I ritardi ormai irrecuperabili del Pnrr: 20 miliardi di lavori ancora da affidare e altri 15 tra forniture e servizi. Pesa la revisione del dicembre 2023

12 Nov 2024 di Giorgio Santilli

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I ritardi ormai irrecuperabili del Pnrr: 20 miliardi di lavori ancora da affidare e altri 15 tra forniture e servizi. Pesa la revisione del dicembre 2023

Ci sono 19,7 miliardi di lavori Pnrr messi in gara o avviati in procedura negoziata nel 2023 e nel 2024 che non sono stati ancora affidati. A questi si aggiungono 7,9 miliardi di appalti di servizi e 7,8 miliardi di appalti forniture che pure sono stati banditi ma non aggiudicati. Una situazione che pesa in modo pressoché definitivo sull’attuazione del Pnrr e sulla possibilità di completare gli investimenti previsti entro il giugno 2026. Si può anzi dire, alla luce di questi dati forniti da Anac, che il raggiungimento degli obiettivi temporali appare ormai impossibile, a diciotto mesi dalla scadenza. Soprattutto per i lavori, che devono essere ancora affidati e poi cantierizzati. In alcuni casi, quando si è fatto ricorso agli appalti integrati, fra l’affidamento dell’appalto e la cantierizzazione passano mediamente fra sei mesi e un anno, considerando che va elaborato e approvato il progetto esecutivo. Ma anche per gli appalti di soli lavori, i tempi sono ormai impraticabili.

 

La tabella con i dati Anac sugli appalti Pnrr per il biennio 2023-2024: nella parte in alto il totale degli appalti avviati, nella parte in basso quelli non ancora affidati.

 

 

Ma andiamo per ordine e vediamo la tabella (che si può leggere integralmente in testa a questo articolo) dei dati dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) presieduta da Giuseppe Busìa. Nella metà in alto della tabella ci sono i valori degli appalti Pnrr banditi nel 2023 e nel 2024: 162.480 Cig per un totale di 79,2 miliardi. Questi numeri sono anche ripartiti per forniture, lavori e servizi e per ciascun anno. Nella parte in basso ci sono invece i numeri dei Cig e i valori degli appalti che devono ancora essere affidati. In tutto 98.033 Cig per un valore di 35,5 miliardi di euro, quindi il 60% del numero degli appalti banditi e il 45% del valore. Un’analisi che conferma le grandi difficoltà anticipate dallo studio dell’Ance presentato nel corso del convegno di Vico Equense.

Nel leggere i numeri bisogna prendere subito atto dei chiarimenti forniti dall’Anac. Anzitutto da questi dati sono esclusi gli affidamenti diretti che, essendo già aggiudicati, andrebbero a ridurre la quota complessiva degli appalti non aggiudicati. Va anche detto che gli importi totali degli affidamenti diretti possono essere considerati trascurabili ai fini dell’analisi complessiva.

Dalla tabella Anac sono anche escluse – precisa l’Autorità – le procedure andate deserte o che comunque non hanno avuto alcun esito dopo essere state bandite. Non abbiamo il numero e l’importo di queste procedure non completate ma l’osservazione dell’Autorità conferma che c’è un fenomeno, probabilmente diffuso, di progetti Pnrr o ex-Pnrr partiti ma mai atterrati.

L’Anac svolge anche una propria analisi, comunque deducibile dai numeri, che merita di essere segnalata. Vengono separati i dati 2023 da quelli 2024 per giungere alla conclusione che è arrivato all’affidamento il 74% del valore appaltato nel 2023 e solo il 5% del valore appaltato nel 2024: differenza ovvia come tendenza, perché nel dato 2024 ci sono anche gli appalti avviati molto recentemente, ma comunque molto significativa se si guarda il valore numerico. Non solo perché alla scadenza del giugno 2026 non ci sarà alcuna distinzione fra opere appaltate prima e opere appaltate dopo, ma anche perché questo è il diretto risultato della revisione generale del Pnrr fortemente voluta dalla politica di Giorgia Meloni e soprattutto di Raffaele Fitto (che oggi affronta gli esami all’Europarlamento per avere il via libera alla sua nomina a vicepresidente della commissione Ue): gran parte di questi appalti “ritardatari” sono infatti relativi ai nuovi investimenti inseriti nella nuova versione del Pnrr approvata dall’Unione europea l’8 dicembre 2023.

Con i numeri della tabella si possono fare elaborazioni anche per singolo comparto. Non c’è una particolare sofferenza per i lavori pubblici, il settore che generalmente presenta i tempi più lenti e le maggiori criticità, se si prende l’intera quota dei “non affidati” nel biennio, pari al 39%.  Peggio stanno sia le forniture (74% del numero di Cig) sia i servizi (65% degli importi). Diverso il discorso se si prendono in considerazione le sole procedure avviate nel 2024: su 13.577 milioni di euro di procedure di lavori pubblici, quelle non avviate ammontano a 12.996 milioni di euro, quindi oltre il 96% del totale.

 

 

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