La giornata
Giorgetti: “Presto sorprese POSITIVE sui conti”. Ma è allarme sui dazi
- Confindustria: per l’Italia e la Ue danni considerevoli dai dazi
- Appalti, Zangrillo: “Bim svolta epocale per il settore edile, insieme ad Ance per rafforzare le competenze delle nostre persone”
- Il gruppo Fs nel consorzio per la realizzazione della prima metropolitana di Ryahd
- Oice: a gennaio continua la frenata delle gare pubbliche, -85% in valore (senza ‘bando anomalo’ di Aspi) e -87,6% per gli appalti integrati
- Cni: è cessato l’effetto Pnrr e bonus edilizi, nel 2024 gare per i servizi di ingegneria e architettura a 1,4 miliardi, – 18,4% annuo
IN SINTESI
Per i conti pubblici, arriveranno presto sorprese positive. A preannunciarlo è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del Question Time ieri al Senato. “Ho sempre ribadito che le sorprese positive si riferiscono ai dati della finanza pubblica. Questo tra qualche settimana troverà conforto”, ha detto rispondendo a un’interrogazione di Matteo Renzi. Per quanto riguarda l’andamento del Pil, Giorgetti ha spiegato che il Governo ha aggiornato le stime in linea con i principali previsori internazionali e comunque “l’economia tedesca è in recessione da due anni, diversamente dall’economia italiana che ha indici positivi”, ha sottolineato. Ma il titolare del Mef non ha nascosto le preoccupazioni per l’impatto dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. “Non nascondo che ci sono elementi di preoccupazione rispetto alle nuove dinamiche che ha assunto l’amministrazione americana e le risposte, o le non risposte, che a livello europeo si stanno studiando. Ma ci sono anche delle opportunità che il governo è in grado di interpretare grazie al nuovo standing internazionale che abbiamo meritato”.
Giorgetti ha poi voluto rassicurare il proprio impegno sulle coperture finanziarie della nuova rottamazione, cavallo di battaglia della Lega. “Lavoro sempre sulle coperture, di ogni tipo, perché purtroppo il lavoro del Mef è su tutte le coperture”, ha detto Giorgetti. Ma la questione tiene sempre banco all’interno della maggioranza perchè se per il Carroccio è la priorità, Forza Italia non pone la rottamazione nello stesso ordine. “Prima la riduzione della pressione fiscale per il ceto medio, per la quale il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha assicurato che le risorse ci sono, poi la proposta sulla rottamazione quinquies in dieci anni e 120 rate delle cartelle, che è anche della Lega, per la quale al momento le risorse non ci sono e il Mef sta lavorando per trovarle”, ha dichiarato Vito De Palma, capogruppo di Forza Italia in Commissione Finanze alla Camera. Ci sono, dunque, i distinguo e le puntualizzazioni all’interno della maggioranza ma anche gli attacchi delle opposizioni che non allentano la presa e parlano di nuovi regali agli evasori. Attacchi che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, prova a respingere. “La rottamazione cartelle non è regalo non è un regalo ai furbetti. Riguarderà solo chi ha fatto la dichiarazione dei redditi” ma non è riuscito a pagare tutto.
Csc: per l’Italia e la Ue danni considerevoli dai dazi
La America First Trade Policy della seconda amministrazione Trump si annuncia più aggressiva e imprevedibile dell’approccio adottato nel primo mandato. Gli obiettivi e gli strumenti delle politiche USA travalicano l’ambito commerciale, per includere temi di sicurezza nazionale e geopolitica: riduzione delle dipendenze dall’estero, difesa dell’industria, rafforzamento della leadership nelle nuove tecnologie. Gli impatti dei dazi sui singoli settori produttivi italiani ed europei non sono facili da determinare. Dipenderanno da molti fattori: la distribuzione dei dazi per paese/prodotto, l’aliquota e la durata dei dazi, l’elasticità della domanda al prezzo dei prodotti, la reazione del tasso di cambio – che può compensare dei dazi contenuti – e l’esposizione ai dazi dei partner commerciali. Ma per l’Italia e l’Europa si prefigurano considerevoli rischi, accanto, tuttavia, ad alcune opportunità, in termini di quote di mercato potenzialmente contendibili nel mercato USA liberate dal decoupling con la Cina. E’ il quadro che tratteggia un rapporto del Centro Studi di Confindustria. “Andremo incontro a una riconfigurazione dei flussi di scambio bilaterali e a una revisione delle catene di fornitura su scala globale. Un problema anche per i flussi intra-company, che nel caso degli USA riguardano molte imprese multinazionali. Unitamente agli incentivi già messi in piedi dall’amministrazione Biden, i dazi incentiveranno la rilocalizzazione negli USA di alcune filiere strategiche. Va tenuto presente che il mercato statunitense ha offerto il contributo più elevato in assoluto alla crescita dell’export italiano dal pre-Covid”. Altro effetto sicuro è quello derivante dalla forte incertezza che deriva da questa situazione che frena gli scambi e gli investimenti con inevitabili effetti sulla crescita mondiale. I primi settori per esposizione, surplus e strategicità dei prodotti secondo la logica USA di sicurezza economica, per l’Europa, sono quelli della chimica e del farmaceutico, quest’ultimo in particolare per l’Italia. I solidi legami produttivi tra le due sponde dell’Atlantico potrebbero essere un deterrente alla rincorsa tariffaria: oltre il 70% dello stock di capitali investiti dalle imprese farmaceutiche UE nei paesi extra-Ue è diretto negli USA; la quota è la stessa per le multinazionali farmaceutiche tedesche mentre quelle italiane sfiorano il 90%. In questo contesto, sarà cruciale, sottolinea il Csc, avviare trattative con l’Amministrazione Trump per conciliare le esigenze reciproche. Ma è ancora più essenziale accrescere l’attrattività europea riducendo i vincoli al business e avviando una vera politica industriale per evitare deflussi di capitali verso gli Stati Uniti, che è ciò che sta già accadendo.
