,1%). La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua lievemente (da +0,8% a +1,0%), come anche quella dei servizi (da +2,6% a +2,7%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce seppur di poco, portandosi a +1,7 punti percentuali da +1,8 del mese precedente. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano una dinamica in accelerazione (da +2,7% a +3,1%); accelerano anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,5% a +2,1%). La variazione congiunturale positiva dell’indice generale è dovuta prevalentemente all’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,6%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-2,9%) e non regolamentati (-1,1%) e di quelli dei Beni alimentari non lavorati (-0,4%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,4% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a +0,2% su base mensile e a +1,7% su base annua (stabile rispetto al mese precedente).

 

Regioni, la Corte dei Conti: vanno migliorate le tecniche di copertura delle leggi di spesa

Il finanziamento delle politiche regionali di spesa è avvenuto solo raramente attraverso la previsione di nuove o maggiori entrate, confermandosi invece il frequente ricorso a pregresse disponibilità di bilancio. Carenze e lacune sono state, inoltre, accertate nelle relazioni tecniche, spesso inadeguate a una corretta quantificazione degli oneri finanziari. È quanto evidenzia la Corte dei conti nell’analisi svolta sulle tecniche di copertura finanziaria nelle leggi regionali di spesa relative al 2023, approvata dalla Sezione autonomie con Delibera n. 11/SEZAUT/2025/FRG e condotta nell’ambito della funzione ausiliaria, sulla scorta dei dati forniti dalle Sezioni regionali di controllo. Resta particolarmente intenso, specifica la magistratura contabile, anche il ricorso a leggi di riconoscimento di debiti fuori bilancio che, pur in presenza di una valida fonte di copertura, sono sintomatiche di una non corretta programmazione finanziaria. Rimarcando l’obbligo per le Regioni di conformarsi ai principi stabiliti dall’art. 81 della Costituzione e alle indicazioni della giurisprudenza costituzionale, la Corte ha ribadito la necessità complessiva di un miglioramento della stesura dei testi di legge (soprattutto sul versante della metodologia di elaborazione delle relazioni tecniche) e delle tecniche di copertura delle leggi regionali di spesa.

 

Energia, ok dal Cdm al ddl delega su ccs, idrogeno e riduzione emissioni metano

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, lo schema di disegno di legge delega per la definizione di un quadro legislativo in materia di carbon capture and storage (Ccs), idrogeno e riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico.
Il provvedimento, collegato alla legge di Bilancio 2025-2027, punta a disciplinare in modo organico la filiera della cattura e stoccaggio della CO2, interviene sulla regolazione del settore idrogeno e dare attuazione al Regolamento Ue 2024/1787 sulle emissioni di metano. “Facciamo un ulteriore passo concreto verso la neutralità climatica e la sicurezza energetica del Paese”, commenta il ministro Pichetto: “Definiamo infatti – spiega – un quadro normativo chiaro per tecnologie fondamentali alla decarbonizzazione dei settori industriali più complessi. Favoriamo inoltre lo sviluppo dell’idrogeno come vettore strategico del futuro e rafforziamo gli strumenti per attuare gli impegni europei sul metano”.
Si compone di quattro articoli la bozza del disegno di legge di delega. Che individua nell’Arera l’autorità di regolazione nazionale in materia di idrogeno. Vengono poi designate le autorità competenti per “assicurare e monitorare il rispetto delle disposizioni del regolamento Ue in materia di riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia”. Le autorità individuate sono da un lato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dall’altro “ciascuna Regione o Provincia autonoma territorialmente competente”. “Le funzioni di autorità di regolazione nazionale in materia di idrogeno” sono attribuite “all’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente” (Arera), si legge nel testo. In ragione di queste competenze attribuite ad Arera, si legge nel testo, “la pianta organica dell’Autorità medesima è incrementata in misura di dodici unità di ruolo”. All’onere derivante dalle competenze e dalle nuove unità di personale, si provvederà “mediante un contributo posto a carico dei soggetti operanti nel settore dell’idrogeno, di importo non superiore all’1 per mille dei ricavi dell’ultimo esercizio di ciascuno dei medesimi soggetti”.
Quanto alla ccs, “il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la definizione di una disciplina organica delle attività di cattura, trasporto, utilizzo e stoccaggio geologico del biossido di carbonio, anche mediante il riordino e il riassetto della normativa vigente”.Tra i vari principi e criteri direttivi, nell’esercizio della delega il Governo dovrà “definire la disciplina della filiera Ccus in coerenza con gli obiettivi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) e in un’ottica di complementarietà rispetto all’impiego delle fonti rinnovabili e ai processi di efficientamento energetico per l’abbattimento delle emissioni di biossido di carbonio nel settore industriale, nonché nella produzione termoelettrica, anche da rifiuti urbani, nella produzione di gas a basso tenore di carbonio, nell’utilizzo di combustibili di origine biogenica e nel prelievo di biossido di carbonio direttamente dall’atmosfera”. Il Governo, inoltre, dovrà “stabilire regole per la separazione delle attività della filiera Ccus, al fine di promuovere la concorrenzialità delle attività di cattura, di utilizzo e di trasporto, diverse da quelle tramite rete, del biossido di carbonio” e “disciplinare uno specifico procedimento per l’approvazione dei piani di sviluppo delle infrastrutture di trasporto e di stoccaggio del biossido di carbonio, tenendo conto anche dell’adeguatezza, dell’economicità degli investimenti e degli obiettivi di decarbonizzazione del Pniec”. Nell’esercizio della delega, bisognerà poi “disciplinare il regime di diritti e responsabilità in relazione alle attività di cattura, trasporto, stoccaggio e utilizzo di biossido di carbonio” e “definire termini e modalità di utilizzo del biossido di carbonio in conformità alla disciplina eurounitaria”. Tra i principi fissati all’interno del ddl, anche “disciplinare un procedimento unico – che comprenda anche la concessione del relativo sito – per il rilascio di ogni titolo abilitativo allo svolgimento delle attività di cattura, di trasporto ovvero di stoccaggio di biossido di carbonio, ivi compresi quelli di compatibilità ambientale”.
Quanto al metano, invece, “al fine di assicurare e monitorare il rispetto delle disposizioni del regolamento Ue” in materia “di riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia” sono designate diverse autorità competenti. In particolare, si prevede che il Mase, anche per tramite delle sezioni competenti dell’Unmig (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse), sia competente su “ricerca e coltivazione gas fossile” e “pozzi inattivi e temporaneamente o permanentemente tappati”, per il monitoraggio dei quali potrà avvalersi del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Il Mase sarà inoltre competente su trasporto, distribuzione e stoccaggio sotterraneo del gas naturale, per cui potrà avvalersi di convenzioni con la società Acquirente unico, con funzione di Organismo centrale di stoccaggio italiano (Ocsit). Quanto “alle miniere di carbone sotterranee e a cielo aperto attive”, chiuse o abbandonate, la competenza è delle Regioni o delle Province autonome, che potranno avvalersi degli organi di polizia mineraria.

