Proiezioni macroeconomiche

Gelata sulle costruzioni, anche Bankitalia TAGLIA il Pil 2024 a +0,5%

Secondo le ultime stime della Banca d’Italia, la crescita, corretta per effetti di calendario, non dovrebbe andare oltre il +0,5%. Si tratta di un dato rivisto leggermente al ribasso rispetto alle proiezioni di ottobre – +0,6% – e in linea con le previsioni di Istat e Ocse. Pesa, in particolare, il rallentamento degli investimenti con lo stop degli incentivi all’edilizia che verrebbe solo in parte attenuato dal positivo impatto degli investimenti del Pnrr. E per gli investimenti nelle costruzioni si prospetta un triennio di contrazione.

16 Dic 2024 di Maria Cristina Carlini

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Gelata sulle costruzioni, anche Bankitalia TAGLIA il Pil 2024 a +0,5%

Il rallentamento degli investimenti e,  in particolare, il ‘grande freddo’ in arrivo per quelli nelle costruzioni indebolisce la crescita dell’economia italiana. E anche la Banca d’Italia taglia le stime del Pil per il 2024. Da Palazzo Koch arrivano le nuove proiezioni macroeconomiche per il triennio 2025-2027 che certificano la frenata del prodotto interno lordo quest’anno e un ridimensionamento per gli anni successivi rispetto alle precedenti previsioni. Il Pil, dunque, aumenterà quest’anno dello 0,5% rispetto all’indicazione di ottobre di +0,6%  per via di andamenti meno favorevoli delle attese nella seconda metà del 2024 e degli effetti di ipotesi di una crescita della domanda estera più contenuta e di tassi di interesse leggermente più elevati. Il +0,5% è il dato corretto per effetti di calendario; con il dato non corretto la crescita sarebbe dello 0,7%.  Bankitalia precisa, infatti, per che poter fare confrontare le proprie stime con quelle del Mef, occorre fare riferimento alle stime alle stime non corrette per l’effetto del diverso numero di giornate lavorative, sulla quali si basa il Piano Strutturale di Bilancio che fissava l’obiettivo di crescita all’1%. Le nuove proiezioni di Bankitalia convergono su quelle dell’Istat e dell’Ocse, diffuse nei giorni scorsi, che prevedono, appunro, un incremento del Pil dello 0,5%. Il target dell’1% è stato archiviato da tempo: lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione in Parlamento sul Ddl Bilancio, a novembre, aveva detto che questa crescita non era più alla portata e, nei giorni, scorsi ha abbassato l’asticella a +0,7%. Un valore più ottimistico anche se ha ammesso che siamo di fronte a una crescita asfittica del Pil.

Tornando alle proiezioni di Bankitalia, si stima, come si è detto, un aumento dello 0,5% nel 2024 e un’accelerazione nel successivo triennio a tassi intorno all’1 per cento in media (sia in termini corretti sia in termini non corretti per le giornate lavorative e, in questo caso, i dati si discostano in misura contenuta da quelli del Psb), sospinto dalla ripresa dei consumi e delle esportazioni. Gli investimenti sarebbero frenati dal ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale ma beneficerebbero, sottolinea Bankitalia,  dall’implementazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e della graduale riduzione dei costi di finanziamento. Tuttavia, la frenata impressa dagli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni verrebbe solo in parte attenuata dall’aumento della spesa per infrastrutture e dalle misure di incentivo previste nel PNRR.

In discesa gli investimenti nelle costruzioni: rivisti al ribasso nel 2024 +2,7%, poi -3,3% nel 2025

Analizzando la voce investimenti fissi lordi, Bankitalia stima +0,4% nel 2024, +1,4% nel 2025, +1% nel 2026 e -0,8% nel 2027. Valori in ribasso rispetto alle proiezioni di ottobre:  +0,7% nel 2024, +1,5% nel 2025, +0,4% nel 2026. Gli investimenti in beni strumentali mostrano -1,2% nel 2024, +2,7% nel 2025, +3,6% nel 2026, +1,4% nel 2027. Le stime di ottobre indicavano -0,8% nel 2024, +3,6% nel 2025, +2,6% nel 2026. Per gli investimenti nelle costruzioni di preannuncia una lunga gelata: non tanto per il 2024 quando di prevede ancora un +2,7% ma per il triennio successivo -3,3% nel 2025, -1,1% nel 2026, -0,3% nel 2027. Dati tutti al ribasso, anche in questo caso rispetto alle proiezioni di ottobre: +3,1% nel 2024, -2,9% nel 2025, -0,8% nel 2026.

Bankitalia stima, quindi, che il prodotto sia tornato a espandersi nel trimestre in corso a ritmi moderati e che la crescita possa acquistare vigore dalla seconda metà del prossimo anno, grazie soprattutto all’andamento favorevole dei consumi e alla ripresa delle esportazioni. I consumi, dopo la forte caduta registrata alla fine del 2023, sono tornati ad aumentare fin dal primo trimestre dell’anno in corso e continuerebbero a crescere nel prossimo triennio, sostenuti dal buon andamento del potere d’acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse.

Sul versante dell’inflazione, si prevede che rimanga contenuta, collocandosi all’1,1 per cento nella media dell’anno in corso, all’1,5 nel successivo biennio e al 2,0 per cento nel 2027. Al rialzo dell’inflazione contribuirebbero principalmente il venire meno del forte contributo negativo della componente energetica e, nel 2027, gli effetti temporanei dell’entrata in vigore della normativa ETS. L’inflazione di fondo sarebbe poco superiore al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe a poco più dell’1,5 per cento nel prossimo triennio, in cui le pressioni derivanti dall’aumento del costo del lavoro sarebbero in larga misura assorbite dai margini di profitto.

L’occupazione continuerebbe a crescere, sia pur a ritmi inferiori a quelli del prodotto. Il tasso di disoccupazione, sceso al 6,1 per cento nella media del trimestre estivo, si manterrebbe sostanzialmente stabile nel triennio 2025-27.

 

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