IL RAPPORTO FORMEDIL-CRESME ALLA FIERA SAIE
Imprese edili: nel 2023 68mila nuovi formati, il 19% stranieri. RISCHIO -34mld di lavori al 2032
“Il lavoro degli enti del sistema Formedil, oggi è di rilievo in ordine anche alla normativa sulla patente a punti”, segnala la presidente di Formedil, Elena Lovera. Fondamentali in questo senso sono le visite in cantiere: dal 2014 al oggi si registra un volume di 2.895.999, tra quelle con esito negativo solo il 3,5% ha registrato una non-conformità grave. Il direttore del Cresme Bellicini: la vera incognita sugli interventi di riqualificazione si presenterà dal 2028, senza Pnrr né incentivi.
IN SINTESI
Gli allievi formati sono 67.802, 9.157 i corsi di sicurezza e formazione, rivolti per il 19% del totale a lavoratori stranieri. Sono alcuni dei principali risultati presentati da Formedil e Cresme alla fiera dell’edilizia e delle costruzioni Saie 2024 di Bologna. Il rapporto annuale è stato però l’occasione di fare luce a 360° sull’intero settore, facendo emergere sì il valore delle visite in cantiere oltre all’attività degli enti e le scuole per accrescere il fattore sicurezza tra gli addetti. Ma non solo, guardando all’intero mercato e agli scenari futuri aumentano gli interrogativi su cosa accadrà dopo la fine del Pnrr e gli incentivi di riqualificazione in un Paese come l’Italia già oggi in forte deficit di nuove costruzioni rispetto al resto d’Europa.
I dati Formedil
Partiamo dai dati legati alla formazione. Secondo Formedil, aumentano per esempio le occasioni di confronto e approfondimento su tematiche di grande rilevanza per lavoratori e imprese, rafforzando la collaborazione e la cooperazione tra tutti gli enti del sistema bilaterale. Di conseguenza, cresce l’inclusività. Gli stranieri ai corsi crescono da tre anni: +24,4% nel 2021, +12,3% nel 2022 e +9,2% nel 2023, fino a rappresentare il 19,0% del totale degli allievi nel 2023. Tra i corsi più richiesti nel 2023 figurano quelli per la sicurezza e gli adempimenti normativi, con 6.130 corsi erogati e 67.802 allievi formati, insieme ai corsi di formazione professionale continua, che hanno registrato 3.027 corsi nello stesso anno. C’è poi il progetto “16 ore Mics”, che ha erogato ben 4.352 corsi formando 39.362 allievi nel 2023.
Quanto all’attività formativa erogata dalle Scuole Edili e gli Enti Unificati territoriali, nel 2023 la richiesta di formazione ha visto erogare 17.892 corsi, il numero più alto dall’inizio della rilevazione, che hanno formato 176.921 allievi in crescita rispetto al 2022 del +8,1%. Gli operai formati sono stati 151.824, l’85,8% dei partecipanti ai corsi di formazione erogati dalle Scuole Edili/Enti Unificati, pari al 9,9% degli occupati in costruzioni e al 14,8% rispetto alla forza lavoro dipendente. Ruolo centrale è stato quello della sicurezza: i 6.665 corsi erogati sono il 37,3% del totale e i 71.266 allievi sono il 40,3% del totale dei formati. Seppur in calo, continua a essere rilevante il ruolo che hanno avuto i corsi di aggiornamento che per tutte le tipologie di allievi, operai, tecnici e rappresentanti sindacali, hanno formato il 38,2% degli allievi.

Dall’Osservatorio permanente sulle visite in cantiere, infine, il rapporto sottolinea che dal 2014 a oggi risultano effettuate 2.895.999 verifiche, nel corso delle quali sono state rilevate 100.324 non conformità gravi, 767.963 meno gravi e sono state effettuate 144.787 osservazioni. Contando tutte le verifiche, non solo con esito negativo si definisce un volume di 2.883.283 verifiche (il 99,6% del totale). In questo sotto-ambito le verifiche con esito di non conformità grave sono risultate 100.193 (3,5%), 766.030 quelle con rilevazione di non conformità meno grave (26,6%), mentre le osservazioni sono risultate 134.135 (4,7%). Emerge dunque che in 1.882.925 verifiche su 2.883.283, il 65,3% del totale, non si è rilevato alcun tipo di non conformità, e nel 4,7% dei casi sono state effettuate solo osservazioni. In altri termini, nel 70% delle visite effettuate nei cantieri non sono state rilevate non-conformità più o meno gravi. Delle 23,1 verifiche svolte in media nel corso di ogni visita, 15,1 si concludono senza riscontrare problemi. L’azione degli Enti territoriali si dimostra inoltre abbastanza efficace nel limitare i comportamenti meno virtuosi: alla prima visita si rileva in media una inadempienza grave pari ad 1, che passa a 0,7 alla seconda ed a 0,5 dalla terza in poi.