Ai gigafactory, arrivate 76 manifestazioni d’interesse da 16 Paesi Ue

“Ci sono state 76 proposte per la creazione di gigafabbriche di Ia in 16 Stati membri e in 60 diversi settori. Questo risultato supera di gran lunga le aspettative e dimostra che l’Europa sta vivendo un momento di forte slancio verso l’innovazione nel campo dell’Ia”. Lo ha detto Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con delega a Sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. Sebbene queste candidature non costituiscano candidature formali, svolgeranno un ruolo cruciale nell’aiutare la Commissione europea e gli Stati membri a individuare e mappare un elenco dinamico e non vincolante di potenziali candidati pronti a realizzare strutture Gigafactory di Ia di livello mondiale in tutta l’Ue, in vista del bando ufficiale previsto per la fine del 2025 – sottolinea la nota ufficiale -. “Insieme hanno ora indicato l’intenzione di acquisire almeno 3 milioni di processori AI (Gpu) di ultima generazione in totale”, ha affermato Virkkunen. Tra gli intervistati figurano importanti aziende europee che rappresentano gestori di data center, operatori di telecomunicazioni e fornitori di energia, nonché partner tecnologici e investitori finanziari europei e globali. Nelle loro manifestazioni di interesse, gli intervistati prevedono l’acquisizione di almeno tre milioni di processori specializzati (Gpu) di ultima generazione in totale.La Commissione Europea non divulgherà ulteriori informazioni sull’identità dei Rispondenti, date le informazioni commerciali riservate fornite nelle loro manifestazioni di interesse. Allo stesso tempo, i singoli Rispondenti possono decidere di divulgare la propria documentazione di propria iniziativa.
“Stiamo finalizzando le linee guida sulla protezione dei minori – online – e prevediamo di pubblicarle a luglio, insieme ad una versione beta dello strumento sulla verifica dell’età, che sarà un progetto pilota, la prima parte del nostro ‘Digital wallet’- ha aggiunto Virkkunen rispondendo alle domande -. Non stiamo lavorando ad un approccio che debba essere obbligatorio per tutti, le nostre linee guida sono basate sul Dsa, dove non è previsto che tutti i servizi debbano verificare l’età. Ma è molto importante che adesso tutte le piattaforme di social media si assumano responsabilità, per i minori devono esserci livelli molto alti di privacy e sicurezza”.
“L’Ai Act non fa parte dei negoziati con gli Stati Uniti sui dazi commerciali. Stiamo ultimando il codice di condotta e la prossima tappa importante sarà il 2 agosto, quando l’Ai act si applicherà all’IA generativa. Vogliamo pubblicare un codice di condotta prima di allora, per aiutare l’industria e le Pmi a conformarsi all’Ai Act”. La Commissione europea ora avvierà a breve le discussioni con tutti i partecipanti al progetto per preparare le prossime fasi dell’iniziativa Ai Gigafactory. La Commissione prevede quindi di lanciare un bando ufficiale per la creazione di Ai Gigafactory nell’Ue nel quarto trimestre del 2025, tramite l’impresa comune EuroHpc.