Appalti, Zangrillo: “Bim svolta epocale per il settore edile, insieme ad Ance per rafforzare le competenze delle nostre persone”
«La digitalizzazione rappresenta un’opportunità per migliorare la trasparenza e l’accessibilità dei servizi pubblici, consentendo agli utenti di interagire in modo sempre più efficace con le istituzioni. In questo contesto, il nuovo codice dei contratti pubblici rappresenta una “rivoluzione” nella gestione degli appalti e degli acquisti nella pubblica amministrazione». Lo ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo all’incontro “BIM: la pubblica amministrazione alla prova della digitalizzazione” che si è svolto ieri nella sede del Dipartimento della funzione pubblica. L’evento è stato l’occasione per dibattere sul ruolo chiave che la digitalizzazione ha assunto per l’ottimizzazione dell’operatività delle stazioni appaltanti. L’utilizzo del Building Information Modelling (BIM) è diventato obbligatorio dal 1° gennaio 2025 su appalti con importo a base di gara superiore a due milioni di euro. In questa prospettiva, il BIM rappresenta uno degli strumenti fondamentali per assicurare l’efficientamento della progettazione e della manutenzione delle opere pubbliche. Come spiega il titolare di Palazzo Vidoni si tratta di «una svolta epocale per il settore edile italiano, che si avvia verso una digitalizzazione completa dei processi progettuali e costruttivi. Il BIM rappresenta, senza ombra di dubbio, una sfida che occorre vincere rafforzando le professionalità delle pubbliche amministrazioni».
Durante l’incontro è stato presentato il primo corso base di alfabetizzazione sul BIM che il Dipartimento della funzione pubblica, in collaborazione con ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), offre a tutti i dipendenti pubblici «per prepararli alla “rivoluzione” che si sta compiendo, puntando sul rafforzamento delle loro competenze», ha aggiunto il ministro. Il corso sarà disponibile su Syllabus, il portale del Dipartimento della funzione pubblica, volto a rafforzare le competenze dei dipendenti pubblici e supportare i processi di innovazione delle amministrazioni, a partire da quelli relativi alla transizione digitale, ecologica e amministrativa. «La formazione è una delle leve strategiche sulla quale dobbiamo continuare a investire in modo costante fornendo alle nostre persone modalità e contenuti sempre più aggiornati. Con l’ultima direttiva emanata poche settimane fa, abbiamo previsto che la formazione rappresenti un obiettivo di performance, concreto e misurabile, da garantire con una quota di almeno 40 ore di formazione
pro-capite annue», ha poi concluso Zangrillo.
Un terzo dei dipendenti della Pa non ha alcun livello di padronanza sulle competenze digitali. Il corso è destinato ai funzionari e ai dipendenti delle pubbliche amministrazion che sono coinvolti nella gestione dei contratti pubblici e tra i destinatari specifici rientrno i responsabili e dirigenti degli uffici tecnici, direttori dei lavori, funzionari amministrativi e tecnici, professionisti Bim operanti nel settore pubblico
Il gruppo Fs nel consorzio per la realizzazione della prima metropolitana di Riyadh
Sei linee che si snodano lungo 176 chilometri, 90 stazioni servite e una capienza di trasporto fino a 1,1 milioni di passeggeri al giorno. A Riyadh, in Arabia Saudita, nasce la prima metropolitana e, a seguire il progetto, e’ il Gruppo Fs. Impegnato nei lavori dal 2018, in partnership con Ansaldo STS (Hitachi Rail STS) e Alstom nel Consorzio Flow, il Gruppo si e’ aggiudicato i servizi di operation & maintenance delle linee 3, 4, 5 e 6 della metro di Riyadh per un periodo di 12 anni. All’inizio di quest’anno e’ stata inaugurata la linea 3, la Orange Line, la piu’ lunga del sistema metropolitano con oltre 40 chilometri e la sua iconica stazione Qasr Al Hokm Downtown progettata da Crew, societa’ del Gruppo Fs. La stazione nasce come una piazza urbana con una grande tettoia in acciaio inossidabile che fornisce ombra agli spazi pubblici circostanti e canalizza la luce del giorno verso la stazione della metropolitana sottostante. La tettoia in acciaio e’ poggiata su una parete conica in cemento armato che definisce l’architettura interna della stazione. Con le sue peculiari aperture triangolari, progettate per interpretare la storia e l’architettura dell’Arabia Saudita, fornisce un forte e solido collegamento tra la moderna rete metropolitana e il contesto storico.
Oice: a gennaio continua la frenata delle gare pubbliche, -85% in valore (senza ‘bando anomalo’ di Aspi) e -87,6% per gli appalti integrati
Il 2025 si apre con una nuova frenata delle gare pubbliche. L’aggiornamento dell’Osservatorio OICE/Informatel sul mercato dei servizi tecnici, torna a mostrare un calo del valore delle gare: a gennaio il valore dei bandi, ottenuto sommando l’importo delle gare per servizi di ingegneria (210,2 mln) al valore della progettazione esecutiva compresa negli appalti integrati (2,1 mln), raggiunge l’importo complessivo di 212,3 mln e nel confronto con dicembre evidenzia una flessione del 23,1% in valore. Il mercato tiene essenzialmente per il bando di accordo quadro di Aspi relativo alla sorveglianza delle opere d’arte in gestione ad Autostrade per l’Italia da 171,0 mln, che è pari all’80,5% del valore di tutti i bandi del mese. Senza questo “bando anomalo” le gare per soli servizi tecnici di gennaio avrebbero cumulato appena 39,2 milioni, di cui poco più di 13 mln. di sola progettazione. “La situazione sta diventando veramente seria: senza il bando di ASPI, il volume messo in gara sarebbe fra i più bassi di sempre”, commenta il presidente dell’associazione, Giorgio Lupoi. “Preoccupa – sottolinea – anche il fatto che rimane in larga parte incognita l’entità della fascia di affidamenti al di sotto dei 140.000 euro, dove si sceglie direttamente. Continua infatti la riduzione del valore delle gare di rilevanza UE e si riduce la quota di progettazione esecutiva negli appalti integrati. Con tutta probabilità, al momento le nostre società non avvertono ripercussioni significative perché impegnate nelle direzioni lavori e nei supporti alle imprese di costruzioni sugli appalti integrati avviati negli scorsi semestri, ma è evidente che con una domanda pubblica sempre più asfittica e poco trasparente nelle dinamiche di affidamento, i problemi si porranno rapidamente. Ripetiamo da tempo che sarebbe il caso di dimezzare la soglia per gli affidamenti diretti, consentire l’anticipazione del prezzo contrattuale per tutti i servizi intellettuali e non solo per la progettazione esecutiva negli appalti integrati e creare le condizioni per lo sviluppo della finanza di progetto, volàno per interventi di rigenerazione urbana.”
