I dati dell'Istat

La produzione delle costruzioni RECUPERA a settembre: +2,2%

Torna il sereno, almeno per ora, nelle costruzioni la cui produzione torna a crescere dopo il calo di agosto. Le rilevazioni dell’Istat confermano l’andamento ad alti e bassi a livello congiunturale che si manifestando dall’inizio dell’anno. Anche su base tendenziale si registra una ripresa rispetto ad agosto che aveva interrotto una serie positiva che durava dal gennaio 2021. Sul versante del mercato del lavoro, uno studio di Legacoop mostra il grande balzo dell’occupazione dal 2019 nelle costruzioni ma anche come le retribuzioni siano le più colpite dall’inflazione

21 Nov 2024 di Maria Cristina Carlini

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Allarme rientrato, almeno per ora. Dopo la gelata di agosto, arrivano i dati di settembre della produzione nelle costruzioni che mostrano una ripresa sia su base congiunturale che su base tendenziale. Secondo le rilevazioni diffuse dall’Istat,  l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni aumenta del 2,2% rispetto ad agosto. Nella media del terzo trimestre 2024 la produzione nelle costruzioni cresce dello 0,3% nel confronto con il trimestre precedente. Su base tendenziale, l’indice corretto per gli effetti di calendario registra un incremento del 3,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a settembre 2023), mentre l’indice grezzo cresce del 3,8%. Nella media dei primi nove mesi del 2024, l’indice corretto per gli effetti di calendario aumenta del 6,4%, mentre l’indice grezzo cresce del 7,3%. Un recupero che attesta ancora un segnale di tenuta del settore nella fase di esaurimento del Superbonus 110%. I motivi di preoccupazione, comunque, rimangono a fronte delle recenti stime, come quelle presentate il mese scorso al Saie, il Salone dell’edilizia di Bologna, da Federcostruzioni-Ance.

I dati dell’Istat confermano l’andamento altalenante su base mensile. E’ da segnalare che, come emerge dalle serie storiche dell’Istat, il calo congiunturale di agosto è stato leggermente maggiore rispetto alla prima stima, -2% rispetto a -1,8%. Nel complesso, i primi nove mesi dell’anno registrano un andamento a fasi alterne. Buona la partenza di gennaio con un incremento mensile del 2,8%, sulla scia positiva dell’ultimo trimestre del 2023 e con il valore più alto dell’indice, pari a 141,3, da luglio 2022 (fatto pari a 100 nel 2021), seguita dal brusco arretramento di febbraio -3,3% e da quello più contenuto di marzo -1,8%. Poi sono arrivati due mesi positivi con la crescita congiunturale di aprile dell’1,3% e quella in frenata di maggio con +0,4%. Giugno è tornato in territorio negativo con -0,8%, ricompensato dalla ripartenza di luglio con +1,4%. Il calo di agosto segna una nuova marcia indietro e arriva ora il recupero di settembre.

E settembre riporta il sereno anche sull’andamento tendenziale della produzione delle costruzioni. Ad agosto il dato di più forte impatto era stato proprio  il calo annuo dello 0,7% (anche in questo caso rivisto rispetto alla prima stima provvisoria di -0,3%) e del -4,1% grezzo (-3,7% la precedente stima). E’ stata la prima flessione da gennaio 2021 per quel che riguarda la serie corretta per effetti di calendario.  Fino a luglio, la produzione nelle costruzioni ha registrato un passo di crescita, fatto però di accelerazioni e frenate. Se, infatti, a gennaio la crescita è stata ancora a doppia cifra,  13,3% (dopo due mesi in decisa crescita +10,6% a novembre e +12,4% a dicembre), febbraio ha rallentato a +7,4%; sono seguiti l’ulteriore rallentamento di marzo con +4,3% e il rimbalzo di aprile +9,2%. Ad aprile e maggio la crescita è stata, rispettivamente,  del +8,3% e del +4,1%. Luglio si è rafforzato con un incremento del 7,3%. Poi il dato di agosto seguito dalla ripresa di settembre.

Rapporto Legacoop: le costruzioni uno dei traini dell’occupazione, 366 mila unità in più dal 2019, ma i lavoratori  i più colpiti dalla perdita del potere d’acquisto

Oltre ai dati dell’Istat, uno studio pubblicato ieri da Legacoop e Prometeia  – il monitor dal titolo “L’occupazione aumenta, ma aumenta anche la povertà” – offre anche uno spaccato sul fattore lavoro nelle costruzioni. Lo scenario generale vede un mercato del lavoro italiano vede l’occupazione cresciuta, dal 2019, di 1 milione e 262 mila unità, +5,4%, raggiungendo i massimi storici. I contributi più rilevanti sono
venuti da servizi (+ 65%) e costruzioni (+ 29%), coerentemente con i settori che più hanno contribuito alla ripresa dell’economia. Tuttavia, i dati più recenti evidenziano un rallentamento nella crescita degli occupati e un ripiegamento degli indicatori di struttura, con la leggera riduzione del tasso di attività e la stabilizzazione del tasso di occupazione. Nel dettaglio, L’incremento maggiore è quello segnato dai servizi, con 817mila unità in più (+ 65%), mentre poco meno di un terzo dell’incremento complessivo è imputabile alle costruzioni, con 366 mila unità in più (+ 29%), destinato in larga misura a rientrare con il termine del Superbonus. Seguono la P.A. con 102 mila unità in più e
l’industria in senso stretto con 76 mila. Saldo negativo di 99 mila unità, invece, per l’agricoltura. Però, a fronte di questo andamento positivo del mercato del lavoro, le retribuzioni reali per occupato mostrano segni di debolezza, non avendo ancora recuperato i livelli pre-crisi in nessun settore. La crisi inflazionistica, indica lo studio, ha tagliato il potere di acquisto dei salari in tutti i settori, colpendo maggiormente i lavoratori nelle costruzioni, senza che il recupero osservato nel 2023 abbia consentito di recuperare i livelli pre-crisi. Le retribuzioni pro-capite in termini reali sono infatti ancora inferiori ai livelli di fine 2019: – 5 punti percentuali nelle costruzioni, – 4.2 nei servizi privati
e -2,5 nell’industria in senso stretto.  “Il ciclo aperto all’indomani della pandemia è finito. L’occupazione è aumentata in modo significativo ma c’è un evidente problema salariale con retribuzioni che non hanno ancora recuperato i livelli pre-crisi. Non servono politiche restrittive ma  – ha affermato il presidente di Legacoop Simone Gamberini – un sostegno investimenti pubblici e privati per la crescita. Dobbiamo unificare il Paese nello sviluppo, non nella stagnazione”.

 

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