 

Gli europei considerano la lotta ai cambiamenti climatici una priorità e sostengono l’indipendenza energetica

La grande maggioranza degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia un problema serio (85%), secondo un nuovo sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi. Tra gli intervistati, 8 su 10 (81%) sostengono l’obiettivo a livello dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Da un punto di vista economico, oltre tre quarti (77%) degli europei concordano sul fatto che il costo dei danni dovuti ai cambiamenti climatici è molto più elevato degli investimenti necessari per una transizione verso l’azzeramento delle emissioni nette. La maggior parte degli europei (85%) concorda sul fatto che la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbe essere una priorità per migliorare la salute pubblica e la qualità della vita. Analogamente, l’83% degli intervistati concorda sul fatto che prepararsi meglio agli effetti negativi dei cambiamenti climatici migliorerà la vita dei cittadini dell’UE. I cittadini europei sentono anche l’impatto dei cambiamenti climatici nella loro vita quotidiana. In media, quasi 4 europei su 10 (38%) si sentono personalmente esposti a rischi e minacce ambientali e climatici. In 8 Stati membri, più della metà degli intervistati si sente in questo modo; principalmente nell’Europa meridionale, ma anche in Polonia e Ungheria.
Quasi nove europei su dieci (88%) ritengono importante che l’UE intervenga per aumentare le energie rinnovabili e lo stesso numero (88%) ritiene importante che l’UE intervenga per migliorare l’efficienza energetica,  ad esempio incoraggiando le persone a isolare la propria casa, installare pannelli solari o acquistare auto elettriche. Tre quarti (75%) ritengono che la riduzione delle importazioni di combustibili fossili aumenterà la sicurezza energetica e avvantaggerà economicamente l’UE. Il 77% degli europei concorda sul fatto che agire in materia di cambiamenti climatici favorirà l’innovazione. Più di otto europei su dieci (84%) concordano sulla necessità di fornire un maggiore sostegno alle imprese europee per competere nel mercato globale delle tecnologie pulite, dimostrando il sostegno pubblico al patto per l’industria pulita.
La grande maggioranza dei cittadini dell’UE intraprende un’azione individuale per il clima (92%) e compie scelte sostenibili nella vita quotidiana. Tuttavia, alla domanda su chi si trova nella posizione migliore per affrontare il cambiamento climatico, solo il 28% ritiene di essere nella posizione migliore per invertire la tendenza attraverso azioni individuali. I cittadini hanno individuato i governi nazionali (66%), l’UE (59%) e le imprese e l’industria (58%) nella posizione migliore per affrontare i cambiamenti climatici. Il 44% ha visto il governo regionale e locale ben posizionato per intraprendere azioni per il clima.
Mentre l’84% dei cittadini concorda sul fatto che il cambiamento climatico è causato dall’attività umana, oltre la metà degli intervistati (52%) ritiene che i media tradizionali non forniscano informazioni chiare sul cambiamento climatico, sulle sue cause e sui suoi impatti. Analizzando più ampiamente i canali di comunicazione, il 49% ritiene che sia difficile distinguere tra informazioni affidabili e disinformazione sui cambiamenti climatici sui social media.

Il Commissario Ue Tzitzikostas  visita Fiumicino: “aeroporto sostenibile, l’ammodernamento delle infrastrutture è una priorità per l’Europa”

