La Ue accelera sull’Alta velocità con 550 miliardi al 2040, ma l’Italia resta fuori dalle nuove linee

Frenata per i quattro Paesi (ci sono anche Germania, Francia e Spagna) che hanno già avuto la gran parte delle risorse con il vecchio piano. Il pacchetto di misure ha l’obiettivo di eliminare i colli di bottiglia, tagliare i tempi di percorrenza tra i principali nodi rendendo più competitivo il treno rispetto all’aereo. La Commissione ha definito una road map con quattro principali filoni d’azione. Al via anche il piano per gli investimenti in carburanti sostenibili.

06 Nov 2025 di Maria Cristina Carlini

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La Ue accelera sull’Alta velocità con 550 miliardi al 2040, ma l’Italia resta fuori dalle nuove linee

 

 

Una rete ad alta velocità troppo concentrata in quattro Paesi soltanto, strozzature transfrontaliere che rallentano le connessioni e tempi di percorrenza ancora lunghi tra i principali nodi europei. Questa è la fotografia del presente; quella del futuro mostra una rete più efficiente e interconnessa, città  che si avvicinano, treni che diventano più competitivi rispetto agli aerei. E’ lo scenario che prospetta e che vuol far diventare realtà il nuovo Piano europeo della Commissione Europea, che ieri ha adottato un pacchetto globale sul trasporto con misure che riguardano due settori chiave: il trasporto ferroviario, che vede il Vecchio Continente ben posizionato in termini di sostenibilità, e i combustibili rinnovabili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per i settori dell’aviazione e del trasporto per vie navigabili. Il tutto all’insegna di principi guida di “competitività e sostenibilità”.  E anche all’insegna di una sforzo finanziario “gigantesco”: il completamento della rete Ten-T ad Alta Velocità pianificata entro il 2040 costerà circa 345 miliardi di euro, mentre una rete più ambiziosa, operante a Velocità molto elevate (ben oltre i 250 km/h), potrebbe arrivare a costare fino a 546 miliardi di euro entro il 2050, secondo le stime della Commissione.

Tagliare i tempi di percorrenza per treni sempre più competitivi rispetto all’aereo

Ma partiamo dall’alta velocità. Il nuovo piano d’azione, presentato ieri a Bruxelles da Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme, e da Apostolos Tzitzikostas, Commissario per i Trasporti sostenibili e il turismo, definisce “le misure necessarie per creare una rete europea più veloce, più interoperabile e meglio collegata entro il 2040. Mira a ridurre i tempi di percorrenza e a rendere il trasporto ferroviario un’alternativa più attraente ai viaggi aerei a corto raggio, aumentando così il numero di passeggeri e stimolando le economie regionali e il turismo”. L’obiettivo è “raddoppiare” il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e “triplicarlo” entro il 2050.  Basandosi sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), il piano prevede di collegare i principali nodi a velocità pari o superiori a 200 km/h. L’alta velocità europea sarà realizzata con un mix di nuove linee e tratte già esistenti ma aggiornate, così da connettere le capitali e le principali città del continente  da est ad ovest, da nord a sud, senza tralasciare i Paesi candidati ad entrare in Europa.

Tra 15 anni, nei piani di Bruxelles, sarà possibile viaggiare da Tallinn a Riga in 1 ora e 45 minuti e da Riga a Vilnius in circa 2 ore (oggi ne occorrono rispettivamente 6 e 4). I tempi di percorrenza tra Copenaghen e Berlino saranno ridotti da 7 a 4 ore. Nell’Europa centrale, invece, il viaggio da Berlino a Vienna via Praga passerà da oltre 8 a 4 ore e 30 minuti. Ancora. Nell’Europa sud-orientale, tra Sofia e Atene ci vorranno 6 ore invece delle oltre 13 attuali, mentre Budapest sarà collegata a Bucarest in 6 ore e 15 minuti invece che in 15, come adesso. Nel sud-ovest, i tempi di percorrenza tra Madrid e Lisbona saranno ridotti da 9 a circa 3 ore e quelli tra Madrid e Parigi da 9 ore e 50 minuti a 6. Infine, nel sud, si andrà da Monaco a Roma in sole 6 ore.  Oltre a tempi di viaggio più brevi, il piano alleggerirà la congestione e libererà la capacità sulle linee convenzionali, facilitando i treni notturni, il trasporto merci e la mobilità militare, rafforzando nel contempo la competitività dell’Europa nel turismo e nell’industria, sottolinea il rapporto della Ue.

