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Frena il Pil e cala la produttività: Draghi prescrive cura STRUTTURALE alla lenta Europa 

Arriva il rapporto Draghi: servono riforme senza precedenti per rilanciare l’economia europea

09 Set 2024 di Maria Cristina Carlini

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Frena il Pil e cala la produttività: Draghi prescrive cura STRUTTURALE alla lenta Europa 

MARIO DRAGHI

L’appuntamento è fissato per questa mattina a Bruxelles quando l’ex presidente della Bce ed ex premier, Mario Draghi, presenterà il suo atteso rapporto sulla competitività. Qualche assaggio è arrivato nei giorni scorsi, in occasione degli incontri ancora informali avuti con i rappresentanti diplomatici e con gli europarlamentari. Si è trattato di anticipazioni ancora a grandi linee ma il messaggio è chiaro: servono riforme urgenti senza precedenti per liberare l’economia dell’Unione dai freni strutturali che la bloccano e per colmare il gap competitivo con i grandi concorrenti, USA e Cina. Un monito che giunge in una fase che vede il pil dell’Unione crescere a un passo moderato. E grande fonte di preoccupazione è la prospettiva di stagnazione dell’economia tedesca perché, si sa, questo non è un buon segnale neanche per le altre principali economie del Vecchio Continente.

Come sta l’Unione: nel secondo trimestre pil rallenta a +0,2%

Gli ultimi dati più aggiornati sono  quelli che ha diffuso Eurostat venerdì scorso. Numeri che certificano una lieve frenata del pil su un percorso di crescita di per sé già moderata. Nel secondo trimestre dell’anno, il pil dell’eurozona è aumentato dello 0,2% sia nell’eurozona che nell’Unione a 27 rispetto al trimestre precedente, che aveva, invece, registrato una crescita dello 0,3% in entrambe le aree. La previsione era di un incremento dello 0,3%. Su base annua, l’incremento è dello 0,6% nell’area euro e dello 0,8% nell’area a 27.  Facendo il raffronto con l’economia USA, il secondo trimestre ha visto un aumento dello 0,7% rispetto al precedente trimestre, in accelerazione rispetto a +0,4%. Il dato tendenziale, invece, mostra una robusta crescita del 3,1%, in aumento rispetto al +2,9% sempre nello stesso trimestre del 2023.
Tornando in Europa, i Paesi con il più alto tasso di crescita sono la Polonia con +1,5%, seguita dalla Grecia +1,1%, e Paesi Bassi +1%. Come già certificato dell’Istat, la crescita dell’Italia è dello 0,2%, in compagnia di Belgio, Francia e Slovenia. La Germania torna con il segno meno, -0,1%, dopo la piccola ripresa del primo trimestre. Peggio della Germania fanno l’Irlanda con -1%, Lettonia -0,9% e l’Austria -0,4% e l’Ungheria -0,2%. Tra le principali economie, la Spagna mantiene il passo con una crescita dello 0,8%, in linea con il trimestre precedente.

Anche l’occupazione frena e la produttività cala

Nel secondo trimestre, il mercato del lavoro europeo mostra segnali di indebolimento e scarsa tonicità, pur senza scostarsi troppo dai valori del periodo precedente. Il numero di occupati nell’area euro è aumentato dello 0,2% nell’area euro e dello 0,1% nella Ue a 27, rispetto al precedente trimestre. Nella prima frazione dell’anno, gli occupati erano invece cresciuti dello 0,3%. Rispetto, invece, allo stesso periodo del 2023, l’occupazione è aumentata dello 0,8% in entrambe le aree, dopo, rispettivamente, +1% e +0,9% annuo nel primo trimestre. Si stima che siano impiegati 218,6 milioni di persone nell’Unione europea, di cui 170,1 milioni nell’area euro. In Italia, la crescita dell’occupazione del secondo trimestre è superiore alla media, registrando un aumento dello 0,4%. Stesso passo della Spagna,  con la differenza che, a livello tendenziale, la crescita nel Paese iberico è superiore, +2%, mentre quella italiana è +1,4%. La Germania e la Francia non vanno oltre un incremento dello 0,1% congiunturale e 0,4% annuo.
Sempre nel secondo trimestre, le ore lavorate sono aumentate dello 0,2% nell’area euro e dello 0,1% nell’Unione a 27, rispetto al trimestre precedente. Più  sostenuta la crescita su base annua, con un incremento rispettivamente dell’1,4% e dell’1,2%. In questo caso, l’Italia mostra una flessione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e un aumento annuo del 2%. Le ore lavorate in Germania aumento, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,8%, in Francia dello 0,1% e dello 0,8%, in Spagna dell’1% e del 3,4%.
La combinazione dei dati del Pil e dell’occupazione consentono una stima della produttività del lavoro. Nel secondo trimestre, la produttività basata sugli occupati diminuisce dello 0,3% nell’area euro e rimane stabile nella Ue a 27 rispetto al precedente trimestre. Basata sulle ore lavorate, la produttività , rispettivamente, cala dello 0,2% e aumenta dello 0,1%.

Draghi: rimuovere i freni strutturali per crescere

Draghi, come hanno riferito europarlamentari dopo l’incontro della scorsa settimana, ha confessato di avere gli “incubi” a pensare al futuro dell’Unione europea senza un profondo cambiamento. Di qui la terapia d’urto che il suo rapporto prescrive. Secondo le anticipazioni circolate, sono cinque I macro temi in cui si articola: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale e misure per i singoli settori. L’Europa deve risolvere le criticità legate agli elevati prezzi dell’energia, ai ritardi nell’innovazione, all’incompiutezza del mercato dei capitali, alle regole sugli aiuti di Stato da rivedere per assicurare un ‘level playing field’. E, ancora, la coesione, il divario di competenze, la necessità di accelerare gli investimenti e la digitalizzazione.  C’è il tema della difesa comune europea che va rafforzata. Ma dalle parole di Draghi è trapelata anche una nota di fiducia per il fatto che molte delle idee contenute nella relazione sono già state inserite negli orientamenti politici presentati da Ursula von der Leyen lo scorso luglio per il suo secondo mandato come Presidente della Commissione. Spetta ora ai leader dell’UE, ai parlamentari europei, alle istituzioni europee e agli Stati membri decidere come portare avanti il suo lavoro e trasformare le sue raccomandazioni in risultati concreti per i cittadini europei. Un cammino obbligato per allontanare gli incubi sul futuro.

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