Il Commissario Europeo per i Trasporti e il Turismo sostenibile, Apostolos Tzitzikostas ha visitato ieri pomeriggio, a conclusione della sua missione in Italia, l’aeroporto di Fiumicino, recentemente premiato come “Best Airport” europeo, per la settima volta dal 2018, da ACI (Airports Council International) Europe. Tzitzikostas, accompagnato dal capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, Claudio Casini, è stato accolto da Giampiero Massolo, presidente di Mundys, Vincenzo Nunziata, presidente di Aeroporti di Roma e Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di
Roma, all’interno dell’Innovation Hub del Terminal 1, acceleratore di nuove idee di impresa in cui sono state coinvolte, negli ultimi anni, oltre 1000 startup da tutto il mondo. Dopo aver illustrato alcune delle nuove soluzioni tecnologiche sviluppate nell’Hub e oggi operative nello scalo, i Vertici di ADR e della Capogruppo Mundys hanno esposto al Commissario Europeo le prospettive future dell’aeroporto e della connettività diretta del Paese, soffermandosi inoltre sulla grande spinta di Aeroporti di Roma sulla trasformazione digitale, sul forte impegno verso il NetZero entro il 2030 e sulla promozione, all’interno dei Terminal, dell’arte e della cultura italiane. Grazie a queste direttrici e agli investimenti messi in campo per oltre 2.5 miliardi di euro complessivi (pari alla metà dell’intero settore aeroportuale italiano) negli ultimi dieci anni, il “Leonardo da Vinci”, che nel 2024 ha accolto circa 50 milioni di passeggeri, è infatti entrato per lanprima volta nella Top10 Skytrax dei migliori scali su scala globale, diventando così un punto dinriferimento riconosciuto nel settore aeroportuale internazionale. “Sono rimasto colpito dall’eccellente qualità del servizio e dall’efficienza operativa dimostrate oggi da ADR. L'aeroporto di Roma si colloca giustamente tra i migliori, in quanto rappresenta un vero e proprio modello di strategia di investimento sostenibile che sta chiaramente
dando risultati. Per la Commissione Europea, l’ammodernamento delle infrastrutture chiave, in particolare nel settore dei trasporti, rimane una priorità assoluta, sia per rafforzare la competitività dell’Europa sia per sostenerne la crescita economica.” A margine dell’incontro, il Commissario è stato accompagnato per un breve tour del Terminal 1, dove ha avuto modo di ammirare le opere del Parco Archeologico di Ostia Antica, esempio della collaborazione tra ADR e il territorio che ospita l’infrastruttura aeroportuale, nonché di valorizzazione del patrimonio culturale italiano per i passeggeri di tutto il mondo.

Aeroporti, a Venezia il sopralluogo della Commissione Via in vista dell’ok al del Master Plan 2023 – 2037

Nell’ambito della procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) in corso presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sul Master Plan al 2037 dell’Aeroporto di Venezia si è tenuto ieri il sopralluogo della relativa Commissione Tecnica con i rappresentanti del ministero della cultura e degli altri Enti coinvolti sulle aree interessate dal Master Plan stesso. La procedura, a seguito dell’approvazione tecnica dell’Enac, era stata avviata nell’agosto del 2024. Scopo della visita, l’approfondimento e la contestualizzazione dei principali progetti inseriti nel piano di sviluppo dello scalo al 2037, il cui valore complessivo è di 2 miliardi di euro, 380 milioni dei quali destinati ad interventi di sostenibilità ambientale. Il sopralluogo alle diverse aree interessate dal nuovo Master Plan è stato supportato dal personale di Save ed Enac, in un percorso articolato che ha interessato aree interne ed esterne al sedime aeroportuale. Nel corso del sopralluogo sono state visitate le aree destinate alla realizzazione del corridoio ecologico in fregio al fiume Dese, la futura cargo city, l’intervento di riqualifica della barena in prossimità della testata pista versante sud e del Polo per la produzione delle energie rinnovabili. In tale Polo rientra la realizzazione dell’impianto agrivoltaico che contribuirà alla transizione energetica dello scalo, permettendo di raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2030. Al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile nel Master Plan è stata massimizzata la capacità delle infrastrutture esistenti, limitandone la realizzazione di nuove, prevedendo una serie di interventi volti alla tutela del paesaggio e della biodiversità tra i quali, creazione di aree verdi in connessione con le zone a bosco limitrofe al fiume Dese, realizzazione di un’area fruibile dalle comunità del territorio. A valle del sopralluogo è stato effettuato un incontro al quale hanno preso parte sia la Commissione Tecnica del MASE che il MiC e i diversi Enti interessati dalla procedura di VIA, nel corso del quale sono stati illustrati da Save ed Enac i contenuti del progetto. A seguito dell’esame della documentazione integrata ad aprile 2025, dei chiarimenti già forniti e di ulteriori che si rendessero eventualmente necessari, è atteso nei prossimi mesi il parere della Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente.