La road map con quattro filoni d’azione principali

Per perseguire questi obiettivi, la Commissione ha messo a punto una road map, inviduando quattro filoni d’azione principali: eliminare le strozzature transfrontaliere attraverso scadenze vincolanti da fissare entro il 2027 e l’individuazione di opzioni per velocità più elevate, anche ben al di sopra dei 250 km/h se economicamente sostenibili;  sviluppare una strategia di finanziamento coordinata, compreso un dialogo strategico con gli Stati membri, l’industria e i finanziatori che porti a un accordo ferroviario ad alta velocità per mobilitare gli investimenti necessari;  migliorare le condizioni affinché il settore ferroviario e gli operatori ferroviari investano, sviluppino soluzioni innovative e operino in modo competitivo, anche attraverso un contesto normativo più attraente, potenziando i sistemi transfrontalieri di biglietteria e prenotazione, sostenendo un mercato dell’usato per il materiale rotabile, accelerando la diffusione dei sistemi di gestione digitale dell’UE e promuovendo la ricerca e lo sviluppo e la cooperazione su soluzioni scalabili; rafforzare la governance a livello dell’UE, imponendo ai gestori dell’infrastruttura di coordinarsi sulla capacità per i servizi transfrontalieri a lunga distanza e agevolando la standardizzazione e le autorizzazioni.

Un anno chiave sarà il 2026. Più nel concreto, infatti, in termini legislativi, a metà 2026 la Commissione presenterà un piano di lavoro per identificare i principali colli di bottiglia e le misure per rimuoverli. Sempre nel corso del prossimo anno, la Commissione intende rivedere la direttiva streaminling, sulle autorizzazioni e gli appalti, e presentare una proposta di regolamento per avere un biglietto unico europeo. Ancora, entro il 2026 la Commissione intende rivedere il regolamento sull’Agenzia dell’Unione europea per le ferrovie, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza, la digitalizzazione e l’efficienza dei costi. E’ previsto anche un nuovo piano Ertms, il Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, oltre che a una revisione delle norme sulla formazione e la certificazione delle competenze. Infine, sempre il 2026 sarà l’anno in cui attraverso le norme sugli aiuti di Stato e nuovi strumenti la Commissione intende facilitare l’acquisto di materiale rotabile e il leasing. Nel 2027, la Commissione definirà delle tabelle di marcia per la rimozione dei colli di bottiglia della rete e una proposta sulla rivendita di materiale rotabile e anti-rottamazione.Sul piano delle risorse, la Commissione intende presentare nel 2026 una strategia su come coordinare le varie fonti di finanziamento. Inoltre, i fondi non spesi del Cef, il programma Connecting Europe Facility,  lo strumento finanziario della Ue diretto a migliorare le reti europee nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, verranno usati in via prioritaria per l’alta velocità.

Una rete Av da 12 mila km ora concentrata solo in quattro Stati: Spagna, Francia, Italia e Germania.

“I 12mila chilometri di linea ferroviaria ad alta velocità dell’Ue attualmente sono concentrati in una manciata di Stati membri: Spagna, Francia, Italia e Germania. Dobbiamo cambiare la situazione e andare a finalizzare la rete rappresenterà uno sforzo che richiederà delle risorse di bilancio gigantesche, arrivando fino a 550 miliardi di euro di investimento necessari. Ma questo fornirà anche 200 miliardi di euro in benefici aggiuntivi”, ha detto  Tzitzikostas nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. Il progetto della ferrovia ad alta velocità sta progredendo bene, rileva il rapporto della Ue, in alcune parti dell’Europa centrale e orientale, come in Polonia, Repubblica Ceca e su alcuni tratti in Ungheria e Romania. I principali progetti transfrontalieri con un sostanziale sostegno finanziario dell’UE dovrebbero essere completati per lo più entro il 2030 o poco dopo. Tra questi, la Galleria di base del Brennero, la Galleria di base Lione-Torino, il collegamento fisso Fehmarn Belt e Rail Baltica. Tuttavia, molti altri progetti ferroviari transfrontalieri ad alta velocità o importanti vie di accesso saranno ancora incompleti entro quella data, lasciando lacune infrastrutturali fisiche nella rete. I piani di investimento di molti importanti progetti ferroviari ad alta velocità già pianificati, in particolare quelli che collegano i confini, non sono ancora maturi e non hanno un calendario preciso. Sebbene molte lacune verrebbero colmate entro il 2040  insieme alla mancanza di armonizzazione delle norme operative, rappresentano il rischio che il pieno potenziale delle principali infrastrutture transfrontaliere rimanga inutilizzato.

“Proporremo una normativa per migliorare anche i sistemi di prenotazione e rilascio dei biglietti dei treni ferroviari transfrontalieri. Sosterremo poi lo sviluppo di un mercato di seconda mano per i vagoni e finanzieremo la ricerca insieme all’industria per lo sviluppo di materiale rotabile ad alta velocità di prossima generazione”, ha detto. “A partire dal 2026 ogni passeggero con un click sul proprio cellulare potrà acquistare un biglietto di più compagnie ferroviarie europee, anche in modo multimodale: prima aereo, poi treno, tutto con un unico biglietto”.