Numeri positivi (sui quali continuare a lavorare per tendere all’azzeramento), questi confermati dal calo drastico degli infortuni dal 2003 al 2022: erano oltre 110mila vent’anni fa, nel 2022 ne sono stati registrati poco più di 44mila.
“Il lavoro degli enti del sistema Formedil, oggi è di rilievo in ordine anche alla normativa sulla patente a punti, in quanto presso i nostri enti vengono erogati gratuitamente e continuativamente i corsi di sicurezza per l’edilizia. Inoltre, i nostri tecnici della sicurezza forniscono un fondamentale servizio a titolo gratuito di controllo preventivo in cantiere. Infatti, su richiesta, viene erogato un vero e proprio check-up aziendale per prevenire eventuali irregolarità e conseguenti sanzioni, o ancor peggio criticità che porterebbero a infortuni sul lavoro”, ha commentato la presidente di Formedil Elena Lovera.
Gli scenari secondo il Cresme
Come raccontato dal direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, il settore delle costruzioni continua a crescere nonostante un contesto internazionale complesso per i conflitti (Medio Oriente e Ucraina su tutti), le crisi economiche (Germania) e la crescita di nuove potenze in via di sviluppo. Cresce, del 7%, soprattutto il non residenziale. Così come non si arrestano gli investimenti in costruzioni, tanto che i numeri degli ultimi tre anni sono ben superiori alle medie registrate dal 1982.

Il vero dilemma, sottolineato ancora una volta da Bellicini, è il dopo-Pnrr. Cosa accadrà? Oggi, lo stato di salute “gonfio” in termini di risorse può essere compreso anche guardando i bandi annui, passati da 42,9 miliardi del 2021 ai 97,4 miliardi del 2023. “Il problema non sono le risorse, dunque. E’ il fare le cose”, dice il direttore del Cresme. Si capisce guardano ai dati delle nuove costruzioni: in Europa, l’Italia è fanalino di coda con sole 50-60mila nuove unità all’anno (dati Istat). Eppure, la questione abitativa è sempre più prioritaria. Secondo il governo guidato da Giorgia Meloni (previsioni del Psb), da qui ai prossimi due anni si prevede una mole di investimenti fissi lordi delle amministrazioni pubbliche nel settore che arriverà fino a 83 miliardi.
Il vero volano, attualmente, è però unicamente (o quasi) concentrato sulle opere pubbliche. Infatti, nel 2023 le nuove case in Italia sono crollate dell’8,4% (contro il +20% del 2021 e il -0,6% del 2022) e per quest’anno le percentuali di fatturazione b2b crolleranno del 4,6% nelle costruzioni contro il -2,4% del 2020 e soprattutto il boom del 2021 e 2022: +37,5% e +13,3%.
Cosa e come guardare per il futuro in arrivo? Guardando agli scenari di mercato del settore delle costruzioni, dopo la fase di ripresa registrata tra il 2021 e il 2023, nel 2024 è proseguita una fase di contrazione delle riqualificazioni segnalata dai dati Cresme già lo scorso anno. Per fine anno si prevede un calo degli interventi di riqualificazione residenziali pari a -26,5%. Un dato percentuale che va confrontato con gli investimenti fatti nel 2022 (118,4mld) e nel 2023 (115,8). Nel 2024 diminuiranno a 84,7mld e da qui al 2032 ci saranno quasi 34 miliardi di lavori in meno.
Tutto ciò, a fronte di investimenti crescenti fino al 2027. Ecco perché la vera incognita sugli interventi di riqualificazione si presenterà dal 2028, quando oltre alla fine del Pnrr subentreranno gli effetti della nuova politica restrittiva sugli incentivi per gli interventi di riqualificazione. E non solo: in un contesto di ulteriore aggravamento delle condizioni delle famiglie italiane, del mercato immobiliare e dei costi degli interventi ancora più alti. Come fare, con questi elementi, a rispettare ciò che chiede l’Europa?