 

Plenitude avvia la produzione del parco fotovoltaico di Renopool in Spagna, il più grande mai realizzato dalla società

Plenitude avvia la produzione del blocco nord dell’impianto fotovoltaico di Renopool, situato nel comune di Solana de los Barros, a Badajoz, nella regione dell’Estremadura in Spagna, per una capacità installata di 130 MW. Una volta operativo entro la fine del 2025, sarà il più grande parco solare realizzato dalla società a livello globale, costituito da sette impianti distribuiti in due blocchi, per una capacità installata complessiva di 330 MW. La società prevede che il blocco nord, attualmente collegato alla rete e costituito da tre impianti fotovoltaici, garantirà una produzione di oltre 265 GWh all’anno. Questo traguardo è stato raggiunto grazie al supporto e all’esperienza della Società di costruzione OHLA e a una importante e proficua sinergia con le autorità locali e
l’amministrazione pubblica, tra cui il Comune di Badajoz e il Dipartimento di Agricoltura, Allevamento e Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Cultura, Turismo, Politiche giovanili e Sport del Governo Regionale dell’Estremadura. Una collaborazione che sarà fondamentale anche per lo sviluppo delle ulteriori attività di costruzione dell’impianto e per la sua completa entrata in esercizio. “Il collegamento alla rete del primo blocco di Renopool rappresenta un momento molto importante nella nostra strategia di sviluppo del business delle rinnovabili in Spagna. Si tratta del nostro più grande parco solare, non solo per dimensioni, ma anche per l’impatto positivo a livello ambientale ed economico che avrà nella Regione e per il suo contributo alla transizione energetica del Paese”, ha dichiarato Mariangiola Mollicone, Head of Renewables in Western Europe di Plenitude e Managing Director Plenitude Renewables Spain.
Plenitude, infatti, nell’ambito del processo autorizzativo del progetto, ha realizzato diverse misure all’interno dell’area dell’impianto fotovoltaico per promuovere la conservazione della fauna autoctona. Inoltre, la Società ha avviato attività a lungo termine volte al monitoraggio e alla salvaguardia del contesto ambientale e la conservazione della biodiversità, tra cui la firma di un accordo con l’Università dell’Estremadura, che permetterà lo sviluppo di studi scientifici per 5 anni incentrati sulla presenza di fauna e sulla qualità del suolo nei pressi degli impianti solari. Infine, la Società gestirà un’area di oltre 100 ettari dedicata a migliorare lo stato di conservazione degli uccelli delle steppe che nidificano nella zona. Plenitude, Società controllata da Eni, ha raggiunto, grazie in particolare all’avanzamento della costruzione degli impianti presenti in Estremadura, Castilla y León e Andalusia, una capacità installata in Spagna di circa 1300 MW e sta sviluppando nuovi progetti attraverso diverse tecnologie rinnovabili per oltre 2 GW di capacità installata futura.

 

Accordo tra Azimut ed Eni Next per l’innovazione energetica con un nuovo fondo Eltif di venture capital

Eni Next e il Gruppo Azimut hanno siglato un accordo di collaborazione nell’ambito del quale Azimut lancerà un nuovo fondo di investimento a lungo termine
europeo (ELTIF) di venture capital per cui si avvarrà anche della consulenza e delle competenze di Eni Next sugli sviluppi tecnologici nel settore energetico. Il fondo ELTIF, il cui avvio è previsto per settembre 2025, sosterrà gli investimenti nel settore energy tech. Con un target di raccolta di 100 milioni di euro, il fondo di diritto lussemburghese – attualmente in fase di autorizzazione da parte delle Autorità competenti – sarà accessibile a una platea ampia di investitori,
sia istituzionali che privati, secondo i criteri stabiliti dal nuovo Regolamento ELTIF 2.0. Il portafoglio sarà composto da startup e scale-up principalmente statunitensi attive nel settore cosiddetto “clean tech”, con un focus su decarbonizzazione, efficienza energetica, mobilità sostenibile ed economia circolare.
Inoltre, il fondo potrà investire anche in società europee e di altri mercati internazionali. L’accordo di collaborazione combina l’esperienza finanziaria di Azimut nei private market con le competenze tecnologiche ed industriali di Eni Next, da sempre all’avanguardia nella promozione di soluzioni innovative in ambito energetico. La scelta di Eni Next come uno degli advisor del fondo conferisce al progetto una capacità unica nella fase di individuazione di tecnologie e quindi start-up ad alto impatto, grazie al presidio diretto della società sulle frontiere dell’innovazione e alla presenza internazionale nei diversi settori di business dell’energia. Azimut, da parte sua, mette a disposizione il proprio know-how nella gestione e strutturazione di prodotti alternativi e nella distribuzione cross-border. Clara Andreoletti, ceo di Eni Next, ha commentato: “La collaborazione avviata con Azimut offre un’ulteriore leva a Eni Next per valorizzare realtà a carattere innovativo in ambito energetico. Unendo le nostre conoscenze verticali alla capacità di raccolta di investimenti di Azimut, la partnership contribuirà ancora di più all’accelerazione e alla crescita del portafoglio di Eni Next. Il settore energetico, come molti altri comparti industriali, sta attraversando una profonda trasformazione guidata dall’innovazione tecnologica. Per sostenere questo processo di cambiamento e garantirne la
sostenibilità economica, è cruciale il capitale privato che consente alle nuove soluzioni tecnologiche di emergere e scalare rapidamente”. Giorgio Medda, ceo di Azimut Holding, ha commentato: “Proseguiamo nel nostro impegno a guidare l’innovazione finanziaria in Italia, attraverso una nuova collaborazione di alto valore con Eni Next. Una partnership resa possibile dalla presenza consolidata di entrambi i Gruppi negli Stati Uniti, dove operano con centri di eccellenza nei private markets, e da una visione condivisa sul futuro. Grazie alle nuove tecnologie il settore energetico sta attraversando una trasformazione generazionale, orientata alla ricerca di soluzioni sempre più efficienti, e con il fondo daremo agli investitori la possibilità di accedere alle opportunità più promettenti e ad alto potenziale, contribuendo a portare ad almeno 470 milioni di euro il totale degli investimenti del Gruppo, dal 2022, a favore della transizione energetica globale e della sostenibilità ambientale. Dopo l’accordo siglato con il nostro fondo Automobile Heritage Enhancement e Ferrari, questa nuova alleanza con un altro campione italiano rappresenta un ulteriore passo nel nostro percorso di crescita come partner delle eccellenze italiane negli investimenti innovativia livello globale.”