A inizio anno, anche per il continuo calo delle gare PNRR, molto rilevante nel numero la diminuzione delle gare UE (oltre 215.000 euro) su dicembre 2024: -75,5%, con un calo del 17,4% in valore. Le gare per soli servizi di ingegneria e architettura (esclusi gli appalti integrati) rilevate a gennaio sono state 118, per un importo di 210,2 mln. Nel confronto con dicembre 2024, evidenziano un calo del 51,8% in numero e una flessione del 18,9% in valore. Per quanto riguarda le gare di sola progettazione, nel mese di gennaio il dato torna pesantemente negativo: se ne contano infatti 39, con un valore di 13,4 mln. Rispetto al mese precedente, il valore crolla del 73,6% a fronte di un’importante flessione del 57,1% nel numero. I bandi per accordo quadro rilevati a gennaio sono stati 7, pari al 5,9% del totale dei bandi per servizi di architettura e ingegneria pubblicati, di cui, tuttavia, costituiscono l’86,1% in termini di valore, con 180,9 mln. Rispetto a dicembre 2024, si rileva un’impennata del 79,6% in valore, a fronte di un crollo nel numero pari all’84,8%. Nel primo mese dell’anno, le gare rilevate per appalto integrato sono state 43, con un importo della progettazione esecutive compresa stimato in 2,1 mln. Rispetto al mese di dicembre 2024, si evidenzia un crollo del valore dei servizi di progettazione (-87,6%), a fronte di un importante flessione del numero delle gare (-48,8%).
Cni: è cessato l’effetto Pnrr e bonus edilizi, nel 2024 gare per i servizi di ingegneria e architettura a 1,4 miliardi, – 18,4% annuo
Il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (Sia), dopo la forte crescita degli ultimi anni, nel 2024 ha fatto registrare un calo significativo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e i Bonus Edilizi hanno rappresentato per il nostro Paese un’importante
opportunità di sviluppo e investimenti che hanno garantito, nel 2022 e nel 2023, una significativa crescita economica che però non si è dimostrata stabile e duratura. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, le stazioni appaltanti
hanno pubblicato, nell’anno appena concluso, bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura per un ammontare complessivo di circa 1,4 miliardi di euro, il 18,4% in meno rispetto al 2023, un valore allineato con quelli degli anni pre-pandemia. Sebbene il peso delle gare PNRR si sia mantenuto costante rispetto al 2023 (circa il 13%), nel 2024 sono nettamente calati gli importi destinati ai Sia, considerando tutte le tipologie di gara, a conferma di una inversione di tendenza. Aggiungendo anche gli importi destinati ai soli servizi di ingegneria nelle gare di appalto integrato, l’ammontare complessivo delle somme poste a base d’asta è passato da 2,6 miliardi di euro del 2023 a 1,6 miliardi nell’anno appena concluso.
“Già nei mesi scorsi – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – il nostro Centro Studi aveva fotografato con chiarezza l’attenuazione degli effetti positivi sui servizi di ingegneria e architettura che negli ultimi anni hanno avuto provvedimenti quali i bonus edilizi e il PNRR. I dati proposti da questo ultimo rapporto attestano che questo effetto benefico è ormai pressoché svanito, aprendo scenari preoccupanti per i professionisti italiani. In questo contesto il Consiglio Nazionale resta fermo sulla propria posizione che mira a mettere in atto tutti gli interventi possibili per valorizzare al massimo la figura e il lavoro dei professionisti. Questa azione non può che avere come stella polare la difesa e l’estensione dell’applicazione dell’Equo compenso. Attraverso tutte le nostre interlocuzioni istituzionali, siamo impegnati affinché non si ripeta la pubblicazione di bandi che sviliscono il lavoro dei progettisti. Riteniamo fondamentale, inoltre, che il principio dell’Equo compenso trovi un’applicazione completa non solo nella P.A., ma anche tra gli operatori privati. Infine, c’è la questione dei ribassi: per le attività professionali il riferimento devono essere i parametri normati e il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va applicato sulla base di valutazioni qualitative”. “Con l’avvicinarsi dei termini del PNRR e la riduzione impattante dei bonus – sostiene Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI – era presumibile una diminuzione degli importi
per i Sia. Rispetto all’anno precedente abbiamo registrato una diminuzione complessiva del 18,4% degli importi posti a base d’asta per i servizi di progettazione. Vieppiù che Il 49% delle gare per servizi di ingegneria senza esecuzione si inquadra per importi inferiori a 140.000 euro, che invero potrebbero essere affidati anche senza procedura, e di questi solo il 55,5% sono stati aggiudicati da liberi professionisti. Una situazione per questi ultimi assai complicata, che diventa ancor più critica nelle fasce di importo tra i 140.000 e i 215.000. Veramente critica per i liberi professionisti la capacità di accedere ad importi superiori ai 215.000 euro, laddove riescono ad essere protagonisti solo nel 3,1% delle procedure aggiudicandosi solo lo 0,8% degli importi. Altro dato da segnalare per il 2024 è il calo dell’importo medio di aggiudicazione per i liberi professionisti che scende a 51.700 euro rispetto ad un livello medio negli ultimi 5 anni di 78.000. Ci si augura che adesso con il chiarimento previsto nel Correttivo del Codice dei Contratti, inerente l’applicazione dell’equo compenso, vi sia una normalizzazione degli importi medi agli effettivi valori del servizio, anche per evitare di assistere a distonie di ribasso ancor oggi rilevabili”.