“Oggi, insieme al collega Commissario Tzitzikostas, abbiamo presentato il pacchetto trasporti approvato ieri dal Collegio. Si tratta di due importanti provvedimenti che vanno nella direzione di un’Europa più connessa e competitiva”, scrive su X Fitto. “Il primo è il nuovo Piano d’Azione per l’Alta Velocità Ferroviaria, per completare i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità tra le principali città europee, offrendo ai passeggeri: collegamenti più rapidi, alternative sostenibili ai voli brevi e ai lunghi viaggi in auto, opzioni di prenotazione più semplici e prezzi più accessibili”. Il secondo, aggiunge Fitto, “è il Piano Europeo per gli Investimenti nei Trasporti Sostenibili (STIP), per promuove gli investimenti nei carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per il settore dei trasporti. I carburanti sostenibili sono essenziali in tutti i comparti della mobilità — anche nel trasporto su strada, dove, nonostante i progressi dell’elettrificazione, gli investimenti attuali non sono ancora sufficienti a raggiungere gli obiettivi fissati dopo il 2030. L’obiettivo del STIP è creare condizioni di mercato favorevoli per gli investimenti in tecnologie per carburanti puliti, mobilitando in modo significativo i capitali privati. Il Piano mira a mobilitare almeno 2,9 miliardi di euro entro la fine dell’attuale quadro finanziario pluriennale (2027), sostenendo la produzione di biocarburanti e carburanti sintetici (e-fuels) e offrendo nuove opportunità alle filiere agricole e industriali europee. Si tratta – conclude Fitto – di un passo avanti verso un’Europa più connessa e competitiva, capace di promuovere crescita e innovazione”. “E’ un sogno che diviene realtà”, ha commentato l’ex premier Enrico Letta, che nel suo rapporto sul mercato unico (e lo stesso vale per Mario Draghi) ha evidenziato come cruciale la ‘cura del ferro’ per lo sviluppo dell’Ue.

Trasporti, il piano per mobilitare 2,9 mld per carburanti sostenibili di navi e aerei

La seconda iniziativa adottata ieri – il piano di investimenti per i trasporti sostenibili (STIP) – definisce un approccio comune per stimolare gli investimenti nei combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, concentrandosi sul trasporto aereo e per vie navigabili. Per conseguire gli obiettivi di RefuelEU Aviation e FuelEU Maritime, entro il 2035 saranno necessari circa 20 milioni di tonnellate di combustibili sostenibili (biocarburanti ed elettrocarburanti). Per raggiungere questo obiettivo saranno necessari investimenti stimati in 100 miliardi di euro. Lo STIP vuole inviare “un chiaro segnale agli investitori che gli obiettivi dell’Europa rimangono in vigore e che la Commissione sosterrà la transizione verso un’economia climaticamente neutra. Accelerando la produzione interna di combustibili biologici e non biologici, l’Europa può ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati, migliorare la competitività delle sue industrie e guidare la transizione verso l’energia pulita a livello globale”.

Tra le principali misure di investimento volte a mobilitare almeno 2,9 miliardi di euro attraverso gli strumenti dell’UE entro il 2027 figurano: almeno 2 miliardi per i combustibili alternativi sostenibili nell’ambito di InvestEU;  300 milioni di euro attraverso la Banca europea dell’idrogeno per sostenere i carburanti a base di idrogeno per l’aviazione e il trasporto marittimo; 446 milioni per progetti relativi al carburante sintetico per l’aviazione e al carburante per uso marittimo nell’ambito del Fondo per l’innovazione; 133,5 milioni in ricerca e innovazione nel settore dei combustibili nell’ambito di Orizzonte Europa.

Oltre a queste misure, la Commissione e gli Stati membri si stanno preparando ad avviare un progetto pilota eSAF Early Movers Coalition entro la fine del 2025, con l’obiettivo di mobilitare almeno 500 milioni di euro per progetti relativi ai carburanti sintetici per l’aviazione. La Commissione si adopererà inoltre per rafforzare le condizioni favorevoli agli investimenti sul mercato al fine di colmare la carenza di investimenti. A medio termine, la Commissione si adopererà per istituire un meccanismo che colleghi i produttori e gli acquirenti di combustibili, garantisca la certezza delle entrate e riduca il rischio di investimento. Il piano rafforzerà inoltre i partenariati internazionali per espandere la produzione mondiale di combustibili e attrarre importazioni che soddisfano i criteri di sostenibilità dell’UE, garantendo nel contempo una concorrenza leale per i produttori e gli utilizzatori dell’UE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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