A2A, cede ad Ascopiave il 100% di Ap Reti Gas North. Accordo con Bp per la fornitura di Gnl per 17 anni

Il Gruppo A2A (ed in particolare le società A2A Spa, Unareti, LD Reti ) e Ascopiave hanno sottoscritto ieri l’atto definitivo (closing) per la cessione ad Ascopiave del 100% delle quote di AP RETI GAS North, veicolo societario titolare dei rami di azienda comprendenti un compendio di assets composto da circa 490 mila pdr di distribuzione gas relativi agli ATEM nelle Province di Brescia, Cremona, Bergamo, Pavia e Lodi, con una Rab 2023 di 397 milioni di euro e un ebitda  2023 pari a 44 milioni di euro. Il deal sarà efficace dal 1° luglio 2025. L’operazione è stata completata a valle del verificarsi delle relative condizioni sospensive e del conferimento da parte di Unareti e di LD Reti in AP RETI GAS North degli asset ricompresi nei rami d’azienda sopra menzionati.Il prezzo corrisposto da parte di Ascopiave, che esprime la valutazione del ramo d’azienda al 31 dicembre 2023, è pari a 430 milioni di euro, e sarà soggetto ad aggiustamento successivamente al closing, come da prassi. Sempre ieri, A2A e bp hanno firmato un accordo per la compravendita di gas naturale liquefatto, secondo cui A2A acquisterà fino a 10 carichi (pari a circa 1 miliardo di metri cubi) di gnl all’anno dal 2027 al 2044. Il volume sarà fornito ad A2A sia su base DES (Delivered Ex Ship) sia FOB (Free on Board). Secondo i termini dell’accordo, bp fornirà ad A2A GNL dal suo portafoglio diversificato globale. Il GNL sarà ricevuto e rigassificato presso il terminale OLT Offshore LNG Toscana a Livorno dove A2A si è aggiudicata in asta capacità di rigassificazione pluriennale, nonché presso altri terminali in Europa. La fornitura di GNL contrattualizzata soddisferà circa il 20% del fabbisogno del Gruppo. Per A2A l’accordo è in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Industriale del Gruppo al 2035, che prevedono una riduzione del 65% del fattore emissivo Scope 1 e 2 grazie anche alla crescita della capacità installata da fonti rinnovabili, pari a 5,7 GW, e all’elettrificazione dei consumi energetici finali. Le consegne del gas, che saranno avviate nell’ultimo trimestre del 2027, vedranno una riduzione dei carichi a partire dal 2042. Le due società lavoreranno anche insieme per consentire ad A2A di ottimizzare la capacità di trasporto marittimo per una parte del volume. A2A prevede un minor consumo interno di gas negli ultimi anni di contratto e di conseguenza una quota parte della fornitura potrà pertanto essere indirizzata verso altri mercati

“L’instabilità geopolitica che da tempo caratterizza lo scenario mondiale ha messo in evidenza la necessità di consolidare il sistema di approvvigionamento energetico dell’Italia, caratterizzato da un ancora elevato livello di dipendenza da fonti estere via pipeline – commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A – Nei prossimi anni il gas continuerà a mantenere un ruolo rilevante per la sicurezza del sistema nazionale, bilanciando l’intermittenza delle rinnovabili attraverso la produzione termoelettrica, sempre più efficiente grazie a impianti a ciclo combinato di ultima generazione con rendimenti superiori al 60%. Con la firma di questo importante accordo abbiamo scelto di diversificare il mix delle forniture beneficiando di una maggiore stabilità e prevedibilità dei prezzi nel medio lungo periodo. Come secondo operatore in Italia abbiamo l’obiettivo di soddisfare la domanda di energia dei clienti finali e contribuire alla sicurezza e stabilità del Paese, di imprese e cittadini.”