Dei 1,6 miliardi posti a base d’asta, una parte molto consistente (43,6%) viene offerta mediante la stipula di un accordo quadro, mentre una quota analoga è destinata ai servizi di ingegneria tipici (43,8%). Un ulteriore 12,4% degli importi è attribuito ai servizi di ingegneria nei bandi per gli appalti integrati. Limitando l’osservazione alle sole gare per servizi di ingegneria “tipici” (escludendo dunque accordi quadro, bandi con esecuzione dei lavori, concorsi di idee e progettazione, bandi per servizi ICT), l’importo complessivo a base d’asta loro destinato diminuisce del 27,3 % rispetto al 2023, passando da 965 milioni di euro a 701 milioni di euro del 2024: un calo pari a 264 milioni di euro. Circa la metà dei bandi di gara di ingegneria e architettura tipici (senza esecuzione) presenta un importo a base d’asta inferiore a 140.000 euro (il 49%), che in base alla normativa vigente potrebbero essere affidati senza procedura. Per i bandi con importo a base d’asta superiore a 215.000 euro, la percentuale scende al 44,1% (nel 2023 era del 53,5%), mentre il 6,8% dei bandi pubblicati presenta un importo compreso tra 140.000 e 215.000 euro. Quanto alle gare in cui è prevista l’esecuzione dei lavori, nel 2024 sono stati rilevati 535 bandi per appalto integrato per un valore complessivo (includendo l’esecuzione delle opere) pari a 4,4 miliardi di euro, di cui circa 200milioni destinati ai soli servizi di ingegneria, valore nettamente in calo rispetto al 2023. In base ai dati elaborati dal Centro Studi CNI, nel 2024 i liberi professionisti nelle loro diverse tipologie lavorative (liberi professionisti singoli, studi associati, società di professionisti, ATI/RTI tra solo professionisti), fanno sempre più fatica ad aggiudicarsi le gare d’appalto: risulta infatti in discesa sia la quota di gare aggiudicate (dal 42% del 2023 al 33,4% nel 2024), sia la quota degli importi aggiudicati (dall’11,4% al 6,6%). Campo libero per le società (SPA, SRL, RTI/ATI tra società) che si aggiudicano il 50,1% delle gare d’appalto per servizi di ingegneria e architettura e il 71,7 % degli importi a base d’asta. Lo scenario, dal punto di vista dei professionisti, risulta ormai preoccupante. Sebbene, infatti, si siano aggiudicati il 55,5% delle gare per servizi di ingegneria con importo a base d’asta inferiore a 140.000 euro e il 52,4% degli importi, si assiste ad una flessione di oltre il 10% rispetto al 2023. Limitandosi alla fascia tra 140.000 e 215.000 euro, le corrispondenti quote scendono al 14,6% delle gare e al 15,9% degli importi. Le gare con importo superiore a 215.000 euro, come prevedibile, vedono protagoniste le società e il ruolo dei liberi professionisti è quasi inesistente, risultando pari rispettivamente all’3,1% delle gare ed appena il 0,8% degli importi. In preoccupante calo anche l’importo medio di aggiudicazione nelle gare affidate ai liberi professionisti che scende a 51.700 euro, dopo cinque anni di costante crescita che aveva portato l’importo medio a sfiorare i 78mila euro. Infine, anche i dati del 2024 confermano il trend in discesa per il valore medio dei ribassi di aggiudicazione in atto dal 2020: si raggiunge il 21,5%. In rialzo, invece, il ribasso massimo, che arriva a sfiorare il 90%.
Il tasso di disoccupazione Ocse rimane stabile al 4,9% nel 2024 e nel dicembre 2024
Nel 2024 il tasso di disoccupazione annuale è rimasto sostanzialmente stabile nell’OCSE, attestandosi al 4,9%, con minimi storici in Costa Rica, Israele e Repubblica Slovacca. Il tasso di disoccupazione dell’OCSE è rimasto invariato al 4,9% nel dicembre 2024, dopo essere stato pari o appena inferiore al 5,0% per tutto il 2024. Rispetto a novembre, i tassi di disoccupazione di dicembre sono rimasti invariati in 19 paesi dell’OCSE, sono aumentati in 7 e sono diminuiti in 6. Quattro paesi dell’OCSE hanno registrato un tasso di disoccupazione mensile inferiore al 3,0%, tra cui Israele al suo minimo storico (2,6%). Tuttavia, il tasso di disoccupazione è stato di 2,0 punti percentuali [p.p.] o più al di sopra del suo minimo storico in nove paesi dell’OCSE.
Nell’Unione europea e nell’area dell’euro, i tassi di disoccupazione sono rimasti sostanzialmente stabili a dicembre, rispettivamente al 5,9% e al 6,3%. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile in due terzi dei 17 paesi dell’area dell’OCSE, mentre è diminuito in Lituania, Finlandia e Portogallo. È salito in Italia dopo cinque mesi consecutivi di calo e in Austria. Dal febbraio 2022 il tasso di disoccupazione della Spagna è rimasto il più elevato tra i paesi dell’area dell’euro dell’OCSE (tavola 1). Al di fuori dell’Europa, rispetto a dicembre 2024, i dati di gennaio 2025 hanno mostrato che i tassi di disoccupazione in Canada e negli Stati Uniti sono rimasti sostanzialmente stabili, rispettivamente al 6,6% e al 4,0%. Nel 2024 il numero di donne e uomini disoccupati nell’OCSE è rimasto sostanzialmente stabile, salendo leggermente a un totale di 34,3 milioni, appena al di sopra del livello del 2023 (grafico 3 e tabella 2). I tassi di disoccupazione OCSE sia per le donne che per gli uomini sono rimasti sostanzialmente stabili nel dicembre 2024, rispettivamente al 5,2% e al 4,7%. Il tasso di disoccupazione dell’OCSE tra i lavoratori più giovani (di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è leggermente diminuito all’11,1%. Si attesta a 7,0 punti percentuali sopra il tasso di disoccupazione dei lavoratori di età pari o superiore a 25 anni, che rimane stabile. La disoccupazione giovanile è rimasta pari o superiore al 20% in 7 paesi dell’OCSE a dicembre (o nell’ultimo periodo disponibile). Per contro, il Giappone e Israele hanno registrato i tassi di disoccupazione giovanile più bassi nell’area OCSE, ciascuno inferiore al 4,0%.
