Il piano strategico Fs 2025-29

Donnarumma: “In 5 anni investimenti per 100 miliardi. Non cediamo asset, ma guardiamo al Modello Rab” per l’AV

L’amministratore delegato di Fs ha presentato il nuovo piano del gruppo che punta a una trasformazione del gruppo all’insegna della discontinuità con un nuovo approccio industriale. Il cuore del piano sta nella forte accelerazione degli investimenti oltre l’orizzonte del Pnrr. Obiettivo è la crescita dei principali indicatori economici a supporto degli investimenti. Non è nei piani la privatizzazione ma si studia un nuovo modello regolatorio e di finanziamento da applicare all’alta velocità. Sul destino dell’Anas non c’è ancora un progetto ma le strade sembrano destinate a dividersi

13 Dic 2024 di Maria Cristina Carlini

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Crescita e investimenti: sono le due parole d’ordine del nuovo piano strategico delle Ferrovie dello Stato 2025-2029 che punta a fare del gruppo un operatore di mobilità integrata, il cui mercato domestico è l’Europa, e motore del processo di infrastrutturazione del Paese che vuole proiettarsi oltre il Pnrr. Un percorso di trasformazione il cui successo richiede – e impone – un nuovo approccio industriale e una rigorosa disciplina operativa nell’attuazione degli interventi. Dopo poco più di cinque mesi alla guida delle Fs, l’amministratore delegato e direttore generale Stefano Donnarumma traccia la rotta con il nuovo Piano, approvato dal consiglio di amministrazione. Il fulcro è quello degli investimenti con una mole da 100 miliardi in cinque anni.  E’ al sostegno degli investimenti che viene finalizzata la traiettoria di crescita dei risultati del conto economico – fatturato, redditività, utili. E, in prospettiva, anche se non rientra nelle azioni del piano ma in quello che Donnarumma definisce il ‘basket’ strategico, cioè le “idee strategiche” che  vanno oltre il piano stesso, l’obiettivo è quello di mettere a punto modello di finanziamento in logica Rab (Regulatory Asset Base) per la messa in sicurezza degli investimenti attraverso l’autofinanziamento con eventuale apertura al capitale di terzi e la conseguente riduzione del fabbisogno di finanziamenti pubblici.

“Il mio intento non è privatizzare, pensiamo a un sistema di finanziamento dell’infrastruttura dell’alta velocità”

E’ questa la carta che Donnarumma ha scoperto, presentando ieri, all’Auditorium della Musica a Roma, il piano da 410 pagine riassunto in 20 slides. Sicuramente uno dei passaggi più attesi, visto che ormai da mesi si è riaffacciato il tema della privatizzazione delle Fs. “Il mio intento non è privatizzare perché questo non ci cambia lo stipendio e perché quello che stiamo pensando di fare lo vedrà chi farà questa attività nei piani futuri”, ha premesso Donnarumma.“Non stiamo pensando ad investitori, non vogliamo cedere porzioni dell’azienda. Finora ci siamo dedicati al modello finanziario e regolatorio, e d’ora in avanti apriremo un tavolo di confronto per approfondire il modello da applicare. Potremmo pensare, insieme al governo, di creare un fondo pubblico dedicato alle infrastrutture”, ha detto Donnarumma rispondendo alle domande dei giornalisti al termine della presentazione. L’ipotesi allo studio del Gruppo FS è quella di applicare questo strumento di finanziamento all’infrastruttura dedicata ai servizi Alta Velocità/Alta Capacità. Il valore degli asset in questione è di circa 8 miliardi di euro. Il modello RAB si basa su un rendimento regolatorio applicato al capitale investito e sul riconoscimento dei costi operativi, sulla base di regole definite dal regolatore. Una leva finalizzata a promuovere investimenti sostenibili nel tempo, poiché consente di scindere le decisioni di sviluppo infrastrutturale da quelle di finanza pubblica, abilitando l’autofinanziamento delle opere, anche attraverso un eventuale contributo di capitali di terzi di minoranza, non necessariamente privati. L’ad ha citato Cdp “come esempio calzante di realtà portata fuori dal debito pubblico e oggi azionista di alcune principali aziende italiane per conto dello Stato. Si può avere per esempio Rfi che detiene la maggioranza e Cdp che detiene la minoranza”. Secondo il top manager, è un modello che “non può non destare interesse” dal momento che si garantirebbero i necessari investimenti per lo sviluppo infrastrutturale riducendo al contempo la pressione sulla finanza pubblica.