 

Accordo pluriennale tra Edison e Verdalia per il ritiro di 14 milioni di metri cubi annuo di biometano agricolo per i trasporti

Edison stringe un accordo di lungo termine con Verdalia Bioenergy, uno dei principali operatori italiani nel settore del biometano agricolo, per il ritiro in esclusiva del biometano prodotto dal portafoglio di sette impianti di Verdalia situati nella provincia di Brescia. L’accordo prevede che l’intera capacità produttiva di questi impianti, pari a circa 14 milioni di metri cubi all'anno, venga destinata al settore dei trasporti. Il biometano ritirato da Edison è prodotto dal trattamento di circa 350.000 tonnellate all’anno di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli non destinati al consumo umano. Verdalia prevede di aumentare la capacità produttiva di questi impianti di oltre il 50% nei prossimi anni, grazie agli investimenti previsti. L’accordo prevede che Edison acquisti l’intera produzione di biometano di Vedalia per un periodo fino a 10 anni. Allo stesso tempo, Edison fornirà anche l’energia elettrica e il gas necessari per il funzionamento degli impianti, promuovendo un approccio integrato e sostenibile all’intera filiera energetica. Il biometano è uno dei pilastri della transizione energetica europea, come evidenziato nel piano REPowerEU, che mira a decuplicarne la produzione entro il 2030, raggiungendo i 35 miliardi di metri cubi all’anno. I suoi benefici ambientali includono la riduzione delle emissioni di gas serra, la valorizzazione dei rifiuti organici e il sostegno all’economia circolare. Edison è uno dei principali operatori italiani nel settore del biometano, con una quota pari a circa un terzo del mercato nazionale. Nel 2024 ha venduto GNL e BioGNL in volumi in grado di rifornire 17.000 autoarticolati, consegnando il gas naturale a circa 500 stazioni di rifornimento in tutta Italia; e ha proseguito lo sviluppo di nuova capacità per la produzione di Biometano e Biogas con complessivamente 8 impianti in gestione, costruzione e autorizzazione in Italia e Spagna. Il gruppo è attivamente impegnato in una strategia di lungo periodo che integra produzione, approvvigionamento e commercializzazione di energia verde al servizio della transizione energetica dei propri clienti.

“L’accordo con Verdalia Bioenergy è un tassello importante della nostra strategia che punta ad aumentare la quota di green gas in portafoglio, nell’ottica di una produzione di energia sempre più decarbonizzata. Con questa collaborazione, rafforziamo la nostra posizione sul mercato italiano ed europeo dei green gas, in particolare nel settore dei trasporti, tradizionalmente hard to abate, confermando il nostro ruolo di operatore responsabile impegnato ad affiancare i propri clienti nel loro percorso di decarbonizzazione, attraverso quote crescenti di green gas, come appunto il biometano e il bioGnl ”, commenta Andrea Qualiano, Responsabile Green Gas Origination & Gas Supply Portfolio Decarbonization di Edison. “Questo accordo con Edison consente a Verdalia Bioenergy di razionalizzare e ottimizzare le proprie attività a valle, centralizzando la gestione delle attività di spedizione, vendita e di fornitura per i nostri attuali impianti operativi in un unico quadro contrattuale. Ciò consente a Verdalia di concentrarsi sulla sua missione principale: costruire e gestire impianti e produrre biometano, bioCO2 e biofertilizzanti con l’ambizione di essere la migliore della categoria nel settore in Europa”, commenta Cristiano Campi, Chief Commercial Officer di Verdalia Bioenergy.

 

“Cantieri aperti”, tappa a Sestri dell’iniziativa di Fincantieri. Al centro il futuro del lavoro e dell’innovazione