Primo accordo tra Cdp e Banca Islamica per promuovere la crescita sostenibile e la cooperazione economica
Cassa Depositi e Prestiti e il Gruppo Banca Islamica di Sviluppo (Islamic Development Bank Group – IsDB Group) hanno siglato un Memorandum d’Intesa (MoU), prima iniziativa di collaborazione tra le due istituzioni finanziarie. L’accordo, firmato presso la sede di CDP a Roma da Dario Scannapieco, amministratore delegato di CDP, e dal Muhammad Al Jasser, presidente del Gruppo Banca Islamica di Sviluppo, stabilisce un quadro strategico di cooperazione nella finanza per lo sviluppo internazionale. L’obiettivo è sostenere progetti con
un elevato impatto economico, sociale e ambientale nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, in linea anche con il Piano Mattei del Governo italiano. La partnership tra CDP e IsDB Group, istituzione multilaterale di sviluppo con sede a Gedda in Arabia Saudita, si concentrerà su aree strategiche per la crescita economica, tra cui la condivisione di conoscenze e opportunità di co-finanziamento e co-investimento nei settori della sostenibilità climatica e ambientale, dell’accesso all’energia, della sicurezza alimentare, dell’agricoltura, delle infrastrutture sostenibili e dello sviluppo del settore privato, con particolare attenzione al supporto delle PMI e alla creazione di occupazione locale. Inoltre, il protocollo definisce modalità per promuovere il coinvolgimento delle imprese italiane nei
paesi membri del Gruppo IsDB, facilitando l’accesso alle opportunità e diffondendo informazioni sui processi di appalto, oltre a sostenere iniziative per l’empowerment di giovani e donne. La collaborazione si concentrerà sulle principali regioni in cui operano sia CDP che IsDB Group, garantendo un approccio mirato su iniziative da sviluppare in particolare in Africa, ma anche in altre aree, tra cui l’Asia
centrale e sud-orientale. L’intesa ha origine dalla collaborazione avviata durante l’evento organizzato tra le Banche di Sviluppo arabe
e le istituzioni finanziarie italiane a margine della COP16 di Riad e si inserisce nell’ambito degli accordi finalizzati in occasione della missione ufficiale del Governo italiano ad Al Ula in Arabia Saudita dello scorso 26 gennaio.
“La partnership con il Gruppo Banca Islamica di Sviluppo rappresenta un passo avanti significativo nella strategia di cooperazione internazionale di CDP. La mutua collaborazione in settori strategici è fondamentale per generare impatto. Combinando gli sforzi e la condivisione delle conoscenze, possiamo ampliare la portata delle nostre iniziative, sostenendo una crescita economica sostenibile e inclusiva in aree geografiche chiave, come l’Africa, in linea con il Piano Mattei del Governo italiano”, ha dichiarato Scannapieco. “Le partnership sono sempre state un pilastro fondamentale della missione del Gruppo IsDB. In un contesto di sviluppo in continua
trasformazione, il mio impegno è quello di definire un quadro di co-finanziamento ambizioso ma flessibile, che rafforzi la collaborazione tra le nostre istituzioni. Coordinando i nostri sforzi, possiamo massimizzare l’impatto, promuovere uno sviluppo sostenibile e rispondere in modo efficace alle crescenti esigenze dei nostri paesi membri”, ha sottolineato Al Jasser.
Milleproroghe, l’emendamento di Fi sulle concessioni idroelettriche diventa un ordine del giorno
È stato ritirato per essere trasformato in un ordine del giorno l’emendamento presentato da Forza Italia al decreto Milleproroghe in materia di concessioni idroelettriche. La norma, firmata dal senatore Claudio Fazzone, prevedeva la sospensione fino al 31 dicembre 2025 delle procedure di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico, incluse quelle già avviate al momento dell’entrata in vigore del decreto. La sospensione, si legge nel testo, è chiesta “in relazione ai tempi necessari ad assicurare a livello europeo parità di trattamento e uniformità in materia di produzione di energia elettrica e di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico, nonché al fine di garantire la tutela dell’indipendenza e della sovranità energetica nazionale”. Inoltre, la proposta di Forza Italia aggiunge che “fino all’assegnazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico secondo le modalità che verranno stabilite dai singoli Stati membri in attuazione della normativa euro-unionale che sarà adottata in dipendenza di quanto previsto al precedente paragrafo, le concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico già scadute all’atto di entrata in vigore della presente norma, nonché quelle che scadranno successivamente, continuano ad essere esercite dagli attuali operatori a condizioni invariate”. Sempre in materia di concessioni idroelettriche, si ricorda, erano stati depositati identici emendamenti (poi dichiarati improponibili) anche da Pd (a firma Michele Fina) e Italia viva (proposte a firma Silvia Fregolent e Dafne Musolino). Entrambi tuttavia, non riportavano la dicitura “fino al 31 dicembre 2025″.
Anir Confindustria: servono interventi urgenti sulla revisione prezzi nei servizi pubblici essenziali
Destano preoccupazione i nuovi dati diffusi dall’ISTAT per gennaio 2025. Confermano un incremento dell’1,5% dell’indice nazionale dei prezzi al consumo su base annua (dal +1,3% di dicembre) e un aumento dello 0,6% rispetto al mese precedente. A pesare maggiormente su questa accelerazione sono il rincaro dei beni energetici regolamentati (+27,8%) e l’aumento dei prezzi dei beni alimentari lavorati (+2,0%). È la costante inflazionistica degli ultimi anni. L’inflazione crescente si riflette inevitabilmente sui costi dei servizi di ristorazione collettiva, settore che ogni giorno garantisce milioni di pasti nelle scuole, negli ospedali e nelle aziende italiane. Tuttavia, le imprese del comparto sono ancora prive di strumenti normativi adeguati a calmierare i corrispettivi dei contratti ai costi reali. «È indispensabile che la revisione prezzi diventi obbligatoria e ordinaria nei contratti di servizi pubblici essenziali», afferma Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria. «Gli appalti di ristorazione collettiva è necessario che abbiano una corrispondente revisione dei prezzi normata e ordinaria, di tipo obbligatorio, rimessa direttamente agli indici ISTAT correnti. Non possiamo continuare essere trattati alla stregua di quelli per i lavori pubblici: che hanno natura profondamente diversa; quelli sui servizi sono contratti pluriennali ad esecuzione periodica continuativa l’aumento dei costi si scarica direttamente sulle imprese, con il rischio concreto di compromettere la qualità del servizio, la tenuta delle imprese, di tutta la filiera e i rapporti con gli stakeholder, a cominciare dai nostri operatori».