“Serve approccio industriale e una disciplina operativa per abbattere i costi”

Donnarumma ha posto un forte accento sulla necessità di una “industrializzazione” dell’azienda come elemento di discontinuità rispetto al passato: “l’elemento di maggiore debolezza delle aziende di Stato è che sono sì una potenza di fuoco ma non sempre l’approccio è industriale”. Con questo nuovo approccio e un piano di azioni qualificato con circa 250 indicatori di performance da raggiungere nei prossimi cinque anni, il Gruppo FS punta a rafforzare la resilienza della rete ferroviaria e stradale, migliorare la qualità del servizio, supportare il completamento delle infrastrutture e a promuovere una mobilità sempre più sostenibile. Sul versante del conto economico, il nuovo piano prospetta una crescita da qui al 2029, determinata da un miglioramento di tutti i principali indicatori economici, con un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi di euro, dell’ebitda a più di 3,5 miliardi di euro e dell’utile netto a oltre 500 milioni. Donnarumma ha più volte parlato di disciplina operativa con la quale, grazie anche agli ingenti investimenti, si punta ad efficientare del 5% i costi operativi aggredibili.

Il piatto forte, si è  detto, è quello dei 100 miliardi nei prossimi cinque anni. Una cifra che va ben oltre i numeri del Pnrr: “dei 100 miliardi dei prossimi 5 anni solo 14 sono finanziati dal Pnrr, gli altri 86 miliardi arrivano da altre fonti. Complessivamente ci sono stati assegnati 24,9 miliardi Pnrr, fino a ottobre ne abbiamo spesi 11. Il residuo e’ di circa 14 miliardi”. E qualche difficoltà sulla programmazione degli interventi del Piano, Donnarumma, l’ha ammessa. “Spesso la realizzazione delle opere è molto complicata. Abbiamo fatto fatica ad avere una mappatura chiara. Ma con il ministro Salvini e poi con la premier Meloni e il ministro Fitto siamo riusciti a mette in chiaro molto bene quale è il nostro ‘punto nave’ sui progetti e il Pnrr. Se avessi i poteri di tornare indietro di qualche anno, scriverei un altro Pnrr, non spendendo soldi solo sulle infrastrutture ma, probabilmente, anche pensando ad alcune delle attività che sarebbero state più urgenti a giudizio dei tecnici e forse anche più realizzabili”, ha detto Donnarumma che come esempio di complessità ha portato l’esempio del Terzo Valico.

Sull’infrastruttura ferroviaria investimenti per 50 miliardi nei prossimi 10 anni

Tra le otto linee guida strategiche del piano, l’obiettivo è attivare nuove linee ferroviarie Av che permettano di collegare territori finora non serviti, così da aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità in Italia. Sull’infrastruttura ferroviaria – a oggi sono 17mila i chilometri di linee ferroviarie gestite dal Gruppo FS tramite la controllata RFI  e circa novemila i treni in circolazione ogni giorno- saranno investiti più di 50 miliardi di euro nei prossimi 10 anni per potenziare la qualità del servizio della rete. Una quota che, da qui al 2034, concorrerà all’attivazione di nuovi standard tecnologici e all’evoluzione dei modelli manutentivi. Sono inoltre previsti la razionalizzazione del modello di esercizio con i volumi corrispondenti e il potenziamento dell’accessibilità delle stazioni e dei servizi dedicati. Nello stesso arco temporale verrà messa in atto una vera e propria trasformazione della rete, con un investimento di 60 miliardi di euro.

“Non c’è ancora un progetto sull’Anas ma non è un’azienda di ferrovieri”. Salvini: “strada e ferrovia hanno futuro e mission diversi”

Sull’infrastrutture stradale – attraverso Anas, le Fs gestiscono  32mila chilometri di strade, con più di otto milioni di veicoli quotidianamente in circolazione – in  dieci anni sono previsti oltre 40 miliardi di euro di investrimenti, di cui di cui 25 destinati alle nuove opere stradali sul perimetro nazionale e 15 finalizzati al miglioramento della qualità del servizio.

E, a proposito di Anas, la sua permanenza nella galassia Fs è ora messa in discussione e, comunque, al centro di valutazioni. Chiare le parole del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione del piano. “Anas è una una grande famiglia che qualcuno prima di me ha fuso e confuso tra cemento e rotaia. Io penso che strada e ferrovia abbiamo futuro e mission diversi”, ha detto il ministro per il quale il nuovo piano “è ambizioso e pragmatico”. Anche se non è strettamente una questione all’ordine del giorno e “non è un progetto”, una decisione di riportare l’Anas fuori dal perimetro delle Fs, per Donnarumma, “sicuramente potrebbe rientrare nelle attività da studiare nei prossimi mesi per capire se è praticabile. Io credo – ha quindi detto – che difficilmente Anas possa diventare un’azienda di ferrovieri. Io penso che il Governo, quando ripenserà, lo farà pensando al comparto strade- autostrade”.

