DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI

Frenata sul Ponte, il Governo abbassa i toni e aspetta le motivazioni della sentenza. Salvini: “Anziché a novembre, cantieri da febbraio”

Il governo cambia la rotta sulle prossime mosse da compiere dopo il pronunciamento della Corte dei Conti. Dopo i violenti attacchi alla magistratura, in una riunione di emergenza convocata da Meloni, l’esecutivo ha deciso di attendere le motivazioni, confermando comunque la volontà di andare avanti.

31 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Si abbassano i toni, si smussano le parole, si depongono le armi. La nottata di ieri ha portato consiglio al Governo ed è quello di mantenere una linea più soft  sulla sentenza che ha pronunciato la Corte dei Conti decidendo di non ammettere al visto e alla conseguente registrazione la delibera del Cipess che dà il definitivo via libera al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Molto è cambiato dalle  19.50 di mercoledì, quando si è scatenato l’attacco della premier Giorgia Meloni e del viceministro Matteo Salvini contro “l’invasione di campo” dei magistrati contabili, a ieri mattina quando si è tenuta una riunione di emergenza per decidere la rotta da seguire. “All’esito della riunione”, alla quale hanno partecipato, oltre a Meloni e Salvini, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci, si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti – viene chiarito -, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera”.

Una linea decisamente più morbida e attendista rispetto a quella che veniva prospettata dal Governo nelle prime ore dopo il pronunciamento della Corte di un atto politico con un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri per poi dare la parola al Parlamento. Ieri, Salvini escludeva uno scontro con la magistratura. Va detto, per inciso, che ieri era grande la soddisfazione del Governo per il definitivo via libera del Senato alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei giudici. Magari, questo “traguardo storico”, come l’ha celebrato  Meloni, potrebbe aver allentato la tensione. Ora, il titolare del Mit dice di attendere “con estrema tranquillità i rilievi della Corte dei Conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto. Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre”, invece “partiremo a febbraio”. “Daremo  tutte le informazioni che ci vengono richieste. Ci sto lavorando da tre anni, ci lavorerò per tre anni e due mesi, poi gli ingegneri mi dicono che con sette anni l’Italia avrà un’opera unica al mondo e quindi va bene così”.

“Abbiamo calendarizzato i prossimi passi, nel primo consiglio dei ministri a giorni informerò i colleghi su come intendiamo andare avanti, mettere in sicurezza” in manovra “i fondi necessari all’opera che siamo determinati a portare avanti”, ha riferito ancora Salvini.

Sulla nuova fase che si apre, a entrare sulle questioni di merito è stato l’ad Ciucci, al termine della riunione. Per l’opera non sarà necessaria una nuova gara, ha messo in chiaro. Se si parla di una nuova gara per l’aumento dei costi, quella “è una valutazione assolutamente errata, numericamente errata. Perché è sbagliato – ha spiegato – mettere in confronto l’importo iniziale del contratto che risale al 2005-2006 con un importo attuale del 2025. Il problema del 50% riguarda nuovi lavori, non aumenti di prezzi dovuti all’inflazione. Se si confrontano gli ultimi listini prezzi ante e post Covid di Anas e di Rfi, due principali appaltatori italiani di infrastruttura, l’aumento dei prezzi è più del 50%”. “Ma la direttiva europea parla di variante di lavori, non di aumento dei prezzi – ha continuato Ciucci -. E questo è il discrimine: noi varianti di lavori non ne abbiamo sostanzialmente o ne abbiamo per percentuali bassissime. Pur considerando, e non sarebbe corretto a stretto rigore, le varianti introdotte prima dell’entrata in vigore della direttiva, che è del 2014, le uniche varianti fatte riguardano il progetto del 2011. Ma anche considerando quelle siamo abbondantemente dentro il 50%”.

Secondo Ciucci, “ci sono procedure che possono sanare questo diniego attuale del visto e della registrazione. Vediamo sulla base di queste motivazioni, qual è la procedura che si deve seguire e che si può seguire, nel rispetto assolutamente delle procedure previste, senza norme straordinarie o interventi straordinari”. L’ad ha spiegato di “non riuscire a vedere quale sia l’adempimento, il documento ulteriore o l’integrazione che possa portare a uno stop e a un ritardo significativo. I rapporti con l’Europa – ha aggiunto – sono in corso da almeno due anni. Con l’Europa c’è un’interlocuzione con lettere che abbiamo depositato, sia sull’impatto ambientale, sia sull’applicazione della direttiva Ue sul 50%. I contratti li abbiamo rifirmati. Certo non potremo discutere sulle modalità di trasmissione della documentazione. Faccio fatica a capire quale tra i rilievi che ci sono stati presentati, e a cui abbiamo risposto, possa aver determinato questa decisione. Ma quando la conosceremo non avremo problemi a dare ulteriori documentazioni, se necessarie, o ulteriori spiegazioni per superare questo impasse”.

Corte dei Conti: “valutazione su profili strettamente giuridici, nessuna valutazione su opportunità e merito”

Nel mirino di violenti attacchi, ieri mattina sono scesi in campo i magistrati contabili. “La Corte dei Conti,  tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa, nella giornata di ieri, su profili strettamente giuridici della delibera CIPESS, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del “Ponte sullo stretto”, senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”, ha precisato in una nota.”Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati”.