ANIR Confindustria chiede al Governo e al Parlamento di intervenire affinché gli appalti di servizi – che rappresentano oltre il 70% del valore complessivo degli appalti pubblici – non vengano più trascurati. Si ritiene urgente un intervento che modifichi il Codice Appalti in tema di revisione prezzi ed equilibrio economico dei contratti nella direzione da noi auspicata. «Rinviare ulteriormente significa ignorare l’appello unitario che è venuto da tutto il mondo dei servizi e lasciare le imprese del settore in una situazione che ormai è insostenibile da troppo tempo», conclude Piacenti. «Stiamo chiedendo solo, fornendo dati e supporto, di garantire alle aziende gli strumenti necessari per continuare a offrire un servizio essenziale con standard di qualità elevati».
Startup innovative: i giovani “pesano” più al Nord, le donne più al Sud
I giovani “pesano” di più al Nord, le donne più al Sud: è la geografia delle startup innovative in Italia nel 2024 disegnata dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere. Al Settentrione gli under 35 conducono il 17,2% delle startup innovative dell’area, Piemonte in testa con il 23,2%, contro il 16,9% della media nazionale e del Centro e il16,4% del Sud. Ma la mappa geografica si “capovolge” se guardiamo alla quota delle startup innovative guidate da donne nelle singole macro-ripartizioni: nel Mezzogiorno, infatti, pesano di più (15,8%), con punte del 27,5% in Molise, seguito a ruota dal Centro (15,1%) e dal Nord (11,8%). “La crescita e il rafforzamento di queste imprese sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa, ci sono dunque ancora ampi spazi di miglioramento. A partire dalla partecipazione delle donne che appare ancora poco rilevante e va quindi ulteriormente incoraggiata. Tra tutte le start up esistenti, solo il 6,6% ha fatto scale up, cioè ha superato il milione di euro di fatturato o di
capitale sociale tra il 2019 e il 2023. La percentuale è un po’ più alta (12,6%) tra le start up con brevetto in tecnologie strategiche. Le nuove leggi sulle start up innovative potranno favorire questo processo concentrando, ad esempio, le agevolazioni sulle imprese col
maggior potenziale di crescita e innovazione e incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo”.
In termini assoluti giovani e donne startupper restano più numerosi al Nord che detiene più della metà delle start up innovative under 35 del Paese, più precisamente 1.084 su 2.049, e oltre un terzo di quelle femminili, ovvero 745 su 1.648, oltre che il 52% del complesso di
queste realtà produttive. Ma all’interno del Settentrione si evince anche una rilevante dicotomia: il Nord ovest fa da traino, con quasi il 37,3% delle startup giovanili italiane (765 unità) e con il 29,4% (485) di quelle guidate da donne, mentre il Nord est frena presentando
l’incidenza più bassa d’Italia sia per quanto riguarda gli startupper under 35 (319 pari al 15,5% del totale dell’area) sia per le femminili (260 pari al 15,8% dell’area). A livello regionale, la metà di queste imprese si trova in Lombardia (568 quelle giovanili equivalenti al 27,7% del totale nazionale e 382 quelle femminili pari al 23,2%), Campania (242 quelle giovanili pari all’11,8% del totale Italia e 232 quelle femminili pari al 14,1%) e Lazio (231 quelle giovanili pari all’11,3% e 224 quelle femminili pari all’13,6%). Non sorprende dunque trovare nelle prime tre posizioni della classifica provinciale Milano (che detiene 408 startup innovative giovanili ovvero il 19,9% di quelle nazionali e 281 startup innovative femminili ovvero il 17,1% di quelle italiane), Roma (206 quelle under 35 il 10,1% e 200 quelle femminili
pari al 12,1%,) e Napoli (139 quelle giovanili il 6,8% e 121 quelle femminili 7,3%). Nel complesso, comunque, le startup innovative presentano un’incidenza dei giovani quasi doppia rispetto a quella del totale delle imprese italiane (16,9% contro l’8,4%) e una quota di
imprese femminili pari a circa la metà di quella del complesso delle aziende del Paese (13,6% contro 22,7%).
Le startup innovative under 35 sono cresciute del 66,5% tra il 2016 e il 2024, ma al Meridione hanno allungato maggiormente il passo (+69,1%). Seguono il Nord 67,5% – rallentato dall’andamento del Nord est (+12,7%) – e il Centro (60,2%). A livello regionale
maggiori accelerazioni si riscontrano in Valle d’Aosta che registra comunque pochissime realtà produttive (+200,0%), Campania (+184,7%) e Lombardia (+124,5%). Mentre sul piano provinciale, spiccano il volo Lecco (+500%), Sondrio (+400%) e Prato (+300%), seppur ancora
una volta con numeri esegui di partenza. Ed è ancora il Mezzogiorno ad avanzare più speditamente anche sul fronte delle startup
innovative femminili con incrementi del 175,5%, a fronte del +106,3% del Centro e del +99,7% del Nord frenato ancora una volta dal passo del Nord est (+59,5%). Boom di crescita si registrano a livello regionale in Molise (+533,3%), Campania (+337,7%) e Puglia (+203,7%).
