PIANO EUROPEO ULTIMO ATTO

Idrico, speso il 30% di fondi Pnrr. Dalla revisione finale 1,2 miliardi post-2026

Un position paper di REF Ricerche evidenzia che il 53% degli interventi sono conclusi o al collaudo. “Gestori, enti d’ambito e consorzi di bonifica sono più avanti, Regioni ed enti locali più in ritardo”, dice Donato Berardi, direttore di REF. Intanto il governo affronta il rush finale: giovedì andrà in cabina di regia la proposta di revisione da inviare a Bruxelles per l’ultimo miglio del piano, per l’acqua ci sono 1,2 miliardi di investimenti non spesi da rilanciare in un fondo idrico che potrà alimentare le opere di lungo termine del PNIISSI. Oltre il 2026 anche il fondo casa alimentato da almeno 500-600 milioni di risorse non spese per i Pinqua e la riforma della programmazione ferroviaria.

22 Set 2025 di Giorgio Santilli

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Un position paper di REF Ricerche conferma i ritardi degli investimenti del Pnrr nel settore idrico. “La situazione – dice il centro di ricerca – appare complessa. Dei 568 progetti direttamente collegati al settore idrico, il 98% è stato formalmente avviato con gare bandite per 8 miliardi di euro e aggiudicazioni per il 79% di questo importo. Tuttavia, i pagamenti effettivi ammontano a soli 2,4 miliardi (30% del
totale finanziato), evidenziando il gap tra programmazione e realizzazione”. Inoltre, REF rileva che il 53% degli interventi sono conclusi o al collaudo: in realtà, però, solo il 2% è formalmente concluso, mentre il 51% è in fase di collaudo.

Berardi (REF): Regioni ed Enti locali in forte ritardo

“Gestori, enti d’ambito e consorzi di bonifica sono più avanti, con quote che rispettivamente si attestano al 32%, 26% e 44%. Regioni ed enti locali sono più in ritardo, fermandosi al 5% e al 10%”, dice Donato Berardi, direttore di REF. L’analisi territoriale conferma, inoltre, squilibri preoccupanti. Nord e Centro hanno superato il 40% di spesa effettiva, mentre il Mezzogiorno si ferma al 23,5%. Le differenze regionali sono marcate: il Friuli-Venezia Giulia guida con oltre il 52% dei pagamenti effettuati, mentre la Campania – pur essendo la regione più finanziata con 1,1 miliardi – si attesta al 9,2%.

Il governo pronto al rush finale sul Pnrr: giovedì cabina di regia per l’ultima revisione

Intanto il governo è pronto per affrontare il rush finale del Pnrr: dopo mesi di traccheggiamento, giovedì dovrebbe andare in cabina di regia la proposta di revisione da inviare a Bruxelles per il definitivo assetto del Piano. Siamo all’ultimo miglio. Possibile che una decina di miliardi – che non potranno essere spesi entro giugno 2026 – possano essere destinati ad altri impieghi ammessi dalla commissione con la “circolare Fitto” (per esempio Difesa, Competitività delle imprese ed Energia).

Ma la strategia che dominerà quest’ultima revisione del Pnrr è un’altra, anch’essa fortemente radicata nella “circolare Fitto”. Come più volte anticipato da Diario DIAC, per esempio in questo articolo del  17 giugno scorso che si può scaricare qui, la linea che il governo seguirà ovunque sarà possibile è quella di destinare risorse Pnrr non spese alle stesse finalità, ma con strumenti finanziari nuovi. Questo meccanismo consentirà di firmare gli accordi con i soggetti attuatori (che potranno essere pubblici o anche privati) prima del giugno 2026, per poi consentire la spesa effettiva fino al 2028.

Nuovi strumenti finanziari per prolungare la spesa oltre il 2026: perl’acqua 1,2 miliardi per finanziare il PNIISSI

Un esempio di questo meccanismo riguarda proprio gli investimenti idrici. Da quanto risulta a Diario DIAC, per l’acqua saranno ridestinate a nuovi obiettivi risorse non spese per un minimo di 1,2 miliardi: andranno al finanziamento del PNIISSI, il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, ben visto dalla commissione, considerando che il piano è stato adottato in attuazione di una riforma Pnrr e in linea con gli obiettivi europei sui cambiamenti climatici. La cifra potrà essere ancora più alta: la conferma arriverà dal testo che sarà inviato a Bruxelles.

Oltre il 2026 andranno anche altri investimenti del MIT: un nuovo fondo per il piano casa, per esempio, sarà alimentato da almeno 500-600 milioni di risorse non spese per i Pinqua, i programmi per la qualità dell’abitare. Stesso meccanismo anche per riforme che la commissione Ue impone: un esempio è la riforma delle procedure di programmazione degli investimenti ferroviari, che ha consentito, in cambio, una grande flessibilità nella valutazione dei ritardi delle opere (per esempio consentendo il finanziamento per parti d’opera).

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