In 6 pagine fitte la Corte dei Conti aveva già espresso dubbi sulla delibera, al suo esame, con la quale il Cipess aveva dato il via libera al progetto del ponte sullo Stretto. Nel documento, che era stato inviato alla presidenza del Consiglio, il magistrato istruttore Valeria Franchi aveva ricostruito la tempistica dei diversi passaggi tra le amministrazioni e aveva chiesto chiarimenti anche procedurali e tecnici esprimendo molte “perplessità”: si tratta dei nodi che hanno poi portato alla decisione di ieri, demandata all’organo collegiale della Corte. I rilievi finali, non ancora noti, saranno comunque indicati nelle motivazioni della magistratura contabile che si conosceranno tra 30 giorni. La Corte già a settembre sottolineava “la necessità di acquisire chiarimenti ed elementi informativi” sulla delibera: “risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione – scriveva – difettando, a sostegno delle determinazioni assunte dal Cipess, anche in relazione a snodi cruciali dell’iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori”. Nel primo esame della Corte dei Conti, veniva indicato che la delibera del Cipess “si appalesa più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze di dette attività, sotto il profilo sia fattuale sia giuridico”. Altro dubbio della Corte riguardava la procedura per trasmetterle gli atti (gli ormai famosi link che erano stati inviati) e inoltre: “Si chiedono chiarimenti anche con riferimento alla tempistica osservata per la trasmissione del provvedimento Mit-Mef con cui è stato assentito il terzo atto aggiuntivo”.
“Parimenti – si leggeva nel documento – si chiedono chiarimenti in merito alle valutazioni svolte dal comitato in relazione all’efficacia della delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025 con la quale è stata approvata la relazione relativa ai motivi imperativi di interesse pubblico; è stato preso atto dell’assenza di idonee alternative progettuali; è stata dichiarata la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico legati alla “salute dell’uomo e sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente””. Inoltre “alla luce di recenti notizie di stampa si chiedono aggiornamenti in merito all’interlocuzione che sembra avviata, sul punto, con la Commissione europea”. Sugli oneri del piano economico la Corte rilevava: “Perplessità si manifestano, inoltre, in merito al disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg in data 25 luglio 2025 – quantificato in euro 10.481.500.000 – e quello di euro 10.508.820.773 attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025. Si chiedono chiarimenti”. E ancora “quanto alle stime di traffico – al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting – poste a fondamento del Pef si chiedono chiarimenti in ordine alle valutazioni svolte da codesto Comitato in merito alle modalità di scelta della predetta società di consulenza e agli esiti di detto studio anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess”.

Tra gli aspetti procedurali si metteva in evidenza anche che “in via generale, con riferimento alla fase progettuale, si osserva che non risulta in atti il parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici (voto 220 del 1997). Codesto Comitato vorrà integrare la documentazione in conformità non essendo reperibile sul sito istituzionale”. Per la parte economica si chiedevano, fra l’altro, “chiarimenti in merito ai costi della sicurezza e all’incremento registrato nel 2011 (euro 206.521.286) rispetto a quanto attestato nel progetto preliminare (euro 97.244.007); agli importi relativi ai Servizi di ingegneria e attività di monitoraggio attestati in euro 340.847.456 a fronte dei diversi importi di cui al progetto preliminare (euro 235.529.054) e di cui al progetto definitivo 2011 (euro 355. 485.039); alle voci che concorrono a determinare gli importi relativi ad “acquisizione a qualunque titolo degli immobili – risoluzioni interferenze a carico enti gestori”; agli importi relativi alle “Opere e misure compensative dell’impatto territoriale e sociale” attestati in euro 266.977.084 a fronte dei diversi importi di cui al progetto preliminare (euro 130.000.00 come attestato nel relativo quadro economico) e di cui al progetto definitivo 2011 (euro 168.285.000).

Cgil: “clamoroso fallimento di legalità e trasparenza”. Orsini: “ importante che l’opera venga fatta”

Anche se sono mutati i toni del Governo, la giornata di ieri è stata segnata ancora da uno strascico di polemiche e commenti. “La decisione della Corte dei Conti di bocciare la delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto è la prova definitiva di ciò che denunciamo da mesi: dietro la propaganda del ‘fare’, il governo Meloni e il ministro Salvini nascondono un clamoroso fallimento di legalità, trasparenza e competenza. Inaccettabile la risposta dell’esecutivo: non sono le toghe a bloccare il Paese, ma l’inadeguatezza di chi governa, e ignorare i rilievi della Corte per pura ostinazione politica significherebbe trasformare un errore amministrativo in un danno certo per lo Stato”, dichiara il segretario confederale della Cgil Gino Giove.  “La Corte – sostiene – ha smontato pezzo per pezzo la narrazione trionfale del governo” che, “invece di rispondere nel merito, reagisce come sempre, attaccando chi osa controllare e scaricando le proprie colpe sulla magistratura contabile”.

Non entra nel merito della decisione della Corte dei Conti, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. “Quello che posso dire è che per noi è un’infrastruttura necessaria anche perché non è strategica solo per l’Italia, ma è strategica per l’Europa per andare a chiudere il corridoio europeo. E quindi per noi è fondamentale che quest’opera venga fatta, quindi mi auguro che velocemente si arrivi a una risoluzione”. Per noi – ha aggiunto – rappresenta un indotto fondamentale ma soprattutto collegare due terre così importanti. Comunque rappresenta anche la distribuzione di lavoro importante per questo territorio. Quindi noi siamo pro ponte e speriamo che questa infrastruttura venga fatta e possa partire velocemente”. (

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