Mentre sul piano provinciale, spiccano Avellino (da 2 a 22, +1000,0%), Brindisi (+900,0%) e Como (+700,0%). Nel Triveneto meno di una start up su 10 è donna Il Molise è la prima regione dove il peso relativo le startup femminili sul totale di queste realtà locali si presenta maggiore (27,5%), seguito dalla Basilicata (20,6%) e dalla Calabria (18,4%). Sul fronte opposto in fondo alla classifica troviamo il Friuli-Venezia Giulia (9,4%), il Trentino-Alto Adige (10,0%) e la Liguria (10,5%). A livello provinciale meglio fanno Isernia, La Spezia e Vibo Valentia, tutte e tre con una quota pari al 33,3%, sebbene possano contare su un numero esiguo di startup innovative femminili. E’ il Piemonte ad accaparrarsi l’etichetta della regione più giovanile, vantando quasi una startup innovativa giovanile su quattro (23,2%). A completare il podio Trentino Alto-Adige (21,3%) e Valle d’Aosta (20,0%). Le meno giovanili sono invece Abruzzo (11,4%), Umbria (12,3%) e Friuli-Venezia Giulia (12,4%). Infine, per quanto riguarda le province, emerge un quadro variegato, che vede Biella (33,3%), Vibo Valentia (33,3%) e Forlì-Cesena (31,9%) sul podio delle startup giovanili (sebbene tra queste solo Forlì-Cesena, con 15 startup innovative giovanili può vantare numeri assoluti rilevanti) e ben quarantacinque province con un tasso giovanile superiore alla media nazionale.
Legacoop: oggi al via la comunità energetica rinnovabile in forma cooperativa a Miglionico
Hanno scelto il giorno di san Valentino e lo scenario fiabesco del castello venti cittadini di Miglionico, un paese della collina materana, per dare il via a una comunità energetica rinnovabile in forma cooperativa. L’atto di costituzione ufficiale della “Green community Miglionico” – questo il nome della CER – sarà sottoscritto alle ore 17.00 di oggi 14 febbraio nel Castello del Malconsiglio, alla presenza del notaio Annamaria Racioppi e del sindaco Giulio Traietta. Una data non casuale, dunque, per suggellare l’amore di questi cittadini per la propria terra. Restituendo protagonismo e responsabilità ai cittadini, le comunità energetiche presentano infatti benefici in termini di sostenibilità e maggiore tutela ambientale, utilizzo democratico dei beni comuni, inclusione sociale. Allo stesso tempo comportano un beneficio economico diretto, perché la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili e il relativo autoconsumo determina la riduzione dei costi in bolletta, una maggiore autonomia, vantaggi per i soci e prospettive di sviluppo per le imprese locali che entrano a farne parte. Il modello cooperativo, oltre a confermare un processo decisionale democratico, garantisce una più ampia distribuzione dei benefici su tutta la comunità in termini di azioni solidali a elevato impatto sociale. Nei giorni immediatamente successivi alla formale costituzione, partirà la campagna di adesione aperta a tutti con una specifica iniziativa, dal titolo “CER da fiaba”, che Legacoop ha candidato come caso esemplare a “M’illumino di meno”, la giornata nazionale del risparmio energetico promossa dalla nota trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2. I soci della neo-costituita comunità energetica raccoglieranno le adesioni sempre all’interno del castello di Miglionico, per l’occasione illuminato esclusivamente da torce fiammeggianti per testimoniare l’attenzione e l’impegno dei promotori per gli stili di vita sostenibili e la riduzione degli sprechi. Quella di Miglionico è la prima comunità energetica in forma cooperativa in Basilicata e la numero cento costituita da Legacoop sul territorio nazionale. Si avvale della partnership di “BeComE”, progetto di promozione di Legambiente e Kyoto Club finalizzato alla diffusione delle comunità energetiche nei piccoli borghi italiani in collaborazione con Legacoop e Borghi più belli di Italia per facilitare i processi comunitari nell’attivazione delle comunità energetiche.
“Grazie alla sensibilità dei suoi cittadini e all’impulso degli amministratori locali, Miglionico raccoglie i primi frutti di un processo di sensibilizzazione e partecipazione che Legacoop, con l’apporto delle piattaforme nazionali di sistema, sta promuovendo su tutto il territorio lucano”, commenta il presidente di Legacoop Basilicata Innocenzo Guidotti. “Non è un caso – aggiunge Guidotti – che la prima comunità energetica lucana in forma cooperativa si costituisca a Miglionico, un florido avamposto della cooperazione in regione: è un paese in cui già da tanto tempo, attraverso lo scambio mutualistico, si prova a dare risposta collettiva ai bisogni delle persone”. “Auguro un successo pieno alla neocostituita CER di Miglionico -dichiara Simone Gamberini, presidente di Legacoop- che segna, per noi, un traguardo importante. Si tratta, infatti, della centesima comunità energetica rinnovabile in forma cooperativa che nasce sulla scia del nostro impegno di lunga data nella promozione di progetti di autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili legati alle comunità e che negli ultimi due anni si è rafforzato con il progetto respira.coop. Ci motiva la convinzione che, in linea con la responsabilità verso le generazioni future legata al carattere intergenerazionale dell’impresa cooperativa, possiamo avere un ruolo attivo per una transizione energetica veramente equa e giusta. Del resto, crediamo, sostenuti da pareri autorevoli come quello del Consiglio nazionale del Notariato, che la forma cooperativa sia la più adatta alla costituzione di una CER, perché rispetta tutte le indicazioni previste dalla legge che regolamenta il settore, come il principio della porta aperta, la democraticità, l’interesse per la comunità e la sostenibilità, ma, soprattutto, il non avere come obiettivo principale il profitto finanziario, ma lo scambio mutualistico. Per questo promuoviamo un modello in cui l’impianto di produzione sia al servizio della comunità, che ne mantiene la proprietà e non l’affida a terzi come in altri casi”.