Il cantiere di Sestri Ponente ha ospitato oggi la nuova tappa del roadshow “Cantieri aperti, vista sul futuro”, l’iniziativa promossa da Fincantieri che accompagna istituzioni e stakeholder dentro il cuore dei cantieri italiani del Gruppo. Dopo Monfalcone e Marghera, il percorso è proseguito oggi a Genova Sestri, con un momento di confronto dedicato all’innovazione industriale, alla trasformazione organizzativa e alle sfide della sostenibilità. Uno dei temi al centro della giornata, il progetto “Evoluzione Indotto”, con cui Fincantieri intende riportare i fornitori dell’indotto al centro del sistema produttivo, rafforzando il modello industriale attraverso una collaborazione strutturata e di lungo periodo. L’iniziativa prevede l’attivazione di percorsi di valorizzazione e stabilizzazione delle Società, promuovendo condizioni favorevoli per la loro crescita e integrazione. Elemento chiave del progetto riguarda la formazione: verranno implementati, infatti, programmi formativi trasversali per i dipendenti, con l’obiettivo di accompagnare l’evoluzione delle competenze richieste dal nuovo assetto produttivo. “A Genova vogliamo realizzare la casa della cantieristica 5.0, – ha dichiarato l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero – perché questo territorio ha tutti gli ingredienti per posizionarsi come banco di prova per nuove idee, grazie anche a eccellenze come l’Istituto Italiano di Tecnologia. Sestri è un esempio di innovazione, competitività e responsabilità sociale. È un cantiere dove il saper fare si intreccia con la tecnologia e dove le persone sono al centro di un modello industriale sostenibile. Con questa iniziativa vogliamo dimostrare come la cantieristica navale possa rappresentare un motore di sviluppo per il Paese, capace di coniugare crescita economica, coesione sociale e apertura al futuro. Oggi vogliamo ribadire il nostro impegno su sicurezza, inclusione, valorizzazione delle competenze e qualità del lavoro, favorendo al contempo un dialogo continuo con il territorio”. L’iniziativa si inserisce in un impegno più ampio di Fincantieri per uno sviluppo industriale sostenibile e radicato nei territori in cui opera, tra cui in Liguria, dove il Gruppo è presente con importanti poli produttivi e centri di ricerca: il cantiere di Sestri Ponente, il polo integrato di Riva Trigoso e Muggiano e la sede della Divisione Navi Militari. A queste realtà si affiancano Fincantieri Nextech e Cetena, centri di eccellenza tecnologica e di ricerca. La Regione è simbolo della cantieristica del futuro, grazie a investimenti in innovazione tecnologica, automazione e collaborazioni strategiche. Con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, il Gruppo è impegnato da tempo a costruire un ecosistema di innovazione in grado di accelerare il percorso verso una cantieristica sempre più digitale, efficiente e sostenibile. Accanto alla trasformazione tecnologica, Fincantieri promuove iniziative per l’integrazione del personale straniero, come sportelli di mediazione culturale, corsi di lingua e nuovi spazi di accoglienza. Il legame con il territorio si rafforza anche attraverso progetti di riqualificazione urbana e apertura alla cittadinanza, come impianti sportivi, spazi digitali e aree di coworking. Con un impegno concreto verso una maggiore integrità e trasparenza del sistema produttivo, Fincantieri si fa promotrice della regolarità retributiva e contributiva nei rapporti di lavoro lungo tutta la filiera rafforzando i principi di responsabilità sociale. In tale ambito si inseriscono, tra le diverse iniziative introdotte, il Protocollo d’Intesa siglato con la Guardia di Finanza, volto a prevenire e contrastare possibili infiltrazioni criminali e irregolarità nel sistema economico e produttivo, e l’avvio di un progetto per l’adozione di una certificazione che attesti la regolarità contributiva, retributiva e normativa nella filiera navalmeccanica.

Energia, Green Independence ottiene l’ammissibilità per un piano di investimenti da 7,5 milioni di euro del bando Pia

Green Independence, start up pugliese impegnata nello sviluppo di tecnologie innovative per accelerare l’indipendenza energetica dai combustibili fossili, ha ottenuto l’ammissibilità per un piano di investimenti da 7,5 milioni di euro, di cui 5,2 a fondo perduto, nell’ambito del bando PIA (Programma Integrato di Agevolazioni). L’ammissibilità rappresenta un passaggio decisivo per l’industrializzazione della tecnologia innovativa Soleidon, il pannello solare multifunzionale progettato da Green Independence, in grado di integrare in un’unica unità la produzione di energia solare e la desalinizzazione o depurazione di acque marine e reflue.

 

Espe si aggiudica due nuove commesse da 4,4 milioni per nuovi impianti fotovoltaici

Espe, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore delle energie rinnovabili, ha sottoscritto due nuovi contratti con un primario Independent Power Producer (IPP) italiano per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, per una potenza complessiva di circa 7,1 MWp e un controvalore complessivo pari a circa 4,4 milioni di euro. Il completamento delle installazioni è previsto entro la fine dell’esercizio 2025. Entrambi gli impianti saranno realizzati in provincia di Teramo e saranno dotati di tecnologia a inseguimento solare (tracker), volta a ottimizzare la produzione energetica. Il primo impianto, con una potenza di picco pari a 3,5 MWp, verrà realizzato su una superficie di circa 4,6 ettari, per un valore complessivo di 2,3 milioni. Il secondo impianto, di potenza pari a 3,6 MWp, interesserà un’area di circa 4,8 ettari, con un importo contrattuale pari a Euro 2,1 milioni. Le due commesse si inseriscono in un rapporto di collaborazione già consolidato con il committente e rappresentano un ulteriore passo nel rafforzamento del posizionamento di ESPE nel segmento utility scale.

 

Maria Cristina Carlini

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