Dal trasporto passeggeri alle merci: i target del piano

Donnarumma ha indicato i diversi obiettivi di piano dei diversi segmenti di business. Per il trasporto passeggeri Italia, ogni anno le persone che usufruiscono dei collegamenti del Gruppo FS in Italia sono circa 570 milioni. Le Fs puntano anche all’ampliamento dell’offerta commerciale, così da rendere possibile un’evoluzione del perimetro dei passeggeri trasportati.  In cinque anni le persone che sceglieranno di spostarsi a bordo dei treni di Trenitalia cresceranno di oltre 100 milioni, mentre aumenteranno di oltre 95 milioni i passeggeri di Busitalia. Per garantire un servizio moderno, innovativo e sostenibile occorre una trasformazione della flotta di treni e bus. A cominciare dalla messa in circolazione di 46 nuovi treni Alta Velocità Frecciarossa 1000, 145 treni del Regionale e più di 1.260 bus a basso impatto di CO2 nei prossimi dieci anni.

Guardando oltre i confini italiani, le persone che in un anno viaggiano a bordo dei treni del Gruppo FS sono state 230 milioni. Con la nascita di Fs International, nell’arco di Piano verrà rivolta un’attenzione sempre più ampia al trasporto dei passeggeri all’estero, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo internazionale del Gruppo FS. I passeggeri che in Europa usufruiranno dell’Alta Velocità supereranno i 14 milioni, quelli dell’Urban Mobility i 140 milioni mentre quelli del business regolato europeo i 150 milioni.

Anche il trasporto merci  vivrà una trasformazione del proprio business verso un modello Freight Forwarder europeo al servizio di un mercato ampio e diversificato. Attualmente con Mercitalia ogni anno vengono trasportate 37 milioni di tonnellate di merci e, tra le azioni chiave per il rilancio del settore, rientrano la creazione di un’interfaccia unica per il cliente, lo sviluppo di un’offerta integrata e l’attivazione di partnership a supporto del trasporto multimodale.

Rilevante, per il Gruppo FS, è anche la valorizzazione di tutti quegli asset che non sono più funzionali al servizio ferroviario in chiave di sviluppo sostenibile delle città. Questo obiettivo è indirizzabile grazie a 1,1 miliardi di euro di patrimonio immobiliare non funzionale, finalizzati allo sviluppo di progetti immobiliari  a supporto della rigenerazione urbana. Ulteriori investimenti sono dedicati allo sviluppo di un’offerta di parcheggi innovativi, promuovendo così l’intermodalità e favorendo l’accesso alla rete ferroviaria.

Ci sono poi le sfide sul fronte della sostenibilità dove ssi profila oltre un Gigawatt di fotovoltaico installato entro il 2029 e, per quanto riguarda innovazione e sicurezza , è stato fissato il raggiungimento del 100% della rete Core Extended coperta dal sistema ERTMS da qui al 2040.

Piano pronto e nuova squadra pronta: presto le nomine dei vertici delle controllate

Se il piano ha ricevuto il via libera del cda, il prossimo imminente passo è quello di chiudere la partita delle nomine. “La squadra delle holding è stata completata e questo era assolutamente necessario per le funzioni di coordinamento e controllo sulla realizzazione degli investimenti”, ha riferito Donnarumma parlando con la stampa. “Per quel che riguarda le nomine sulle controllate, tra pochi giorni concluderemo i nostri confronti per i quali mi ritengo soddisfatto perché ho proposto alcune figure che ritenevo valide, oltre ad aver composto la squadra che ha anche contribuito a realizzare il piano. Non avevamo in scadenza tutte le società, quindi le scelte sono state fatte innanzitutto in base a questioni di tipo organizzativo. In ogni caso, abbiamo attinto al mercato, mentre, per i capi delle aziende operative avviamo ritenuto più opportuno guardare tra le risorse interne”.

Oltre ai nuovi target del piano strategico, il gruppo si trova a dover gestire ancora i numerosi cantieri aperti per i lavori di manutezione. E dopo l’estate nera, ora si sta lavorando a una migliore programmazione dei cantieri e a una razionalizzazione dell’offerta. “Programmeremo meglio i cantieri, dilateremo un po’ le tempistiche andando incontro all’estate, ma non troppo, anche per la sicurezza dei cantieri. Pianificheremo un’offerta diversificatas che potrebbe comportare qualche rinuncia o dei tempi maggiorati dandone informazione all’utenza e assicurando la continuità del servizio”, ha detto Donnarumma.

“Ho l’onore di guidare un’azienda solida e radicaranel tessuto socioeconomico del Paese con un forte bisogno di rilancio attraverso una roadmap di detto, supportata da adeguati investimenti”, ha sintezzato l’ad di Fs. “Questo piano, che mira a imprimere una netta discontinuità, risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo. L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità”.

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