“Dai borghi e dalla sperimentazione delle comunità energetiche nasce la risposta per conciliare diffusione delle rinnovabili e tutela dei paesaggi e dei centri storici di pregio – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – E’ una delle sfide che si pone il piccolo comune di Miglionico, che entra nella rete di BeComE, il progetto di Legambiente, Kyoto Club e Azzero CO2 per rendere insieme a Borghi Più belli di Italia i piccoli Comuni italiani protagonisti della transizione energetica e trovare nuove strade per conciliare bellezza e rinnovabili. L’opportunità irrinunciabile è rappresentata dai 2,2 miliardi di euro che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina ai Comuni con meno di 5 mila abitanti per costituire le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) che queste comunità con grande iniziativa stanno interpretando per portare servizi e valore aggiunto territoriale, facendosi i primi interpreti di un nuovo modello energetico di cui si sta delineando la cornice normativa e procedurale e che rappresenta una delle chiavi della transizione energetica basata sulla generazione diffusa, di comunità a vocazione sociale e solidale”.
Nel mirino della Consob gli operatori abusivi su cripto-attività, primo caso di applicazione del nuovo regolamento europeo Micar
Gli operatori abusivi su cripto-attività finiscono nel mirino della Consob. Per la prima volta l’Autorità di vigilanza ha esercitato i poteri previsti dal nuovo regolamento europeo in materia di cripto-assets (Micar), bloccando (delibere nn. 23422 e 23423 del 12 febbraio 2025) due operatori non autorizzati: “Dobibo” (siti internet https://dobibo.com, https://dobibo1.com, https://dobibo2.com) e “Fameexn” (siti internet https://fameexn.top, https://fameexn.com), Al tempo stesso proseguono gli interventi di contrasto all’abusivismo finanziario che fa leva sulla
notorietà di personaggi di primo piano del mondo istituzionale o imprenditoriale. La Consob ha oscurato il sito “Fininvestonline.com” (sito internet https://fininvestonline.com), che diffondeva nel web la pubblicità di servizi finanziari abusivi, richiamando impropriamente i marchi
Fininvest/Mediaset e alcuni esponenti della famiglia Berlusconi. Nel novembre scorso un intervento analogo aveva riguardato siti web che si rifacevano a figure di primissimo piano della politica e delle istituzioni (delibera n. 23425 del 12 febbraio 2025 ). Tra gli ultimi provvedimenti adottati dalla Consob c’è anche l’oscuramento dei seguenti quattro siti di intermediazione finanziaria abusiva: “TORO500” effettuata tramite il sito internet https://toro500.com e relativa pagina https://client.toro500.com ( delibera n. 23428 del 12 febbraio 2025 ); Trading42 Ltd – Trading42 Financial effettuata tramite il sito internet https://trading42.co.com e relativa pagina https://panel.trading42.co.com ( delibera n. 23427 del 12 febbraio 2025 ); “Fpmarketseu” effettuata tramite il sito internet www.fpmarketseu.net ( delibera n. 23426
del 12 febbraio 2025 ); “AllFinanz Plus” effettuata tramite il sito internet https://allfinanzplus.com e relativa pagina https://client.allfinanzplus.com ( delibera n. 23424 del 12 febbraio 2025 ). In tutto sono dieci i siti oscurati questa settimana. Sale, così, a 1226 il numero dei siti bloccati dalla Consob a partire da quando, nel luglio 2019, l’Autorità è stata dotata del potere di ordinare
l’oscuramento dei siti web degli intermediari finanziari abusivi. I provvedimenti sono consultabili sul sito www.consob.it. Sono in corso le attività di oscuramento dei siti da parte dei fornitori di connettività ad internet che operano sul territorio italiano. Per motivi tecnici l’oscuramento effettivo potrà richiedere alcuni giorni. La Consob richiama l’attenzione dei risparmiatori sull’importanza di usare la massima diligenza al fine di effettuare in piena consapevolezza le scelte di investimento, adottando comportamenti di comune buon senso, imprescindibili per salvaguardare il proprio risparmio: tra questi, la verifica preventiva, per i siti che offrono servizi finanziari e su cripto-attività, che l’operatore tramite cui si investe sia autorizzato e, per le offerte di prodotti finanziari e di cripto-attività, che sia stato
pubblicato il prospetto informativo o il white paper.
Snam lancia ‘Net Zero Revolution’, la quarta edizione della challenge HyAccelerator per start up e Pmi
Snam ha lanciato la quarta edizione del programma HyAccelerator, un acceleratore internazionale dedicato alle tecnologie del settore clean-tech, progettato per supportare startup e PMI innovative nel settore energetico. Seguendo le orme delle edizioni precedenti, che hanno attirato oltre 100 candidature da tutto il mondo e visto 11 vincitori intraprendere un percorso di accelerazione unico, quest’anno il programma si evolve con l’iniziativa “Net Zero Revolution”. Per esplorare nel dettaglio tutti gli aspetti della nuova call è possibile visitare il sito: www.hyaccelerator.com/en/page/net-zero-revolution-en. La quarta Call4Startup si è aperta ieri, 13 febbraio, e sarà possibile candidarsi fino al 18 marzo 2025. Il nome “Net Zero Revolution” riflette l’obiettivo ambizioso del programma: individuare le tecnologie più
promettenti che aiuteranno Snam a raggiungere gli obiettivi delineati nel Piano Strategico 2025-2029 presentato lo scorso gennaio, tra cui il traguardo delle net zero emissions entro il 2050 e la creazione di un’infrastruttura multi-molecola paneuropea. Inizialmente focalizzato sull’idrogeno, il programma HyAccelerator ha ampliato il proprio raggio d’azione, aprendo l’edizione 2025 a startup e PMI attive nelle filiere della Carbon Capture, Utilization & Storage (CCUS) e dello stoccaggio di energia a lunga durata (Long Duration Energy Storage). Questa
espansione inoltre promuove l’innovazione grazie alla collaborazione con le affiliate e i partner industriali di Snam. Un’ulteriore novità di quest’anno prevede l’accelerazione di una delle startup finaliste in collaborazione con il nuovo progetto europeo H2SHIFT – network di Open Innovation Test Beds per le tecnologie di produzione dell’idrogeno. Le startup potrebbero quindi avere l’opportunità di testare e sviluppare le proprie soluzioni in un contesto industriale rilevante (TRL 5-7).
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Maria Cristina Carlini